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Autore: CUCCIOLA_83    16/11/2005    3 recensioni
Eccomi qui con una nuova ff. questa volta ho cercato d'immaginare un possibile inizio della storia tra Remus e Tonks. non ci sono Spoiler di nessun genere.
spero solo che vi piaccia.
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Il grande giorno era ormai arrivato, il torneo estivo stava per avere inizio. Tutti i ragazzi erano rimasti sorpresi nel venire a sapere che Hermione aveva organizzato una squadra per partecipare al torneo, ma nonostante questo nessuno avrebbe scommesso uno zellino sulla sua squadra.

Quella mattina a colazione non si parlava d’altro, ormai mancavano meno di due ore alla prima partita e già si facevano pronostici sulla squadra vincitrice, «secondo me vinceranno i Tornado d’oro»disse una ragazza di tassorosso, «no ti sbagli i Fantasmagorici sette sono i favoriti» disse un ragazzo di serpeverde, «vi sbagliate entrambi, ma vi rendete conto o no magnifici fulmini hanno Harry Potter come cercatore.. scusate se è poco» disse una ragazza di grifondoro. Ormai da giorni erano questi i discorsi che si sentivano tra i corridoi e in giro per tutto il castello.

Tonks sembrava pensierosa, Hermione se ne accorse «cosa c’è Tonks? Non ti senti bene?» le chiese, «cosa? No, no, è tutto ok, pensavo solo a quando ero anche io un’alunna, ricordo bene l’eccitazione prima di una partita. Però nella squadra della mia casa non mi hanno mai presa, c’era sempre qualcuno più bravo di me» disse mentendo, in verità la sua mente non era così lontana. Non molto distante da loro anche qualcun altro era pensieroso, Remus, infatti, era preoccupato per quello che lo attendeva, non gli era mai capitato di dover arbitrare una vera e propria partita di Quidditch, durante gli anni passati a Hogwarts al massimo gli era capitato di fare da giudice tra James e Sirius ma da lì ad arbitrare una partita ce ne passa, ma ormai non poteva più tirarsi in dietro.

Era l’ora, tutta la scuola si ritrovava al campo di Quidditch. Lee Jordan, era arrivato appositamente da Londra dove lavorava, per commentare il torneo estivo, «signori e signore, ragazzi e ragazze, e chi ne ha più ne metta, benvenuti al primo torneo estivo di Quidditch della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. Chi vi parla è il vostro, spero non dimenticato, commentatore ufficiale Lee Jordan, tornato appositamente dietro a questo microfono su richiesta della professoressa McGranitt, lo ammetta professoressa le manco, vero? Non può vivere senza me, lo confessi.. ok, ok scherzavo non mi guardi così la prego» le radio cronache di Jordan erano passate alla storia, tanto quanto le sue sfrecciatine rivolte alla professoressa McGranitt la quale, anche se non l’avrebbe mai ammesso, si divertiva molto ad ascoltarlo. La radiocronaca riprese con l’annuncio delle prime due squadre che si sarebbero scontrate, «Ma ecco che le se squadre stanno entrando in campo, per i tornado d’oro, in divisa grigio oro con dei manici di scopa avvolti in un tornado, abbiamo i battitori Borton e Roggus di serpeverde, i cacciatori Mcloid, Roger e Percylon i corvonero, di tassorosso e grifondoro, il portiere Lonty di corvonero e il cercatore Feiting sempre di corvonero» l’entrata in campo dei tornado d’oro fu seguita da un lungo e fragoroso applauso, «sì, sì bene, per i magnifici fulmini in divisa arancione e gialla con dei fulmini intrecciati, i battitori Teylor e Jonson di corvonero, i cacciatori Rainols e Geraining di tassorosso e Toyron di serpeverde, il portiere Weasley e il cercatore Potter entrambi di grifondoro» quando anche i magnifici fulmini entrarono in campo il pubblicò applaudì entusiasta, «ad arbitrare questo grande incontro ci sarà il professor Lupin, ex professore di difesa contro le arti oscure, ehi professore le hanno mai detto che lei è stato il miglior professore di difesa contro le arti oscure che questa scuola abbia mai avuto da molto tempo? È vero lei non mi può più dare voti, faccia pure come se non avessi detto niente» disse Jordan rivolto a Remus, il quale lo salutò ridendo.

La partita si rivelò particolarmente avvincente e senza esclusione di colpi, durò circa un’ora e mezza, e si concluse con la vittoria dei magnifici fulmini grazie ad una spettacolare lotta per la conquista del boccino d’oro.

La seconda partita che si disputo subito dopo fu “schegge d’argento/dilettanti alati”, la squadra dei dilettanti alati era particolarmente nervosa, quindi Hermione decise di fare un piccolo discorso d’incoraggiamento, «bene ragazzi, lo so benissimo che siete nervosi, anche io lo sono. Questa è la nostra prima partita e dobbiamo dare il massimo. Molti si aspettano che noi facciamo una figuraccia, dobbiamo fargli vedere di che stoffa siamo fatti. Quindi ragazzi, testa alta, scope alla mano e giocate come vi ho visto fare in allenamento!» entrarono in capo decisamente più sereni, forse anche per questo giocarono splendidamente «i dilettanti alati sono ancora in possesso della pluffa con Paciock che si dirige verso la porta, tenta il tiro e Segna!! È una cosa incredibile vero professoressa? Professoressa McGranitt si sente bene? Oddio è svenuta..e ora che faccio? Su, su non faccia così.. ok si sta riprendendo, credo che per lei sia stato uno shock, ma cosa succede.. Ginny Weasley è partita a tutta velocità per recuperare il boccino d’oro, anche Kingout l’ha visto. Entrambi si buttano all’inseguimento. Splendido scatto di Weasley.. Preso!! Fantastico davvero fantastico! I Dilettanti alati si aggiudicano la vittoria! Chi l’avrebbe mai detto.. per oggi è tutto, vi aspettiamo numerosi domani per le prossime partite, dal vostro caro Lee Jordan buon proseguimento di giornata».

*****

La giornata si rivelò particolarmente stancante per Remus, non era più abituato a tutto questo, così a pomeriggio inoltrato uscì nel parco con un libro sotto mano. Trovò un bel posticino tranquillo in riva al lago, l’ideale per rilassarsi.

Tonks continuava a guardarsi in torno in cerca di Remus, non trovandolo decise di uscire a cercarlo. Girò tutto il parco prima di trovarlo seduto vicino al lago intento a leggere un grosso libro, ma come fare per avvicinarsi? Doveva inventarsi una qualsiasi scusa, ma quale? Rimase per qualche minuto ad osservarlo, sembrava che non si fosse accorto della sua presenza, non poteva indugiare oltre, doveva, voleva avvicinarsi a lui, poi le venne un’idea. Fece apparire un bicchiere e lo riempì d’acqua, si avvicinò pian piano, cercando di fare il minor rumore possibile.. Eccola, si trovava proprio dietro di lui, allungò la mano nella quale stringeva il bicchiere e.. glielo rovesciò proprio sulla testa « dai Remus è estate. Questa stagione è fatta per divertirsi, non per buttarsi sui libri» disse, «Ninfadora, questa me la paghi. Se ti prendo di butto nel lago» disse cercando di dare un tono tranquillo alla sua voce, si girò di scatto, ma Tonks si era già messa a correre, «Non chiamarmi Ninfadora o ti trasformo in un criceto !!» urlò mentre correva, a questo punto a Remus non restò altro da fare che inseguirla. Continuarono a ricorrersi e a minacciarsi scherzosamente per un quarto d’ora prima che Remus con un ultimo scatto riuscisse ad afferrarla. Si ritrovarono così l’uno sopra l’altra. Si fissarono negli occhi come non avevano mai fatto fino a quel momento, poi d’un tratto « Remus ti hanno mai detto che hai dei begli occhi?» disse Tonks, «c.. cosa?» Remus non capiva il perché di quella frase, non fece in tempo a trovare altre parole perché nel giro di pochi secondi si ritrovò le labbra di lei sulle sue. Quando Tonks si staccò da lui disse « oh Finalmente!! Era da molto tempo che volevo farlo», questa frase lo lasciò ancora più spiazzato «cosa vuoi dire?» le chiese, « beh sai, credo che…vedi è da un po’ di tempo che non faccio altro che pensare a te. Spero che non ti abbia dato fastidio il mio gesto, ma non potevo più resistere» rispose arrossendo, «no ma cosa vai a pensare? Vedi…anche io, cioè sì..no cioè..insomma anche io ho pensato molto a te in questo periodo, ma credevo che, sai il segreto con cui convivo, pensavo che mai ti saresti interessata ad uno come me» disse arrossendo a sua volta Remus, in quel momento lei gli diede un altro bacio ancora più intenso del precedente.

Quando si decisero a rientrare al castello erano entrambi frastornati ed imbarazzati, ma si rivelarono decisamente abili a nasconderlo, così nessuno dei presenti riuscì a capire quello che era effettivamente successo tra loro, quel pomeriggio.

Ma una volta solo, nella sua camera nella mente di Remus cominciano a girare molti pensieri, pensieri che non promettono niente di buono, ma che comunque non poteva evitare di prendere in considerazione « cosa le posso offrire io? Un lupo mannaro senza il becco di un quattrino? Sono troppo vecchio per lei.. Per di più non ho un lavoro, a parte quello che svolgo per l’ordine della fenice, ecco, l’ordine della fenice, se mi dovesse succedere qualcosa? E se dovesse succederle qualcosa? No, ma come ho potuto lasciarmi andare così? Non posso, non posso.. meglio troncarla qui, sul nascere.. E’ inutile cominciare qualcosa che so già che non ha futuro» ormai Remus ne è sempre più convinto, queste voci nella sua testa hanno ragione, non può, non può cominciare una storia con Tonks, e lei dovrà accettarla, ma lui, riuscirà a fare altrettanto? Doveva farcela, ma allora perché ci stava così male?

Nella stanza accanto, invece Tonks sembrava estremamente felice. Finalmente era riuscita a confessare quello che provava a Remus, ma la cosa più bella era che anche lui provava qualcosa per lei, semplicemente fantastico! Quella notte si addormentò felice, ignara di quello che sarebbe accaduto di lì a qualche ora.

*****

Il giorno seguente si rivelò particolarmente duro per Remus, oltre ad arbitrare le due partite di Quidditch in programma, dovette anche cercare di evitare d’incontrare Tonks. Aveva persino pensato di chiedere a Harry la vecchia mappa del Malandrino per il suo scopo, ma poi capì che non poteva continuare così, in fondo era un uomo adulto, non era più un ragazzino, doveva affrontarla anche era difficile, non doveva e non poteva illuderla.

Nonostante i buoni propositi la serata fu davvero difficile, vederla lì, seduta al suo stesso tavolo mentre chiacchierava tranquillamente con la McGranitt, gli faceva male, dover rinunciare a lei era difficile ma doveva farlo. Si alzò senza farsi notare e tornò in camera sua, aveva bisogno di stare solo.

Tonks, da parte sua era tranquilla, anche se avrebbe voluto trascorrere tutta la giornata con Remus, ma sapeva che non era i caso di sbandierare a tutti i loro sentimenti, probabilmente si sarebbero visti dopo cena. Ma questo non accadde, Remus se ne andò presto, o così suppose lei. Chiese a molte persone ma nessuno gli seppe dire dove si trovava Remus. Cominciava a preoccuparsi. Perché si comportava così? Dipendeva forse dall’avvicinarsi della luna piena? Alla fine un ragazzo del 5° anno gli disse che l’aveva incrociato sulle scale del sesto piano «probabilmente sarà andato in camera. Grazie mille. Ciao» salutò il ragazzo e si avviò verso il sesto piano. Arrivata davanti alla camera di Remus esitò molto prima di bussare, quando lo fece però non ebbe nessuna risposta, riprovò una, due, tre volte, ma nessuno gli rispose «Remus, sei qui? Rispondi» dopo qualche istante la serratura della porta scattò e la porta si aprì.

Remus se ne stava in piedi davanti alla finestra, guardando un panorama che in realtà non guardava «non mi hai sentita bussare?» gli chiese, ma in realtà avrebbe voluto digli “perché ti comporti così? Cosa ti succede?” «scusa, probabilmente ero assorto nei miei pensieri e non ti ho sentita» rispose lui come se la sua voce venisse da molto lontano, «mi hai fatto preoccupare» disse avvicinandosi a lui e abbracciandolo. Sentendo il suo corpo stretto a sé ebbe quasi l’istinto di non lasciarla più andare, come poteva farle questo? Come poteva spezzarle il cuore così? Ma le risposte risuonarono nella sua mente, “sei vecchio, sei povero, sei un lupo mannaro, non hai niente da offrirle”, si girò verso di lei, e l’allontanò dal suo corpo. Tonks non riusciva a capire il perché di quel gesto «Remus cosa succede?» gli chiede con voce tremante, «Non possiamo Tonks» cominciò «cosa non possiamo? Spiegati» chiese sulla difensiva, «tutto questo, non possiamo. Non possiamo stare insieme» disse con un filo di voce «perché mi dici queste cose? Cos’è cambiato da ieri?» «ieri è stato un errore da parte mia. Non lo capisci? Io non ho niente da offrirti, non ho un soldo, non potrei mai renderti felice come meriti» dice abbassando lo sguardo, «Ma non lo capisci che a me queste cose non interessano? Io voglio solo stare con te, è l’unica cosa che conta!» risponde alzando la voce Tonks, «ora non t’interessano ma col passare del tempo potresti..» «No, questo non te lo permetto, non puoi sapere quello che potrebbe succedere da qui a due anni o più» lo interrompe, «due anni, non è detto nemmeno che io ci sia ancora tra due anni, sai bene il tipo di lavoro che svolgo per l’ordine, potrei anche morire da un giorno all’altro e tu lo sai» gli risponde tetro, «non devi dire certe cose, tu non…» «io non cosa? Non morirò? Sei sempre così ottimista, ma i tempi che ci aspettano sono incerti e quindi anche la nostra stessa vita è incerta» «basta smettila! Questo non centra con la nostra storia, devi, anzi, dobbiamo pensare al presente al nostro presente!» disse sull’orlo delle lacrime «il nostro presente non esiste, non può esistere» «perché non può esistere?» insiste lei, «perché è giusto così non puoi legarti ad un uomo come me» «giusto per chi? Per te forse, ma quello che voglio io non conta? Io non ho voce in capitolo?» «non ho detto questo, è solo che..» «è solo che hai deciso tutto tu. Tu non sai tutto Remus, so che questa notizia ti sconvolge ma tu non puoi sapere tutto e soprattutto non puoi sapere quello che è giusto per me! Io voglio solo stare con te perché sei importante per me, perché ti voglio bene.. ma forse sei tu che non tieni a me..» disse infine Tonks con un filo di voce, «no questo non è vero! Io tengo tantissimo a te è solo che..» tentò di dire, «stai zitto! Non ti voglio più ascoltare!!» urlò Tonks piangendo, in quello stesso istante, senza che se ne rendesse conto, alzò con un scatto la mano, la quale si schiantò sonoramente sulla guancia sinistra di Remus.

Subito dopo avergli dato uno schiaffo, Tonks aprì la porta e corse fuori dalla stanza, sbattendo la porta dietro di sé. Rimasto solo Remus, cadde in ginocchio, la sua guancia bruciava ma lui non se ne rese nemmeno conto nemmeno quando silenziose lacrime gli rigarono viso.

*****

Il giorno seguente Tonks non si fece vedere, nessuno riuscì spiegarsi il perché, «magari è malata» cominciano a dire alcuni ragazzi, «sì probabile, oppure il ministero le ha affidato una super missione segretissima» dice qualcun altro. L’unico tranquillo era Silente, ogni tanto lanciava delle occhiate a Remus, il quale fece finta di non accorgersene, ma lo sguardo di Silente era difficile da ignorare «Remus, tu sai cos’è successo a Tonks?» chiese tranquillamente il preside, «mi scusi preside, ma preferirei non parlarne ora. Devo andare a cercare la professoressa Caporal, le devo chiedere di sostituirmi per le partite di oggi, sinceramente non me la sento di arbitrare, probabilmente dipende dalla luna piena. Con permesso» disse Remus congedandosi per evitare altre domande, «va bene come vuoi. Sì forse è meglio che qualcuno ti sostituisca, vai pure, ma ricordati di passare nel mio ufficio per la pozione» disse Silente, osservandolo attentamente capì che non era solo a causa della luna piena se era in quelle condizioni, ma preferì non dire nulla, «va bene, a dopo» e se ne andò.

Tutti i ragazzi sentirono la mancanza di Remus durante la partita, ma la versione che era stata diffusa era che il professor Lupin non si sentiva bene a causa della luna piena quindi nessuno fece molte domande. Solo quattro ragazzi non sembravano convinti, «prima Tonks che non si fa vedere per la colazione e per il pranzo, ora Remus che si rifiuta di arbitrare le partite, la luna piena non centra niente deve essere successo qualcosa, ne sono sicuro» disse Harry, «sì, hai ragione, ma cosa? Io sinceramente non me la sento di andare a parlare con Lupin, prima l’ho osservato da lontano, sembrava decisamente nervoso, non l’ho mai visto in queste condizioni, nemmeno prima della luna piena. Se volete provo ad andare a cercare Tonks, magari lei parlerà» disse Hermione, «ne sei davvero sicura Hermione? Secondo me lei si comporterà esattamente come Lupin» disse Ginny, «e allora cosa suggerisci di fare?» le chiese Ron, «ora come ora niente. Probabilmente hanno solo bisogno di stare da soli. Si chiariranno ne sono sicura » rispose con un mezzo sorriso Ginny «cosa vuoi dire con “si chiariranno?» le chiese ancora Harry, «ma come non l’avete ancora capito??» chiese a sua volta Ginny, decisamente stupita che i suoi amici non se ne fossero ancora accorti, i presenti fecero segno di no «tra Remus e Tonks c’è qualcosa, ne sono praticamente certa» disse con una nota quasi trionfante nella voce, «cosa??» dissero in coro, Ginny fece segno di sì con la testa «avete capito bene, provano qualcosa l’uno per l’alta. Ma ieri sera subito dopo cena, deve essere successo qualcosa. E’ questo che dobbiamo scoprire» rispose, «Remus e Tonks innamorati? Non mi sembra possibile» disse leggermente sconcertato Harry, «perché in fondo sono due persone come tutte le altre. Cosa credete, che solo perché Remus è un lupo mannaro non sia capace di amare?» chiese Hermione, in fondo Ginny poteva avere anche ragione, «no, non ho detto questo, è solo che…sembrano così diversi, cioè li avete visti? Sembrano il giorno e la notte..» Disse Ron, «beh questo non vuol dire niente, un detto babbano dice “gli opposti si attraggono” potrebbe essere il loro caso» continuò Hermione, «ok supponiamo che sia così, cosa possiamo fare noi?» chiese ancora Harry, «assolutamente niente, non sono affari nostri, non possiamo intervenire nelle loro questioni di cuore, non credi?» disse Ginny con fermezza, «ma non possiamo non fare niente? Li hai visti? Cioè hai visto in che condizioni è Remus?» insisté Harry, «sì l’ho visto, ma di certo non sono affari nostri, deve fare da solo. In fondo è la sua vita, non la nostra» disse ancora Ginny, «ok, però non mi sembra giusto..» disse infine Harry, «bene, quindi nessuno farà niente, al massimo possiamo dire a Dobby di portare qualcosa da mangiare a Tonks» disse Ginny, «ok va bene andiamo nelle cucine. Dato che non possiamo intervenire, possiamo almeno evitare che Tonks muoia di fame» disse Ron.

I quattro ragazzi si diressero verso le cucine, Dobby si rivelò particolarmente contento di vedere Harry e i suoi amici, e fu ancora più contento di esaudire le loro richieste. Preparò un vassoio con alcune cose da mangiare e si diresse a gran velocità verso la camera di Tonks «speriamo che almeno mangi qualcosa..» disse pensierosa Hermione, tutti gli altri annuirono.

Nel frattempo, Remus, s’incamminò nella foresta proibita. In quel momento era l’unico posto dove era sicuro che nessuno l’avrebbe cercato, erano tutti intenti a seguire le partite del torneo, così lui avrebbe avuto tutto il tempo che voleva per restare da solo. Camminò ancora e ancora, nonostante fosse ancora giorno sentiva dentro di sé la presenza della luna che si faceva sempre più opprimente nel suo cuore. Si sedette su un grande sasso e cominciò a mangiucchiare un panino che si era fatto preparare da alcuni elfi domestici, ma si rese conto di non aver particolarmente fame, così lo lasciò cadere a terra, magari alcuni animali l’avrebbero gradito più di lui.

Dopo alcune ore decise di tornare al castello per prendere la pozione. Arrivato davanti all’ufficio di Silente esitò per qualche istante, di sicuro il preside gli avrebbe fatto un sacco di domande a cui lui non se la sentiva di rispondere. Bussò, la voce del preside lo invitò ad entrare «ben arrivato Remus, accomodati pure. Ti ho già preparato la pozione che Piton mi ha lasciato» disse tranquillamente Silente seduto sulla sua grande poltrona dietro alla scrivania, «grazie. E’ stato molto gentile Severus a lasciarmi una scorta di pozione» disse cercando di evitare di guardare Silente, «sì, è vero» concordò. Remus bevve tutta la pozione contenuta nel calice, il sapore era disgustoso come sempre, «bene Remus, ora vuoi dirmi cos’è successo tra te e Tonks?» chiese osservandolo attentamente «niente preside. È stato solo un errore tutto qui. Si risolverà glielo assicuro» disse Remus cercando di dare alla sua voce un tono tranquillo, senza grande successo però «Remus, credo di poter dire di conoscerti abbastanza bene. So cosa vuol dire quello sguardo. È lo stesso che avevi da piccolo, quando cercavi in tutti i modi di allontanare le persone da te per che scoprissero il tuo segreto. Ma non credo che sia questo il problema, vero? Lei lo sa che sei un lupo mannaro. Nonostante questo però l’hai allontanata da te. Perché?» chiese ancora Silente senza scomporsi «non è questo il punto. Lei merita molto di più» rispose abbassando lo sguardo «ma non puoi decidere tu per lei non credi? Non è più una bambina» insistette il preside «lo so. Ma lei continuava ad insistere.. ho dovuto farlo, ho dovuto rinunciare a lei, anche se è stato difficile, è stato meglio così» disse ancora Remus, «ne sei davvero sicuro?» chiese ancora Silente, Remus fece segno di sì con la testa senza molta convinzione, «va bene Remus. Ma nel profondo del cuore spero che tu un giorno possa cambiare idea, sareste davvero una bella coppia» disse sorridendo, «cosa? No, preside non accadrà. Non posso rovinarle la vita così, l’ho gia fatto con troppe persone» disse alzandosi in piedi, «tu non hai rovinato la vita di nessuno Remus, ne hai tuoi genitori né a James né a Sirius e prima lo capirai prima potrai finalmente andare avanti con la tua vita» disse con un tono fermo nella voce «ne è davvero sicuro? Io non credo..tutte le persone a cui ho voluto bene se ne sono andate, non voglio che succeda anche a lei.. e ora mi scusi, ma è meglio che vada a rintanarmi nel mio vecchio ufficio ad aspettare il sorgere della luna.» disse infine Remus, voleva concludere quella conversazione al più presto «sì, buona idea, lì nessuno verrà a disturbarti. A domani Remus» lo congedò.

Uscito dall’ufficio di Silente, Remus si rese conto di essere stato davvero scortese con lui, ma tutte quelle domande l’avevano scosso, “sareste davvero una bella coppia”, queste parole gli rigirarono nella testa. Ma cosa ne poteva sapere Silente? Arrivato nel suo vecchio ufficio si sedette a terra fissando la finestra. Il cielo era limpido nell’bagliore arancione del tramonto, tra poche ore avrebbe smesso di pensare come un essere umano, quella forse era la prima volta nella sua vita di lupo mannaro che non vedeva l’ora che sorgesse la luna.

   
 
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