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Autore: ghirigoro    28/10/2010    10 recensioni
Cosa succederebbe se, appena orfana, arrivasse da New York la nipote di Slash? -FOTTITIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!!!- gli urlai. Lo zio era...scandalizzato? -Signorinella! Ma chi ti ha insegnato queste parole?!- -Tu.- Dall'altro capo della stanza, Duff disse, rivolto ad Axl:-50 dollari sulla bimba.-
Genere: Romantico, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dear Uncle Slash'
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Corsi via, vederlo non avrebbe fatto altro che risvegliare quella tristezza e quel dolore che ero riuscita, passo dopo passo, a rinchiudere in un angolo del mio cuore.
Inciampavo per via dei tacchi e del vestito verde, lungo fino a metà coscia, e per le lacrime che mi offuscavano la vista rendendo tutto un’ombra sfocata.
Arrivai fino al giardino, e mi accasciai contro la parete.
La porta dietro di me si aprì.
-Hey, piccola…-
-Perché è venuto, Axl?-
-Perché oggi si è sposato uno dei suoi migliori amici.-
Si sedette di fianco a me e appoggiai la testa alla sua spalla.
-Ahi!-
-Che c’è?-
-Niente, una fitta…-
Axl si raddrizzò e strinse la presa sulla mia mano.
-Dove ti fa male?-
-Calmati, non è niente.-
-Rispondimi, cosa ti fa male?-
-Il basso ventre… comunque non è niente, Axl, mi succede da una decina di giorni…-
-Oh, merda… Alzati, devi venire con me!-
Mi tirai su e lui mi afferrò la mano.
Rientrammo nel salone e uscimmo dall’ingresso laterale, che dava sul marciapiede.
Chiamò un taxi con impazienza.
-Ma insomma che cos’hai Axl?!-
-Ascolta, è una cosa importante! Devo, dobbiamo controllare una cosa!-
La macchina accostò davanti a noi e mi fece salire, sistemandosi di fianco a me.
Disse al conducente l’indirizzo di casa e gli disse di fare in fretta.
Arrivammo in un quarto d’ora.
Per tutto il viaggio era stato zitto, sembrava parecchio nervoso.
Pagò il taxista e scendemmo in fretta.
Aprì il cancello e mi trascinò dentro casa.
-Aspettami qui.- mi disse, lasciandomi all’ingresso.
Corse su per le scale, scomparendo nel corridoio.
Tornò qualche minuto dopo.
-Ok adesso mi devi dire quand’è l’ultima volta che hai fatto sesso.- mi disse serio, facendomi avvampare dall’imbarazzo.
-Cosa?! Ma ti sembrano doman…-
-Samantha non sto scherzando. Quand’è l’ultima volta che l’hai fatto e con chi.-
-Dio, tu sei matto… ok… a Los Angeles, con Jeff, prima che mi veniste a prendere. Vuoi anche sapere dove, come e il colore delle lenzuola?!-
-E quand’è l’ultima volta che… beh…-
D’improvviso capii.
-Non vorrai mica dire che sono…-
-C’è solo un modo per saperlo.- disse, porgendomi una confezione.
-Io non… non ho mai…-
Ero terrorizzata.
-Stai tranquilla, sul retro c’è scritto come fare. Adesso vai in bagno e calmati, ok? Io starò fuori dalla porta ad aspettare.-
Entrai nel bagno, chiusi la porta e mi sedetti sul bordo della vasca.
Avevo paura, stavo entrando nel panico.
Guardai la confezione del test di gravidanza che avevo in mano.
“No, non può essere! Non posso essere incinta, non devo… “
La aprii e tirai fuori il tubicino di plastica, con le mani tremanti.
Voltai la scatoletta e lessi bene le istruzioni.
Ce la puoi fare Samantha. Non puoi veramente essere incinta. Non di lui
Inspirai a fondo e mi avvicinai al gabinetto.
 
Fatto.
Non restava che aspettare.
Tre minuti per sapere se ciò che ti era sembrato un sogno si sarebbe rivelato in realtà un incubo.
Tre minuti per sapere se hai fatto il più grande errore della tua vita.
Tre minuti che ti possono cambiare la vita.
 
*-*-* Axl *-*-*
 
Mi aveva detto di controllare i minuti al posto suo.
Era una richiesta più che ragionevole.
Aveva la voce incrinata, ed anche io ero nervoso.
 
*-*-* Samantha *-*-*
 
Non posso crescere il mio bambino in questo posto. Non posso crescerlo da sola, senza un padre.
 Camminavo avanti e indietro, col cuore che batteva a mille e il test nascosto sotto un asciugamano, lontano il più possibile da me.
Ero nel panico, l’angoscia e l’ansia mi soffocavano, ero sul punto di crollare.
Scoppiai improvvisamente a piangere, e ricaddi sul bordo della vasca.
Un mio dito sfiorò la maglietta e mi bloccai di colpo.
Mi posai la mano sulla pancia, ma la ritrassi subito.
E ioallora? Non posso tenere il bambino, non adesso! Non sono ancora pronta a diventare madre, mi rovinerei… mi rovinerebbe la vita! Io non posso andare a New York con un bambino! Non voglio diventare una ragazza madre! Non posso crescere un neonato! Io non ne sarei capace, come farei con i soldi e la casa? Non posso nemmeno dirlo allo zio o agli altri! Non posso tenerlo!
-Samantha… i tre minuti sono passati.- mi chiamò Axl da fuori.
Oddio, dimmi di no, ti prego! Ok, ok, calmati, Samantha, tu non sei incinta. Non lo sei!
Mi alzai con un nodo alla gola. Stavo soffocando.
Alzai lentamente l’asciugamano e presi il test in mano.
E per un attimo mi si fermò il cuore.
 
*-*-* Axl *-*-*
 
Quando uscì le saltai letteralmente addosso.
-Allora?-
Lei abbozzò un sorriso, falso.
-Oh… stai tranquilla, non succederà niente, io… ti sposerò! Non me ne importa se il bambino non è mio, ti sposerò.-
-No, Axl…-
-Sì invece, Samantha. Io ti amo e sono disposto a rinunciare a tutto pur di renderti felice. Ti sposerò.-
-E’… è negativo. Non sono incinta.-
Tirai un sospiro di sollievo e l’abbracciai.
-Axl…-
-Cosa c’è, piccola?-
-Voglio tornare a New York.-
Mi staccai e la guardai, colto alla sprovvista.
-Ti prego.-
-Tu… perchè?-
-Aiutami, ti scongiuro. Voglio solo tornare indietro.- mi supplicò piangendo.
-Io… va bene.- mi arresi.
-Grazie…- singhiozzò stringendosi contro il mio pettto.
Le baciai la fronte e la tenni stretta.
 
*-*-* Samantha *-*-*
 
Ero sull’aereo per New York.
Avevo detto addio a tutti, a Suzie, a Klaire, a Shay, ai miei amici, a Duff e a Steven, a Tracii,Ole, Janet, Rob e Paul, a Sunny, e ad Amy. Mi ero riappacificata con tutti, alla fine.
Lo zio non aveva accettato di buon grado la mia decisione di partire, ma alla fine mi aveva lasciata andare.
Sarei andata a vivere da zia Karen, la sorella più grande di papà.
Erano passate circa due settimane da quella sera.
I motori dell’aereo si accesero, e l’aereo cominciò a muoversi.
Mi posai la mano sulla pancia e sorrisi.
Perché quella sera, sul test di gravidanza, era apparsa una linea blu.
 
 
Salveee!!!!!
Mi duole annunciarvi che questo era l’ultimo capitolo. Già, la storia è finita!
Ringrazio di cuore chi ha letto i miei capitoli, anche se non ha mai recensito, ringrazio chi ha messo questa storia tra le Preferite, tra le Seguite o tra le Ricordate, e anche chi non l’ha semplicemente messa da nessuna parte!
Grazie a tutti voi!
PS:Visto che qualcuno me lo chiederà, sì, ho intenzione di scrivere il seguito di DUSH (Dear Uncle Slash), solo che non la posterò subito. 
  
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