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Autore: NevanMcRevolver    29/10/2010    2 recensioni
Solo l'immagine può rivaleggiare con la musica. E se l'immagine fosse di più di un semplice pezzo di carta decorato? Se la musica andasse oltre le note che fanno vibrare il cuore, parlasse non solo alla mente? Forse tutto sarebbe un pò più diverso...o più reale? Soltanto l'arte può conforntarsi con sè stessa. E questo Yusuke l'aveva capito, l'ha capito, fin troppo bene.
Genere: Romantico, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Capitolo 18: La Foresta Madre

 

 

Erano passati già cinque giorni da quando Yusuke e Hydra si erano rimessi in marcia.

Erano trascorse cinque giornate dal momento del lago.

IL paesaggio era cambiato. Man mano che lasciavano l’Alcanova, il paesaggio mutava, diventava più generoso e accogliente.

C’era solo un piccolo, se così si poteva considerare, inconveniente: la zona diventava sempre più popolata e frequentata da civili. Ovviamente aumentava, di conseguenza, il rischio di essere scoperti, come se non avessero rischiato la pelle già troppe volte.

Avevano bisogno di vesti per camuffarsi, e non sapevano dove andare a prenderle.

Usare i loro poteri sarebbe significato firmare il contratto per la loro condanna a morte. Di conseguenza, non c’era altra soluzione che rubare.

Ma chi? Come? L’ideale sarebbe stato trovare una casa di contadini, che avrebbero lasciato la casa vuota fino alla fine del loro lavoro.

-L’idea di derubare a dei contadini non è che mi entusiasmi tantissimo- confessò Yusuke, amareggiato.

-Abbiamo altre alternative?- rispose Hydra.

C’era solo un problema da risolvere? Farlo di notte o di giorno?

Di giorno, con ottime probabilità, le case dei contadini sarebbero state vuote, ma la luce del sole avrebbe potuto tradirli, rendendoli ben visibili.

La notte offriva loro il morbido e sicuro rifugio e travestimento del buio, ma avrebbero potuto svegliare la gente che dormiva.

Fra le due scelte, la più plausibile era agire di giorno, magari introducendosi in una casa proprio all’alba, quando la gente andava nei campi.

Arrivarono, quindi, dopo un altro giorno di marcia, nei pressi di un piccolo agglomerato di casupole di mattoni.

La gente camminava tranquillamente per l’unica strada che passava nel villaggio, senza sapere che avrebbero subito un furto.

Per evitare di farsi vedere, i due si stesero sul bordo di un’altura, cercando di vedere in quale abitazione colpire.

Più la casa era appartata, meglio era.

La più isolata aveva a fianco una sola casa, e per di più lontana qualche decina di metri: perfetta!

Quel giorno si accamparono nelle immediate vicinanze, per evitare di non perdere tempo allontanandosi troppo, e aspettarono l’alba del giorno dopo.

A prendere le vesti sarebbe andata Hydra, mentre Yusuke avrebbe fatto da palo.

 

***

 

La notte lasciò il passo al giorno, che penetrava l’oscurità con i suoi tenui bagliori.

Le stelle sembravano lentamente spegnersi, mentre il sole faceva capolino dall’orizzonte.

Sembrava una palla di fuoco rigurgitata fuori dalla terra.

L’aria era frizzante, e le nuvole si stendevano come sottili veli.

Non c’era un alito di vento, uno stormo di uccelli in volo: il silenzio era sovrano.

I due si svegliarono appena in tempo per vedere il sole sorgere e dipingere di arancione e tinte rossastre tutto il panorama.

Dall’alto della loro posizione videro che gli abitanti del villaggio si diressero verso i campi.

C’era un problema, però: non c’erano i bambini assieme agli adulti. Ciò significava che i marmocchi erano a casa a dormire, tanto per complicare le cose.

-Starò più attenta. In ogni caso è meglio vedere prima nella stalla sul retro. Basta che troviamo qualcosa per camuffarci, no?!-

Yusuke assentì, anche se era particolarmente teso.

La sua faccia solitamente dall’espressione neutra era corrucciata, gli occhi stretti a due fessure, una ruga solcava la fronte e la bocca storta da una smorfia incerta.

Si avvicinarono alla casa, e Yusuke guardò Hydra che stava per avvicinarsi alla stalla con aria ancora incerta.

-Tranquillo!- gli disse, sfiorando la sua guancia con le labbra, e detto questo, fluttuò via, veloce come la luce, leggera come il vento, silenziosa come un felino.

Yusuke, tanto per essere più sicuri, evocò la nebbia disegnata tempo addietro, e questa, lentamente, si insinuò nella vallata, levandosi e coprendo tutto nel suo morbido e grigio manto.

Era così fitta che sicuramente loro erano nascosti, ma vedere altra gente sarebbe stato altrettanto difficile.

“Pazienza! Speriamo che l’udito non mi abbandoni, allora…” pensò il ragazzo.

 

***

 

Non appena Hydra entrò nella stalla, l’odore penetrante di fieno e sterco la colpì in pieno viso.

“Che bel buongiorno…” pensò ironica, portandosi una mano alla bocca e cercando di non farsi assalire da conati di vomito.

Scrutò attentamente nel buio della stanza, e vide le bestie dormire tranquillamente nei propri recinti; in un angolo c’era un mucchio di fieno e qualche attrezzo per lavorare la terra.

Appesi ad una serie di chiodi c’erano dei sacchi marroni, ma avevano una forma troppo strana.

Hydra, allora, si avvicinò, e notò che quelle erano delle vesti, adatte al loro scopo.

Evidentemente, però, non fece molta attenzione, perché aveva urtato un barilotto, che era caduto fragorosamente.

Sentì dei rumori provenire dalla stanza affianco e subito, senza esitare, si tuffò nel mucchio di fieno, coprendosi ed evitando di respirare profondamente, per evitare che il mucchio la tradisse.

“Se il fieno si muove sono cazzi! Non posso permettere che mi scoprano!” pensò terrorizzata.

Successero due cose contemporaneamente: un gatto si avvicinò al barile caduto, annusando con fare circospetto, e un bambino era entrato nella stalla.

Non appena vide il gatto gli diede un calcio, e la bestia, spaventata e soffiando, si rintanò in un cantuccio.

-Brutto imbecille…- disse il bambino, stropicciandosi un occhio e con voce assonnata.

Poi, stranamente, il bambino fece un giro di ispezione nella stalla.

“Bene. Sono fottuta! Ora mi becca!”

Infatti il bambino si avvicinò al mucchio di paglia, e, con una mazza, la affondò, tastando.

Hydra venne colpita alla spalla e, anche se si impose di non urlare, il bambino capì che c’era qualcuno.

-Esci fuori!- intimò il bimbo.

Niente. Hydra se ne stava rintanata.

-ESCI FUORI!- urlò allora e affondando più forte.

La ragazza allora uscì fuori dalla paglia tossendo, e, anche se l’idea non gli piacque, piombò sopra la figura del bambino, il quale spaventato, urlò, ma Hydra ebbe la prontezza di tappargli la bocca.

Gli accostò la bocca all’orecchio e  gli sussurrò: -Non ho intenzione di farti del male, tranquillo, ma se devo, ti farò soffrire!-

“Si! Questo non se la beve mica, ma dove voglio andare con queste bugie?”.

Il bambino, invece, si ammutolì all’istante, e smise anche di opporre resistenza.

-Bene. Così mi piaci!- disse Hydra, restando addosso al bambino, ma togliendogli la mano dalla bocca.

***

 

-ESCI FUORI!- sentì urlare.

“Che diamine ha fatto Hydra?” si chiese Yusuke.

Esitò qualche istante, indeciso sul da farsi, per poi entrare nella stanza.

Hydra era letteralmente appollaiata su un bambino, che da terra, la guardava impaurito.

-Che cosa è successo?- le chiese allora Yusuke.

-Piccolo contrattempo- rispose lei.

Un attimo di silenzio.

-Noi non vogliamo farti del male, ma se dirai qualcosa a qualcuno saranno guai seri per te, piccolino. Capito?- disse di nuovo Hydra al bimbo, aiutandolo ad alzarsi.

-Cosa volete?- chiese allora la creatura.

-Due vesti abbastanza lunghe che possano coprirci dalla testa ai piedi- rispose Yusuke.

-Prendetele!- disse il bambino indicando le vesti appese. -Non mi farete niente, vero?- continuò allora, con gli occhi lucidi.

Hydra e Yusuke lo guardarono compassionevoli.

Poverino, quanta paura doveva provare in quel momento.

Yusuke gli si chinò davanti e gli chiese come si chiamasse.

-Tialf…- mormorò.

-Stai tranquillo- gli rispose Yusuke, con il tono più gentile che potesse e posando delicatamente una mano sul capo –non vogliamo farti assolutamente nulla! Ma il tuo silenzio è di vitale importanza, e se tutto andrà bene, un giorno potrai dire di aver aiutato due eroi!-

-Quindi lei diceva una bugia?-

-Si- rise Hydra –era solo per farti stare zitto! Non vogliamo farti del male! Anzi, come segno di gratitudine, tieni!-

La ragazza sbirciò nella sacca e gli diede qualche mela e un dolce.

-Grazie, signori!- disse Tialf –Non parlerò di questo con nessuno al mondo!-

-Bravo!- disse Yusuke.

Si rivolse poi alla ragazza: -Andiamo?-

Hydra assentì, passò davanti a Tialf, gli scoccò un bacio e i due uscirono.

-Buona fortuna!- urlò loro Tialf, facendo capolino dalla porta e salutando con la manina.

 

***

 

Il buio era assoluto, nel vero significato del termine.

A rischiarare l’aria non c’erano nemmeno le stelle e la luna, sapientemente nascoste dietro una spessa coltre di nuvole.

Erano in una foresta che sembrava morta, anzi, per meglio dire, che stentava a vivere, ma comunque rigogliosa e fitta.

Un gufo tubò in lontananza e ogni secondo i due si guardavano in dietro, avendo l’impressione di essere osservati o, peggio, seguiti.

-Non dovrebbe mancare molto…- disse Hydra.

-Vediamo la mappa cosa dice- disse Yusuke.

Il flauto, però, aveva cambiato la propria direzione.

Non segnava più il lago, che doveva essere sicuramente nelle strette vicinanze, ma la foresta dove si trovavano, sulle prossimità del lago.

-Perché ha cambiato direzione?- sbottò Hydra.

-Ma dove diamine siamo finiti!- esclamò disperato Yusuke.

Aveva l’affanno ed era preda del panico; Hydra non era da meno.

Una voce, poi, rispose alla domanda di Yusuke.

-Benvenuti nella Foresta Madre, ragazzi!- e risuonò una risata melliflua, da far rizzare i capelli e ghiacciare il sudore della pelle.

-C-chi sei?- chiesero tentennanti i due.

-Vi serve aiuto?-

La voce proveniva dal folto. Era bassa e penetrante, dolce, vellutata e suadente.

Solo a sentirla i due vennero sopraffati da brevi flash di immagini intrise di lussuria, sangue e vendetta.

Sembrava provenire dalle profondità del sottosuolo.

Non appena i due si voltarono verso la fonte del suono, un odore di zolfo misto a sangue li prese dalla gola. Era forte, asfissiante. Dopo pochi istanti, però, quella fragranza nauseabonda sparì, lasciando l’aria pulita e fresca.

-Vi serve aiuto?- ripeté la voce.

Questa volta, dall’oscurità un paio di occhi li stava fissando.

Erano di un azzurro glaciale e compatto, così chiaro da sembrare quasi bianco.

Le pupille avevano una forma allungata, come quelle dei serpenti.

Gli fissava in maniera violenta, senza indugio e vergogna.

-Chi sei?- chiesero in coro.

L’aria era ferma, immobile, muta.

E dopo qualche istante la voce riprese a parlare.

-Vi serve aiuto?- disse loro per l’ennesima volta, ridendo.

 

 

 

 

 

Angolo dell’autore:

Buonasera a voi, cari!

Prima di tutto, un avviso da fare per dovere di cronaca, anche se la cosa non ve ne importi più di tanto.

Ha cambiato nickname, da Ndrew7 sono passato a Meiou Hades.

Bene, dopo questa piccola parentesi, avrete sicuramente notato che questo capitolo finisce con il prologo n.3.

Chi ha avvicinato quindi i nostri due eroi? E’ la stessa domanda che vi ho posto tempo addietro, ma vedo che non sono stati in molti a risolverla XD

Ve lo dico da ora, per evitare che mi malediciate in malo modo: il prossimo capitolo sarà un altro prologo, forse l’ultimo, non lo so, e in quello di dopo si rivelerà l’identità della voce, anche se, dai risvolti della storia, si potrebbe capire!

 

A _Elea_ e sTar__: vedo che il mio animo romantico ha colpito in pieno la vostra approvazione, e la cosa non può fare altro che lusingarmi ^^

Grazie mille!

 

A Valerie_Laichettes: grazie mille ancora di non aver abbandonato la storia, di seguirla nonostante io sia andato avanti nella tua assenza! Il tuo parere mi è caro! Grazie mille!

 

Alla prossima, guys!

  
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