5. Equivoci,
ronde e prime volte
Rose era felice.
Felice
per James, per Lisa. Lo era per Roxanne il cui rapporto con Lysander
sembrava
aver preso una piega strana: trascorrevano assieme più tempo
di quanto avessero
mai fatto e lei sembrava farsi meno beffe di lui, cosa che convinse
Rose che
qualcosa fosse cambiato. Lo era anche per Dominique, che sembrava aver
trovato
modi più audaci per tener lontano le decine di ammiratori.
Amava ognuno di
loro allo stesso modo e gioiva nel vederli
sereni. E poco le importava se negli ultimi giorni riusciva a malapena
a
concentrarsi durante le lezioni, se a stento riusciva a finire un tema
e si
sentiva fortunata se non faceva esplodere il proprio calderone.
Aveva
decisamente la testa altrove e ne era ben consapevole.
Sapeva bene a chi e a cosa pensasse, ma ciò che la turbava
era l’incertezza di
ciò che provava. Infondo non era difficile, avrebbe dovuto
fermarsi un istante
e domandarselo, chiedersi se fosse o meno innamorata di lui. Ma il solo
pensiero la terrorizzava, la possibilità che la risposta
fosse stata
affermativa l’agitava forse più di quanto avrebbe
dovuto.
L’idea
di amare qualcuno che probabilmente la detestava, riusciva
solo a paralizzarla. Lui l’avrebbe derisa, umiliata e lei
avrebbe solo
sofferto, più di quanto soffrisse ora, immersa nei dubbi e
nelle paure.
Era riuscita ad
evitarlo, a cambiare strada nei corridoi
quando lui sembrava volesse andarle incontro e a convincere Albus a non
fare
domande. Era conscia che questo fosse un comportamento che non si
confaceva per
niente ad una Grifondoro, ma non riusciva ad agire in maniera diversa,
almeno
non per il momento.
Ma quel giorno,
alla riunione dei Prefetti, avrebbe dovuto
forzatamente vederlo e trovarsi nella sua stessa stanza almeno per
un’ora
buona. Nei primi minuti, poco attenta a ciò di cui Lysander
blaterava, sperò
che egli non si facesse vivo. Certo, non era da Scorpius Malfoy
arrivare
puntuale ma era trascorsa quasi mezz’ora e di lui e suo
cugino non v’era ombra.
Proprio quando
sembrò convincersi di quella sua speranza, i
due Serpeverde si unirono agli altri, giustificando il loro ritardo con
l’imminente partita contro i Grifondoro, ragion per cui si
erano allenati fino
a pochi minuti prima. Scorpius si sedette accanto a Rose,
sull’unica sedia
lasciata libera, tuttavia non sembrò far minimamente caso
alla ragazza, si
mostrava annoiato come sempre e ora dopo gli allenamenti anche
visibilmente
stanco.
<<
Lysander ci vuole ancora molto? Ormai i turni delle
ronde sono gli stessi da mesi e… >>
Qualcuno
intervenne per il sollievo degli altri, incitando
il Corvonero a concludere la riunione il prima possibile.
<<
Non per questa sera... ci sarà un piccolo
cambiamento nei turni >> Iniziò,
lanciando un’occhiata ad Albus, il quale sembrò
sprofondare ancora di più nella
sua sedia.
<<
Potter deve essere sostituito, dal momento che sarà
impegnato a scontare la sua punizione >>
Tutti lo
guardarono basiti, più di tutti Rose che si
domandava cos’altro avesse combinato il ragazzo.
<<
Quindi, vediamo…
sarà Malfoy ad accompagnare Weasley nella sua
ronda >>
Fu solo in quel
momento che Scorpius sembrò accorgersi di
dov’era, rialzò il capo annuendo con noncuranza.
Rose intanto aveva rapidamente
spostato lo sguardo su Lysander, boccheggiando.
<<
Ma… >>
Si
schiarì la voce, prendendo a
torturarsi le dita.
<<
C’ è qualche problema Rose? >>
Chiese il
Corvonero, senza rialzare il capo dalle pergamene
che stava esaminando. La ragazza indugiò, accorgendosi che
intanto Malfoy la
stava guardando. Abbassò gli occhi, arrossendo.
<<
No,no... va tutto bene Lys >>
Terminata la
riunione tutti lasciarono l’aula frettolosamente
e visibilmente sollevati, tutti tranne la giovane Weasley che, pallida
come un
cencio, avanzò verso al sala Comune dei Grifondoro.
***
Dopo che Rose
ebbe lasciato la Sala Comune, sì incamminò
verso quella che Lisa aveva chiamato l’ora
della verità, beccandosi le occhiatacce truci
dell’amica. La Baston era la
sola a non essersi rintanata ancora nella sua stanza, decisa ad
aspettare che
l’amica terminasse la sua spiacevole
ronda.
Non rimase sola
a lungo, James varcò il ritratto della
Signora grassa, avvicinandosi e accasciandosi sul divano che lei
occupava.
Stancamente le rivolse un sorriso, rialzando con fatica lo sguardo
sulla
ragazza. Lisa prese ad accarezzargli i capelli, lasciando che egli
posasse il
capo sul suo grembo.
<<
Questa volta in che modo hai scontato la tua
punizione? >> Chiese la Baston, ridendo.
<<
Quel vecchio
di Gazza mi ha costretto a lucidare dei vecchi trofei >> Sospirò,
chiudendo gli occhi.
<< Credevo che non mi avrebbe più
lasciato andare… quello mi odia! >>
<<
Bhè stavolta te lo sei meritato! >> Lisa finse un tono grave,
sebbene il
sorrisino divertito purtroppo la tradisse.
<< Hai coinvolto anche quel poverino di Al ,
senza che sapesse
nulla, e lui è un Prefetto! >>
<<
Non è di certo colpa mia se lui è passato di
lì
proprio nel momento in cui stavo per. .mhh...agire, ecco!
>>
Sghignazzò,
ricordando la faccia dei fratello nell’essere
stati beccati dal vecchio custode. Lisa non potè evitare di
unirsi all’ilarità
del ragazzo, non mancando però di assestargli un pugno sulla
spalla.
<<
Ahi ! >> James
si rialzò avvicinandosi
pericolosamente alla ragazza.
<<
Non sono mai riuscito a capire come potesse avere tanta forza una
ragazzina minuta
come te! >> La fece distendere sul divano, posandosi su
di lei che lo
accolse tra le sue gambe, e sorridendole nel suo solito modo da
furbastro.
<<
La ragazzina minuta ti ha soffiato il boccino
all’ultimo allenamento di Quidditch, pur non essendo una
Cercatrice! >> Lo
canzonò, mostrandogli la lingua,
divertita.
<<
Te l’ho lasciato fare, è questa la
verità! >>
Ammise il
giovane Potter, posando le labbra su quelle di
Lisa, impedendole di replicare. James
la
baciava con dolcezza, lasciando le labbra per posare le sue sul mento,
fino ad
arrivare al collo su cui indugiò a lungo, mordendone la
morbida pelle.
Lisa, protetta
dal corpo del ragazzo, portò le mani alle
robuste spalle, scivolando sulla sua schiena e stringendo con forza il
tessuto
della sua camicia. La mano del ragazzo, prima ferma su un fianco,
arrivò
rapidamente sotto la camicia di Lisa, carezzandole la pancia e
rallentando sul
bordo della gonna.
La giovane
sembrò smettere di respirare,si irrigidì,
tentando di rimettersi seduta. James dovette accorgersene
perché si fermò, rialzando
su di lei uno sguardo confuso. Lisa riuscì ad allontanarlo
ed entrambi si
ritrovarono non più distesi. James continuava a fissarla,
evidentemente ansioso
di ascoltarla.
<<
Ecco io... non sono pronta >>
Era la prima
volta che Lisa si sentiva tanto a disagio
e al contempo tanto
stupida.
L’espressione del ragazzo non mutò, ma continuava
a guardarla dando
l’impressione di non capire.
<<
Pronta per cosa? >>
La giovane gli lanciò un’occhiata
seccata, sospirando.
<<
Per…per quello! >>
Arossì
violentemente e non riuscì più a reggere quello
sguardo. James sembrò stranamente più tranquillo,
portò le braccia ad
incrociarsi dietro la nuca e replicò.
<<
Io non ho mai avuto l’intenzione di spingermi fino
a quel punto con te! >>
Ciò
che per James voleva essere un modo per rassicurare la
ragazza, provocò invece l’esatto contrario. Il
volto di Lisa si contorse in un
cipiglio che non prometteva nulla di buono. Il giovane Potter
deglutì, disorientato.
<<
Mi stai dicendo che non mi vuoi? >>
Lo disse tutto
d’un fiato, sperando che fosse comunque
giunto alle orecchie del ragazzo, che sembrò forse
più sconcertato di prima.
Pensò che le donne dovessero essere davvero delle creature
strane, le uniche
capaci di contraddirsi da sole nel giro di pochi secondi, e Lisa a
quanto sembrava, non
faceva eccezione
<<
Lisa ti sei accorta che
solo pochi secondi fa mi hai fatto sentire
un depravato che voleva approfittare della sua ragazza, ed ora mi
accusi di non
desiderarti?>>
Si rialzò,
affondando le mani in tasca.
<< Non mi sembra sia un discorso molto
coerente >>
Non ebbe finito
che sbiancò, indietreggiando appena. Il viso
di Lisa, dalla rabbia, aveva preso un colorito tendente al viola. La
vide
scattare in piedi e aprire la bocca diverse volte
nell’intento probabilmente di
lanciargli una maledizione, ma pochi attimi dopo la vide voltarsi e
risalire le
scale del dormitorio femminile, non accennando a fermarsi, nonostante
James
urlasse il suo nome.
***
Tutto sembrava
fin troppo tranquillo, nessun ragazzino trovato
a girovagare per i corridoi e nessuna coppietta impegnata in qualcosa
di
decisamente inappropriato avevano interrotto la pesante tensione che si
respirava
tra i due Prefetti che, ignorandosi l’un l’altro
continuavano a perlustrare le
aree del castello.
Rose si
ritrovò persino a sperare che quel combinaguai di
suo cugino James stesse per farne una delle sue e nonostante non
sarebbe stata
entusiasta di togliere punti alla sua casa, sarebbe di certo stato
meglio che
continuare a girovagare con quel peso sul cuore.
Alzò
il capo, posando lo sguardo sul ragazzo che camminava a
pochi metri davanti a lei. Sembrava tranquillo e imperturbabile come
sempre, tanto
che la ragazza si ritrovò ad invidiarlo per la prima volta
in vita sua. Immersa
nei suoi pensieri, sussultò nell’udire un rumore
sordo provenire da una delle
aule che avevano appena oltrepassato.
Scorpius
tornò
indietro, avvicinandosi alla stanza. Vi entrò, impedendo a
Rose di seguirlo con
un’occhiata che non ammetteva repliche. Una volta dentro si
accorse che altro
non era che una finestra lasciata aperta, sbattuta dal vento. Si
apprestò a
chiuderla rapido,voltandosi verso la ragazza che come lui aveva emesso
un
sospiro di sollievo.
<<
Che stupidi >>
Rose ruppe il
silenzio, accennando ad un sorrisino. Malfoy
le si avvicinò,mani in tasca, camicia fuori dai pantaloni e
cravatta allentata.
Riusciva ad essere estremamente affascinante, nonostante
l’aria trasandata. La
fissò coi suoi intensi occhi grigi. Alla luce della luna i
suoi capelli
sembravano ancora più chiari.
<<
Già, siamo due stupidi >>
Il tono di voce
quasi nostalgico convinse la ragazza che
egli non si stesse riferendo al recente spavento. Arrossì,
distogliendo lo
sguardo.
<<
Scorpius io… >>
<<
Rose Weasley senza parole… ricorderò questo
istante
per tutta la vita >>
<<
Senti un po’… >>
Ma non ebbe modo
di continuare. Malfoy l’aveva spinta contro
la fredda parete e si era impossessato della sua bocca, senza chiedere
alcun
permesso. La
spingeva contro il suo
corpo con prepotenza cosicchè ella potesse percepire lo
smisurato desiderio di
possederla. Baciava con foga ogni centimetro del suo viso accaldato,
mordeva le
labbra rosse e carnose fino a farle male.
Le mani esperte
affondavano nei capelli rossi e disordinati,
scendevano lungo il suo corpo fino a fermarsi sulle cosce, la
sollevò senza sforzo
e l’attimo dopo Rose si ritrovò distesa su un
banco. Stava accadendo troppo
velocemente, lo sapeva, ma nonostante tutto non ebbe la forza di
fermare
l’irruenza di Scorpius.
Desiderava
ancora le sue labbra sulla sua pelle, le mani che
vagavano senza meta sul suo corpo. Il ragazzo aprì con
impazienza la camicia
bianca della sua divisa, scoprendole il piccolo, ma perfetto seno, su
cui posò
il volto. Rose portò la testa all’indietro
inarcando la schiena e guidando le
mani tra i biondi capelli.
Gemette,
accrescendo l’irruenza del ragazzo che la spinse
con forza contro la sua eccitazione. Un altro gemito, i respiri
affannati che
si mischiavano l’un con l’altro, parole sussurrate
nel buio e poi accadde.
Scorpius la fece sua, e dopo l’iniziale dolore, il seguente
fastidio Rose si
abituò alla sua presenza dentro il suo corpo.
Ad ogni spinta
un gemito, uno sguardo ,un bacio finchè lei
sentì il suo cuore perdere un battito e poi accelerare in
maniera
incontrollabile. Si aggrappò alle sue spalle, premendo le
unghie nella carne e
soffocò un lamento nell’incavo del suo collo. Un
dolce piacere la pervase, inebriò
ogni senso. Non era
mai stata così bene,
non si era mai sentita così felice. E quando
anch’egli raggiunse il culmine e
si accasciò su di lei, l’estasi sembrò
avvolgere entrambi. Strinsero i loro
corpi a quello dell’altro, in un connubio che sembrava non
volesse
sciogliersi.
Nei minuti
successivi Rose, risistemata la divisa, cercava
di rendere decenti i suoi capelli, senza successo. Scorpius tentava di
rifare
un nodo alla cravatta che la ragazza gli aveva sfilato con poca
pazienza. Si
guardarono, distogliendo entrambi lo
sguardo, rapidamente.
<<
Forse dovremmo capire cosa proviamo l’uno per
l’altra >>
Fu ancora la
giovane Weasley a rompere il silenzio, guardandolo
avvicinarsi a lei.
<<
Io so già cosa provo e so quello che voglio
>>
Il tono deciso
di Malfoy, unito al suo sguardo intenso,
riuscirono a farla rabbrividire. Non l’aveva mai visto
così serio, probabilmente
nemmeno durante una partita si Quidditch contro i Grifondoro.
Ricambiò il suo
sguardo senza riuscire a replicare. Lui attese diversi minuti, poi
oltrepassò
la ragazza allontanandosi dall’aula, da Rose.
Per
HERMIONE : Ti
ringrazio,sei stata davvero
gentilissima! Oddio,perfetta..
mi fai
arrossire! Sono
contentissima che ti sia
appassionata così tanto alla mia storia, a cui ammetto sono
particolarmente
legata! Capisco cosa intendi quando dici di leggere solo storie
complete,mi è
capitato troppe volte di restare delusa quando una storia veniva
abbandonata!
Lo trovo assurdo,davvero.. e puoi stare certa che non
capiterà con questa,come
con nessuna delle mie prossime fanfiction! Scrivere è
qualcosa che mi rilassa
in modo particolare,quindi solitamente lo faccio prima di andare a
dormire
salvo impegni vari. Spero
che i prossimi
capitoli siano di tuo gradimento!
E mi
auguro di leggere ancora le tue opinioni…
ti abbraccio!