Anime & Manga > Tokyo Mew Mew
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Autore: Miyumi san    13/11/2005    0 recensioni
Questa è la mia prima fanfic, spero ke vi piaccia! Ci ho messo tanto x farla!! Buona lettura! Ah, a proposito, recensite!!!!
Genere: Azione, Comico, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Quando Ichigo si svegliò il mattino dopo, era stesa nel suo letto con le coperte rimboccate. Di Kisch nemmeno l’ombra. Nella navicella spaziale, a chilometri e chilometri di distanza, Kisch ripensava alla notte prima. Che stupido che era stato, a farsi di nuovo influenzare da quella ragazza umana! Kisch cominciò a sospettare che forse…forse si era innamorato di lei…no, impossibile! Ma allora perché l’aveva riposta nel suo letto? Perché non l’aveva uccisa quando doveva farlo? Doveva assolutamente rimettersi di nuovo in buona luce agli occhi di Profondo Blu. Con decisione, Kisch decise che avrebbe finalmente ucciso la mew neko. Si smaterializzò in un attimo. Ichigo entrò nel parco. Faceva caldo, ma non tanto da soffocarla. Si mise all’ombra di un albero, dove l’aria era piacevolmente fresca. Che bella che era, l’estate! Niente scuola, niente studio, solo relax! Chiuse gli occhi godendosi il fresco…quando qualcuno le punto un coltello alla gola. Ichigo aprì subito gli occhi. Era Kisch, e sembrava livido di rabbia. Lei cercò di raddrizzarsi, ma lui le intimò con voce tagliente: -Stai ferma- -Che cosa vuoi farmi?- chiese lei, preoccupata. –Voglio ucciderti. Sono stanco di non avere mai la forza per farlo!- Ichigo ammutolì. Chiuse gli occhi e sentì con suo grande sollievo che la lama affilata si allontanava dal suo collo. Si alzò e fece per scappare, ma Kisch la afferrò per il polso. –Io ti amo, Ichigo… e sono stanco di aspettare- (Uhm…ma kissà a ke si riferisce! Nda) Ichigo restò impietrita di fronte a quella affermazione. Poi, in un attimo, tutto sparì, e lei si ritrovò con Kisch in un corridoio poco illuminato. Sembrava non avesse fine. Ichigo rabbrividì. Kisch si avvicinò pericolosamente a lei, provocandole un attacco di nausea improvviso (no, nn gli vomita addosso XD Nda), e seppe che doveva correre via, anche se sapeva che lì si sarebbe svolto il suo incubo. Quindi, si chiese mentre correva: perché fuggire? Tanto, con o senza la sua volontà Kisch l’avrebbe presa lo stesso. Comunque accentuò la velocità. Passi veloci. Stava correndo. Ansimava. Qualcuno la inseguiva. Sapeva solo che doveva fuggire via. Qualcuno la afferrò per il polso e la costrinse a voltarsi. Aveva una presa forte. La costrinse al muro e iniziò a strapparle i vestiti di dosso. Ichigo si dimenò. –Nooooooo!- gridò, mentre i suoi vestiti venivano lacerati dall’alieno. Era stordita dalla paura. Vide solo che veniva portata in una stanza da letto. Si accorse di non avere nulla addosso. Strizzò gli occhi. Sentì il contatto della sua pelle con le lenzuola fresche, e il calore della carne, un calore che non proveniva dal suo corpo (nn vi sconvolgete, vero? Nda) Un dolore che non aveva mai provato prima la invase. Gridò. Poi, non vide più nulla. Non sentì più nulla. Ichigo si risvegliò nuovamente. Non aveva abiti addosso, e un dolore lancinante la divorava (capitemi Nda). Seppe che il suo incubo si era avverato, e scoppiò in lacrime, coprendosi con il lenzuolo. Pianse per molte ore, finchè la testa le fece male. Poi attese. Attese che lui venisse. Voleva odiarlo, gridargli contro. Era piena di un odio feroce contro di lui. Non l’avrebbe mai perdonato. Mai. Ore dopo, la porta si aprì. –Tu- sibilò Ichigo, gli occhi rossi di pianto ma pieni di un fuoco d’ira. Kisch non sapeva che dire. Quando si era accorto cos’aveva fatto aveva voluto lasciarla. Non credeva di aver mai potuto avere il coraggio di rivederla. Non dopo quello… -Vattene- disse lei. un ira profonda la invadeva, era stordita dal dolore e dalla rabbia. Si coprì più a fondo. Lui la fissò. Fissò il suo corpo, che aveva avuto per sé la notte prima. –Vattene!- esclamò la ragazza. Di nuovo le lacrime le riempirono gli occhi. –Ti odio. Tu…tu mi hai…- Si interruppe, singhiozzando. Kisch, intanto, si sentiva un mostro ( e in effetti lo è Nda). –Mi dispiace- disse con voce rotta. Ichigo si stupì di sentire queste parole. –Anche a me- disse. –Mi hai privata di qualcosa che non avevi il diritto di togliermi. Io non ti amo. E tu non ti arrendi mai. Pensavo che tu non potessi ottenere tutto quello che volevi. Ora invece so che mi sbaglio- disse la ragazza. –Ora voglio che te ne vai, e che mi porti i miei vestiti…no…quelli sono inutilizzabili, ormai, grazie a te. Voglio che mi porti qualcosa con cui coprirmi. Poi io me ne andrò, e io non voglio vederti mai più. Voglio cancellarti dalla mia memoria, per sempre. Kisch annuì. –I...Ichigo- mormorò. La mew mew lo guardò gelidamente. –C’è anche un’altra cosa. I miei dottori hanno compiuto degli studi su si te…- -Hanno…cosa?!!- -E hanno visto che…- Kisch si interruppe. –Non so come dirlo…in conseguenza di quello che ti ho fatto hanno visto che…che…- Ichigo cominciò a capire. –No- mormorò. -Ichigo, tu sei…- -No, no, no!- esclamò la ragazza, buttandosi contro l’alieno. Lui la coprì e la strinse al petto. –Non lo voglio! Voglio che muoia!!- gridò la ragazza. -Non lascerò che sia tu a lasciarla vivere. Non sarai tu a darla alla luce. Lascerò che sia una balia che farà nascere nostra figlia. L’intervento è oggi pomeriggio. Dopodiché te ne andrai via. Ma…- Kisch la allontanò da sé e la guardò, e Ichigo colse nel suo sguardo un vecchio bagliore di cattiveria. –Non potrai non vedermi. Io rimango tuo nemico- Ichigo si sentì sola e persa. Almeno avrebbe potuto convincere Pai e Taruto ad abbandonare quella missione assurda. –Anche se io ti amo- disse poi lui con un mormorio. Ichigo cadde riversa sul letto, gli occhi persi nel vuoto. Lui la coprì nuovamente, poi estrasse dalla tasca la spilletta mew e la poggiò su un tavolino accanto al letto, la baciò in fronte e lasciò la stanza. Il giorno dopo, un giorno e mezzo e un giorno dopo quei due eventi disgraziati, Ichigo ritornò sulla terra. Era il suo turno di pulizia al Caffè, perciò si recò lì. Tutti le si strinsero attorno, ma non osarono parlare. La ragazza restò silenziosa e persa nei suoi pensieri finchè Retasu le si avvicinò. –Ichigo- disse. Il suo tono era apprensivo, ma si capiva chiaramente che stava per scoppiare in lacrime. Tutte le altre si scambiarono sguardi cupi. Persino Paddy alla fine aveva compreso come stavano realmente le cose. Poi Zakuro le si avvicinò. –Vuoi parlarne con noi?- chiese piano ad Ichigo. Lei annuì. Si recarono tutte nello spogliatoio, chiusero la porta a chiave e Ichigo cominciò a raccontare. Alcune lacrime le rispuntarono dai suoi occhi color cioccolato. Le amiche la guardarono con ansia, preoccupazione e dolore per la loro amica e per quello che aveva dovuto subire. Poi arrivò al punto più difficile di cui parlare. –E lui mi ha parlato e mi ha detto che ero…- anche lei a questo punto si interruppe. Paddy completò. –Non aspetterai mica un bambino?- chiese, stupefatta. Ichigo annuì. –No!- esclamarono tutte, sconvolte. -Ma non è più…insomma, l’hanno come trasferito nel corpo di un’altra. Mia figlia vivrà- disse. Le mew mew chinarono il capo. -Mi chiedo solo…come farò a dirlo a Masaya?- gemette, e singhiozzò. -Lo so- disse una voce alle loro spalle. Masaya si avvicinò a Ichigo. –Non lascerò che ti tocchi mai più- disse. Ichigo scoppiò in singhiozzi. 9 mesi dopo: La guerra si era conclusa. Le mew mew avevano vinto, tutto sommato. Ghish guardò il cielo blu del suo pianeta, che la mew acqua aveva purificato. Una donna dai capelli biondi e gli occhi azzurri venne verso di lui. Portava in braccio un fagottino bianco. Lo tese a Kisch, e lui lo prese con delicatezza, guardandolo con occhi dolci. Nel fagottino era avvolta una neonata, con la carnagione chiara e le orecchie e punta. Alcuni ciuffi di capelli rossi spuntavano dalla sua piccola testa, ma i suoi occhi erano color dell’oro…come suo padre. La piccola aprì la bocca in un sorriso sdentato, e Kisch sorrise a sua volta a sua figlia. –Ti amo, Mika Ichigo- disse.
  
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