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Autore: _FurImmerJetzt_    30/10/2010    5 recensioni
In una sera, all'apparenza orribile, la vita di Kiara, una giovane ballerina, con una storia non molto facile alle spalle, cambia del tutto
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Grazie a tutti per i commenti e i complimenti...scusate che ci ho messo quasi 2 mesi per pubblicare il secondo capitolo ma ho avuto un problema con il pc.
Spero che vi piaccia anche se io non ne sono molto soddisfatta...lascio giudicare a voi.
ps. non vi preoccupate a dire se fa schifo che non mi offendo..anzi è meglio; così la prossima volta potrò migliorare spero :D
Detto questo ecco a voi il secondo capitolo della storia.
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-Eccomi ce l’ho fatta, sono arrivata- gridò lei appena entrata in palestra attirando su di sé gli sguardi storti di tutti i presenti. Lei non gli diede peso e si catapultò in sala
dove trovò tutti gli altri ballerini che già provavano; appena entrò, il coreografo la guardò in cagnesco ma ormai Kiara non ci faceva più caso. Non gli era mai andata
a genio
e trovava tutti i modi per andarle contro; quindi quando gli dava un motivo valido per arrabbiarsi lui ne approfittava subito.

Scrollò la testa per scacciare ogni pensiero e si concetrò solo sul ballo.

Iniziò subito il suo assolo: le dolci note, che ormai era abituata a sentire tutti i giorni, invasero la sala; iniziò a ballare: piroettè…chassé…gran jettè… i passi si susseguivano autonomi, come se il suo corpo non avesse più bisogno di ricevere ordini dal cervello.

Finì il balletto e subito iniziò la melodia della coreograia successiva: qui ballava in coppia con Mike.

Mike era un bel ragazzo: occhi azzurri, biondo, alto,  muscoloso…insomma un gran figo…e piaceva a tutte. A tutte tranne che a Kiara. A Kiara non piaceva più nessuno.
Dopo aver perso il bambino non si era più innamorata e non aveva più avuto nessun amico. Cercava sempre di allontanare tutti. Preferiva rimanere da sola piuttosto che essere circondata da persone che cercavano di tirarle su il morale senza sapere minimamente come si sentiva.
***

Le prove passarono in fretta e, dopo aver preso le sue cose, uscì di corsa dalla palestra diretta all’albergo dove alloggiava.                               

Dopo un po che girava, si accorse di essere già passata davanti allo stesso bar più volte e capì di essersi persa.
Iniziò a vagare senza meta in cerca di qualcuno che potesse aiutarla.      

Sentendo dei rumori provenire da un vicolo buio, ci si infilò sperando che ci fosse qualcuno a cui chiedere informazioni; ma le persone
che ci trovò non erano le persone che avrebbe voluto incontrare; dei ragazzi, ormai brilli per tutto quello che avevano bevuto, appena la videro iniziarono a urlare,
fra le loro risate
-Hey che ci fai qui tutta sola?- -Vieni a divertirti con noi-

Kiara ignorò i loro commenti e cercò di velocizzare il passo nella direzione opposta ai ragazzi ma loro furono più veloci e la raggiunsero subito.
Uno di loro, la strattonò per un braccio e la spinse per terra; le salì sopra a cavalcioni e le slacciò la cerniera dei pantaloni.
Mentre si era chinato su di lei per cercare di sbottonarle anche la camicietta però, lei riuscì a morderlo; lui si allontanò con uno scatto portandosi la mano sul punto dove l’aveva morso.
Approfittando di quella piccola distrazione, Kiara cercò di liberarsi scalciando per scappare, ma i suoi tentativi furono inutili.
- Questo non dovevi farlo – disse il ragazzo infilando la mano libera in tasca e estraendone un piccolo oggetto di metallo: un coltellino!!
“Ormai è finita” pensò Kiara chiudendo gli occhi.

Subito dopo sentì la lama fredda del coltello sfiorarle lo zigomo destro; poi una fitta e del liquido denso e caldo colarle fino al collo.
Il ragazzo non si fermò alla guancia e continuò fino a raggiungere il labbro; dopo aver fatto scorrere la lama anche su quest’ultimo e aver fatto un profondo
graffio su di esso,
alzò la testa di Kiara con le mani e le sussurrò a mezzo centimetro dalla sua bocca:
-Adesso ti diverti tesorino?-

Lei gli sputò in un occhio, sputando più sangue che altro, e lui levò di scatto le mani da dietro la testa di lei, facendola sbattere sull’asfalto. Dopo la botta Kiara perse i sensi.
***

 
Quella per lui era una sera come tante. Non aveva voglia di restare chiuso in casa e quindi aveva deciso di uscire per farsi due passi e fumarsi una sigaretta.
Ma non avrebbe mai immaginato quello che quella serata aveva in serbo per lui.

Mentre stava camminando senza una meta precisa, sentì dei singhiozzi soffocati provenire da un vicolo buio; il suo cervello ordinò di non avvicinarsi lì…
chissà che cosa o chi avrebbe potuto trovarci…non voleva rischiare.
Ma il suo corpo non seguì minimamente gli ordini del cervello ed entrò nel vicolo.
La scena che si trovò davanti, voltato l’angolo, fu terribile; una giovane ragazza a terra, singhiozzante e con chiazze di sangue che le ricoprovano il corpo snello e
il viso dolce e delicato, che era piegato in una smorfia di dolore.

Spinto da un istinto strano, a lui sconosciuto, le si avvicinò di corsa, si mise in ginocchio vicino a lei mentre prendeva il cellulare
e compose svelto il numero per un’ambulanza.

Sentendo dei rumori accanto a lei, Kiara spalancò gli occhi spaventata, terrorrizzata dal pensiero che quei ragazzi fossero tornati, ma quello che vide di fronte a lei
non era quello che si aspettava: la prima cosa che notò appena alzò le palpebre furono due profondi occhi nocciola che la fulminarono. Non potè fare
a meno di rimanere a fissarli stregata. In quel momento fu come se sparì tutto il mondo intorno a lei; c’erano solo lei e quegl’occhi meravigliosi
che la fissavano.

Fu bruscamente risvegliata da quel sogno da un forte conato, che la constrinse a distogliere lo sguardo.                                                                                                                                                                                                                                                              Appena si fu ripresa alzò di nuovo lo sguardo per vedere a chi appartenessero quegl’occhi e rimase senza fiato di fronte alla bellezza della creatura che si trovava davanti.

Capelli neri e perfetti, su un viso altrettanto perfetto, quasi sembrava di porcellana.
Due profonde occhiaie risaltavano sulla pelle candida ma non ne rovinavano la bellezza.
La bocca si muoveva dolcemente anche se aveva un’espressione tesa e preoccupata.
Stava parlando al cellulare.
Il ragazzo posò l’oggetto che aveva in mano e inizio a parlare rivolgendosi a lei.
-Vedrai che andrà tutto bene. Stanno arrivando. Pochi minuti e sarà tutto finito- disse in tono dolce che però trapelava preoccupazione da tutte le parti,
stringendo le mani della ragazza.

Kiara, a quel contatto, si sentì inondata da una sensazione di calore e sicurezza che ormai non sentiva da anni… Anzi, dubitava di essersi mai sentita così.
In un attimo tutti i dolori e le fitte che fino a poco prima erano lancinanti sparirono, rimpiazzate dal calore e la ballerina si sentì forte come non mai;
sapeva che ce l’avrebbe fatta. O meglio, sapeva che se quello sconosciuto le fosse rimasto accanto ce l’avrebbe fatta. Non sapeva né come né perché ma quella persona
che si trovava davanti a lei
le infondeva forza e sicurezza e sentiva che, se lui le era vicino, non le sarebbe più potuto accadere niente. Si sentiva protetta.

I suoi pensieri furono interrotti dal suono di sirene dell’ambulanza.
 
Kiara era confusa e da quel momento in poi non capì quello che successe, ma quando non sentì più le mani del ragazzo ripiombò nel dolore
e
nella sensazione di fine e nella sua testa riprese vita quel pensiero che era sparito appena Lui le si era avvicinato.
“Ti sto raggiungendo piccolo mio. Finalmente potremo stare insieme. Solo io e te. Kiara e Leonardo. Mamma e figlio. Solo noi due. Nessuno ci potrà più separare.”

Quel pensiero sparì nuovamente quando sentì di nuovo le mani del ragazzo sulle sue.
Non capiva quello che stava succedendo però era tranquilla perché ora stava di nuovo vicino a Lui.

Ma la sicurezza che sentiva era contrastata dalla paura. Paura che lui potesse abbandonarla. Paura che fosse stato tutto frutto della sua immaginazione e che si sarebbe risvegliata da sola in quel vicolo buio che puzzava di sangue.
 
Kiara stava impazzendo. Avrebbe voluto urlare, dire tutto quello che le passava per la testa.
Ma appena aprì bocca per parlare, l’unica cosa che uscì da li fu un lieve sussurro.
-Ti prego non mi lasciare-
-No..no..non ti lascio..sono qui con te..non ti lascio..stai tranquilla-
Quella fu l’ultima cosa che sentì prima di cadere nell’oscurità più totale. 
  
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