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Autore: sagitta72    31/10/2010    8 recensioni
“ Al momento della stretta di mano i due mi guardano con un sorriso divertito, quasi canzonatorio”….e’ cosi’ che inizia questa semplice fiction dove un’adolescente dovra’ patire perdite, delusioni e amarezze prima di poter finalmente trovare la felicita’ che tanto ha sognato dal primo giorno in cui ….. a voi se perdere un po’ di tempo dietro alla mia prima avventura da singola scrittrice.
Genere: Drammatico, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Aquarius Camus, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3.

La Famiglia al completo.

 

Al ritorno a casa,  non facciamo  nemmeno in tempo a chiudere la porta che mia madre subito sbraita:

         Come al solito non posso mai fare affidamento su di te!

         Per favore mamma non ricominciate!

         Michelle e anche tu Nicole .. andate di sopra, devo fare due chiacchiere con vostra sorella .. da sola!

         Perché non possono sentire anche loro? Hai paura che ti vedano all’azione e non hai appigli per discolparti?

         Io non devo rendere conto a nessuno di voi di come mi comporto con una o con l’altra!!

         Certo … soprattutto quando si tratta di me!

         Non mi sembra che si sia comportata male oggi – accenna Nicole

         Ah no?

         No neanche  a me – mi sostiene l’altra

         Eh no care mie, non provateci … e’ stato molto imbarazzante il suo silenzio al momento del nostro annuncio.

         Mi sembra che anche il figlio non abbia detto una parola – rispondo

         A me non interessa  lui, ma  come ti comporti tu … perchè le figuracce le faccio io

         Ero rimasta senza parole, mi avevate colto di sorpresa … mi sembra che poi mi sono complimentata … o  NO?

         Non alzare la voce con me?

         E allora smettila di riprendermi su ogni cosa … ho tenuto il comportamento che tu volevi che tenessi, o mi sbaglio?

         Infatti hai parlato poco ma quando lo hai fatto hai reso bene l’idea di come io e te andiamo d’accordo.

         Vuoi forse fargli credere che siamo una famiglia perfetta? Ti sbagli mamma, noi non lo siamo … non illudere il tuo fidanzato su ciò che non è.

         Lui sa tutto di me e della mia famiglia, ho sempre parlato molto di voi e sa perfettamente di che pasta sei fatta. Ora voglio che chiami subito tuo padre e gli chiedi  se puoi stare da lui, altrimenti domattina verrai con me a fare il passaggio del liceo.

Non me lo faccio ripetere due volte ed alzo subito la cornetta, compongo il suo numero e mentre attendo che risponda le lancio uno sguardo truce, mentre lei incrocia le braccia al petto. Ci mette un po’ ma poi risponde chiedendomi scusa per il ritardo, asserendo che era con dei clienti. Ecco, e’ questo che adoro di mio padre, se sa che siamo noi a chiamare, molla tutto per poter passare anche solo 5 minuti con noi. Dopo i convenevoli, gli spiego velocemente di cosa ho bisogno.  Lui sta zitto tutto il tempo ed ascolta, dopodiché  mi dice solo “ok vieni da me, il resto me lo spieghi poi quando sei qua”, poi si scusa se mi deve lasciare di corsa ma ha la cena di lavoro ed io dopo avergli detto che gli voglio bene, attacco. Poso lentamente la cornetta, punto lo sguardo verso mia madre e le dico con un sorriso più che soddisfatto:

         Ha detto che per lui non c’e’ problema

         Non avevo dubbi

         La cosa ti da fastidio?

         Assolutamente no, lo sai che potete stare con lui quanto volete – mettendo da parte il solito tono arrogante – e’  pur sempre vostro padre non vi ho mai  voluto privare di lui.

         Ci mancherebbe, e’ nel suo diritto stare con noi

         Kate non mi provocare come al tuo solito. Lo so che hai sofferto quando papà e’ andato via di casa, ma non si poteva fare altro. Mi sono sempre preoccupata di spiegartelo più volte

         Oh certo sei sempre stata molto chiara, ma soprattutto ti sei molto interessata a me  … come oggi del resto. Era più preoccupato Nicholas di come la prendessi che tu. E’ questo il modo dimostrarmi che mi vuoi bene?

         Cosa mi stai rinfacciando?

         Oh assolutamente nulla, figurati! Hai forse qualcosa che hai fatto o meglio ancora detto?  – sottolineo bene l'ultima parola – da farti perdonare?

         Io nei tuoi confronti non devo farmi perdonare  niente.

         Se lo dici tu.

         Vai in camera tua e non uscire fino a domani mattina – mi sibila tra i denti

         Nessun problema,  ho mangiato troppo oggi ,non ho fame e non patirò -  e salgo di corsa le scale.

         Vengo anche io – risponde Nicole ,   mentre l’altra rimane con nostra madre a cercare di calmarla.

Dopo aver discusso anche con le mie sorelle che, non sapendo il motivo  che ha scatenato questa lotta con mia madre, tentano ogni volta di farmi parlare, mi sono messa a dormire, senza riuscirci. Sono agitata all'idea che mia madre possa risposarsi e che io debba andare a vivere con degli estranei, ma al tempo stesso in questo momento sono felice di passare tre mesi con mio padre. Passeranno in fretta, purtroppo, però trascorrerò un periodo fantastico. Anche lui e’ severo, ma ci si può parlare e sa ascoltarti. Ammetto di essere forse più viziata da lui rispetto alle mie sorelle, ma il tutto è dovuto al fatto che sono la più piccolina e soprattutto alle mancanze di mia madre.

La domenica successiva veniamo invitate a casa di Nicholas, ma prima di entrare mia madre mi blocca per il  braccio e mi dice  “mi raccomando”, io le sorrido e mi scrollo il braccio, dopodiché mi comincio a guardare intorno e non posso fare a meno di rimanere estasiata da quel posto. In primis e’ in una posizione tranquilla e molto appartata, e’ una villa immersa nella vegetazione e nel lusso e con una splendida vista sul mare, il quale e’ visibile da tutte le stanze della casa.  Nel bel mezzo del giardino non poteva mancare l’enorme piscina, contornata da un bordo di marmo con i  relativi scalini che portano all’interno, assomiglia quasi a quelle appartenenti ai templi greci, dove gli Dei si facevano i bagni. Io gentilmente lo faccio notare per la bellezza che ne emana, mia madre subito mi lancia un’occhiata per fermare la mia lingua, mentre stranamente Camus  mi ringrazia, anche se distrattamente, per il complimento. Mentre ci porta a visitare l’interno ci fa passare per una delle terrazze private, da dove si intravede una cucina esterna, sto per esprimere un’altra mia osservazione,ma subito mi blocco, all'idea che possa sentire nuovamente la sua voce ho paura di perdere i sensi. Proseguo dietro in silenzio e mi godo l’accesso alla sala  composta da pareti e finestre di ampie vetrate, con un acquario vicino al bar e divani e poltrone sparse da tutte le parti. E’ li che attendiamo l’arrivo di Milo e del padre che nel frattempo era andato a prendere all’aeroporto l’altro figlio che studia a Chicago. Come entrano in sala, Nicholas corre a salutare vivacemente mia madre, la quale per la prima volta arrossisce di fronte a noi, evidentemente non e’abituata alle smancerie pubbliche. Dietro di lui fa l’apparizione un ragazzo anch’esso alto, slanciato, coi capelli biondi e gli occhi azzurri, con un elegante portamento , non fosse per questo, sembrerebbe fratello di Milo.  Nicholas lo presenta come il suo figlio maggiore Aphrodite. Non si somigliano molto lui e Camus: a dire il vero quest’ultimo non assomiglia nemmeno al padre. Dopo le nostre presentazioni, Aphrodite si avvicina al fratello e lo saluta con un cenno del viso, al quale il più piccolo risponde, il tutto avviene  molto freddamente, giusto il tempo di dirsi “tutto bene?” e l’altro se ne va dietro al bar a versarsi da bere. Mentre gli altri chiacchierano piacevolmente, mi volto incontrando lo sguardo di Camus, che sta bevendo il suo drink dietro al banco: il suo sguardo è freddo e scostante, e mostra apertamente il fastidio che prova per la mia presenza.. Non riesco a sostenerlo, mi volto dalla parte delle vetrate e cerco di far passare l’imbarazzo del momento, dopodiche’ rispondo alla domanda che Nicholas mi pone:

         Allora Kate, tutto a posto per la scuola?

         Si si, ho parlato con papà – sorrido al suo interesse – non ci sono problemi.

         Perfetto, ho piacere che non si creino mal contenti.

         Per qualche mese ce la scampiamo – sento sussurrare alle mie spalle da Milo verso Camus,il quale si limita solo ad annuire.

 La mia presenza in questa casa deve essere davvero un peso per loro, anche se non ho capito la motivazione.  Però ci tengo con un’occhiata assassina a far intendere ai due che ho sentito perfettamente quello che si sono detti, peccato che da parte loro ricevo in risposta  solo uno sguardo indifferente..

Devo ammettere  che, per quanto riguarda la simpatia, nessuno dei due figli sembra assomigliare al padre, da questo punto di vista è Milo quello che gli somiglia di più: è sconvolgente quanto parla. Infatti dopo aver consumato il delizioso e prelibato pranzo, noi giovani ci spostiamo nel salottino esterno a prendere il caffe’. Come al solito Milo comincia ad intavolare il discorso, ovviamente  non spreca molte parole con me, l’interesse e’ concentrato sulle mie sorelle. La discussione si  porta sugli studi in medicina  che sta svolgendo a Chicago Aphrodite,  e ciò comporta una serie di domande e curiosità da parte delle mie sorelle. Lui  spiega che la decisione  di frequentare quel dottorato l’ha presa dopo la morte della loro madre, deceduta a causa di un’incurabile malattia, a causa della quale morì molti anni fa. Vedo il volto di Camus rabbuiarsi, non riesco a comprendere se  è per il dolore della perdita o per il modo leggero con cui ne parla il fratello.  Comunque, visto e considerato che come al solito vengo tagliata fuori dalle loro discussioni, mi alzo e vado un po’ in giro per la villa. Nella stanza adiacente , la porta e’ semichiusa; lancio un’occhiata dentro e vedo che si tratta di una biblioteca. Entro e mi guardo intorno confusa, ci saranno migliaia di libri su scaffali  suddivisi da targhette di bronzo, con scritto la tipologia del genere letterario.  Cerco quello che mi interessa e sto per muovere un passo, quando alle mie spalle sento la voce che ogni volta mi fa battere il cuore:

         Non ti hanno insegnato che non si entra nelle stanze chiuse?

         Veramente Camus  – mi volto imbarazzata – la porta era aperta.

         E tu ne hai approfittato per farti gli affari altrui.

         Hai ragione … scusami.

         Non dovresti farti riprendere su queste cose, dovresti sapere alla tua età cosa è permesso in casa altrui e cosa no –  passando oltre la mia figura va a posare un libro.

         Quando vi fa comodo però sono la “piccoletta” – mi giro dalla sua parte stizzita.

         E  questa tua risposta non fa che confermare la tua immaturità …  perché sei qui e non sei rimasta fuori con noi altri?

         Ti sei accorto che mi sono mossa? – assumo un’espressione canzonatoria -Davvero sorprendente

         Non fare la spiritosa. Non hai la confidenza sufficiente per farlo

         Ne tu per usare quel tono paternalista con me, ti ricordo che io un padre ce l’ho – ho il cuore che batte a mille per l’agitazione - comunque le vostre chiacchiere non mi interessavano, ed e’ evidente che non hanno avuto lo stesso successo con te altrimenti non saresti qui.

         Volevo  evitare che combinassi qualche danno in casa mia.

         Ti ricordo che tuo padre ha detto di familiarizzare con l’ambiente.

         Si, ma un conto e’ girare per la casa ed un conto è impicciarsi di tutto.

         E’ una biblioteca questa e in genere nelle biblioteche ci si va per guardare ed eventualmente prendere dei libri – il suo tono mi irrita e mi rende nervosa – ed è questo che sto facendo … sto dando solo un’occhiata, se fosse stato altro non ci avrei messo piede.

         Questo lo dici tu ..  e da quanto ho sentito e visto dal tuo comportamento,non sembri una persona molto affidabile.

         Insomma!!! – senza rendermene conto alzo la voce – ma chi sei tu per giudicarmi? Nemmeno mi conosci!

         Non ci vuole molto per capire che in questa casa sconvolgerai l’ordine che vi regna.

         Cosa?!!!

         Senti ragazzina, te lo dico chiaramente, cerca di mantenere un comportamento consono in questa casa.

         Innanzitutto non chiamarmi ragazzina!!.. Seconda cosa … Forse e dico forse … potresti anche avere ragione – ripensando ai miei modi un po’ ammetto di provare vergogna – in questi pochi giorni non ho mostrato il meglio di me … ma la colpa è anche vostra che non fate altro che giudicarmi dall’alto della vostra maturità.

         Qui non si tratta solo della tua evidente immaturità, ma anche del comportamento che hai con tua madre … onestamente non sembra che le porti molto rispetto.

         Oh senti!!! Tu non sai niente di me e di quello che ho passato … e ti consiglio di non immischiarti in cose che non ti riguardano … so io come trattarla … non tu!.

         Sei superficiale  – lo guardo sbalordita e mentre mi passa vicino per uscire, si blocca a pochi centimetri da me e proseguendo con tono irritato – io se fossi in te sarei contenta di godere ancora della sua presenza

E senza lasciarmi alcuna possibilità di risposta, esce sbattendo la porta. Sono sconvolta dal suo comportamento e dal tono usato nei miei confronti, ma sono anche mortificata dalle sue ultime parole. Osservando le foto attaccate alla parete, noto il volto di una donna bellissima, con un colore di capelli ed occhi uguali a Camus, ho capito, finalmente ho capito da chi ha preso. Lei deve essere sua madre, non c’e’ dubbio, molto bella, seriosa, ma con un sorrisino vivace e dolce al tempo stesso. In una e’ con Camus in braccio, in un’altra e’ sdraiata in giardino con Aphrodite seduto vicino e in un’altra ancora, più recente, è in mezzo ai due figli che le porgono un bacio in guancia mentre lei ride divertita. Forse ha ragione lui quando dice che ho la fortuna di averla, ma averla e sapere che per lei sarebbe stato meglio che io non fossi esistita, non è come non avere una madre? E’ questo ciò che vorrei domandare a Camus, ma non ho il coraggio di intavolare un tipo di conversazione con lui, non dopo il modo freddo e scostante con cui mi ha trattato. Come al solito non mi accorgo che è da molto che mi sono assentata, esco velocemente dalla stanza e mi reco di nuovo da loro.

         Ma dov’eri finita? – esclama una delle mie sorelle

         Mi stavo guardando un po’ intorno, sai come sono curiosa.

         Hai trovato qualcosa di interessante? – esclama Aphrodite

         Si ho visto che avete una bellissima biblioteca, penso che ne approfitterò quando verrò qui se a voi non dispiace

         Mhmm attenta, devi chiedere al padrone se puoi , sai lui li custodisce gelosamente.

         Non credo che tuo padre farà dei problemi

         Chi mio padre?! ..ahahahaha – anche Milo si unisce alla sua risata – oh no piccoletta – uffa anche lui – e’ a Camus che devi chiedere … e’ lui che governa l’energia letteraria, vero fratello? – e lo guarda divertito mentre si accinge a spegnere la sigaretta.

         Ah! – osservo il diretto interessato che pare irritato dalla battuta del fratello – a dire il vero mi ha già beccata la’ dentro.

         Ma non mi dire? – esclama Milo – ne sei uscita anche viva?!

         Non ho toccato nulla.

         Meno male altrimenti avresti fatto crollare mezza stanza – prosegue divertito e facendo ridere tutti i presenti, tranne  naturalmente me e Camus.

Finalmente si rifanno vivi i nostri genitori e ci portano nel giardino per parlarci di come vorrebbero organizzare il matrimonio, perché è loro intenzione svolgerlo in questa villa. E’ bello vedere come il padre coinvolge i figli nella discussione, li rende partecipi di ogni decisione, mentre nostra madre invece ci fa solo partecipi di quanto da lei già deciso. Finalmente arriva il momento di tornare a casa, ma prima che saliamo in auto Milo chiede :

         Allora stasera alle nove vi passiamo a prendere?

         Si va bene- risponde una delle mie sorelle

         Perche’ dove si va? – chiedo innocentemente

         Ah no piccola tu non puoi venire – mi blocca subito lui – non e’ un locale che fa per te.

         E perché?

         E’ vietato l’ingresso ai minori di 18 anni.

         Cosa? – guardo le mie sorelle esterrefatta – ma dove diavolo andate?

         Che tono arrogante  - sussurra  con voce piatta Camus

         Non pensare male – dice Nicole – e’ solo un club  dove si bevono anche super alcoolici e quindi non fanno entrare se non sei maggiorenne, ma niente di piu’.

         Pero’ – prosegue Michelle – con le conoscenze che avete potreste farla entrare, dai! Tanto non beve, non c’e’ pericolo.

         E’ un pericolo anche sobria – esclama Milo

         Non possiamo  – dice Aphrodite – se la portiamo e poi non la fanno entrare, siamo costretti a farle da balia. Anche  conoscendo bene i proprietari non e’ facile , non rischiano nemmeno loro. Scusaci tanto Kate ma …

         Non c’e’ nessun problema, figurati, mica volevo venire … tanto mi annoierei – volutamente mentre pronuncio l’ultima frase punto i miei occhi su Camus

E senza nemmeno salutarli mi infilo in auto attendendo che salgano anche le altre, figurati se mi faccio scomporre per così poco.

 

Bene anche questo capitolo si e’ concluso. Ma ve l’aspettavate chi fosse il fratello di Camus? Ora sono proprio curiosa di sapere le vostre impressioni a proposito. Ma ora passiamo alle vostre precedenti recensioni:

HOEL: brava, complimenti per il primato, posso aggiungermi anche io alla samba? Ahahah….hai poco da ridere sai, povera Kate, vorrei vedere te al suo posto. Ma non credere, non sarà sempre così, riuscirà ad uscirne, in fondo che vuoi che sia combattere contro Camus e Milo!!! Due esemplari così “facili” da cui sopravvivere!!! Ebbene si’ … Camus non e’ dei migliori qui, ma sai avrà anche lui le sue ragioni…almeno spero. Il padre non ha combinato nulla … forse sarà qualcun altro, ma sai magari poi è solo immaginazione adolescenziale!!! Oddio ora spero che non avrai avuto un altro blackout, altrimenti dovro’ preoccuparmi ogni qualvolta pubblico. Grazie mille per i complimenti e per seguirla con tanta curiosità. Ciao

WINNIE343: Tu lo sai che Camus con te lo divido molto volentieri, sei l’unica a cui permetto tale onore. Ma non prenderci troppo l’abitudine, eh!! Guarda ogni tanto Milo dice qualcosa di sensato, però e comunque antipatico qui, mi tratta male la mia Kate e questo non lo tollero, neanche da Camus.  I ringraziamenti invece te li meriti perche’ mi ha incoraggiato tanto e l’esperienza a 4 mani insieme a te mi ha dato modo di provarci. Brava, Kate ha bisogno del tuo tifo, ti ringrazia!!!

LADYBLUE: innanzitutto volevo dirti che non ti eri spiegata male, anzi sono io che non ho puntualizzato che concordavo con te sul fatto che non e’ una Mary Sue. Sei stata chiarissima!!! E’ verissimo quando dici che Camus e’ antipatico, io l’ho visto sempre così, al primo impatto mi provoca  solo sensazioni antipatiche, poi frequentandolo meglio secondo me si capirà che forse e’ solo una corazza che indossa per paura di esternare troppo i suoi sentimenti. Ma questa e’ una visione che io mi sono fatta del suo personaggio. Milo ancora non e’ ben delineato, ma piu’ avanti avra’ un po’ piu’ di spazio. Ora dimmi tu invece, che ne pensi del fratello? Scioccata?

JACKOSAINT: l’importante e’ che non si prendano i 5, per il resto come vi ho gia’ detto tutto a suo tempo. “bello e impossibile”, lo so anche per me e’ così…. Impossibile per forza, pero’ me ne farò una ragione. Grazie per avermi avvisato sulla punteggiatura, ne farà più attenzione, i consigli sono sempre ben graditi. L’importante e’ che la storia continui a piacervi. Di questo che mi dite?

BARAKEI: il problema e’ che Camus non è facile da accalappiare, per cui non ti so dire se alla fine Kate riuscirà o meno. Sulla descrizione dei personaggi, man mano che vado avanti sto cercando di approfondirli di più, spero di riuscirci. Grazie per l’interesse che ti ha suscitato questa piccola storia. Spero di non deludere le tue aspettative.

Ciao a tutte … al prossimo!!!

 

 

   
 
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