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Autore: Cristina Black    03/11/2010    3 recensioni
Sono passati 15 anni dalla trasformazione di Bella e dall'imprinting di Jacob. Renesmee è cresciuta, è invecchiata, e Jacob è stato tutto ciò di cui lei aveva avuto bisogno. Con il trascorrere degli anni, Bella comincia a vedere Jacob con occhi e sensi diversi, riscoprendo così l'amore che da sempre aveva cercato di soffocare. Ma la sua nuova natura (esagerata) di vampiro non le permetterà più di tenere a freno i suoi sentimenti. Cosa succederà a Jacob, quando Renesmee morirà? Come si comporterà Bella d'ora in avanti? Ma sopratutto...come reagirà Edward?
Genere: Drammatico, Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Jacob
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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Poc: mi fa piacere che ti sia piaciuto, grazie mille ^___^, però la risposta alla tua domanda, mi dispiace dirtelo ma è “no” ù___ù. Una volta divenuti immortali si resta così come si è, lo stesso vale per la vecchia Nessie xD. Sorry, comunque adesso il nostro dottore illuminato proverà a capirci qualcosa xD. Baci e buona lettura!
 
***

Marpy: cara mia adoratissima Marpy, vedrai che adesso il buon vecchio doctor Cullen si spremerà le meningi per approfondire un bel po’ di discorsi xD, come al solito serviamo noi lupette per sbrogliare i nodi strani della Meyer (ebbene si, solo noi lupette lo possiamo fare!). La questione dell’avere o non avere un’anima è delicata. In realtà non si sa se la vampitonna abbia ragione, lo stesso Jake fornisce più di un’ipotesi sulla mancanza di un nuovo imprinting. Il dubbio in ogni caso rimane e rimarrà fino alla fine xD, e poi la tonna ci ha pensato bene prima alla sua anima! Ma non è il momento di fare anticipazioni ù___ù, anzi, è il momenti di augurare anche a te una buona lettura ^____^.

 
 ***


 
 
Tornammo per l’ennesima volta a Belcarra.
Era una fortuna non sentire la stanchezza che quel viaggio comportava. Andare avanti e indietro per tutti quei chilometri in così breve tempo sarebbe stato impossibile per dei normali esseri umani.
«Quando sei uscita erano andati via da molto?», domandai a mia figlia mentre percorrevamo i chilometri di boscaglia.
«No, appena due minuti, ma nel frattempo ho cacciato e ci ho messo almeno un’ora e mezza», rispose.
«Allora saranno sicuramente rientrati», sentenziò il lupo Jacob.
«Non è detto Jake. Nessie ha detto che non mangiavano da un po’. Probabilmente anche loro ci avranno messo parecchio», risposi.
«Hai ricominciato ad entrare nella testa di Jacob?», mi domandò Nessie.
Storsi il naso.
«Si…sai ero…un po’ gelosa…ti aveva sempre in testa. Per questo non lo facevo più. Scusami», risposi imbarazzata.
Renesmee e Jacob scoppiarono in una fragorosa risata.
Per me non era affatto divertente.
Al tempo mi rifiutavo di leggere i suoi pensieri.
A parte quando ci dovevamo coordinare per tenere lontani gli altri vampiri, ma per il resto evitavo di farlo.
Pensava continuamente a lei.
Spesso mi chiedevo se avesse mai pensato a me con la stessa intensità. Ero gelosa del fatto che non ci fossi più io nei suoi pensieri, e per me era ovvio che non ci sarei più stata.
«E tu sei gelosa? Sei sicura che non ti dia fastidio? Insomma…tu eri tutto per lui», le domandai.
Nessie alzò al cielo i suoi occhi stranamente dorati. Sembrava tanto Jacob con parecchi anni sulle spalle. E un sesso diverso, ovviamente.
«Mi hai guardato bene mamma? Sono vecchia per certe cose», scherzò. «Una brava nonna non sarebbe mai gelosa del proprio nipote se lui decide di fidanzarsi. Anche senza imprinting ha dimostrato di volermi ancora un po’ di bene. Questo mi basta. Stai tranquilla mamma!», aggiunse come se fosse mia nonna. In questo momento mi ricordava proprio lei.
Chissà come sarei stata io, se avessi rinunciato alla mia ambizione.
Sarei stata altrettanto comprensiva se avessi saputo che Edward aveva trovato qualcun’altra da amare?
Si, forse si.
Forse avrei provato una certa nostalgia, non avrei mai dimenticato tutto quello che avevamo passato insieme, ma avrei avuto Jacob al mio fianco.
E presto avrei raggiunto il punto in cui sono adesso.
Mi avrebbe resa talmente tanto felice che Edward sarebbe rimasto tra i miei ricordi più belli ma sul fondo del mio cuore, mentre tutto il resto sarebbe appartenuto a Jake.
Il mio cuore si sarebbe ribaltato rispetto a quello che avevo sempre creduto.
Feci un sorriso imbarazzato a mia figlia e guardai dritta davanti a me.
Dopo otto minuti di corsa arrivammo di nuovo nei pressi del giardino dei Cullen.
«Ci sono Rose ed Alice», dissi sentendo i loro odori.
«Non voglio spaventarle…», mormorò Nessie increspando le sopracciglia.
«Nasconditi dietro di me, cercheremo di prepararle prima che ti vedano», le propose Jake.
Mi strinsi al fianco di Jacob, mentre Nessie si nascose dietro la sua schiena enorme.
In un lampo Alice ci comparve davanti agli occhi. Senza Rose. Me lo aspettavo, rancorosa com’è.
Lei allungò le braccia verso di me, in attesa.
Stiracchiai un sorriso e le andai incontro per abbracciarla.
«Ciao Alice», sussurrai.
«Ciao combinaguai», rispose. «Ciao cane», salutò lasciando l’abbraccio.
«Ciao Alice», rispose lui.
Di solito usava qualche appellativo simpatico per risponderle a tono, ed Alice si accorse non solo che Jake aveva usato il suo nome, ma anche del tono serio che aveva adottato.
«Alice noi…è successa una cosa incredibile», dissi.
Alice si pietrificò e il suo sguardo si perse alla ricerca di qualche visione che le era sfuggita.
«No Alice, non mi riferisco ad un pericolo. Direi più ad una specie di miracolo».
«Miracolo? Che vuoi dire?», domandò Alice. Intanto sentii i passi leggeri di Rose mentre si avvicinavano cautamente. Sentiva quel che stavamo dicendo.
«Lo senti questo odore?», le chiesi. I passi di Rose si fermarono.
«Si, è un po’ che lo sento. Non mi è nuovo ma…».
«Ti è familiare», la interruppe Jacob.
Rose ricominciò a camminare verso di noi, lentamente ma con passo più deciso di prima.
«Si…come lo sai?». La confusione si fece strada tra i suoi lineamenti da folletto.
«Perché appartiene ad una persona che vuole rivederti Alice, anzi, vuole rivedervi tutti, ma ti prego cerca di non spaventarti», le dissi.
«Va…va bene Bella», mormorò lei in guardia.
«Sei pronta?», le domandò Jacob con tutta la calma di cui disponeva.
«Siamo pronte», rispose Rose al suo posto, spuntando da dietro un albero ed affiancando Alice.
La guardai, ma lei ricambiò solo per una frazione di secondo. Era davvero molto arrabbiata.
Jacob voltò lievemente la testa guardando dietro le sue spalle.
«Nessie», chiamò in tono basso e calmo.
«Cosa?», trillò Alice appena sentì il suo nome e facendo un passo verso di noi. Rose rimase immobile ma entrambe erano stupite.
«Ha detto “Nessie”», ripetè lei uscendo dal suo nascondiglio.
Alice e Rose fecero dei passi indietro e gridarono spaventate.
«Cos’è successo?», urlarono Emmett e Jasper accorrendo in soccorso delle loro donne.
Entrambi rimasero impietriti mentre Renesmee cercava inutilmente di ritornare al suo riparo.
Anche Carlisle ed Esme corsero a vedere cosa stesse succedendo.
Il suo nome riempì la bocca dei Cullen.
«Re…Renesmee?», balbettò Esme.
«Renesmee…Renesmee», seguirono Alice ed Emmett, poi gli altri.
«Nessie, sei proprio tu?», domandò Carlisle incredulo.
«Si, sono proprio io», rispose lei uscendo timidamente da dietro il braccio muscoloso di Jake che la ricopriva per metà.
Carlisle le allungò una mano per prendere la sua, e la portò fuori delicatamente.
Tutto senza staccarle gli occhi di dosso. Nessuno le staccava gli occhi di dosso.
Quando Carlisle accompagnò Nessie in mezzo a loro, i Cullen le si attorniarono stupefatti per osservarla.
Le toccarono le mani, le guance rugose e marmoree, i capelli.
«Sei viva», sussurrò Esme con un’emozione negli occhi che non si poteva descrivere.
Lentamente il sorriso di gioia scoppiò nei loro volti e uno ad uno la strinsero tra le braccia. Anche due alla volta.
«Ma com’è possibile?», ci domandò Carlisle con espressione confusa. «Cosa è successo piccola?», domandò a mia figlia.
Renesmee raccontò esattamente quello che aveva detto a me e Jake poco prima.
«Non mi sono accorta di nulla», mormorò Alice. «Sentivo il tuo profumo ma non credevo che provenisse da sotto la terra».
«Ci ha disorientati tutti Alice. Non siamo abitutati a seppellire vampiri, non eravamo preparati a questo», la consolò Esme posando una manina sulla sua spalla.
«Ma allora sei forte come un neonato?», domandò Emmett.
«Non lo so Em. Magari il fatto che sia vecchia potrebbe influenzare la mia forza», rispose Nessie dubbiosa.
«No, l’età anagrafica non ha mai condizionato la potenza di un neonato», disse Carlisle pensieroso e massaggiandosi distattamente il mento.
«Allora proviamo», propose Emmett con il solito sorriso divertito all’idea di battersi.
«Emmett, ti sembra il caso?», lo sgridò Rosalie.
Emmett sbuffò e lanciò un’occhiata eloquente a Jacob.
«Ah no amico, non guardare me. Ha ragione Rose», disse Jake alzando le mani e tirandosi indietro.
«Jasper fa qualcosa», lo incitò Rose spazientita dall’atteggiamento fuori luogo del suo compagno.
Jasper fissò Emmett.
«Uffa, mi fai andar via tutta l’euforia!», sbuffò l’orso peggio di un bambino.
«Non cambi mai eh zietto?», domandò Nessie più che divertita dalla scena comica.
«Carlisle», chiamai.
Tutti si voltarono all’unisono nella mia direzione.
Fino a quel momento avevo solo assistito senza fiatare, quasi nel desiderio di sparire, avvolta com’ero dal senso di colpa nell’aver fatto impazzire Edward.
Mi schiarii la voce da soprano e cercai di continuare.
«Hai idea di come abbia fatto a trasformarsi senza provare dolore?», com’era successo a me, aggiunsi mentalmente.
«Non so Bella, per ora posso fare solo delle supposizioni. Forse perché Renesmee era in parte già vampira, o perché il completamento della mutazione è avvenuto quando il suo cuore aveva già smesso di battere. Il che potrebbe averla dispensata dal provare dolore, oppure perché il suo veleno è innocuo, quindi non l’ha bruciata ma solo pizzicata», rispose.
«Come quello che avevo provato io quando l’avevo appena partorita ed ero ancora umana. Mi aveva morsa ma il suo veleno mi aveva solo pizzicata», dissi ricordando i miei ultimi attimi di vita.
«Esatto, potrebbe essere quello il motivo del semplice fastidio», ne convenne Carlisle.
«E perché ha gli occhi dorati e non rossi come appena trasformata?», chiese Esme.
«Probabilmente perché si è sempre nutrita di sangue d’animale», le rispose.
«E’ semplicemente assurdo», commentò Jacob incredulo. «E’ come se fosse diventata vampiro in modo del tutto naturale».
«Alice, Jasper, voi quando avevate trovato Nahuel vi aveva mai parlato di una situazione simile?», chiese Carlisle.
«E’ sempre stato un po’ vago circa la situazione delle sorelle. Non le frequentava granchè, però diceva che ognuna di loro aveva una sua condizione a sè stante. Una aveva raggiunto la maturità a diciotto anni, un’altra a dieci, un’altra ancora addirittura a cinquanta. Ma non ha mai specificato che si trattassero di vampire al cento per cento. Forse era solo per sentito dire, non amava molto frequentarle. Quello che sa ce lo aveva detto tutto a suo tempo. Le femmine ibride sono diverse dai maschi ibridi, e forse anche tra maschi ci sono delle differenze del tutto simili», rispose Jasper.
«Certo, a questo punto qualcuno potrebbe essere rimasto per sempre metà umano e metà vampiro, mentre altri potrebbero aver concluso la trasfromazione avendo raggiunto la maturità solo in punto di morte», commentò Carlisle.
«Com’è successo a me», s’introdusse Nessie.
«Esatto», confermò. Rimase in silenzio a pensare per qualche secondo, mentre fissava un punto nel vuoto. «Il primo essere divenuto naturalmente vampiro», mormorò sovrapensiero.
«Potrebbe anche essere il primo vampiro incapace di trasformare?», domandò Jacob irrigidendosi.
Carlisle scattò sui suoi occhi capendo cosa volesse dire.
Per i lupi era una faccenda importante.
«Questo possiamo solo sperimentarlo», rispose Carlisle serio.
«E come?», domandò Jacob, ma il tono che usò faceva intendere che temesse per la vita di qualche ignaro essere umano.
«Useremo un animale per questo. Proverò a lasciar agire il mio veleno su uno di loro, e poi vederemo cosa succede con il veleno di Nessie. Non agirei in nessun’altro modo, Jacob», gli rispose Carlisle, evidentemente aveva avuto la mia stessa sensazione.
Jacob rilassò i muscoli del viso e del corpo.
D’altra parte era pur sempre un lupo protettore del genere umano.
«Posso farti un’altra domanda Carlisle?», gli domandò lievemente incerto.
«Certo, farò il possibile per risponderti», replicò cortese.
«Perché si è spezzato l’imprinting?».
«Già, perché?», incalzò Rose.
«Bella domanda Jacob», disse Carlisle prendendosi tempo per riflettere. «L’esistenza dell’imprinting è un mistero di per sé. Mi sembra strano che una magia così potente serva solo per innamorarsi della persona giusta».
«Da quel che dicevano Leah e mio padre, serve per generare dei lupi sempre più forti. Si pensava che fosse una rarità, e forse per questo motivo i pochi lupi che la subivano dovevano procreare una generazione che potesse in qualche modo rendere più efficaci gli attacchi del branco», disse Jacob.
«Potrebbe essere, avrebbe più senso se fosse per una questione ereditaria. Ci avevi raccontato delle vostre interessanti leggende. All’inizio un singolo lupo non riusciva a battere un solo vampiro, mentre ora un solo lupo può abbatterne anche tre o quattro alla volta. Lo avete dimostrato durante la famosa battaglia con i neonati di Victoria. Credo proprio che Leah e Billy abbiano ragione, non vedo altra soluzione. Il che potrebbe anche fornire la risposta al tuo quesito Jacob».
«Cioè?», domandai, ma me ne pentii subito.
«Bella, vuoi calmarti per piacere? Nessuno ce l’ha con te», mi rassicurò Jasper sentendo la mia agitazione.
Come per dimostrarmi che aveva ragione, Esme mi si avvicinò con un sorriso bonario e mi cinse il fianco con un braccio.
«Edward ha sempre avuto un carattere particolare, Bella. Non abbiamo intenzione di perdere anche te, Jacob e meno che mai Renesmee. Un figlio se nè andato per la terza volta, e non voglio perderne altri due più una nipote», mormorò dolce come sempre.
«Grazie Esme», le dissi commossa e posando la fronte sulla sua tempia.
«Bè», disse Rose attirando la nostra attenzione. «Ti accoglierò come una sorella ad una condizione», mi disse.
«Tutto quello che vuoi Rose», le risposi speranzosa.
«Devi dirmi che avevo ragione io», proseguì incrociando le braccia.
«Avevi ragione Rose, l’hai sempre avuta. Avrei dovuto ascoltarti sin dall’inizio. Mettendomi in guardia hai dimostrato di essere una vera amica, ma non lo avevo mai capito. Perdonami Rose», dissi con uno strano nodo alla gola.
Rose guardò prima me poi Emmett, cercando un consenso nel suo sguardo fiero e sorridente.
«Fatti più in là, cagnaccio», disse Rose mentre si avvicinava a me.
«Perché c’è uno specchio dietro di me?», scherzò Jacob guardandosi alle spalle. Poi le sorrise divertito e si scostò, lasciando che lei si mettesse in mezzo a noi e mi prendesse la mano.
Le sorrisi, mi sentivo sollevata.
Non avevo realizzato quando il suo perdono fosse così importante per me, tanto quanto il perdono di Edward.
Carlisle interruppe il momento di riappacificazione schiarendosi la voce.
«Scusa se ti abbiamo interrotto Carlisle, continua pure», lo incitò Rosalie.
«Grazie Rose», disse il dottore riprendendo la parola ed accennando un inchino. «Dunque Jacob, probabilmente il tuo imprinting ha cessato di esistere perché la situazione di Nessie ha reso impossibile la prosecuzione del tuo ramo. Ora che lei è immortale, non può più cambiare il suo corpo, esattamente come una qualunque femmina di vampiro. Questo potrebbe aver reso inefficace la magia e per questo ha cessato di esistere», spiegò.
«Non poteva cambiarlo nemmeno prima. Abbiamo sempre saputo che Nessie non poteva avere figli perché ibrida», disse Jacob di nuovo coinvolto nella discussione.
«Come vi avevo già detto a suo tempo, ci sono diverse teorie su questo e a seconda del tipo di incrocio e di soggetti studiati. Alcuni dicono che c’è una percentuale bassissima di ibridi femmine capaci di procreare, altri che divengono feconde solo dalla terza generazione in poi. Le femmine di prima generazione sono sempre sterili. Dai miei studi posso dirti che gli ibridi sono biologicamente sterili. Credo che l’imprinting sia scattato in una condizione estrema, al limite del possibile, e come tutte le cose “stirate” alla prima occasione ha ceduto. In condizioni normali avreste avuto dei figli e sarebbero stati lupi più potenti, ma la sua metà vampirica ha messo i bastoni tra le ruote alla prosecuzione del tuo ramo, e la crescita velocizzata di Nessie ha reso ancora più impossibile il lieto evento. Il corpo femminile ha bisogno di cambiare gradualmente per accogliere il bambino, per questo Bella era ridotta in condizioni disperate quando era incinta di Renesmee, perché lei non le dava il tempo di adattarsi».
«E perchè è scattato se non potevo avere figli in partenza?», domandò Nessie con una punta di tristezza. Sapevo quanto a suo tempo desiderasse avere un figlio da Jacob.
«Perché in condizioni normali glieli avresti dati. Se non ci fosse stata l’altra tua metà contrastante, l’imprinting sarebbe stato più forte, non si sarebbe mai spezzato e tutto sarebbe andato bene», spiegò Carlisle.
Jacob storse il naso non completamente d’accordo alle parole tutto bene.
La condizione di schiavo non era certo la cosa più bella che gli sarebbe potuta capitare, anche se lei era quella giusta per lui.
Almeno secondo la magia Quileute.
«Quindi avevo ragione. Ho avuto l’imprinting con la sua parte umana. Ma ancora non capisco come sia potuto succedere se l’altra metà è la mia ragion d’odio», domandò più a sè stesso che al dottore.
«Non si può trovare una spiegazione a tutto, Jacob. Posso supporre che la parte umana che ha accettato naturalmente l’altra sua metà, ha fatto si che anche il tuo imprinting l’accettasse. Finchè il suo cuore batteva la magia è durata, ma dopo non ha più trovato la forza di resistere e forse la tua natura ha ripreso il controllo della situazione».
«Perché non accetta di legarsi ad un vampiro», concluse Jacob. Poi si sporse in avanti superando Rose con lo sguardo e mi osservò dubbioso.
«Con lei è diverso, non si tratta di magia ma di pura e semplice scelta personale», lo rassicurò Carlisle, cogliendo le domande inespresse del mio compagno.
Jacob mi sorrise dolcemente, perdendosi nei miei occhi mentre io mi perdevo nei suoi.
«Come pensavo», sentenziò passandomi dietro le spalle e posandoci le mani grandi e calde.
«Che pace», sussurrò Jasper mentre ci osservava. «Non ho mai sentito tanta serenità tra due persone. Specie tra lupo e vampiro. E’ strano, è diverso rispetto alla condizione precedente».
«Perché è come sarebbe dovuta andare», gli suggerì Jacob. «Ora le coppie sono ben assortite, senza magia».
«E senza accanimento», aggiunsi io.
«Sapete la cosa più assurda?», s’intrufolò Alice.
Jacob alzò un sopracciglio.
«C’è qualcosa di più assurdo di tutto questo?», le domandò scettico.
Alice fece finta di non averlo sentito.
«Non ho avuto nemmeno una visione su di lei. Avrei dovuto vederla decidere di uscire dalla tomba, di andare a cacciare, di voler andare a trovare prima Bella e Jacob. Ma invece non ho visto nient…», le parole le morirono in gola all’improvviso.
Il suo corpo si irrigidì e il suo sguardo divenne vitreo, mentre un’espressione di paura s’impadronì del suo volto grazioso.
«Alice», la chiamò Jasper.
Accorremmo al suo fianco con aria preoccupata.
Stava avendo una visione, una visione terribile a giudicare dal suo sguardo.
Dopo pochi istanti uscì barcollante dallo stato di trance. Jasper l’acchiappò per un braccio prima che lei potesse cadere. Per la prima volta.
«Alice, cos’hai visto?», le chiesi, ma sapevo già la risposta.
«Ho visto…», sussurrò con il fiato corto, quasi a mangiarsi le parole. Deglutì e tentò di proseguire. «Ho visto le fiamme che ti avvolgevano e gli occhi rossi di Edward che le guardavano soddisfatto. Poi…poi vi si è gettato dentro».
«Ah!», trillai coprendomi la bocca ed indietreggiando. Jacob tentò di calmare le mie convulsioni isteriche stringendomi forte al suo petto ed imprecando contro Edward.
«Se si azzarda…se solo si azzarda a toccarla, io…», sbraitò imbestialito tra una parolaccia e l’altra.
«Non la toccherà, Jacob. Non glielo permetteremo, ma cercheremo di farlo ragionare», lo rassicurò deciso Carlisle. «Quando verranno a cercarvi gli parleremo, come abbiamo fatto per Nessie».
«Tra due giorni», biascicò Alice.
Di scatto ci voltammo a guardarla con la paura negli occhi.
«Edward e i Volturi hanno deciso di venire qui tra due giorni».
  
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