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Autore: NekoShadi    05/11/2010    4 recensioni
[in revisione] Una gita scolastica entusiasmante in un antico castello medievale si trasforma in un giallo a causa della sparizione di uno degli studenti. Assieme a lui anche una reliquia storica del luogo, una rosa nera. Cosa significherà?
Il mio primo romanzo! >.< ditemi cosa ne pensate! :3 Anche i pareri negativi sono accettati!!
Genere: Avventura, Mistero, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il castello dei Magis dopo la sparizione di Albar era stato chiuso al pubblico perché ritenuto pericoloso; dalla piantina che c'era appesa alla sua entrata risultavano esserci 27 stanze. In realtà le stanze del castello erano molte di più. Un comune mortale non le poteva vedere, non erano rilevabili con i raggi-x o con qualsiasi altro mezzo, anche con quello più innovativo e tecnologico.

Esse infatti erano le stanze dove ancora il potere dei Magis viveva, ed erano protette con una speciale barriera magica.

Dopo la sua scomparsa, la rosa aveva condotto proprio lì Albar, il quale dormiva ininterrottamente da 5 giorni ormai.

Un discendente dei Magis, Ryan, lo aveva accudito e seguito con molto impegno.

Albar, ormai, non era più un comune ragazzo quindicenne, non era più lo scolaro troppo vivace e pasticcione, non era più il figlio primogenito di una comunissima famiglia; ebbene sì, ora era diventato un vero e proprio mago, o meglio, il mago della rosa nera.

Dopo quel lungo periodo di sonno, il ragazzo finalmente aprì gli occhi: si sentiva strano, aveva una nuova forza dentro di sé, qualcosa di indescrivibile.

Appena vide Ryan domando: “Chi sei?.. Non capisco: dove sono?” Ryan con un occhiata veloce rispose: “Finalmente ti sei svegliato. Io sono Ryan Magis. Ti trovi nel castello scozzese, ricordi?”

Albar era confuso, gli sembrava di aver dormito mille anni, i suoi ricordi erano vaghi e distorti, poi piano piano capì: rammendò la gita al castello dei maghi, la bravata con Dan, la rosa nera.

Si alzò di scatto in piedi e chiese dove fossero i suoi compagni, la prof e la guida.

Ryan lo invitò a calmarsi: il ragazzo infatti era caduto in preda al panico, si guardava intorno gridava il nome dei compagni senza ricevere alcuna risposta, si sentiva come in trappola.

Poi quasi senza nemmeno accorgersene tese una mano verso la porta gridando: “aperi!!” e la porta come se fosse colpita da una folata di vento improvviso si aprì.

Ryan, che aveva visto la scena, guardò il ragazzo intento a capire cosa fosse successo.

Albar, che non riusciva più a muoversi, si inginocchiò a terra per il terrore e si guardò la mano con uno sguardo interrogativo.

Ryan allora gli si avvicinò e gli si sedette di fianco; per la prima volta Albar lo osservò completamente: era un ragazzo sui diciassette anni con i capelli corvino e gli occhi cobalto. Indossava uno strano vestito, un abito da mago, come quello degli illusionisti dei circhi, nero con due code sul retro che gli arrivavano circa a metà coscia, a differenza che quello era indossato da una persona che la praticava realmente la magia.

Con un filo di voce Albar, che si era leggermente tranquillizzato alla presenza di qualcuno poco più grande di lui disse: “Che significa tutto questo? Cosa mi è successo?”

Ryan si preparò a raccontargli una lunga storia, quella dei Magis: “Vedi..- cominciò- I Magis erano un'antica famiglia di maghi che abitava in questo castello, poi fu cacciata, perché si pensava che fosse maligna, ma in realtà la loro magia non si spostò mai da questo castello e lo fece rifugiandosi in queste stanze che sono protette da un'imponente barriera; da allora questa dinastia è sempre vissuta, ma per scegliere i suoi successori si serviva e si serve tuttora della sorte; per ogni generazione ci sono dei prescelti che nel giorno stabilito ricevono il potere che gli è stato riservato. Vedi Albar, tu sei uno di quei prescelti, proprio come me, il tuo destino è quello di rappresentare la famiglia Magis”.

Con un po' di sorpresa Albar chiese:

“Ma quindi io, io sono..”

Ryan: “Esatto, è proprio così Albar, tu sei un mago e d'ora in avanti sarai Albar Magis”

“E i miei amici? Saranno preoccupati per me.. ora devo tornare da loro”

“No Albar, non puoi!!”

“Perché?? Mi mancano e poi voglio stare con loro!”

Ryan con un senso di tristezza, poiché aveva anche lui lo stesso destino del giovane mago esclamò: “Albar, tu sei un mago, e come tale la tua anima è immortale, ma se torni con i tuoi amici, ben presto finiresti per rivelare, anche involontariamente, il tuo segreto!”

Albar replicò: “Quindi, anche se sanno che sono un mago?? Non farebbe differenza!!”

“E invece si!!”

“Per quale motivo?”

“Moriresti...”.

In quel momento la voce di Ryan si affievolì, e si capiva chiaramente che il ragazzo stava trattenendo le lacrime.

Albar allora non proferì più parola e si dispiacque di aver fatto soffrire il nuovo amico.

Dan, piano piano cominciava a riparlare ai compagni e la classe si stava risollevando dall'accaduto.

Freia aveva già avuto modo di dimostrare la sua bravura risultando la più brava della classe già in tre verifiche.

I prof e gli altri alunni rimanevano sempre sorpresi da quella ragazza che non sorrideva mai.

I suoi morbidi capelli neri le davano un fascino incredibile, ma era che evidente i suoi occhi nascondessero un terribile segreto.

Nell'intervallo spesso stava da sola e sembrava assorta nei suoi pensieri; ma Dan aveva notato, a differenza degli altri, che la ragazza teneva d'occhio un giovane primino solare e sorridente.

Quel ragazzino Dan lo aveva conosciuto durante un'assemblea generale il primo giorno di scuola, si chiamava Jan: era un quattordicenne molto simpatico; aveva i capelli castani e due bellissimi occhi nocciola, si mostrava una piccola peste, come del resto i ragazzi della sua età.

Sembrava che lo controllasse, però non gli si avvicinava mai, Dan non capiva il motivo di questo accanimento ed era incuriosito dallo strano comportamento della ragazza.

I giornali ormai non riportavano più la notizia della sparizione di Albar e i poliziotti erano sul punto di archiviare il caso in attesa di trovare indizi utili.

Quel giorno Dan tornò a casa più stanco del solito, ma appena entrò in camera sua vide qualcosa di nero sul pavimento. Inizialmente pensò ad una macchia non pulita ma appena si chinò a guardare si sentì morire: quella non era una macchia, bensì un petalo della rosa nera.

   
 
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