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Autore: funkia    31/10/2010    8 recensioni
Non mi sentivo più una bambina. Mi sentivo una donna in tutto e per tutto, con i problemi che hanno gli adulti, con l’esperienza necessaria per poter dire di aver lasciato l’adolescenza a tutti gli effetti. Avevo studiato e adesso avevo un lavoro da adulta, con tutte le responsabilità che l’essere adulto comporta. Ero più posata, più ragionevole. Avevo imparato a plasmarmi a seconda delle situazioni. Non era rimasto niente della vecchia Rose. Pensavo di averla lasciata per sempre, pensavo di essere cambiata. Ma soprattutto, pensavo di non amarlo più.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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E alle sette meno dieci ero in ufficio

DON’T TELL DAD II

 

7. The Way You Love Me

 

 

E alle sette meno dieci ero in ufficio. Nell’ufficio di Malfoy, ad essere precisi, per decidere quale sarebbe stata la prossima mossa. Avevo suggerito di parlare col Ministro in persona perché ci fornisse una lista completa delle persone destre che facevano parte del Wizengamot. Non era molto, ma sarebbe stato un inizio.

 

Per il resto avevamo le mani completamente legate ed avevamo solo un indizio: Bay. Perciò tutto quello che per ora potevamo fare era andare fino ad Azkaban e parlare con lui.

 

“Come ti sei procurato il pass?” Chiesi a Malfoy entrando tra le mura tetre della prigione. “Credevo che nessuno potesse entrare.”

 

Malfoy ghignò. “Io ottengo sempre quello che voglio.”

 

Roteai gli occhi e lo seguii lungo l’interminabile corridoio. Faceva freddo e odiavo avere i Dissennatori a poca distanza da me. Era una sensazione orribile. Per fortuna nessuno usava più il bacio del Dissennatore per condannare un carcerato, era fuorilegge da dopo la Grande Guerra. E credo che mamma c’entrasse qualcosa a riguardo.

 

Arrivammo infine alla cella di Bay, l’Auror che ci accompagnava la aprì per noi. Bay, un ragazzo giovane e con l’aria spaventata, ci guardò incuriosito. Io gli rivolsi in fretta un sorriso cercando di rassicurarlo.

 

Bernard, sono Scorpius Malfoy dell’Ufficio Misteri. Spero non ti dispiaccia se io e la mia collega ti facciamo qualche domanda.”

 

Bay ci guardò un attimo e un luccichio di speranza passò attraverso i suoi occhi. “State indagando all’omicidio, è così?”

 

Io annuii e mi sedetti al suo fianco. “Noi sappiamo che non sei stato tu, sappiamo che qualcuno sta cercando di far cadere la colpa su di te. Ma non abbiamo ancora la più pallida idea di chi sia. Forse tu puoi aiutarci.”

 

Bay si passò una mano tra i capelli, esasperato. “Non lo so, io… ho già detto agli Auror tutto quello che so. Non ho la più pallida idea di chi possa essere stato.”

 

Scorpius scrollò le spalle. “Non so, per quel poco che sei stato al Wizengamot non hai notato nessuno che potesse avere qualche conto in sospeso con Kein…”

 

Lui scosse la testa. “No, non lo so… mi sento così confuso…” sospirò. “Pensavo che fosse stato Greyson ma è stato assolto…”

 

Io e Malfoy ci scambiammo uno sguardo. “Chi è Greyson?”

 

Bay sospirò. “Era uno dei candidati ad entrare nel Wizengamot, dopo me e Haine. Ho pensato che se Greyson avesse ucciso Kein e mandato me in prigione, avrebbe lasciato due posti liberi al Wizengamot, e dopo Haine lui sarebbe stato il prossimo.”

 

E perché è stato assolto?” Chiesi pressante.

 

“Perché qualcuno ha cercato di ucciderlo. Disse Bay.

 

Malfoy sospirò e scosse la testa. “La tela si infittisce.”

 

Io mi voltai di nuovo verso Bay. “Perciò c’è una lista di candidati che aspettano di entrare nel Wizengamot. E’ rintracciabile?”

 

Bay ci pensò un attimo su. “Sì, penso che si trovi negli archivi al primo piano.

 

“Beh, è un inizio.” Dissi a Malfoy.

 

Malfoy mi guardò annuendo ma fece una smorfia. “Già… ma anche tu pensi che non sia la strada giusta.

 

Scossi la testa. “Troppo scontato. Se io fossi un assassino, non rischierei mai che il mio nome fosse su una lista. Soprattutto se non al secondo posto. Dovrei uccidere persone su persone prima di ottenere il mio obbiettivo, non avrebbe senso.

 

Bay ci fissò speranzoso. “Troverete il modo di farmi uscire da qui?”

 

Malfoy fece una smorfia. “Lo spero proprio, ne va della mia reputazione.

 

Io sorrisi gentilmente a Bay, doveva essere poco più vecchio di me. “Ce la faremo.

 

L’Auror che ci aveva accompagnato fino alla cella, ci riportò indietro fino all’uscita della tetra prigione. Speravo davvero che avremmo trovato la soluzione all’enigma, perché per adesso tutto quello che avevamo era una lista di nomi.

 

 

**

 

 

Stavo quasi per bussare alla porta della nonna quando un urlo, che apparteneva sicuramente a Lily, mi fece trasalire per poco non cascai indietro dalle scale. Aprii la porta in tutta fretta, seriamente spaventata, e mi precipitai in salotto temendo il peggio.

 

Vanessa ed Al erano in piedi in mezzo ai familiari e sorridevano imbarazzati, Lily saltava come una pazza, nonna Molly aveva le lacrime agli occhi e tutti si congratulavano.

 

Lily fu la prima ad accorgersi della mia presenza. “Oh Rose!” disse correndo verso di me. “Albus e Vanessa avranno un bambino! Riesci a crederci, un bambino!”

 

“Oh…” feci io fingendomi almeno un po’ sorpresa. Mi scambiai uno sguardo corrucciato con Al. “No, non riesco a crederlo.

 

Lily non riusciva proprio a frenare l’entusiasmo. “Pensa che bello! Sarò zia! Zia! Pensavo che questo giorno non sarebbe mai arrivato!” sospirò. “Meno male che c’è Albus, se avessi dovuto aspettare James…”

 

“Ehi!” La rimbeccò subito. “Io sono proprio qui!”

 

Non appena la folla di parenti finì di congratularsi con Al e Vanessa e passò a chiedere agli zii come si sentissero a riguardo, mi avvicinai per fare finalmente le mie congratulazioni. Al mi guardò un po’ in imbarazzo ed io sorrisi alzando le sopracciglia.

 

“Credevo che dormissi ancora sul divano.” Dissi a bassa voce.

 

Al si grattò la nuca e si scambiò uno sguardo con Vanessa. “Sono riuscito a riconquistare la mia parte del letto.

 

“Buon per te.” Dissi, guardando lui e Vanessa. “Buon per voi.”

 

Vanessa annuì mordendosi un labbro. “Siamo entrambi totalmente inconsapevoli di quello che stiamo facendo. Ma pensavamo che la famiglia dovesse saperlo.

 

Al sorrise. “Sarebbe stato un po’ difficile nascondere la pancia.

 

Io risi. “Sì, direi proprio di sì. Col fisico da modella di Vanessa, poi…” il sorriso di Vanessa scomparve ed io mi gelai. “Ho… detto qualcosa che non va?”

 

Vanessa cercò di fare un sorriso e scosse la testa. “No, è solo… sabato avrò la mia ultima sfilata. Non mi permetteranno più di lavorare dopo la gravidanza.

 

“Cosa?” Feci scandalizzata. “Ma non possono farlo! Non puoi rimanere senza lavorare! Come…”

 

Al mi posò una mano sulla spalla. “Ehi, calmati.” Disse prendendo poi la mano di Vanessa. “Guadagno abbastanza per tutti e due, i soldi non ci mancano. E sono sicuro che quando ci saremo stabilizzati anche col bambino, Vanessa troverà un altro lavoro.”

 

Io guardai Vanessa, aveva un’aria un po’ sconsolata. “Mi dispiace tanto, .”

 

“Non rovinare la festa agli altri.” Disse guardandosi attorno un po’ a disagio. “Tutti sembrano essere così felici.”

 

Anche io mi guardai intorno, sembrava che fosse Natale, tutti ridevano e brindavano e si congratulavano con lo zio Harry. Io feci una smorfia. “Voi dovreste essere i primi ad essere felici.

 

Al sospirò. “Rosie, per favore. Per adesso è già una buona cosa se siamo sereni.

 

Io sospirai. “Già, a chi lo dici.”

 

Vanessa ed Al si scambiarono uno sguardo. “Questo non dovrebbe esattamente essere lo spirito di una che sta per sposarsi. Disse Vanessa.

 

Alzai un sopracciglio. “Nemmeno quello di una che sta per diventare mamma.

 

Touché.” Disse Vanessa battendo in ritirata.

 

“Qualcosa non va?” Chiese Al preoccupato. “Fino a ieri sembravi sprizzare positività da tutti i pori.”

 

“Fino a ieri pomeriggio.” Dissi con una smorfia. “Ieri sera ho litigato con Jack e non ci siamo più parlati. Beh, stamattina ero a lavoro ma di solito dopo un litigio manda sempre dei fiori o almeno un biglietto.”

 

Al mi fece cenno di seguirlo e sia io che Vanessa lasciammo la stanza con lui e salimmo su per le scale fino alla stanza della disperazione. Era chiaro che voleva che ne parlassimo in privato senza interruzioni. E stare un po’ lontano dai parenti in festa ci avrebbe fatto bene, non volevamo ubriacarci di risate.

 

Al si sedette sul vecchio letto di papà. “Per cosa avete discusso, esattamente?”

 

Io sospirai e lasciai scorrere la schiena sulla parete fino ad arrivare a sedere in terra. “E’ stato tutto un gran malinteso. Stavo lavorando con Malfoy ed eravamo in un ristorante…”

 

Vanessa mi interruppe subito, alzando le mani. “No, aspetta. Tu e Malfoy lavorate andando a cena fuori?” Chiese scettica.

 

“No.” La guardai male. “Ero sotto copertura ed ero a cena con uno del ministero, il segretario. Pensavamo che lui fosse l’assassino. Malfoy era solo lì per accertarsi che andasse tutto liscio. Ed è andato tutto liscio, fino a che io e Malfoy non siamo usciti insieme dal locale e fuori c’era Jack con tutta la squadra.

 

Ouch!” Al fece una faccia come se lo avessero picchiato. “Non deve averla presa bene.”

 

Cosa te lo fa credere?” Feci io sarcasticamente.

 

Vanessa si appoggiò contro la porta. “Beh, devi avergli spiegato le tue ragioni, no? Avrà capito che stavi lavorando.” Poi aggrottò la fronte. “E non ti sembra un tantino pericoloso uscire fuori a cena con un assassino?”

 

Ignorai il suo ultimo commento. “Mi sono spiegata… e lui ha detto che non faccio altro che pensare al mio lavoro.” Feci ancora infuriata. Al e Vanessa si scambiarono uno sguardo. Il loro sguardo. “Cosa?”

 

“Beh…” Iniziò Al. “Insomma, non è una novità. Voglio dire, tu sei Rose Weasley, sei sempre stata così determinata, anche quando andavi a scuola.

 

“Wow.” Corrucciai la fronte. “E’ esattamente la stessa cosa che ha detto Malfoy.

 

Vanessa mi fissò. “E non trovi un po’ preoccupante che Malfoy ti conosca meglio di Jack? Non vorrei allarmati, Rose, ma stai per sposarlo.”

 

“Lo so benissimo, grazie.” Dissi in uno sbuffo. “Io amo Jack, ma ieri mi ha lasciato totalmente di stucco. Insomma, che si aspettava? Che lo avrei sposato e avrei smesso di lavorare? Dovrebbe sapere che non farei mai una cosa del genere e sembrava davvero contento quando ho cominciato a lavorare alla Gazzetta.”

 

“Già.” Fece Al. “Ma forse lo è un po’ meno adesso che lavori con Malfoy.”

 

“Se io sono riuscita a farmene una ragione, sarà meglio che ci provi anche lui. Dissi esasperata. “E’ già abbastanza stressante avere a che fare con Malfoy tutti i giorni, se poi dovessi cominciare anche a discutere con Jack…”

 

“Hai mai pensato che forse Jack non è l’uomo giusto per te?”

 

Io e Vanessa alzammo entrambe gli occhi al cielo. “Oh ti prego Al, non questa conversazione di nuovo.”

 

Vanessa lo guardò male. “Al sei il suo testimone, dovresti incoraggiarla, non sperare che si lascino!”

 

Al allargò le braccia. “Mi dispiace, io non riesco a mentire. Sai dall’inizio come la penso a riguardo, Rose.

 

Io alzai una mano per frenarlo. “Ammettiamo anche che Jack non sia l’uomo della mia vita ma che io, per qualche strana e oscura ragione, voglia comunque sposarlo… potresti almeno cercare di essere contento per me, Al?”

 

“Lo sono!” Io e Vanessa lo guardammo scettiche. “Dico davvero! Rosie se è quello che vuoi… credo solo che siate andati un po’ troppo in fretta.

 

“No, Al.” dissi. “Sei tu che vai troppo lento.”

 

“Non lento quanto pensavamo dato che sono incinta. Fece Vanessa alzando un sopracciglio. Poi sospirò. “In ogni modo, almeno le indagini procedono bene? Non state rischiando di farvi ammazzare, non è vero?”

 

Scrollai le spalle. “Non abbiamo neanche una pista, procedono da schifo. E’ anche vero che abbiamo appena iniziato, ma senza tracce diventa comunque difficile. Insomma, perché qualcuno dovrebbe voler uccidere un membro del Wizengamot se non può prenderne direttamente il posto?”

 

Qualcuno bussò alla porta, tutti e tre ci voltammo di scatto. James fece capolino un attimo dopo, con il suo sorriso furbastro sulle labbra.

 

“Bene, bene, vi nascondete dalla mischia, eh?”

 

Al alzò gli occhi al cielo. “Entra e chiudi la porta, cretino.”

 

James si portò una mano al cuore, offeso. “E’ questo il modo di rivolgersi ad un fratello? Allo zio di tuo figlio?” Al gli lanciò un cuscino. “Cosa mi sono perso?”

 

Vanessa scosse la testa. “Niente di importante… Al cerca solo di boicottare il matrimonio di Rose.”

 

Al spalancò la bocca offeso. “Io non sto affatto…”

 

“Sei impazzito!” Lo bloccò James. “Rosie sta per sposare Jack Russell! Jack Russell! E tu vuoi boicottare il matrimonio? Ma cosa c’è che non va in te?”

 

“Se ti piace tanto perché non te lo sposi tu?” Fece Al scuro in volto.

 

James rise e scosse la testa. “Mi spiace, sono già impegnato.” Guardò l’orologio al polso. “Anzi sarà meglio che vada o Linda mi farà una sfuriata da paura. Senti, la mamma è ancora di sotto che piange, non credi che dovresti andare a dirle qualcosa?”

 

Al sospirò afflitto e si alzò dal letto. “Come vuoi.” Seguì James fuori dalla stanza e seguimmo i loro passi sulle scale fino a che non arrivarono al piano di sotto.

 

Io mi voltai verso Vanessa. “Tu non la pensi come Al, non è vero?”

 

Vanessa sorrise. “Non ti ho mai visto così felice in tutta la tua vita, Rose. Se Jack ti rende felice, io non posso che approvare.

 

Le sorrisi. “Grazie.” Il mio sorriso svanì. “Mi dispiace davvero tanto per il tuo lavoro, , so quanto ci tenessi.”

 

Vanessa scrollò le spalle e si abbracciò tra sé. “Non è importante, Rose.” Si mandò un’occhiata fugace alla pancia, arrossendo un po’. “Avrò una cosa molto più importante di cui occuparmi.”

 

 

**

 

I parenti avevano dato cenno di voler continuare a festeggiare e a guardare le vecchie foto di tutti noi nipoti per un bel po’, perciò io, Al e Vanessa ce l’eravamo svignata ed eravamo andati insieme a bere qualcosa. Ovviamente Vanessa aveva bevuto del buon succo di zucca, dato che non le era permesso bere alcolici.

 

Jack si era fatto trovare davanti alla porta di casa quella sera, con un bel mazzo di rose rosse e uno sguardo da cucciolo. Gli sorrisi, pur alzando gli occhi al cielo, e mi avvicinai cercando di non guardarlo negli occhi. Ero ancora un po’ scossa dalla discussione della sera precedente, non sapevo ancora che cosa provavo.

 

“Scusa.” Disse. “Sono un idiota.”

 

Io sospirai rigirandomi le mani. “Spero che i tuoi compagni di squadra non pensino male di me.

 

“Non m’importa, Rose.” Disse porgendomi i fiori che presi tra le mie mani. Si passò una mano tra i capelli. “Sono stato troppo impulsivo, lo so. Ma quando ti vedo insieme a lui… il sangue mi va al cervello, Rose! Ti amo e non voglio perderti.”

 

Io annuii annusando i fiori. Era così che profumavo? “Mi dispiace. Mi dispiace di non poter fare altrimenti che lavorare con lui, ma il mio lavoro mi piace. E tu sai quanto io sia veramente fissata col mio lavoro. Lo sai, vero?”

 

Lui fece un piccolo sorriso. “Certo che lo so, sto per sposarti.”

 

“Jack!”

 

Ci voltammo entrambi verso il vialetto, mamma e papà stavano rientrando a casa da allora. Probabilmente avevano passato l’intero pomeriggio a casa della nonna a festeggiare con gli altri, senza neanche accorgersi che Vanessa ed Al erano spariti da un pezzo.

 

Mia madre posò una mano sulla spalla di Jack. “E’ un po’ che non ti vediamo, dovresti passare più spesso.

 

Jack sorrise in imbarazzo. “Mi dispiace, signora Weasley.”

 

Mamma alzò gli occhi al cielo. “Tra qualche settimana sarai mio genero, forse dovresti cominciare a chiamarmi Hermione. Si voltò verso di me. “Quand’è che sei venuta via da casa della nonna?”

 

“Un paio d’ore fa.” Dissi. “Stavate ancora festeggiando?”

 

Papà rise e annuì come un bambino. “Papà ha il miiiglior Wiskey che si possa trovare in tuuutta l’Inghilterra! Abbiamo brindato e brindato e brindato…”

 

Mamma lo prese sottobraccio cercando di sorreggerlo. “Adesso è decisamente l’ora di andare a letto, Ronald.” Ci fece un sorriso di scuse. “Buonanotte.”

 

“Ciao Jack!” Fece papà sorridendo come un beota.

 

Io mi passai una mano sulla faccia mentre rientravano in casa. Jack mi guardò divertito e cercò di trattenere una risata.

 

Che cosa si festeggia? Compleanno? Anniversario?”

 

D’un tratto mi ricordai di non aver ancora detto niente a Jack. “Oh!” dissi. “No, è Al e Vanessa… Vanessa aspetta un bambino.

 

Jack rimase un attimo interdetto. “Ah…” corrucciò la fronte. “Pensavo che non volessero…”

 

Infatti.” Dissi io annuendo e purtroppo ricordando la sfuriata tra i due. “Beh, ci sono sempre dei fuori programma, non credi?”

 

Jack scoppiò a ridere e scosse la testa. “Ah, accidenti! Non so cos’avrei dato per vedere la faccia di Al quando Vanessa gliel’ha detto. Dev’essere rimasto là come un pesce lesso a fissarla per almeno venti minuti.

 

“Sì, è andata più o meno così.” Feci io annuendo. “Purtroppo o per fortuna ero presente.”

 

Jack mi sorrise gentilmente e si infilò le mani nelle tasche. Mi guardò un po’ preoccupato. “Non stai facendo niente di pericoloso per il lavoro, non è vero? Mi giuri che stai usando il massimo della discrezione?”

 

Io lo abbracciai e appoggiai la testa contro la sua spalla. Chiusi gli occhi, mi sembrava un’eternità che non stavamo più così. “Non corro alcun rischio.” Dissi in sussurro. “Ti amo, Jack.”

 

Sentii le sue braccia stringermi forte a sé, come se avesse paura che potessi scivolare via da un momento all’altro. “Mettiti nei miei panni. Non riesco a rilassarmi, sono sempre preoccupato per te. So che te la cavi benissimo da sola, ma è lo stesso.

 

Io sorrisi contro la sua maglia. “Non ti biasimo. Io farei lo stesso.”

 

“Sì beh, un giro della morte sulla scopa non è esattamente come andare a scovare un assassino.

 

Io mi tirai indietro e gli diedi un pugno sul petto. “Ma fa comunque paura!” Scoppiammo a ridere. “Dico sul serio, mi hai fatto una paura tremenda, la prima volta.

 

E’ la tua mossa preferita, ammettilo.” Disse ridendo.

 

Io scrollai le spalle. “Può darsi.”

 

La porta di casa si aprì e ci voltammo per vedere chi fosse. Hugo fece capolino dalla porta con una faccia afflitta e mandò uno sguardo verso il piano di sopra. Sospirò pesantemente.

 

“Mi dispiace disturbare ma credo che papà non si senta tanto bene, Rose, potresti venire a vedere se almeno tu riesci a calmarlo? Non fa altro che chiedere di te e quando anche tu gli darai un nipotino per poter brindare…”

 

Io sospirai stanca e Jack scoppiò a ridere. “Mi dispiace.” Dissi a Jack.

 

Jack scosse la testa. “Vai, ci vediamo domani.”

 

Hugo fece una faccia mortificata. “Scusa Jack, so che dovremmo lasciare queste sorprese fino a dopo il matrimonio…”

 

Jack scoppiò a ridere a allargò le braccia mentre se ne andava giù per il vialetto. “Niente paura, so già cosa mi aspetta.”

 

Io mi voltai verso Hugo con un’espressione esasperata. “Cinquant’anni e ancora non ha capito che non regge un bicchiere d’alcool?”

 

Hugo cercò di reprimere una risata. “Spero che tu abbia ordinato solo analcolici per il tuo matrimonio. Disse. “O qualcosa mi dice che avremo esattamente un’idea del perché nonna Molly l’abbia chiamato Ronald Bilius.”

 

Scoppiai a ridere. “Nessuno può essere peggio dello zio Bilius ai matrimoni.

 

“Vuoi davvero tentare la sorte?”

 

 

 

**

 

 

Lo so, scusate, sono in suuuuper ritardo!!

Sto facendo straordinario a lavoro e vi dico la verità, nel poco tempo libero non avevo proprio voglia di aggiornare...

 

So anche che dato il titolo, questo capitolo non è quello che vi aspettavate, ma non pensavate davvero che avrei accelerato troppo le cose? Naaah, non è nel mio stile.

Spero comunque che vi sia piaciuto e che abbiate un po’ di pazienza se aggiornerò con meno regolarità. Cercherò di fare del mio meglio.

 

Al prossimo capitolo con “Truth Hurts

Vi adoro, Zia funkia.

   
 
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