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Autore: Payton_    29/10/2010    15 recensioni
Quali furono i pensieri di Albus Silente durante la famosa battaglia tra lui e Grindelwald? Il passato, in quei momenti, ha interferito con il duello? Silente come ha reagito nel rivedere il suo amore di gioventù?
Questa storia ha partecipato al Classici Disney Contest classificandosi settima e vincendo il premio Citazione, e ha partecipato al 24h Contest classificandosi terza su quaranta partecipanti.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Gellert Grindelwald
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Questa storia ha partecipato al 'Classici Disney contest' indetto da lyrapotter classificandosi settima e vincendo il premio Citazione, cioè il premio per il miglior inserimento della citazione scelta.

Ringrazio lyrapotter per aver indetto il contest e per il giudizio positivo che ha espresso.

In questo contest bisognava scegliere un cartone Disney al quale era abbinato un riferimento al cartone stesso; io ho scelto Red e Toby, nemiciamici. Mi sono capitati due spezzoni di due dialoghi.

« Red, tu sei il mio migliore amico! » « Anche per me è così, Toby! » « Saremo amici per sempre, non è vero? » « Si, per sempre ».

« Siamo ancora amici, vero? » « Red… quel tempo è finito. Ora sono un cane da caccia io »

 Ovviamente, i nomi dei personaggi sono stati cambiati.

Ci tengo a scrivere che sono abbastanza soddisfatta di questa storia, mi è piaciuto molto scriverla, e che spero vivamente che possa piacere!^^

 

Inoltre, questa storia ha partecipato al 24h contest indetto da jaybree88 classificandosi Terza su quaranta partecipanti.

Ringrazio di cuore jaybree88 per il giudizio splendido, sono legata a questa storia e quindi sono contentissima dell'ottimo risultato.^^

 

Nda: Ho immaginato che Silente, nel giorno in cui ha sconfitto Grindelwald, abbia combattuto con tutti i fantasmi del suo passato, con i suoi errori, e che abbia capito d’essere un uomo diverso.

Ha amato Gellert, e per questo ha commesso molti sbagli, ed ancora brama i Doni della Morte, anche se non come un tempo, appunto perché è una persona diversa.

Ho anche pensato che la Bacchetta di Sambuco avesse deciso di passare nelle mani di Silente per cercare con lui un destino non più macchiato di sangue.

In quel frangente, ho pensato che Silente avesse realizzato in modo definitivo quanto è potente l’amore.

 

L’amore, la chiave di tutto

 

É la resa dei conti. Silenzioso, osservi l’uomo di fronte a te. È molto diverso da come lo ricordavi, ma sono passati talmente tanti anni dall’ultima volta che vi siete visti che non ne sei sorpreso.

Sono pochi i presenti che ti hanno seguito in questa radura per assistere al vostro combattimento. Molti lo temono e, per quanto tu sia considerato un eccellente mago, non credono potrai batterlo. E nemmeno tu sai se vincerai. Sei dovuto scendere a patti con te stesso per affrontare, oggi, il peso più grande che porti nel cuore. Perché è lì che è ancora cullato il suo ricordo, nel tuo cuore, accarezzato dal dolore che ti hanno causato le scelte sbagliate.

La sensazione che la paura stia cercando di soffocarti è viva in te, è come se la potessi respirare. Inspiri, ed entra in te. Espiri, ma non ti abbandona. Cosa farai se dalle sue labbra uscirà quel verdetto che tanto temi? Cosa farai se ogni tua più tetra paura trovasse conferma? Tremi al solo pensiero, ma non mostri nessuna delle tue debolezze. La verità è meravigliosa e terribile allo stesso tempo, e tu sai quanto vada tratta con cura.

Era tuo preciso dovere trovarlo e sconfiggerlo, hai temporeggiato anche troppo, e lo sai. Se fossi stato pronto ad affrontare il tuo passato molte vite innocenti sarebbero state risparmiate. Non è lui in quanto mago che temi, ma è lui in quanto ricordo. Quel passato lontano è ancora così vicino al tuo cuore da poterlo stringere a sé. E quanto fa male il cuore, Albus, vedendo lui? Quanto fa male avere davanti agli occhi l’uomo che di quel cuore è stato l’unico possessore? E soprattutto, perché fa così male Albus?

« Sapevo che, prima o poi, saresti venuto a cercarmi ». C’è sicurezza nelle sue parole, non ha perso quel carisma che tanto ti aveva affascinato.

« Era inevitabile, Gellert, come lo scorrere del tempo » rispondi, accompagnando le tue parole con il rammarico mal celato di dover rivedere il tuo vecchio amico.

Amico… quella parola, associata al nome di Gellert Grindelwald, ti fa quasi sorridere. La tua mente brillante aveva impiegato molto tempo per capire quanto falso fosse apostrofare Gellert con quella qualifica. L’hai capito troppo tardi, quando la tua più grande colpa aveva già macchiato la tua anima, che è sempre stato l’amore a guidarti, anche nelle vie più nere. L’amore per Gellert ti ha portato a scoprire la parte più scura di te, quella tenuta in ombra dalla luce della tua mente brillante.

« So perché hai atteso così tanto tempo prima di venire da me » dice sogghignando, portando subito la conversazione là dove non avresti mai voluto andasse.

« Indubbiamente sai molte cose Gellert, ma sei certo di sapere proprio quelle che mi hanno spinto a non venire subito da te? » gli chiedi, quasi sfidandolo. Hai sempre avuto molto coraggio, come ogni vero Grifondoro, ma per affrontare chi è stato tuo amico devi usare tutto quello di cui disponi. Non stai combattendo contro di lui, non realmente. La tua battaglia è tra mente e cuore. È tra il passato Albus Silente e quello presente.

« Sai che io conosco una parte di te che, da anni, nascondi al mondo » ti parla usando lo stesso tono che ti ha sempre convinto della sua assoluta ragione. « Saremmo diventati grandi insieme, Albus » pronuncia queste parole soppesandole sillaba dopo sillaba, così che tu possa capire tutto quello che celano dietro la loro semplice facciata.

« Non sono più lo stesso uomo, Gellert » rispondi solenne, cercando di convincere anche te stesso. Sei sempre stato affascinato dai Doni della Morte e forse, se non fosse successo il peggio, oggi saresti al fianco di Grindelwald a portare alto il nome di quel Bene Superiore che tanto elogiavi in giovane età. Forse, perché nulla è certo, nemmeno ciò che è guidato dall’amore.

« Tu sei lo stesso uomo, è che fingi d’essere diverso » insinua Gellert. « Avanti, Albus, altrimenti perché rifiutare la carica di Primo Ministro? Hai paura del piacere che il potere potrebbe darti? Temi d’essere sopraffatto da quelle ideologie che tanto avevi amato in passato… »

« Non sbagli, Gellert » lo interrompi, « ma è in base alle scelte che prendiamo che definiamo il nostro essere, ed io ho scelto di dominare il mio istinto » rispondi sicuro. Lui ti conosce, sa quanto il potere ti affascini, ma ciò che non sa è quanto tu non voglia più esserne affascinato.

« Ciò che ho sentito dire di te è vero, allora »

« E cosa si dice di me? » chiedi sorridendo ed allargando le braccia. Non ti è mai importato molto del pensiero degli altri.

« Che ti sei rammollito, Albus, che hai perso il tuo carisma con la vecchiaia »

« In caso meglio per te, Gellert, non faticherai a sconfiggermi ». Inclini la testa come per imitare un piccolo inchino, ed un sorriso provocatorio stira le tue labbra, gemello di quello che appare sulle labbra del tuo rivale.

« Io so cosa significa avere il potere » annuncia solenne, un sorriso vittorioso stampato sul volto. « Vedi la mia bacchetta, è Lei… la Stecca della Morte » dice, sollevando La Bacchetta con l’aria più soddisfatta che gli hai mai visto. Avevi sentito dire che forse era nelle sue mani, ma pensavi fosse solo una diceria, o almeno speravi che lo fosse.

Anche a distanza di dieci metri riesci a vederla perfettamente in tutto il suo splendore. Legno di sambuco e nucleo creato da un pelo della coda di un thestral, nodosa, lunga e sottile: è perfetta. Improvvisamente, in te si risveglia una vecchia brama; la vorresti stringere tra le dita, sentire la tua magia passare attraverso il suo nucleo ed esplodere nella potenza più assoluta. Gellert sa d’averti distratto mostrandotela, era il suo piano fin dall’inizio.

« Sapevo che non eri cambiato » sibila soddisfatto, osservando il tuo sguardo infuocato dal desiderio per quella bacchetta maledetta. « Albus, se ti unissi a me in breve tempo troveremmo anche gli altri Doni e domineremmo il mondo ».

Non rispondi, sedotto da quel vecchio desiderio di bramosia e, ancora una volta, da Gellert. I tuoi buoni propositi, tutti gli anni a convincerti che nulla ti importa dei Doni della Morte, sembrano sgretolarsi in un solo istante. Lei è lì, a pochi metri da te, esiste. Gellert l’ ha trovata, la stringe, sente il suo potere. Vorresti essere al suo posto più di qualunque altra cosa al mondo in questo istante. Come riesci ad essere così cieco in sua presenza? Come fai a non vedere la sua malvagità quando sei accanto a lui?

Il tuo amore diventa come un’eclissi capace di oscurare la sua malvagità più nera.

« Siamo ancora amici, vero? » ti chiede sorridendo, con l’aria di chi è sicuro d’aver colto nel segno. Quelle parole, in apparenza semplici, risvegliano in te vecchi ricordi a cui cerchi di non pensare da anni. Non li hai mai versati in un pensatoio perché, in fondo, non volevi separartene, sia per odio che per amore. Tenerli in un angolo remoto della tua mente è sempre stato un ottimo monito per ogni tentazione che ha intrecciato il tuo cammino.

« Albus, tu sei il mio migliore amico »

« Anche per me è così, Gellert ».

Sono passati così tanti anni da quando quelle parole, ora solo vecchi ricordi, sono state dette. Tu eri sincero, e forse anche Gellert lo era, ma risuonano nella tua mente quasi come i ricordi di qualcun altro. E forse sono di qualcun altro: un altro te.

« Saremo amici per sempre, vero? »

« Sì, per sempre ».

Poco tempo dopo hai capito che nulla è per sempre, ed hai capito quanto quell’amico suonasse sbagliato accostato al nome di Gellert. Amante, quella era la parola che avresti associato al suo nome. Sei stato così sciocco da dimenticare perfino l’amore per la tua famiglia nell’istante in cui hai iniziato ad amare lui. Ed Ariana ne ha pagato le conseguenze. Ariana che, per colpa tua, è morta, e forse anche per mano tua. Se solo potessi cambiare il passato, cancellare il momento in cui hai iniziato ad amare Gellert per liberare l’enorme peso che schiaccia il tuo cuore, lo faresti, anche se è sbagliato e pericoloso. Non si deve cambiare il passato, ma vorresti salvare lei più di qualunque cosa al mondo. Sai che non è di Grindelwald la colpa, è solo tua. Tua e del tuo egoismo guidato dall’amore.

« Gellert… quel tempo è finito. Ora sono un’altra persona io » rispondi pacatamente, prima che quel silenzio diventi troppo lungo per essere interrotto.

« Dici di essere diverso… è la morte di Ariana che ti ha cambiato, Albus? ». Sai che ti sta provocando, ma al sentir pronunciare il nome di tua sorella la rabbia diventa il primo dei tuoi sentimenti. Non lasci nemmeno che siano le tue labbra ad infangare la sua memoria pronunciando il suo nome, e non lascerai che siano le sue a farlo.

« Non pronunciare il suo nome, Gellert » gli intimi, freddo come non sei mai stato.

« Perché Albus, temi che io possa dirti chi di noi la uccise? ».

Ora sai che anche le parole possono provocare dolore fisico. È come se ti avesse dato un pugno in pieno viso. Sì, vorresti rispondere con sincerità, ma non riesci a pronunciare nemmeno quelle due lettere.

« Questo silenzio conferma la mia ipotesi » sussurra Gellert, osservando distrattamente la bacchetta. L’ ha capito anche lui, come te, che la lotta sta per iniziare. I convenevoli sono finiti, è tempo di chiudere i vecchi conti ancora aperti.

« Mi dispiace, Gellert » sibili, come liberandoti da parole infette.

« Cosa ti dispiace? » ti chiede perplesso, interrompendo la contemplazione della sua bacchetta e portando il suo sguardo su di te. Quello sguardo che, un tempo, hai amato.

« Che tu sia rimasto accecato dal potere ed abbia perso la via dell’amore » rispondi, pacato e dispiaciuto nel tuo profondo. Niente è più importante delle persone che si amano, nemmeno i Doni della Morte. L’hai capito tardi, ma almeno tu l’hai capito, al contrario di Gellert. In fondo speravi che un giorno lui sarebbe cambiato, magari per te.

Lui ride, trovando molto esilaranti le tue parole, come se fossero i vaneggiamenti di un vecchio pazzo che ha perso la strada.

« Non te ne dispiacere, io ho trovato di meglio ». Un sorriso malinconico spunta sulle tue labbra, ma non rispondi alle sue parole.

È un istante, le vostre bacchette si alzano quasi simultaneamente scagliando due potenti incantesimi non verbali. Quasi ti stordisce la potenza che emana la Stecca della Morte; riesci a percepirla come se fossi tu ad usarla.

« Ora saprai anche tu quando è grande la potenza della Bacchetta di Sambuco » esclama Gellert, un ghigno eccitato sul volto.

Incantesimo dopo incantesimo, capisci che quella bacchetta è davvero degna della fama che le è stata data, anche se credevi di non poter nemmeno reagire, al contrario di quello che sta accadendo.

« Speravo che avresti capito la grandezza del Bene Superiore » continua, con lo sguardo sempre più vittorioso a causa del suo potere che aumenta mentre il tuo cala « speravo che saresti tornato, che avresti capito che Ariana non è morta invano, ma per aiutare una causa più grande di lei ». Ti sta piegano con il potere della sua bacchetta, o non è quello a bloccarti? Le sue parole rischiano di schiacciare tutto quello che rimane della tua forza. « Non ti senti in colpa nei confronti di tuo padre, Albus? Lui è marcito ad Azkaban per via degli stupidi babbani che hanno aggredito tua sorella, è proteggendo quegli indegni che lo ripaghi? ». Il volto di Gellert è quasi sfigurato dall’eccitazione, freme vedendoti cedere ogni minuto di più.

Come in passato, le sue parole ti scavano dentro, bloccando il flusso dei tuoi pensieri. Hai davvero tradito tuo padre diventando un babbanofilo? Hai davvero sbagliato ad abbandonare l’ambizioso progetto di riunire i Doni della Morte?

"Non sono più lo stesso uomo"

Se non sei più lo stesso uomo, perché ancora ti affliggi con domande che avevano risposte fino a prima di rivedere Gellert Grindelwald?

È l’amore che offusca la tua mente, Albus. L’amore, la chiave di tutto. Anche ora, è il ricordo di un profondo amore che annebbia i tuoi pensieri.

Sai di non aver tradito tuo padre diventando un babbanofilo, ma di averlo fatto smettendo di proteggere la tua famiglia. Sai di non aver sbagliato ad abbandonare la ricerca dei Doni della Morte con Gellert, anche se mai l’ hai lasciata veramente. È per colpa tua che Ariana è morta, per via del tuo egoismo e di quel maledetto Bene Superiore che tanto veneravi.

Improvvisamente, senti un’incredibile forza dentro di te. Tutto il rancore che hai portato dentro per anni, rancore contro te stesso ed i tuoi sbagli, sta alimentando la tua magia. Nessuna Stecca della Morte potrà mai essere più potente dell’amore per le persone che si amano.

Combatti per tuo padre, per sentirti un figlio meno indegno. Per Ariana, che non hai saputo proteggere. Per Aberforth, che ha sempre avuto ragione laddove tu sbagliavi. E per Gellert, un’anima perduta che mai conoscerà la grandezza dell’amore. Provi più pena per la sua anima che per quella di Ariana: lui non avrà mai pace.

Combattendo contro di lui, è te che combatti, che cerchi di annientare. I tuoi errori, i fantasmi di quel passato macchiato di sangue, tutto sta prendendo il posto di Gellert nella tua mente. Lui è solo la punta di un iceberg che arriva nelle profondità più remote del tuo cuore. Ed è con il cuore che stai combattendo. Di minuto in minuto, la tua potenza aumenta. È come se stessi cercando di proteggere ora la tua famiglia, per compensare le tue mancanze passate. È il volto di Ariana che ti spinge a combattere, è come se lei fosse accanto a te. 

« Expelliarmus! » gridi, una volta che Gellert è sufficientemente debole per resistere. « Accio bacchetta » aggiungi subito dopo, troppo frettolosamente per i tuoi buoni propositi, accogliendo la Bacchetta di Sambuco tra le dita.

È tua ora. Tua. Uno dei Doni della Morte è saldo nella tua mano. Ti sembra quasi di percepire l’essenza di tutti i maghi che hanno stretto quel legno liscio e solido. Ed è veramente tua, l’hai vinta combattendo, spezzando la linea di sangue che segue il suo passaggio.

Tanti anni a cercarla, a bramarla con tutto te stesso, e Lei ha scelto di venire da te proprio ora che ti eri rassegnato. Magari sa che sei davvero un uomo diverso, sa che non la userai se non per fare del bene. Forse, la Stecca della Morte è stanca del suo stesso nome, e cerca di cambiare, come hai fatto tu. Alle spalle un passato macchiato con il sangue, ma all’orizzonte un futuro bianco ancora da colorare.

Come un bambino che gioca subito con un nuovo giocattolo, usi la Bacchetta di Sambuco per legare Gellert. È enorme il potere che senti tra le dita, tanto forte da farti sentire imbattibile. Percepisci la tua magia scivolare nel nucleo della bacchetta ed uscire dalla punta in modo straordinario. Quanto hai atteso per poter stringere quell’immenso potere? Quanto l’hai bramato? Forse non lo ricordi nemmeno più.

Ciò che conta è che hai sconfitto Gellert ed una parte del tuo passato, anche se il peso che senti sopra il cuore è ancora terribilmente opprimente.

Lentamente, ti avvicini al corpo steso a terra del tuo amico di gioventù. Del tuo amore di gioventù.

« L’hai rubata, vero Gellert? » gli chiedi, quasi malinconico. Se l’avesse vinta in un regolare duello, probabilmente non saresti tu il vincitore ora.

« Sì, l’ho rubata » sputa velenoso. « Se fosse stata davvero mia non saresti mai riuscito a battermi »

« É probabile » rispondi distratto, gli occhi incapaci di lasciare la vista della Stecca della Morte. Non hai mai visto una bacchetta più bella di quella. Gellert lo nota, osservando lui stesso quella che è stata la sua bacchetta.

« Lo sapevo che non eri cambiato, Albus » dice improvvisamente, più quieto, puntando il suo sguardo caldo su di te. Le sue parole non ti colpiscono come vorrebbe, perché hai capito che sono solo menzogne, ed è con pietà che lo stai guardando.

« Cosa speri ora, che ti dica che sono stato io ad uccidere Ariana? Non lo so, ed anche se lo sapessi non te lo direi di certo! » esclama con rabbia, dopo una piccola pausa, trovando solo il tuo biasimo.

« Morirai con il dubbio di averla uccisa, Albus! » urla, mentre ti allontani dal suo corpo legato. Sei sollevato ora che sai che Gellert non sa nulla sulla morte di Ariana; hai imparato a convivere con il dubbio logorante per quella grave colpa, ed ancor più che sapere d’averla uccisa tu stesso ti spaventa il pensiero che possa essere stato Aberforth, l’unico vero innocente tra voi.

« So che cercherai di riunirli, ti conosco! » senti in lontananza, mentre Gellert viene circondato.

Forse ha ragione, forse sarai tentato di riunire i Doni della Morte adesso che uno di loro è in tuo possesso, ma cercherai di non farlo. Vivrai a stretto contatto con la tentazione, cercando di non cedervi. Non sarà facile, ma anche se dovessi trovare tutti i Doni della Morte non ti importa più del Bene Superiore. Non sei più lo stesso uomo, e ora che stringi la Bacchetta di Sambuco ne sei certo. Una cosa, però, in te non è mai cambiata e mai cambierà: è l’amore a guidarti, anche negli spazi più neri del tuo percorso. Ed è l’amore che oggi ti ha portato a lottare contro Gellert. In cuor tuo, senti che Ariana non ti ha mai abbandonato veramente. Eri in difficoltà e lei ti ha sorretto, aiutandoti a combattere contro quegli sbagli di cui è stata la più grande vittima. Hai scelto di non farti sedurre ancora dal potere, e questo vale molto più delle tue brillanti doti di mago. Sei davvero una persona diversa, anche se stringi possessivo la tua nuova bacchetta. Sarà un nuovo monito, per ricordarti quanto grande possa essere una tentazione, e che cedervi non sempre è la scelta più adatta. Forse, adesso che Gellert è un capitolo chiuso della tua vita potrai accettare quel perdono che Aberforth, migliore di te in molte cose, ti ha concesso da molti anni, ma che tu non sei mai riuscito ad accettare. E quel perdono che forse anche Ariana ti ha concesso, ovunque sia. Perdonare se stessi non è per niente facile come si crede.

Ti volti un’ultima volta, per osservare Gellert mentre viene trascinato via da due Auror. Il tuo amico-nemico, comunque siano andate le cose, è stato importante per te. È stato il tuo primo e unico amore. Sbagliato, certo, ma comunque un amore.

Vorresti urlargli “Addio!”, ma non lo fai, cosciente che non è più il tempo dei sentimentalismi.

Malinconico, stringi di più la presa sulla Bacchetta di Sambuco, e la alzi per osservarla in tutta la sua bellezza. In fondo è simile a te, è in cerca di redenzione, e tu proverai a dargliela mentre cerchi la tua. Per molti non è altro che uno strumento magico macchiato di sangue, ma a te ricorderà sempre quanto può essere grande e devastante la potenza dell’amore.

 

 *

 

 

7° Classificata
PaytonSaywer-L’amore, la chiave di tutto


Grammatica e sintassi: 8.8/10 punti
Stile: 8.5/10 punti
Originalità: 8.5/10 punti
Caratterizzazione dei personaggi: 10/10 punti
Attinenza alla traccia: 10/10 punti
Gradimento personale: 9/10 punti
Totale: 54.8/60 punti

Premessa di vita spensierata di cui non ti importa nulla: mai letto niente che abbia per protagonista questo pairing, perciò il voto in originalità forse ne ha un po’ risentito. Il fatto è che il personaggio di Silente mi è totalmente scaduto dopo il settimo libro (per ragioni che c’entrano poco o nulla con Grindelwald, comunque), perciò non ho mai sentito la necessità di impegolarmi in storie con lui protagonista.
Tutto ciò per arrivare a dire che i contest servono anche e soprattutto per sperimentare e mettersi alla prova, tanto per i partecipanti quanto per i giudici, visto che questa fanfiction l’ho letta in un batter d’occhio e con estremo piacere: dimostrazione vivente che la bravura di uno scrittore fa spesso passare in secondo piano i gusti personali di chi legge. E, lasciatelo dire, con me ci sei riuscita benissimo.
Ma procediamo con ordine, perciò iniziamo con la grammatica. Ci sono stati alcuni errori, anche se nulla di particolarmente grave: dopo la chiusura delle virgolette, se la narrazione prosegue direttamente sarebbe meglio mettere un punto fermo [Es. …cercarmi ». C’è sicurezza…]; ogni volta che hai scritto l’ho, l’hai, l’ha hai messo uno stacco dopo l’apostrofo: la cosa mi ha lasciata doppiamente perplessa perché quando hai usato l’apostrofo in altri casi non l’hai fatto; ma al pronunciare del nome di tua sorella, per il senso che ha nel testo, visto che non è Silente a dire il nome di Ariana, dovrebbe essere ma al sentir pronunciare il nome di tua sorella; avuto ragione là dove tu sbagliavi, in questo caso va usato laddove.
A livello di stile, a parte un leggero abuso di virgole e qualche frase un po’ troppo arzigogolata (questa in particolare: con lo sguardo sempre più vittorioso per via del suo potere che aumenta mentre il tuo cala, che devo essere sincera, anche se grammaticalmente non ha nulla di sbagliato, ha un che di fastidioso per come è stata scritta), non ho nulla da dire: il tuo scritto prende, nel vero senso della parola. Pur conoscendo già l’esito finale dello scontro, brami di arrivare in fondo per vedere chi vincerà: i dialoghi ben si sposano con i momenti riflessivi, senza il minimo tempo morto.
Il tuo Silente l’ho trovato perfetto: ci sono i rimpianti, le paure, i dubbi che è logico pensare abbiano davvero attraversato la sua mente quando si è ritrovato ad affrontare il suo vecchio amico/amante dopo anni. E insieme, ci ha messo la sua giovanile brama di potere in netto contrasto con le sue convinzione sull’Amore… Non solo, nel vincere Grindelwald arriva anche a comprendere la reale potenza dell’Amore, pensiero che andrà a caratterizzare il Silente dei libri.
E forse è proprio qui che ho trovato la vena di originalità necessaria per farmi davvero apprezzare la tua fanfiction: come ho già detto, non ho mai letto altro che tratti questo missing moment, ma l’idea di far nascere proprio dalle riflessioni successive alla sconfitta di Grindelwald tutte quelle convinzioni che poi vengono assiduamente ripetute nei libri mi è molto piaciuta. Questo e la rievocazione di tutta la famiglia Silente come sorta di sostegno morale per ottenere la vittoria.
Anche Gellert mi è parso ben caratterizzato, coerente con sé stesso e con l’immagine che se ne può trarre da quel poco che ci è dato sapere di questo personaggio.
Devo ammettere di essermi arrovellata il cervello chiedendomi a quale coppia di personaggi avresti messo in bocca le battute che ti ho assegnato: posso solo dirti che meglio di così non avresti potuto usarli, la storia che ci hai costruito intorno ci si sposa alla perfezione, senza la minima forzatura.


*

 

3° classificata:

PaytonSawyer - L’amore, la chiave di tutto

PunteggioTotale: 49,45

 

Grammatica:9.70/10

Ottima, ho trovato due soli erroridi distrazione: “tu sai quanto vada tratta con cura”, “Ora saprai anche tu quando è grande la potenza della Bacchetta di Sambuco”

Stile e lessico: 10/10

Tra tutte le storie che ho letto, il tuo stile di scrittura è quello chedefinirei il più classico – mi ha ricordato la scrittura comprensiva dei romanzi ottocenteschi, di quegli autori che nulla lasciavano al caso. Complimenti.

Caratterizzazione: 10/10

Silente. Grindelwand. Eroe buono e eroe malvagio? No. Fosse cosìsemplice … hai scandagliato la psiche di Albus Silente come pochi altri –quando rivede Gellert, quando vede la bacchetta, Ariana, tutti i suoi fantasmi tornano a bussare e tu li hai descritti perfettamente uno ad uno.

Sviluppo trama eoriginalità: 9.75/10

Devo togliere qualcosina in campo originalità: c’è qualcosa del giàvisto in questa lotta con i propri fantasmi, e questo appigliarsi all’estremarisorsa che è l’amore; ciò non significa che tu non abbia sviluppato i temi magnificamente, creando una trama abbastanza interessante – e devo aggiungereil climax dello scontro è riuscito molto meglio a te chealla Rowling.

Gradimentopersonale:10/10

La Grindeldore (così si dice?) è la prima coppia slash a cui mi sonavvicinata, e devo dire, è ancora quella che mi ispira più interesse: perché sono stramaledettamente complessi e molto, molto affascinanti. Perché se Silente non si fosse ravveduto avrebbero davvero dominato il mondo nella loro follia di Bene Superiore. Perché Grindelwand non avrà mai la piatta malvagità di Voldemort, sarà sempre qualcosa di più. Son di parte. Si è capito. Ho capito e apprezzato Silente in ogni parola della tua storia, e l’ho ammirato. Ammirato come non mai.

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