Sono passati
esattamente tre giorni,
sei ore e quattordici minuti dall'ultima volta che l'ho vista. Credo
di stare per impazzire, sopratutto per la mia voglia costante di
sangue umano.
All'inizio non potevo credere che la mia voglia
fosse dovuta a qualche intervento da parte del "compagno di
Bella" ma ora sono più convinto che abbia fatto qualcosa per
impedirmi di nutrirmi come il resto della mia famiglia.
Ben presto
l'oro nei miei occhi è svanito per fare posto a due occhi
rossi.
Occhi che odio, occhi che odiano tutta la mia famiglia per non
parlare di Jasper che è il più sensibile;
è quello che soffre di
più tra tutti sentendo la mia costante emozione.
Più volte lui e
Alice si sono dovuti allontanare per evitare di fargli commettere una
sciocchezza e senza di lei sono sperso.
Perché lei dopotutto è
l'unica che può prevedere un suo ritorno.
Se
tornerà.
«Fratellino...che ne dici di andarci a sgranchire un
pò
le gambe e respirare aria buona?» mi propone Emmett dandomi
numerose
pacche sulle spalle.
Abbiamo preso a girare fino al nord dove
l'aria è più fredda e gli odori di esseri umani
via via scompaiono,
quel ragazzino ha fatto veramente del suo meglio per rendere la mia
non-vita una merda. Sono peggio di Jasper. Incredibile.
Non riesco
a sostenere nemmeno lo sguardo di mio padre, Carlisle, lui per primo
mi ha spiegato la necessità di non far del male agli esseri
umani ed
ora io, suo figlio, il suo primo figlio deve nutrirsi del loro
sangue. Sangue nelle buste, donato ovvio ma non penso che lui sia
d'accordo.
Finge come gli altri che più o meno vada tutto bene ma
è ovvio che non è felice.
Cerca di celarmi i suoi pensieri come
meglio può ma ha passato tutti questi anni vivendo una
tranquillità
quasi umana perché lui è speciale.
Perché lui pensa. Non è
impulsivo come me.
Pensavo di essermi avvicinato a lui, di
riuscire ad eguagliarlo ma capisco che il suo vero potere è
un'umanità sorprendente che nessuno al Mondo avrà
mai.
Ha una
percezione così estesa e vera sul bene e il male che mai
nessuno
potrà avere.
Carlisle è questo. Bontà, che è
riuscito a
mantenere nonostante la sua nuova natura.
«Andiamo!»
Più mi
allontano da qui e da loro meglio sarà. Anche per gli esseri
umani
che abitano qui a Forks. Non posso metterli in pericolo in questo
modo solo perchè non riesco a rimanere lucido.
Spero solo di non
incontrare Jasper e Alice nel mio cammino.
Per fortuna i pensieri
di Emmett sono del tutto innocui per me. Non è mai andato su
pensieri scomodi o almeno non in mia presenza.
«A chi arriva
prima?»
Non faccio nemmeno in tempo a rispondere che è
già
partito. Seguo la sua scia andando a nord oltrepassando confini,
fiumi, boschi. Tutto quello che c'è sulla mia strada sguscia
via, lo
supero grazie alla mia attitudine alla corsa quando un profumo mi
scuote fino a farmi fermare.
Emmett cade su di me rovinosamente
provocando il rumore di un tuono nell'aria.
Lo guardo trovando
solo una piccola increspatura sulla sua fronte, guarirà
presto.
«Diavolo che cos...»
Si blocca anche lui attirato
dallo stesso odore che un attimo prima ho percepito.
Iniziamo
entrambi a correre, attirati da quella fonte calda e viva di sangue.
Mi blocco appena vedo un corpo avvolto su sé stesso, una
ragazza dai
capelli scuri.
È la cosa più deliziosa che abbia mai
sentito.
Lì, inerme e pronta come se fosse su un piatto d'argento
apposta per me. I pensieri di mio fratello non sono da meno, sento la
sua fame per lei che cresce la mia.
«È mia!» ruggisco mentre
lei impaurita si ritrae provocando uno spostamento d'aria che mi fa
vacillare. Emmett sta combattendo un'ardua lotta con sé
stesso ma la
parte più razionale di lui, quella che adesso a me manca lo
fa
scappare lontano per soddisfare il mio bisogno di sangue. Quando
incontro i suoi occhi mi blocco per alcuni istanti, gli occhi di
Bella mi fissano impauriti e spaesati pur non sentendo veramente
paura nei miei confronti.
La scruto cercando qualche segno di un
possibile attacco ma la foresta è immobile e lei
è troppo una preda
succulenta per lasciarmela scappare.
Mi avvicino lentamente,
«Fermati prima di morire tu stesso.»
I miei denti si scoprono
automaticamente pregustando il momento in cui lacereranno la sua
tenera carne pulsante. «Non farlo.»
Il colpo sul fianco mi
spinge per dieci metri verso destra. Mi rimetto immediatamente in
piedi guardando il mio aggressore trovando solamente mia sorella
Rosalie.
«Se la tocchi, ti ucciderò.» ringhia, i
capelli
svolazzano davanti al viso.
Ci fronteggiamo a vicenda, uno contro
l'altra in posizione d'attacco. «Non sarà
tua.» sibilo.
«Idiota.
Non sono qui per nutrirmi di lei come invece stavi per fare
tu.»
Sfoglio i suoi pensieri trovando la conferma delle sue
parole.
Dagli alberi spuntano addirittura Alice e Jasper che evita
di guardarmi cercando di usare il suo potere su di me per calmare la
mia sete. Non dev'essere facile per lui stare qui in questo momento.
Ho smesso di respirare dall'attacco di Rosalie per evitare di essere
distratto da lei, Bella così sto a poco a poco riprendendo
il
controllo sulla mia mente.
Sulla mia parte umana.
«Non vedi? È
incinta.» sbotta Alice indicando Bella che è
ancora seduta a
terra.
Solo ora mi accorgo di un leggero rigonfiamento appena
accennato sotto il vestito blu.
Incinta.
«Vai a casa e cerca
di calmarti. La porteremo noi indietro.» aggiunge Rosalie
riferendosi a lei e ad Alice. Non avrei mai permesso a Jasper di
avvicinarsi.
«Tzè, stavi solo per nutrirtene tu!»
inveisce
Alice ruggendo come una leonessa.
Ha ragione. Mi fa sentire ancora
di più un verme.
Tutti i miei fratelli ora stanno facendo come da
scudo a Bella ponendosi su un'unica linea.
«Sei stata corrotta.»
Abbasso la
testa sul mio piccolo fardello, «Non me ne pento.»
mormoro
accarezzandomi la pancia. Mike dal canto suo mi rivolge
un'occhiataccia con un'ondata di potere non indifferente, mi fa
tremare per la sicurezza di mio figlio.
«Hai tradito non solo il
tuo compagno ma anche il tuo animo innamorandoti di un essere che per
definizione è dannato.»
«Mi sembrava che era quello il mio
compito. Salvarli, perdonarli.» rispondo senza alcun timore
nonostante la sua presenza mi ha da sempre messo in
soggezione.
«Quello era il compito da te assegnato ma ora, sono
alla deriva. Continueranno a vivere con la loro maledizione che
dondola su di loro come la spada di Damocle.»
«Qualcun
altro...potrebbe...» Non mi lascia nemmeno finire.
«Nessun altro
si farà peso del tuo compito originario. Hai fatto la tua
scelta.
Ora ne dovrai pagare le conseguenze.» Dal suo tono capisco
che non
arriverà niente di buono.
Cado per non so quanto fin quando la
Terra stessa non ferma la mia discesa. La terra è umida e
fredda,
troppo per me e per la prima volta sento il peso del mio corpo, il
dolore, la fame e la sete. Tutte emozione umane.
«Sono...umana?»
chiedo a me stessa guardando la mia pelle che è sempre
lattea ma è
priva della perfezione data dal mio stesso creatore.
Alzo lo
sguardo trovando Edward davanti a me, con gli occhi iniettati di
sangue.