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Autore: Fiamma Drakon    30/10/2010    2 recensioni
«Oh, sei qui».
Una voce maschile d’innegabile fascino le giunse alle orecchie mentre si allungava a prendere l’oggetto del suo interesse - mostrando una a dir poco innaturale abilità contorsionistica.
Il suo viso si volse immediatamente verso la porta, sulla quale si era materializzata la figura che più di tutte ricercava durante il giorno, che agognava di studiare più di ogni altra cosa.
«Taito...?» chiamò, incredula, con voce sottile ed esitante.
«Che cosa diavolo stai facendo, si può sapere?».

[Kiku Juon, Taito Shion - Taito/Kiku]
[Per XShadeShinra]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come lanterne... 30 Ottobre.
Il sole languiva sull’orizzonte, spargendo tutt’attorno sprazzi di luce sanguigna, intervallati da stralci di nubi simili a cotone sfilacciato.
Sul davanzale della casa era innocentemente accomodata Kiku, una gamba - la destra - che, leggiadra, penzolava nel vuoto sottostante, agitandosi lentamente al ritmo di una musica che solo la ragazza poteva udire, mentre la sinistra stava piegata, poggiando il piede sulla ringhiera, spessa una decina di centimetri.
Gli occhi, dolcemente socchiusi, ammiravano la bellezza del tramonto, mentre le sue mani giocherellavano con una delle mannaie che si portava sempre appresso, come un peluche dal quale non riuscisse a separarsi.
«Kiku, che fai qui fuori, da sola?».
Rin era appena uscita dalla portafinestra trasportando due zucche di medie dimensioni, che si stava accingendo a posizionare con cura infinita sui due estremi della balconata.
Tutti quanti stavano addobbando la casa in preparazione ad Halloween, e lo stavano facendo con lo stesso impegno con cui decoravano l’interno per Natale, pur essendo palese la differente importanza tra le due festività.
«Ammiro il tramonto. Non è bellissimo...?» domandò Kiku alla ragazza, in tono vagamente trasognato.
La biondina alzò gli occhi ad incrociare il globo solare che si accingeva a cadere oltre l’orizzonte.
«Sì, è bello...» commentò, voltandosi poi per tornare dentro.
«Tra poco sarà pronta la cena...» aggiunse.
«Okay...» rispose l’altra, mentre Rin si dileguava oltre la soglia.
Rimase lì, perfettamente immobile, continuando a girarsi tra le mani la sua arma preferita, senza dare minimo manifesto dell’intenzione di muoversi.
I suoi occhi, dopo qualche istante, si spostarono sulla zucca che aveva innanzi, focalizzando su di essa tutta l’attenzione: era così perfetta per essere “modellata”...
«Oh, sei qui».
Una voce maschile d’innegabile fascino le giunse alle orecchie mentre si allungava a prendere l’oggetto del suo interesse - mostrando una a dir poco innaturale abilità contorsionistica.
Il suo viso si volse immediatamente verso la porta, sulla quale si era materializzata la figura che più di tutte ricercava durante il giorno, che agognava di studiare più di ogni altra cosa.
«Taito...?» chiamò, incredula, con voce sottile ed esitante.
«Che cosa diavolo stai facendo, si può sapere?» chiese lui in tono concitato, avvicinandosi, inarcando l’unico sopracciglio visibile con palese perplessità.
Kiku arrossì e si ritrasse, la mannaia che pendeva nella mano inerte lungo un fianco.
«Volevo... tagliare quella zucca...» spiegò, imbarazzata: essere ripresa da Taito non le piaceva.
Le dava la sensazione di sfigurare davanti a lui.
«E per farci cosa?» l’aggredì ancora il ragazzo, senza mostrare un briciolo di sensibilità.
La rossa abbassò gli occhi, arrossendo ancor di più.
In un secondo momento, sulle sue labbra comparve un sottile sorriso di divertimento e malizia.
«Delle... lanterne» asserì, come se fosse una risposta quasi malvagia.
Taito cambiò subitaneamente espressione: da aggressivo divenne perplesso.
«Lanterne...?» ripeté tra sé, squadrando la ragazza: dal sorriso, pareva aver trovato qualcosa di estremamente divertente da fare - o di maledettamente appagante, difficile dire quale delle due fosse l’interpretazione corretta.
Era come se tagliare quell’oggetto fosse un’azione che le dava una soddisfazione in qualche modo perversa, ed era nella sua perversione infantile ed instabile, che Taito trovava un ché d’estremamente affascinante.
«Con quelle zucche?» domandò il giovane.
Lei annuì e lui sospirò, andando a prenderne una.
Le si avvicinò e gliela porse.
«Coraggio» la esortò.
Kiku prese la zucca tra le mani e iniziò ad armeggiarci con una delle mannaie, ottenendo solo di massacrarla orribilmente, senza alcun risultato - se non si contava una alquanto oscena “polpa” sgorgata dall’interno.
Taito rise, senza riuscire a trattenersi.
«Che... c’è da ridere?» chiese la piccola Juon, arrossendo per l’imbarazzo.
«Non... non sai intagliare una zucca?» domandò in risposta lui.
«Mmh... non pensavo fosse... così difficile...»
«Non devi sbudellare la zucca, eh! Ahah! Devi solo aprirla e toglierci quel che c’è dentro...!» le spiegò lo Shion.
«Ah...» disse lei semplicemente.
Taito andò a prendere l’altra zucca, quindi gliela mise tra le mani e le prese il polso saldamente, posizionando l’altra mano sulla verdura, quindi prese a muovere con praticità e precisione la mano della ragazza che reggeva il coltellone.
Kiku si beò letteralmente dei minuti che trascorse adagiata nell’incavo venutosi a creare nel suo petto - piegato su di lei per poterla sorreggere - assaporando l’odore di sangue e tessuto cicatriziale che lo caratterizzava, crogiolandosi nella sensazione di essere tra le braccia del maschio violento per eccellenza.
Era una cosa che la eccitava dentro, nel profondo.
Mentre ammirava la spaventosa espressione della zucca che stava prendendo forma nelle sue mani, rese abili dalle manovre di Taito, comprese che intagliare le zucche non fosse un compito poi così arduo, anche se per lei - abituata a sfregiare, squartare e dilaniare tutto quanto senza una precisa logica estetica - si era rivelata essere un’impresa titanica.
L’unica cosa che le mancava era la pratica. Tanta, tanta pratica.
«Ecco fatto» affermò il ragazzo, distraendola dalle sue elucubrazioni.
Mentre se ne andava, la ragazza si concesse qualche minuto per contemplare l’opera che aveva realizzato - anche se con ausili esterni: era veramente spaventosa, eppure proprio per quello macabramente bella.
«Oh, Taito... ♥!».

«Ehm... Kiku, che stai facendo?».
Meiko, alzatasi per andare a prendere un bicchiere d’acqua, si era imbattuta nella piccola Juon scendendo in soggiorno.
Quest’ultima stava rannicchiata sul divano, l’esile figura illuminata da una lampada - che gettava ombre inquietanti nel resto della stanza - ed uno dei suoi soliti coltelloni in mano.
«È notte fonda, non dovresti essere a letto?» le domandò ancora la castana, perplessa.
Solo in quel momento notò il piccolo cumulo che le stava affianco, simile ad una piramide di teschi, e quello informe che stava sul pavimento, sotto i suoi piedi.
Successivamente, si rese conto che Kiku stava tagliando qualcosa.
Dall’espressione, sembrava essere un’operazione che richiedeva tutta la concentrazione di cui fosse capace.
«Cosa stai facendo?!» ripeté Meiko.
«Devo imparare a intagliare lanterne nelle zucche. Devo diventare brava... come Taito!».





Angolino autrice
Be', alla fine ce l'ho fatta a postare qualcosa su Halloween su questi due amori *___* mi sento realizzata <3
E spero d'aver colto il prompt
impostomi richiestomi da XShade.
Colgo anche l'occasione per "annunciare" - o farmi un po' di spam <3 - che mi sono resa disponibile per scrivere shot e flash su richiesta. Chi fosse interessato, trova il link nel mio profilo autrice.
Bye bye! ^.-
F.D.
   
 
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