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Autore: Hi Ban    31/10/2010    8 recensioni
“Kiba, dacci un taglio!” Lo ammonì Sakura che non aveva gradito quell’interruzione dello spettacolo. Traditrice, anche lei trovava tutto estremamente divertente.
Alzò nuovamente la mano, andandola a posare più o meno in corrispondenza alla faccia di Naruto.
“Quello è il mio naso, Sasuke!”
“Zitto, baka.”
Spostò la mano.
“Vuoi forse accecarmi? Ok, non ho gli occhi che diventano spiritati di tanto in tanto, ma servono anche a me, sai?”

To Nihal!:3
*Happy Halloween!*
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Who am I?



“Sakura, hai preso quel che ti avevo chiesto?”
“Certo, Naruto, ho tutto nella mia borsa, te li farò avere prima di questa sera.”
“Perfetto, quel teme ha proprio bisogno di un po’ di autocritica!”
“Questa volta, strano a dirsi, mi trovo d’accordo con te, Naruto!”





Ormai, concluse Sasuke, era inutile chiedersi come Naruto e quell’altro branco di idioti avessero fatto ad incastrarlo in quell’assurda faccenda. Non avrebbe cambiato nulla. Era, perlomeno, riuscito a mantenere la sua integrità morale rifiutandosi totalmente di vestirsi, così come richiedeva la tradizione di Halloween. Festa che stava sullo stesso piano del Natale a parere suo, il che diceva tutto.
Inoltre, oltre ad essere stato obbligato a partecipare a quella stupida festa di Halloween, era stato costretto a prendere parte a quello stupido giochino, proposto da altrettante persone stupide.
Indovinare, ad occhi chiusi e con il solo ausilio del tatto, da chi si era vestito qualcuno.
“Dai, Sasuke, non farti pregare!” Lo sbeffeggiò Kiba, scoppiando poi in una fragorosa risata.
Chi altri se non lui era stato scelto per iniziare quell’immonda idiozia?
Lui, perché, evidentemente, per farsi coinvolgere doveva essere molto idiota.
Socchiuse appena gli occhi, tentando di celare il nervosismo e la voglia di fare fuori tutti i presenti che si trovavano in quella stanza.
Si mise la benda sugli occhi e attese: intorno a lui sentì le voci concitate parlottare, dicendo frasi che avrebbero segnato il suo destino – per metterla in chiave drammatica – quali ‘chi va?’, ‘dai, vai tu!’ o ‘non indovinerà mai!’.
Quest’ultima affermazione, appartenente all’Inuzuka – a chi altri se no? –, fece indispettire non poco l’Uchiha.
Poi sentì un fruscio di abiti, segno che il qualcuno che doveva prendere parte al gioco con lui si stava cambiando.
“Bene, sono pronto!” La voce squillante di Naruto gli giunse dritta nelle orecchie e fu quasi tentato di togliersi la benda per poi prendere a calci quel disgraziato che stava per farlo diventare sordo.
Si limitò ad unico ‘idiota’, che in realtà racchiudeva una più vasta gamma di aggettivi decisamente più scurrili e triviali.
E poi, perché doveva fare quel gioco idiota proprio con lui?
“Naruto, non dovevi far capire che eri tu!” Lo rimbeccò Sakura in tono lamentoso.
“No, non importa Sakura-chan, tanto Sasuke non capirà mai da cosa sono vestito!” Alla sua risata si aggiunsero anche quelle di tutti gli altri.
Possibile che lo ritenessero tanto stupido da non capire da che diavolo si fosse vestito quell’Usuratonkachi?
“Sì, è giusto dargli un po’ di vantaggio!” Il latrato dell’Inuzuka si sarebbe sentito anche a chilometri di distanza.
“Bene, puoi iniziare Sasuke-kun!” Gli annunciò Ino in tono allegro e squillante, dicendo poi qualcosa a bassa voce a Sakura, che rise a sua volta, rimbeccandola giocosamente con un ‘dai, Ino Pig! Povero Sas’ke-kun!”
Si ci metteva pure lei?
Odiava il fatto di non poter vedere gli altri, ma che tutti potessero vedere lui, lo facevano sentire… esposto?
Stava iniziando ad innervosirsi seriamente e probabilmente gli altri se ne erano accorti, perché le risatine di fondo cessarono e Naruto gli fece nuovamente presente che poteva iniziare.
In quel momento, l’unica cosa che l’Uchiha voleva fare era togliersi quello straccio dalla faccia e andarsene a casa sua, dove non doveva fare quelle idiozie, rendendosi ridicolo come non mai.
“Dai, Sasuke, non abbiamo tutta la notte!” Si lamentò Naruto, anche se era certo come non mai che quel baka se la stesse ridendo alla grande.
Anche se piuttosto reticente all’idea di mettere le mani addosso all’Uzumaki – amico o non amico anche la sola idea lo faceva sbiancare –, alzò una mano, che abbassò dopo mezzo secondo, all’udire della risata sguaiata del Cane.
“Kiba, dacci un taglio!” Lo ammonì Sakura che non aveva gradito quell’interruzione dello spettacolo. Traditrice, anche lei trovava tutto estremamente divertente.
Alzò nuovamente la mano, andandola a posare più o meno in corrispondenza alla faccia di Naruto.
“Quello è il mio naso, Sasuke!”
“Zitto, baka.”
Spostò la mano.
“Vuoi forse accecarmi? Ok, non ho gli occhi che diventano spiritati di tanto in tanto, ma servono anche a me, sai?”
“Naruto, se non vuoi anche essere evirato, oltre che accecato, chiudi il becco.”
Un ‘oh’ molto simile ad un ululato e varie risate si alzarono nella stanza, ma nonostante ciò sentì chiaramente un fruscio provenire da davanti a sé: Naruto doveva essere in pensiero per l’unica cosa che lo faceva rientrare nella categoria maschile.
“Va’ avanti, Uchiha!” Lo incitò Kiba, che era un altro che forse, entro domani mattina, non sarebbe proprio più rientrato in nessuna categoria.
“Sa-Sas’ke, quello è il collo!” Gli fece presente Naruto. Sasuke sentì chiaramente il Pomo d’Adamo dell’amico salire e scendere sotto il suo palmo.
Fece vagare ancora un po’ la mano, ben attento a non andare a toccare posti che avrebbero mandato a farsi benedire la sua dignità, ma anche la sua psiche, ciò per ovvi e ben chiari motivi, almeno a suo parere.
Ad un tratto, nonostante avesse fatto molta, moltissima attenzione a dove metteva le mani, sbiancò di colpo.
Come diavolo si era vestito quel disgraziato? Se avevano complottato contro di lui per denigrarlo in qualche maniera avrebbe davvero ucciso tutti. Forse avrebbe salvato solo Hinata, che era certo non avrebbe mai fatto una cosa del genere, era troppo buona. Anche un po’ fessa, effettivamente, per stare con uno come Naruto.
Tornando alla situazione in cui era finito: Sasuke ingoiò a vuoto.
“Naruto, sei nudo?” Chiese, tentando di mantenere un tono distaccato, ma nonostante ciò gliene uscì uno strozzato e potenzialmente preoccupato.
Era certo fosse nudo: era sceso di poco sotto il collo ed aveva incontrato quella che era indubbiamente pelle nuda.
“Sì, Naruto, sei nudo come un verme!” Nuovamente l’Inuzuka diede prova della sua spiccata intelligenza.
Rise da solo alla sua battuta e smise solo quando Shikamaru, in tono palesemente annoiato, gli disse: “Stai ridendo da solo Kiba.”
“Non fa ridere?” Chiese incerto e probabilmente in quel momento si stava guardando intorno alla ricerca di qualcuno che avesse apprezzato la sua battuta di spirito. Nemmeno Akamaru fu dalla sua parte quella volta, segno che aveva toccato il fondo.
“No.” Replicò laconico Shikamaru.
“Ah.”
“Non sono nudo, Sas’ke!” Riprese Naruto e dal suo tono si sentiva chiaramente che aveva un sorriso a trentadue denti stampato in faccia.
Volendo appurare ciò che gli aveva detto l’amico, Sasuke scese maggiormente con la mano, incontrando nuovamente pelle nuda.
Poi ebbe un’intuizione che pregò con tutto se stesso fosse vera, perché vagare sul corpo di Naruto gli stava mettendo addosso una grande voglia di vomitare tutto ciò che aveva mangiato a cena. Invece di scendere ancora giù con la mano, la mosse di lato, incontrando – grazie al cielo – un lembo del kimono che aveva indosso Naruto.
“Come diavolo ti sei vestito dobe? Non ti sai neanche mettere un kimono? Non ti credevo così stupido.” Gli fece presente freddamente Sasuke.
Alla sua affermazione seguirono le risate di tutti gli altri, che evidentemente dovevano aver trovato la cosa davvero molto esilarante. Ciò insospettì Sasuke, in quanto era conscio di non avere un senso dell’umorismo molto spiccato e quella frase che aveva detto di certo non faceva morire dalle risate.
“Ehi! Guarda che il personaggio che sto imitando lo porta esattamente così!” Commentò piccato. Ora sapeva che aveva un kimono, ma non gli veniva in mente nessuno che portasse l’indumento specificato in maniera così orribile.
Decise di riprendere quella pagliacciata, essendo dell’opinione che prima la finiva meglio era. Mentre stava per dirigere la mano ai piani più alti del corpo di Naruto, onde evitare spiacevoli inconvenienti che avrebbero segnato Sasuke per la vita – si parlava pur sempre di Naruto, tutto ciò che aveva a che fare con quel ragazzo comportava un trauma non trascurabile –, venne a contatto con qualcosa di simile ad un cordone spesso.
Non si soffermò molto su quel dettaglio, intuendo che, dal momento che si trovava un po’ di più sotto del lembo del kimono che aveva toccato prima, doveva essere la cintura che teneva uniti ambo i lati.
Non poté non chiedersi da chi si fosse vestito Naruto, perché fino ad ora, l’abbigliamento che si era figurato in mente era orribile. Un kimono che ti lasciava praticamente nudo e un cordone che, a momenti, era anche più grande del kimono.
“Uchiha, non ti viene proprio in mente nulla?” Chiese Kiba, che doveva proprio essere scemo quella sera, per non aver ancora intuito che Sasuke non era molto dell’umore per essere preso in giro. Beh, non che lo fosse mai, ma quella sera era particolarmente intrattabile e la causa non era molto difficile da comprendere.
“Vero, Sasuke, non ti viene in mente niente?” Domandò anche Sakura in tono serafico, scoppiando poi a ridere insieme alla Yamanaka.
Sasuke si limitò a grugnire infastidito e poggiò una mano sulla testa di Naruto.
Con suo grande orrore si rese conto di una cosa a cui non aveva fatto ancora caso: da quando Naruto era diventato così alto? Qualche altro centimetro e lo avrebbe raggiunto.
Non era lui che era quello più basso nel team 7? Erano forse quelle le magiche doti del ramen, ti facevano diventare alto quanto una pertica?
“Sì, Sasuke, ormai sono quasi alto quanto te!” Disse in tono fiero Naruto, neanche gli avesse letto nel pensiero. O lui era diventato molto intelligente – cosa da escludere a priori – o la sua mimica facciale in quel momento non doveva essere totalmente assente come lo era di solito.
“Non montarti la testa Naruto, non sei alto quanto me.”
“Certo, come no, però i tuoi pantaloni mi vanno benissimo, sai? Abbiamo le gamb– Ah, Sakura-chan! Perché mi hai tirato uno stivale, che ho detto?”
Tolse appena in tempo la mano dai capelli di Naruto, che Sakura, non potendo reprimere quello scatto di violenza repentina, gli fu addosso, a fargli presente la sua opinione sulla sua mancata intelligenza.
Mentre Sakura sbraitava contro Naruto, Sasuke si chiedeva di che diavolo stesse parlando prima quella testa di rapa.
E poi quand’è che quell’idiota che puzzava di ramen si era messo i suoi pantaloni?
Non fece in tempo a chiedere spiegazioni, che Naruto fu catapultato dalla Santa mano di Sakura nuovamente davanti a lui e, con un tono di voce che non le aveva mai sentito, li incitò a riprendere il gioco.
Sasuke, sbuffando indispettito, poggiò nuovamente la mano sulla testa, questa volta con meno grazia.
“Che cazzo Teme, fa’ piano!” Si lamento Naruto. Probabilmente lo aveva colpito nello stesso punto in cui Sakura poco prima gli aveva lasciato un ricordino molto doloroso.
Sasuke tastò meglio la testa di Naruto, alla ricerca di qualcosa che gli rivelasse da chi si era travestito; al posto della zazzera scompigliata dell’Uzumaki, trovò qualcosa di informe che non gli rimandava alla mente assolutamente nessuna immagine.
“Aspetta!” Intervenne la voce di Sakura, che poi si avvicinò a loro; tolse la mano di Sasuke dalla testa dell’amico, rimettendogliela subito dopo.
“Fatto!” E se ne tornò al suo posto.
Questa volta, però, sotto la sua mano non trovò una massa informe, bensì qualcosa che nella sua mente rievocò l’immagine di un procione. Non esattamente vivo, per l’esattezza.
“Dobe, si può sapere che diavolo hai in testa?”
“Dei capelli?” Chiese Naruto e Sasuke sentì benissimo che stava trattenendo le risate.
Cosa c’era di divertente quella volta?
“Prova a toccare meglio, cosa senti?” Gli propose Ino, soffocando un risolino.
Fece come gli era stato detto, anche se sapeva che ciò che avrebbe trovato di certo non sarebbe stato meglio di un procione morto o qualche altro animale decisamente passato a miglior vita.
La prima cosa che gli venne in mente questa volta, fu una gallina. O, più precisamente, il sedere di una gallina.
Allontanò la mano, riportandola al suo fianco, dove sapeva non avrebbe incontrato strani oggetti o animali.
“Come ti sembrano questi capelli, Sasuke?” Si informò pacatamente Naruto. Sasuke intuì dal tono di voce il suo sorriso ebete.
“Mi sembrano la carcassa di un animale.” Disse in tono freddo Sasuke, che non gradiva per nulla le risate divertite degli altri; che cosa ci fosse di così tanto divertente non lo sapeva proprio e la cosa non gli andava per nulla bene.
“Che mi dici del kimono?”
“Tu non lo sai indossare.”
“Anche colui da cui è vestito lo porta così, che dici sapendo ciò?” Chiese la voce ilare di Sakura.
“Che chi lo porta così è un idiota.” Rispose Sasuke con un tono piuttosto spazientito.
Non vedeva l’ora di togliersi quella benda e mettere fine a quella stupidaggine. E mai, mai più avrebbe dato ascolto al dobe, anche se avesse dato l’allarme di una guerra imminente.
“E il cinturone?” Chiese questa volta Ino, che suscitò in Kiba un latrato indecente “È antiestetico, vero Sasuke?” Continuò
“Orribile e ingombrante?” Propose Chouji che fino a quel momento non aveva aperto bocca, troppo occupato a riempirla di tutto ciò che gli capitava sotto mano.
“Improponibile al genere umano.” Si azzardò a dire Shikamaru, che più che interessato, voleva esprimere un dato di fatto.
“Si può sapere a che servono tutte queste domande?” Chiese spazientito e irritato, stringendo le mani a pugno.
Fece per togliesi la benda, ma Naruto gli bloccò la mano.
“Prima di toglierti la benda, da’ un giudizio complessivo al modo in cui mi sono vestito, Sas’ke!”
“È orribile.” Proferì funereo, togliendosi in un colpo solo la benda.
Ciò che si ritrovò davanti, nonostante l’espressione di ostentata freddezza, lo lasciò stupito.
Negativamente.
Naruto aveva indosso il kimono che portava lui quando era nel covo di Orochimaru – quello che lui aveva definito orribile – con tanto di cordone – lo stesso che aveva concordato con gli altri essere un’infinità di aggettivi negativi.
Si era attrezzato alla perfezione, mettendosi anche i suoi pantaloni. Si costrinse a non interrogare né se stesso né loro sul come avessero fatto ad entrarne in possesso.
“I miei capelli non sono così.” Disse soltanto, mentre le risate e gli schiamazzi di quegli imbecilli riempivano la stanza.
Lo avevano ingannato. Traditori. Gliel’avrebbe fatta pagare, non l’avrebbero passata liscia, quello era certo.
Mentre uscì, sentì Naruto che lo richiamava; “Dai, teme! Non ti sarai offeso! In fondo ti abbiamo solo mostrato come sei! O meglio, come eri… Ehi, teme, dai!”
Sasuke però, se ne uscì dignitosamente, tornandosene a casa, dove nessuno lo avrebbe visto piazzarsi stoicamente dinnanzi allo specchio, osservando con sguardo dignitoso i propri capelli riflessi, che, no, non erano la carcassa di un animale morto, né tantomeno il deretano di un pennuto. Ed ora Halloween non era più sullo stesso piano del Natale, era molto peggio.


“Ehi, Naruto, credi che ora vorrà vendicarsi?” Chiese Sakura mentre addentava uno dei pochi dolci che Chouji aveva, con clemenza, deciso di lasciare anche agli altri.
“Mh… sì, credo di sì, ma almeno si terrà occupato!” Rispose allegramente.
“Eh, questi Uchiha che non sanno accettare l’autocritica!” Aggiunse poi in tono fintamente accorato.





To Nihal!
Uhm, veramente non è questa la storia che dovrei dedicarti per il tuo compleanno, ma dal momento che per ora non riuscirei a finire quella, ti dedico questa!^^
Mortalmente consapevole che è una cagata, spero ti piaccia Nih-baka-chan e spero tu non me ne voglia per aver insegnato a Sasuke che l’autocritica fa bene alla salute!ù___u
Buon compleanno in ritardo!^_^


Uh, buon Halloween gente!:)
Uhm, so che è mooooolto tempo che non mi faccio vedere, ma non ho avuto tempo per fare nulla. Anzi, in verità non avrei tempo neanche per postare questa storia – figuriamoci scriverla –, ma non potevo assentarmi per così tanto tempo! So che voi ne gioireste tantissimo se io non mi facessi rivedere per un bel po’ di tempo, ma come potete vedere una capatina ogni tanto la faccio!*O*
Uhm, questa storia è una what if, molto ma molto what if perché non credo che a Konoha ci sia Halloween, ma non avrei potuto scrivere questa storia se fosse stata un’AU. Il povero Sasuke ha bisogno di autocritica, povero ragazzo, come potevo negargliela io? In più volevo scrivere qualcosa per Halloween anche se non lo considero neanche tanto una festa!O_o
Spero vi piaccia!:3
  
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