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Autore: Vivien L    06/11/2010    14 recensioni
SEGUITO DE "I GIORNI DELL'ABBANDONO".
Edward e Bella hanno una vita perfetta: insieme sono ormai felici, il loro amore sembra intramontabile, ma...il passato tornerà a fargli visita, distruggendo tutte le loro certezze e sgretolando lentamente il loro rapporto, finchè un nuovo dolore si abbatterà sulle loro esistenze.
DALL'OTTAVO CAPITOLO:
Libidine, desiderio, lacerante parossismo che si insinua nel mio corpo, incendia le mie vene, sconvolge ogni equilibrio, ogni certezza, ogni convinzione.
-Sono tua...lo sono sempre stata. Sempre-
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Emmett Cullen, Isabella Swan, Rosalie Hale
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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- Questa storia fa parte della serie 'I GIORNI DELL'ABBANDONO'
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PAROLE D'AMORE
    CAPITOLO 6
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I suoi occhi scuri e penetranti mi incendiano l'anima. Sento un fuoco impetuoso diradarsi nelle piaghe più oscure del mio corpo; irreversibile, si insinua in ogni anfratto del mio petto, lacerando la mia razionalità.

Il mio cuore accelera il suo lento intercedere quando le sue piccole mani si allacciano alle mie spalle; il calore che sprigiona la sua esile figura premuta contro la mia sembra ormai divenuta la mia unica ragione d'esistere.

-Dimmi che mi ami- un sussurro sommesso si dirada nell'aria, carica di tensione e aspettativa, lacerando il silenzio che ha avvolto entrambi.

Bella geme, quando le mie mani si insinuano con tenerezza nelle piaghe più oscure del suo corpo, e le mie labbra lambiscono lentamente i suoi seni nudi, tracciando ardenti scie infuocate sulla sua pelle adamantina.

Il mio sguardo si posa sul suo volto stravolto dal piacere; le guance colorate di un pudico rossore, le labbra rosee e carnose, teneramente socchiuse, che imprigionano un ansito in cui scorgo libidine, desiderio,eccitazione.

Le stesse sensazioni che comprimono il mio petto, concentrandosi negli anfratti più oscuri del mio corpo, per poi giungere al centro pulsante del mio piacere.

La voglio, la desidero, è mia.

Lo scorrere caotico dei miei pensieri si concentra su quell'unico, insignificante particolare mentre, con una spinta decisa e impaziente, mi faccio lentamente strada in lei, assuefandomi del calore che mi avvolge quando le sue gambe si allacciano alla mia vita, e il suo busto si solleva leggermente, mentre un ansito d'eccitazione fuoriesce dalle sue labbra rosse e carnose, diradandosi nell'aria.

Un caldo raggio di luce lunare illumina il suo volto dalla bellezza eterea, irraggiungibile, penetrando violentemente l'oscurità che ci circonda.

I nostri respiri si confondono con il lento ondeggiare dei nostri corpi allacciati; tendini e ossa si ribellano all'incessante libidine che pulsa nel centro nevralgico del mio piacere.

Perchè vorrei che il tempo si cristallizzasse qui, in questa stanza, trascinandoci in un limbo in cui esistiamo soltanto io e lei.

Lei..la mia musa, la mia anima, la mia eterna dannazione.

Geme, Isabella, stringendo con più forza le sue braccia intorno al mio collo, sollevandosi leggermente per respirare il mio profumo. La costringo a stendersi del tutto, e i suoi capelli scuri si spargono sulle candide lenzuola del cuscino, contrastando con il pudico rossore che incendia le sue guance delicate.

Le mie spinte si intensificano, divenendo più profonde, esigenti.

Ma non mi basta...non mi basta più.

Prendo le sue mani, intrecciandole con le mie in un gesto intimo e possessivo; nei miei movimenti non c'è tenerezza, non c'è amore...c'è soltanto libidine, paradossale desiderio che si abbatte con violenza contro lo scoglio impenetrabile della mia razionalità.

La desidero, la voglio, è mia.

-Dimmi che mi ami- la mia voce è dura, questa volta. Voglio sentire la sua voce, voglio scorgere ciò che realmente si cela dietro ai suoi occhi scuri, indecifrabili...voglio prendermi tutto ciò che ha da offrirmi, ora e per sempre.

Non risponde, mentre il piacere le incendia lentamente il corpo...è bellissima, meravigliosa, così piccola e fragile da sembrare una pallida bambola di porcellana fra le mie braccia.

Respiro il suo profumo, la mia unica linfa vitale, in grado di abbattere con forza ogni difesa che erigo per proteggermi dal dolore che mi provoca ogni volta unirmi a lei, renderla mia, prostrala ai miei voleri, e una spinta più forte le causa un gemito irruente, che prorompe impetuoso dalle sue labbra socchiuse.

-Dillo, Isabella. Dimmi che mi ami-

All'improvviso succede. Il silenzio sembra cristallizzarsi nell'aria, irreversibile come il peggiore dei tormenti, lacerando il mio cuore, dilaniando la mia razionalità.

I suoi occhi si spalancano, divenendo lucidi dall'emozione. Mi accarezza il volto, estasiata, lo sguardo illuminato da una luce ardente, penetrante, impetuosa come la più irrefrenabile delle passioni.

Isabella non mi ha mai guardato in questo modo...mai.

Nel suo sguardo c'è amore,dolcezza, nostalgica contemplazione...tutto ciò che lei non è mai stata in grado di donarmi.

E la sua voce, quando parla, sembra lacerare ogni recesso del mio cuore, gettandomi in un vortice in cui dolore e confusione travolgono ogni fibra del mio essere, irreversibili come il peggiore dei tormenti.

-Jacob...ti amo-
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 Apro gli occhi di scatto, scostandomi violentemente il candido lenzuolo dal corpo, mentre sento il mio cuore accelerare il suo ritmo cadenzato, rimbombando con forza nella cassa toracica. Il silenzio si è cristallizzato nell'aria, carico di tensione e aspettativa, lacerato dai miei ansiti sommessi. Mi scosto una ciocca di capelli dalla fronte, voltandomi verso il lato opposto del letto...e quando i miei occhi incontrano il nulla, sento il dolore sopraffare la mia anima, travolgendo la mia mente e dilaniando gli anfratti più oscuri del mio corpo.

Lei non c'è più...lei se n'è andata.

Questa volta per sempre.

Stringo la mascella, lo sguardo perso, mentre il vortice caotico dei miei pensieri si scontra contro l'irrefrenabile desiderio di lasciarmi sopraffare dall'agonia che si sta lentamente impossessando del mio corpo.

Dovrei odiarla, disprezzarla. Dovrei desiderare di non rivederla mai più...lottare per rimuovere il suo ricordo dalla mia mente, ricominciando a vivere senza di lei.

Puttana.

Le parole di Esme si riaffacciano alla mia mente, penetrando con forza il vortice indistinto dei miei pensieri.

E' una sgualdrina, Edward...una sgualdrina che ti ha sposato soltanto per il tuo denaro.

La sconcertante verità è che il nostro matrimonio era ormai andato in frantumi da tempo; la consapevolezza che il suo amore per me era ormai sfumato nel vento, labile ed etereo come una calda giornata d'estate, sembra causarmi un dolore sconvolgente di cui il mio corpo e la mia anima sono ormai divenuti succubi; si insinua nel cuore, corrompe la mente, lacera la mia razionalità, rendendomi il pallido riflesso dell'uomo che ero un tempo...un uomo che è scomparso il giorno stesso in cui lei è andata via.

Sarei disposto a tutto, per averla.

Anche a perdonare il suo tradimento; anche a fingere che quelle foto sconvolgenti, in cui ho visto la mia donna amare un altro uomo, non siano mai esistite.

Ciò che più mi tramortisce è la consapevolezza che no, lei non tornerà da me, non ne ha mai avuto l'intenzione.

Probabilmente il peso delle sue azioni l'ha portata a riflettere su ciò che è sempre stato il nostro matrimonio: finzione, costrizione, possessività.

Non mi ha mai realmente amato, non è mai riuscita a superare l'irrefrenabile sentimento che la legava a Jacob Black...è addirittura arrivata a rifugiarsi fra le braccia di altri uomini, pur di allontanarsi dall'amore che provo per lei.

Mi prendo il capo fra le mani, gemendo silenziosamente, e il silenzio si infrange con violenza contro lo scorrere caotico dei miei pensieri...la prospettiva di dover trascorrere una vita senza di lei è insopportabile.

Sarei disposto a perdonarle tutto...l'umiliazione, le menzogne, l'abbandono. Se soltanto riuscissi a scorgere nel suo volto dalla bellezza eterea, irraggiungibile, il minimo cenno di rimorso, non esiterei ad implorarla di tornare da me.

Ma la consapevolezza che lei non è pentita di ciò che ha fatto mi uccide; nascondendosi dietro false pretese e assurde convinzioni si è lentamente allontanata da me, giorno dopo giorno avvertivo il nostro legame divenire sempre più fragile, incerto, e a nulla servivano i miei tentativi di ristabilire il nostro equilibrio familiare. Anche i bambini avevano capito che fra noi c'era qualcosa che non andava: Mark era ancora troppo piccolo per captare i segni di cedimento che stavano lentamente sgretolando il nostro matrimonio, ma Amy è una bambina sveglia, e aveva intuito che sua madre aveva ormai deciso di interrompere ogni nostro rapporto ...per questo motivo nutriva un forte rancore per Bella, ma io l'avevo spesso rassicurata sul fatto che presto sarebbe tutto tornato come prima. Io stesso ne ero convinto, finchè l'ineluttabile verità non si era violentemente scontrata con la folle utopia che l'amore che mia moglie nutriva per me fosse sincero. Immaginarla fra le braccia di un altro uomo mi fa impazzire; il pensiero che in questo momento le mani di Jacob Black potessero sfiorare il suo fragile corpo, lambire le sue labbra rosee e carnose, dopo tutto il male che le ha fatto, dopo tutta la sofferenza che le ha causato...

Un rumore stridulo e insistente mi penetra con violenza la mente, interrompendo lo scorrere caotico dei miei pensieri. Scuoto il capo, allarmato, conscio che soltanto una persona potrebbe osare disturbarmi a quest'ora della notte.

Afferro con lentezza il cellulare, premendo il tasto d'avvio, e la voce dolce e cristallina di Rosalie si insinua con violenza nei miei pensieri, causandomi un brivido lungo la spina dorsale.

-Edward...ho bisogno di te-
 

 

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                                                                                       Bella


 

-Non voglio mamma, non voglio!!- strillò Ami con voce acuta, aggrappandosi con forza a una mia gamba, le guance rosse e lo sguardo indispettito. Sbuffai, irritata, allontanandola con dolcezza da me.

-Tesoro, cosa significa che non vuoi?- sbottai, accarezzando teneramente i boccoli scuri di Mark, placidamente accasciato sulle mie braccia. Il piccolo pigolò, seppellendo il capo nei miei capelli, e Amy singhiozzò più forte.

-Non ci voglio andare!-trillò,e io alzai gli occhi al cielo, tentando inutilmente di infilarle il cardigan invernale.

-E sentiamo, perchè non vorresti passare un bel week- end con papà?- mormorai con voce fredda, memore delle parole che mi aveva rivolto pochi giorni prima. Amy tirò su col naso, tendendo la manina verso Mark e lanciandogli un'occhiata infastidita.

-Non voglio andare...lui sta con te!! Perchè lui sta con te e io no?- tentai di reprimere un sorriso divertito alla sua puerile affermazione: nonostante ultimamente i nostri rapporti fossero divenuti più tesi, la mia bambina nutriva ancora un assurda gelosia verso il fratellino minore...avevo il sospetto che temesse che io volessi più bene al nostro ometto di casa, e quel pensiero scatenava ogni volta un moto d'ilarità nel mio animo corrotto...come poteva non rendersi conto che l'amavo a tal punto che sarei stata disposta a sacrificare la mia stessa esistenza per renderla felice?

Mi inginocchiai di fronte a lei, stringendo con più forza Mark fra le braccia, posandogli un dolce bacio sulle guance.

-Tesoro- iniziai cauta, e i suoi occhi chiari e luminosi si posarono sul mio pallido volto, segnato dalla stanchezza

- Non è che io non ti voglia...ma Mark è ancora troppo piccolo per stare lontano da me tutto questo tempo. Non è abituato, capisci?- mormorai, e una sua manina si strinse con forza alla mia camicetta, lo sguardo fisso sul fratellino.

-Ma mamma...perchè non puoi venire anche tu con papà? Perchè?- sussurrò speranzosa, e io impallidii, mentre l'ansia si impadroniva lentamente del mio cuore e della mia anima.

Sospirai, accarezzandole i capelli - Amy, è complicato...tu sei ancora troppo piccola per capire. Anche se io e papà adesso non ci vediamo più come prima, questo non vuol dire che abbiamo smesso di volerti bene...- Mark tirò con forza una ciocca dei miei capelli scuri, posando il capo sul mio petto, e io sorrisi - Mi correggo:vi vogliamo bene, ad entrambi- Amy si asciugò le lacrime che le rigavano le gote con una mano, sorridendo debolmente.

-Mamma, mi chiami per la buona notte?- sussurrò, e io ridacchiai, afferrando con una mano il piccolo cardigan grigio e aiutandola a vestirsi.

-Certo, tesoro...- l'improvviso squittio del campanello ci interruppe. Baciai teneramente il capo di Mark, facendolo accomodare sul seggiolone della cucina, per poi ordinare a Amy di correre in camera a prendere le sue cose.

-Arrivo!- borbottai, sentendo lo scampanellio divenire più insistente, ma quando aprii l'uscio della porta, irritata per l'impazienza del mio ormai ex marito, ciò che vidi mi sconvolse.

Dinnanzi a me, bellissima e impeccabile come sempre, la sinuosa figura di Rosalie Hale si ergeva in tutta la sua straordinaria avvenenza. La donna sorrise quando vide le mie gote impallidire, e mi lanciò un'occhiata malevola.

-Cosa...cosa ci fai qui?- sussurrai con voce flebile, e lei ridacchiò.

-Se la smettessi di balbettare forse potrei comprenderti meglio, Isabella- mormorò acida, e io strinsi i pugni, irritata.

-Cosa vuoi?- sbottai, e lei lanciò uno sguardo disgustato verso l'interno dell'appartamento.

-Proprio carina la tua nuova casa...si adatta alla perfezione per...-

-Rosalie, non sono in vena dei tuoi soliti commenti acidi- sibilai, tramortita - Ripeto: cosa vuoi?- lei si passò una mano fra i capelli, sospirando impercettibilmente.

-Sono venuta a prendere Amy...mi pare abbastanza ovvio, no?- replicò sarcastica, e la mia espressione divenne confusa.

-Ma Edward...-

-Edward non può venire, e ha delegato a me il compito- sillabò, scandendo con cura ogni parola -Sai...- mormorò caustica, ostentando indifferenza -Esme ha organizzato un Week end a New York...ovviamente è stata così gentile da invitarmi, così potremo passare qualche giorno felice con Emily-

Strinsi i pugni, irritata, avvicinandomi lentamente a lei, memore di tutte le occasioni in cui la madre di Edward aveva organizzato gite di gruppo, senza mai prendersi il disturbo di coinvolgermi.

-Stammi bene a sentire- sibilai furiosa, ma la voce dolce e cristallina di Amy mi interruppe.

-Tia Rose!!- pigolò felice, zampettando verso di noi. La osservai abbracciare la sua zia preferita, conscia che Rosalie era la prima e fondamentale causa dell'improvvisa rottura fra me e suo padre...e ancora una volta mi stupii di tutto il dolore che provavo al pensiero di loro, insieme e felici...senza di me.

Scossi il capo, tentando di scacciare quei molesti pensieri dalla mente, e Amy si voltò verso di me, sorridente, le guanciotte rosse e lo sguardo innaturalmente statico e fisso sul mio pallido volto.

Tese le braccine, e io la presi in braccio, baciandole con dolcezza i capelli.

-Prometti che fai la brava, tesoro?- sussurrai, e in quel momento sentii gli occhi di Rose penetrarmi l'anima.

-Si, mamma...ma mi chiami per la buona notte?- ripetè, e io annuii, sorridente.

-Certo, tesoro...saluta papà, va bene?- continuai, e lei annuì solennemente, posando le sue labbra rosee e carnose sulla mia guancia.

Lanciai un'occhiata intensa a Rose, rassegnata all'inevitabile prospettiva di dover affidare la mia bambina alle sue cure, e lei si esibì in un sorriso derisorio, afferrando la piccola Amy per la vita e prendendola in braccio.

-Ci si vede, Isabella- tuonò, e quelle parole mi penetrarono violentemente anima e corpo, quando scorsi il reale significato che si celava dietro il suo sussurro concitato.
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-Amore, vuoi stare fermo?- mormorai con voce carezzevole, tentando inutilmente di sistemare Mark nel poggiolo del carrello, mentre le sue gambette dondolavano in aria senza sosta. Gli baciai il pancino, tentando di tranquillizzarlo, e lui ridacchiò, le guanciotte rosse e lo sguardo estatico.

-Ta-ta- trillò, e io sorrisi, scuotendo lentamente il capo...era davvero piacevole passare le mie giornate libere con i bambini, ma a volte gestirli diveniva estenuante. Considerando che, fra l'altro, scene come quella si ripetevano ogni volta che portavo i miei figli in un luogo pubblico: i loro capricci dispettosi attiravano inevitabilmente l'attenzione delle altre persone, che mi lanciavano spesso sguardi compassionevoli.

Oggi era giorno di spesa, e dovevo considerarmi fortunata del fatto che Amy fosse a New York con il suo papà: controllarli entrambi sarebbe divenuta davvero un impresa epica!

Dopo vari tentativi riuscii a far sedere Mark nel seggiolino, sospirando di sollievo, per poi incamminarci entrambi verso l'ingresso del supermercato, accompagnati dal suono stridulo e insistente del continuo ondeggiare delle porte a vetro dello stabile.

All'improvviso, distratta dal buffo pigolio del mio bambino, che batteva le manine, sorridendo ai cassieri del Market,quasi non mi accorsi di essere andata a sbattere contro una persona.

-Mi scusi, io...- alzai lo sguardo, e nello stesso momento i miei occhi si persero in un volto dalla bellezza eterea, irraggiungibile, i lineamenti leggermente deturpati dal tempo, incorniciati da una chioma scura, la carnagione bronzea e l'espressione incredula fissa sul mio pallido viso...Jacob, il mio Jacob.

Per la prima volta dopo tanto tempo, il mio cuore accelerò il suo lento intercedere, rimbombando con forza nella cassa toracica, penetrando la mia mente e offuscando la mia razionalità.

Per la prima volta dopo tanto tempo mi sentii di nuovo viva; viva davvero.
 

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ABITI BELLA
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Capitolo abbastanza tranquillo, che sono stata costretta a tagliare per non renderlo troppo prolisso. Ringrazio le persone che hanno recensito lo scorso capitolo, i seguiti, preferiti e ricordati. Purtroppo proprio non riesco a rispondere alle recensioni, devo scappare...la prossima volta rimedierò, giuro! Potrete leggere lo spoiler del settimo capitolo sul mio BLOG.Un bacio,E.

AVVISO PER I LETTORI DI OMBRA: I missing moment arriveranno, ragazze. Alcune di voi lo hanno già ricevuto, altre no, semplicemente perchè siete tantissime e per inviarli ho bisogno di tempo...abbiate pazienza, e arriveranno a tutte.
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                                                                           UN PO' DI PUBBLICITA'
 
I SETTE VIZI CAPITALI, di Emily Alexandre...Lussuria, Gola, Accidia, Ira, Superbia, Invidia, Avidità. I sette peccati capitali incarnati nei sette protagonisti della serie di Twilight che popolano la sfavillante corte di Versailles. Isabelle è una bellissima contessa, conosciuta a corte come Belle la Lussuriosa, e da sempre è abituata ad usare gli uomini a proprio piacimento...almeno fino a quando non incontrerà Edouard, un marchese seducente e affascinante, con un piccolo ma rilevante vizio: l'avidità. Riusciranno a cambiare al punto da potersi amare senza remore? E che ne è di Rosalie la superba, bella e fiera del proprio status principesco, contesa dal marchese Emmett e dal visconte Jacob? Il primo, sinceramente innamorato di lei, deve però fare i conti con l'ira che lo invade. Il secondo la seduce a causa di una scommessa con la migliore amica/amante Belle, ma vi si affeziona, pur preferendo in ogni caso i piaceri della gola. E il marchese Jasper riuscirà a superare la propria accidia e a ricambiare l'amore di Alice, nonostante questa sia preda di invidie che esplodono in crisi poco elganti?
"Per tutta la notte aveva sognato due grandi occhi color nocciola incastonati in un viso perfetto… il viso di Isabelle. Non sapeva nulla della contessina, se non che da quando l’aveva vista le era entrata dentro, lasciando un segno indelebile. Cosa aveva di così diverso dalle altre da attirare la sua attenzione? Non era solo la bellezza divina, o il rossore che le decorava le gote a tratti, o la luce che emanavano i suoi occhi e la pelle perlacea… era quello, ma anche qualcos’altro. Qualcosa che al marchese sfugiva, ma che faceva nascere in lui la voglia di rivederla" (cap.4)


 
PER TUTTA LA VITA, di NOIR81...La storia è ispirata alla saga di Twilight. Narra la storia di Bella e Edward che dopo aver condiviso un passato insieme, si incontrano inaspettatamente, dopo quasi 4 anni di lontananza. Un'importante scoperta stravolgerà le loro vite e farà loro rivalutare le scelte compiute.
Ci sarà la famiglia Cullen al completo… o quasi. I protagonisti saranno tutti umani. Ci saranno intrusioni di altri personaggi appartenenti ad altre storie, telefilm e quant’altro. Il rating è variabile… nel senso che per adesso è verde ma con l’evolvere della storia subirà variazioni.

RICOMINCIARE DA ZERO, di Yara89...Isabella Swan è una ragazza appena diciottenne incinta che, insieme al fidanzato, Mike, decidono di partire per la California. Ma se, durante una sosta, a Forks, in un supermercato, lui se ne va, lasciandola sola... come farà? Riuscirà ad andare avanti, partendo da zero?
 
 

   
 
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