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Autore: naccho    06/11/2010    5 recensioni
{AU} Arthur Kirkland è l'erede, insieme ai suoi quattro fratelli, dell'impresa commerciale Kirkland, dedita al commercio di spezie e seta dall'India sin dal 1800. A causa dell'imminente matrimonio di una sua cugina con il rampollo di una importante famiglia americana, i Jones, Arthur viene costretto dalla propria zia a rieducare uno dei fratelli minori di quest'ultimo, Alfred, per farlo diventare un perfetto gentiluomo entro la data delle nozze. Ha tempo solo due mesi e nessun aiuto, ce la farà?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Inghilterra/Arthur Kirkland, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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4.

Logan aggrottò le sopracciglia. Fissò le carte sulla sua scrivania e poi assottigliò gli occhi. Perché le mani gli prudevano? Stupido americano.
Ehi, Logan? Hai finito? Arriveremo tardi per la cena e Arthur è già abbastanza girato” fece Sky, prendendo la sua giacca a vento blu dall'appendiabiti.
Mh. Arrivo.” grugnì lui, lanciando un'ultima occhiata alle carte, che in quel momento gli parevano scritte in arabo, e alzandosi dalla scrivania in modo rumoroso, raccogliendo la sua giacca e mettendola addosso.
Ehi, sei nervoso?” domandò di nuovo Sky, infilando il cellulare nella tasca della giacca.
Logan non rispose, come al suo solito, e cacciò fuori dal taschino un pacco di sigarette e un accendino. Sapeva che la cosa infastidiva Sky, ma non poteva di certo smettere di fumare solo perché i suoi dolci occhioni verdi glielo chiedevano.
Lasciarono l'ufficio, arrivarono nella lobby dove la segretaria li salutò e si inchinò. Entrarono nell'ascensore, in silenzio. Logan sembrava particolarmente irritato, e Sky lo conosceva troppo bene, sapeva di non dover parlare troppo o gli avrebbe spento la sigaretta in faccia.

ovviamente non l'avrebbe mai fatto sul serio, ma era sempre meglio non provocarlo.
Poi, all'improvviso, fu il primo ad aprire bocca. “Quell'americano non mi piace per nulla” sibilò, a denti stretti, fissando il suo riflesso contro le porte dorate.

Uh? Perché?” domandò lui, innocentemente, smettendo di guardare lo schermo del suo cellulare.
Logan gli lanciò una veloce occhiata, assottigliando gli occhi, e Sky alzò le sopracciglia.

Ma... dai” mormorò lui stesso, rimettendo il cellulare nella tasca. “Solo perché mi ha guardato in un certo modo non significa di certo che--”
Lascia perdere, Sky” sbottò il fratello maggiore, togliendo la sigaretta spenta dalle labbra per un secondo. La rigirò tra le dita e poi la rimise tra le labbra, mordicchiando il filtro. Gli montava una rabbia ripensando a quello sguardo carico di lascivia che si era posato sull'unico fratello del quale gli importasse almeno un minimo.
Eh no, Sky no. Come si permetteva quello schifoso americano di spogliare con gli occhi suo fratello minore? Ma altro che cartellina, la prossima volta gli avrebbe cavato via gli occhi con le dita.
E poi si sarebbe visto chi avrebbe riso, tra i due.

La macchina vi sta aspettando all'uscita, signori” annunciò uno dei maggiordomi, chinandosi leggermente. Sky lo salutò con una mano mentre con l'altra continuava ad armeggiare con il cellulare.
Vuoi mollare quel coso? Te lo lancio via” sputò Logan, con una smorfia, mentre finalmente poteva accendersi la sua sigaretta.
Non rompere, appena usciamo lo metto via, c'è il wireless qui e sto vedendo una cosa” rispose lui, gonfiando leggermente le guance.
Seh. Muoviti” concluse lui, aspirando dalla sigaretta e uscendo dall'azienda a grandi falcate.
Un mom...! E va beh” sbottò Sky, lasciando perdere il cellulare e seguendo il fratello sino in macchina.

Lo avevano praticamente rinchiuso in quella che sarebbe stata la sua camera per i prossimi due mesi e mezzo. Niente di che, era grande quasi quanto la sua, ma il gusto nell'arredamento era pessimo. Il maggiordomo dai capelli rosso scuri dell'inglese del cavolo gli aveva indicato la camera per potersi cambiare, ma due pinguini erano piazzati davanti alla sua porta per non farlo uscire prima di cena.
Tsk.” sbottò, allentandosi la cravatta quel poco che bastava per toglierla senza disfarla, visto che non avrebbe MAI chiesto ad uno schifoso inglese di aiutarlo a rifarla. Si tolse la camicia del piccolo cameriere di Chicago e la gettò per terra, era troppo stretta per poterne fare utilizzo più avanti, quindi l'avrebbe fatta buttare. Aprì una delle sue valigie, ricordandosi di dover assolutamente ordinare a qualcuno di sistemarne il contenuto negli armadi e cassetti. Tirò fuori una camicia bianca e la posò sul letto. Uff... si era già annoiato, perché non c'era nessuno ad aiutarlo?! Girò gli occhi al cielo e aprì la valigia contenente i completi, e ne uscì uno gessato. In realtà non sapeva come si sarebbe dovuto vestire, ma 'sti cazzi. A lui non importava di fare bella figura.
La porta della sua camera si aprì, ed entrò un maggiordomo seguito da una cameriera con le trecce, che chiuse la porta alle spalle. Si inchinarono leggermente e Alfred alzò le sopracciglia.

In questa casa non c'è l'accortezza di bussare....?” mormorò, sbattendo gli occhi piuttosto sorpreso. E se fosse stato nudo?! Dannazione.
Ci voglia perdonare per la rudezza, signore. Manca pochissimo alla cena e siamo stati incaricati di aiutarla a prepararsi.” rispose il maggiordomo, piegando la testa per scusarsi. La cameriera non aveva ancora alzato la testa da prima.
Ah.” fece Alfred, piuttosto shockato. Ad un cenno dell'uomo, la ragazza si mosse velocemente e cominciò a svuotare le valigie per riporre con ordine ogni indumento ed effetto personale nei cassetti e negli armadi. Alfred la osservava come se fosse una qualche specie di fantasma terrificante.
Il maggiordomo prese la cravatta che il ragazzo si era premurato di non disfare e la slegò, ponendola tra le altre. Ignorando il lamento di Alfred, prese il completo di Calvin Klein che lo stilista gli aveva regalato insieme ad altri cinquanta per aver posato per la sua campagna autunno-inverno e lo posò con cura sul letto, accanto alla camicia bianca che Alfred aveva tirato fuori poco prima. Ottima scelta... pensò, piuttosto scioccato dal suo stesso pensiero. La cameriera portò una cravatta grigia e la porse all'uomo.

Se vuole iniziare a cambiarsi, signorino...” cominciò lui, prendendo la camicia tra le mani.
Oh.” Alfred si risvegliò come da un sogno e sbattè gli occhi, facendosi aiutare a mettere la camicia. Cominciò ad abbottonarla mentre la ragazza puliva la giacca e i pantaloni. Quasi come una manna dal cielo, fu il maggiordomo a legargli la cravatta e quando fu tutto sistemato, la cameriera prese i vestiti per terra tra le mani, per portarli a lavare.
Ehi, scusa. Quella camicia puoi buttarla... mi va stretta” la richiamò Alfred, e la ragazza annuì, uscendo dalla porta insieme al maggiordomo.
La cena è praticamente pronta, signorino. Se può scendere subito...” fece lui, sulla porta.
Alfred annuì distrattamente e le porta si chiusero. Uhm, almeno i camerieri inglesi erano efficienti. Si stiracchiò, mise il cellulare in tasca e uscì trionfante dalla porta, guardandosi intorno e salutando i due energumeni ai lati della porta, con aria di sfida.

Dove devo andare per la cena?” chiese, con un sorriso benevolo. L'uomo a destra gli indicò il corridoio e poi le scale, dicendogli di girare poi a destra. Alfred seguì le informazioni e cominciò a scendere le scale con le mani nelle tasche, pensando se fosse il caso di fargliela pagare ora o più avanti a quello schifoso inglese. Mentre andava notò le cameriere che si muovevano veloci nei grandi corridoi, poi un ragazzino molto basso con i capelli castani che camminava a testa bassa. Si accorse delle sopracciglia folte e capì che anche lui doveva essere un membro della famiglia. Si avvicinò.
Ehilà!” esclamò, e il ragazzino si girò quasi spaventato e lo fissò con gli occhioni nocciola spalancati. A parte le sopracciglia, il piccolo non assomigliava per nulla allo schifoso inglese. Anche se in effetti neanche gli altri due gli assomigliavano poi così tanto.
Sa... sal... salve” biascicò, arrossendo sulle gote. Doveva sicuramente essere molto timido, e anche di poche parole.
Io sono Alfred, e tu?” sorrise, esuberante. Metterlo in difficoltà sembrava proprio divertente.
Ra... Ray...” sussurrò, poi alzò il viso verso di lui, come in un impeto di coraggio, per guardarlo negli occhi e salutarlo come si deve. Alfred ridacchiò sommessamente, divertito. Quasi detestava ammetterlo, ma i membri di quella famiglia sembravano decisamente interessanti~ ma chiedere delucidazioni al piccolo scricciolo forse non era una buona idea.
Piacere, Ray” rispose, allungando la mano che l'altro strinse con poca forza. “Mi sono perso, mi accompagneresti nella sala dove dovremmo cenare?”
Ce... certo, seguimi...” biascicò lui, cominciando a camminare velocemente davanti all'americano, per condurlo in una stanza enorme, tutta schifosamente decorata che vomitava cattivo gusto da ogni parte. O almeno secondo gli standard di Alfred.
Al lungo tavolo erano seduti una signora con lunghi capelli biondi, che doveva più o meno avere l'età di sua madre, a capotavola; un'altra signora castana e boccolosa, più o meno sulla quarantina. Accanto a lei, poi, c'erano dei posti vuoti e dall'altra parte del tavolo era seduto un signore, con una coperta sulle gambe e folte sopracciglia, probabilmente o... quasi sicuramente il signor Kirkland. Accanto a lui c'era un signore con i capelli rossi e gli occhi azzurri, che discuteva con lui di qualcosa che sembrava essere molto divertente. Poi c'erano altri posti vuoti e poi... lei.
Katherine Kirkland, colei che sarebbe diventata la moglie di suo fratello maggiore. I capelli rossi ondulati raccolti in una folta coda, un vestitino nero e quella posa da brava ragazza che Alfred odiava. L'aveva vista solo in foto, visto che era abilmente riuscito a scansarsi ogni visita che la ragazza e la sua famiglia avevano fatto a New York, ma non poteva di certo scordare la foto che troneggiava sulla scrivania del fratello maggiore. Quegli odiosi occhi verdi sorridenti e quelle lentiggini sul viso chiaro. Non la odiava, alla fine era la donna che suo fratello amava, ma non poteva fare a meno di non sopportarla.

Ah! Tu devi essere Alfred!” esclamò bonario il signor Kirkland, allargando le braccia. “Avanti, avvicinati! Non essere timido!” rise, facendogli segno di avvicinarsi con una mano. I due ragazzi andarono verso di lui, Ray si avvicinò e gli posò un tenero bacio sulla guancia, come di consuetudine.
Come è andata la giornata?” chiese l'uomo, accarezzandogli i capelli. Ray chiuse gli occhi, le guance si arrossarono leggermente e rispose “Bene...”
Il padre pareva soddisfatto, Alfred invece alzò un sopracciglio ritenendo la reazione del ragazzino decisamente poco gioviale.
Ray si andò a sedere e Alfred piegò leggermente la testa, prima di allargare un sorriso. “E' un piacere conoscerla, signor Kirkland. Sono Alfred F. Jones, perdonate la mia irruzione in casa vostra, spero di imparare molto dalla mia permanenza qui”
Il signor Kirkland sembrava piacevolmente sorpreso dalle parole del ragazzo, sorrise agli altri seduti al tavolo e poi si rivolse di nuovo al ragazzo. “Beh, sembra che l'aria di Londra gli abbia già giovato!” rise rumorosamente, picchiandogli la spalla con un palmo della mano. Alfred spalancò gli occhi per il dolore e poi si allontanò salutandolo mentre l'uomo continuava a ridere. Si inchinò all'uomo con i capelli rossi.

Ciao Alfred, sono Arden Kirkland, sono il padre di Katherine... non abbiamo avuto occasione di conoscerci” sorrise e gli allungò la mano, che Alfred strinse con un sorriso poco convincente.
Salve... mi dispiace non poter essere stato presente le volte in cui siete venuti a trovarci” si scusò, anche se in realtà non gli dispiaceva per nulla. L'uomo gli sorrise e lo congedò, ricominciando a chiacchierare rumorosamente con il signor Kirkland.
Alfred camminò a passo lento fino a raggiungere il posto dove la ragazza era seduta. Aggrottò le sopracciglia, ma non voleva farle capire subito quanto poco le stesse simpatica.
Contrariamente alle sue aspettative, la ragazza si alzò in piedi, gli fece un inchino e poi cercò di sorridergli.
Alfred alzò entrambe le sopracciglia, non aspettandosi un gesto così umile da una... una inglese. Fece un leggero verso sorpreso, poi chinò la testa anche lui. Si avvicinò e le prese la mano per posarvi le labbra. “E' un piacere conoscervi, signorina Katherine”. Quanto gli faceva male dire una cavolata del genere.

Oh... ehm” sembrava in difficoltà, cominciò ad attorcigliarsi una ciocca di lunghi capelli rossi con le dita della mano che non era tra quelle di Alfred.
Il piacere è mio... Alfred. Spero diventeremo amici perché ehm... beh, se non lo fossimo la vita in famiglia sarebbe piuttosto difficile!” ridacchiò nervosamente, poi portò la mano lungo il vestito.
Alfred si impietrì come avesse appena sentito una notizia scioccante. Cosa? No! No! Tutta l'immagine che si era creato mentalmente della ragazza era totalmente l'opposto! Doveva essere antipatica, snob, altezzosa, pretenziosa... un sacco di osa! Certamente non si aspettava una ragazza che sarebbe stata perfetta per fare la commessa in un grande magazzino alla moda.
Sbatté gli occhi. Era solo l'inizio, no? Magari era tutta scena e in realtà sotto sotto era una vipera. Le risposte con un leggero verso, annuendo e permettendole di sedersi. Sentì un leggero sospiro di sollievo che proveniva dalla ragazza. Forse era tesa, aveva paura di non piacere al fratello minore del suo futuro marito. Sembrava fosse andato tutto bene, però. Forse.
Alfred si avvicinò alla signora bionda a capotavola e piegò la testa, ancora pensieroso. Le baciò la mano e poi si sforzò di sorriderle, illuminando gli occhi azzurri.

Lei deve essere la signora Kirkland, lo riesco a capire dagli occhi, sono verdi come quelli dei suoi figli” mormorò, con voce calcolata facendo sorridere la signora, che aveva un aspetto molto calmo e un po' trasandato, un po' sciupato. In effetti era totalmente diversa dalla pomposa signora che sedeva accanto a lei, che sicuramente era la madre di Katherine.
No, decisamente la ragazza non aveva preso nulla dalla madre a parte gli occhi smeraldi. Lei era semplice, sembrava anche lontanamente, molto lontanamente simpatica, e i suoi occhi non avevano di certo la luce di altezzosità che balenava in quelli della signora.

I miei entusiastici ossequi, qual gaudio finalmente potervi mirare, signorino Alfred” fece lei, allungandogli la mano che Alfred esitò a prendere perché stava ancora cercando di capire le prime tre parole della frase. Cosa...? E'... completamente impazzita? Pensò, toccando riluttante la mano e abbassando il viso verso di essa, per posarvi le labbra.
Le mie isperanze non son state dunque disattese, potendo rimirar un giovine tanto affabile e cavalleresco” sorrise lei, piegando leggermente la testa in segno di assenso.
Alfred fissò la mano della donna non sicuro di cosa dovesse rispondere. Sbatté gli occhi, cominciando a sudare freddo. Ma che cosa aveva questa famiglia?! Anzi, questa donna!

Madre, la prego. Dubito che il signorino Alfred possa altresì capire il vostro aulico modo di parlare” intervenne Katherine, drizzando la schiena e fissando la mamma.
La signora allargò un sorriso piuttosto di scherno nei confronti del ragazzo e allontanò la mano, permettendo al ragazzo di alzarsi.

Vogliate perdonarmi. Non sono abituata ad usare un linguaggio di basso livello” rispose, sottolineando le ultime parole squadrando Alfred.
puttana.
In quel momento, fece ingresso un ragazzino alto quasi quanto Ray, con i capelli rossi e ondulati, gli occhi verdi e le lentiggini. Alfred lo guardò per un secondo. Ma quanti cavolo sono? Si chiese, mentre il giovane si avvicinava a lui e lo salutava con un inchino.

Sono Kain Kirkland, è... è un piacere conoscerti” mormorò e Alfred rivedette in lui lo stesso comportamento del ragazzino dagli occhi nocciola. Beh sì, senza dubbio erano fratelli. Presto lo seguirono Arthur, Logan e Sky, opportunamente cambiati e rassettati, eleganti nei loro costumi.
Arthur squadrò Alfred, dando poi un'occhiata alla stanza e agli altri ospiti. Sembrava non aver combinato nessun guaio, per ora.
Sky si sporse per salutare Alfred, ma Logan lo trascinò via, facendolo sedere nel posto libero accanto a Ray e sedendosi lui stesso tra il fratello e lo zio, occupando ogni posto disponibile da quella parte del tavolo.
Alfred allargò un sorriso. Ma quanto era divertente? A testa alta, sorpassò la signora mamma di Katherine, il ragazzino con i capelli rossi e si andò a sedere nel posto proprio di fronte a Sky, costringendo Arthur ad averlo come vicino di posto.

Spero tu non abbia creato nessun danno o disturbo tra i miei parenti” sussurrò Arthur, senza guardarlo, posando elegantemente il tovagliolo sulle gambe.
Tsk. Non ci sarei riuscito nemmeno volendo. Specialmente con quella strega” sbottò Alfred, giocherellando con la punta di una forchetta.
Arthur alzò le sopracciglia. “Cosa?” continuò, quasi sconcertato.

Lei. La madre di Katherine” sputò lui, con un verso schifato e contrariato, rigirandosi la forchetta tra le mani. Arthur lasciò andare un leggerissimo sospiro. Beh, in fondo sapeva che poteva trattarsi solo di sua zia, ma conoscendo l'americano... se avesse avuto qualcosa da ridere su sua madre l'avrebbe ucciso. Con la forchetta con la quale stava giocando in quel momento.
Questa serve per mangiare, sono stato chiaro? Non te l'hanno insegnato all'asilo?” sibilò, con un sorriso beffardo e un bel tono ironico come solo lui sapeva fare, togliendogli la posata dalle dita e posandola al suo posto.
Come sei divertente.” scimmiottò Alfred, aggrottando le sopracciglia con una smorfia che voleva assomigliare ad un sorriso di scherno “Ma ti eserciti per poter fare queste battute o ti escono naturali?”
I due si fissarono, entrambi con un sorriso-smorfia sul volto, mentre l'aria attorno a loro era elettrica. Logan alzò le sopracciglia e li fissò annoiato, chiedendosi chi fosse il diciannovenne tra i due. Probabilmente nessuno, persino Kain, seduto accanto a loro, sembrava più grande e serio.

Direi di fare un brindisi al nostro ospite, che si è già dimostrato affabile e gentile” rise il signor Kirkland alzando il bicchiere colmo verso il ragazzo. “Che questa esperienza ti aiuti a maturare, ragazzo, e che ti faccia capire quali sono i veri valori della vita!” esclamò, per poi cominciare a ridere sonoramente, come prima. Arthur scosse la testa con un sospiro, Alfred sbattè gli occhi sorpreso.
Non c'è niente di normale in questa famiglia...
Dopo il brindisi le cameriere cominciarono a portare le pietanze su piatti di porcellana; tutti mangiavano in assoluto silenzio.

Ehi, è vietato anche parlare a tavola?” sbottò a voce bassa Alfred, rivolgendosi al suo vicino di posto.
Quando si mangia non si parla, non te l'hanno insegnato, americano?” rispose Arthur, senza neanche guardarlo in viso. “Dedichiamo il dopo cena alla chiacchierata consueta. Durante il convito mangiamo in silenzio. E, se non ti dispiace, vorrei finire la mia bistecca. Buon appetito”
Tsk.” sbottò Alfred, ricominciando a mangiare. Cuoco inglese? Improbabile, era sicuramente la mano di un italiano quella che c'era in quella bistecca, appunto, alla fiorentina. Alzò gli occhi mentre gustava il piatto, osservando ogni singolo membro della famiglia. Il signor Kirkland era tarchiato, anziano, con i capelli bianchi e le sopracciglia folte, un'aria bonaria ma anche seria nei suoi sguardi. Arden Kirkland era un bell'uomo di mezz'età, con i capelli brizzolati rossi, gli occhi verdi e piccoli, la pelle chiara e le lentiggini. Era molto alto, magro, quasi scavato ma avrebbe sfidato chiunque a non esserlo con una moglie del genere. Accanto a lui sedeva il maggiore dei fratelli Kirkland, Logan. Alto, magro ma atletico, occhi verdi e profondi, lentiggini, capelli rosso scuro, aria truce. Certamente non un simpaticone. Ogni tanto gli lanciava qualche occhiataccia, certamente il suo piccolo flirt con il fratellino minore non era stato di suo gradimento... che bellezza! Quanto adorava ficcarsi in situazioni del genere~.
Accanto a lui era seduta la sua nuova vittima: Sky. Piccolo di statura, almeno in confronto al fratello maggiore, capelli rossi, quasi arancioni, occhi verdi e grandi, lentiggini sul viso, sorriso sempre stampato sul volto. Sicuramente esuberante e molto più vivace degli altri fratelli. E poi aveva un culo stupendo... tra le tante cose.
Seduto lì accanto c'era il piccolino che l'aveva accompagnato nella sala da pranzo, il suo nome doveva essere qualcosa tipo Ray. Basso di statura, non gli arrivava neanche alla spalla, capelli castani, occhi nocciola e grandi, guanciotte rosse e un'espressione sempre triste sul viso. Quasi gli faceva tenerezza.
Poi c'era Katherine. Occhi verdi e lentiggini, pelle chiara, capelli lunghi e mossi, rossi come quelli del padre, raccolti in una coda alta. Aveva il viso rotondo, quasi pacioccone, ma le braccia magre ed esili come quelle del padre. Aveva le dita lunghe e affusolate, e un seno piccolo, che probabilmente non arrivava neanche alla seconda misura. Beh, nel complesso Alfred sapeva riconoscere una bella donna, ma questo non significava di certo che doveva stargli simpatica.
Seduta a capotavola la signora Kirkland faceva la sua figura nella sua immensa modestia. I capelli biondi a caschetto, l'espressione calma e dolce, gli occhi verdi abbassati sul tavolo, l'aria quasi stanca e provata. Assomigliava molto ad Arthur, ma era sicuramente una donna che Alfred avrebbe potuto senza dubbio ammirare ad occhi chiusi. Tutto il contrario della madre di Katherine, avvolta nella sua sciarpa di pelliccia, truccata così pesantemente che sembrava stuccata, rossetto rosso, ombretto viola, capelli corvini probabilmente tinti, vestito da sera elegante, lunghi guanti di seta, aria altezzosa. Ringraziava almeno che la ragazza avesse preso da quel santo del padre, che sembrava, al contrario, una persona squisita.
Accanto a lui c'era un altro piccolino dai capelli mossi e rossi, l'ultimo che si era presentato, Kain. Sembrava arrabbiato con il mondo, aveva le sopracciglia aggrottate mentre mangiava il suo piatto, e le labbra arricciate. Si domandava come mai tutti i fratelli erano così diversi, e avevano in comune solo gli occhi, fatta eccezione per il piccolino dagli occhi nocciola. Somigliavano tutti al signor Kirkland, ma nessuno di loro somigliava alla madre.
Beh, coincidenza? In effetti neanche lui e suo fratello Matthew somigliavano ad Aaron, non si erano mai posti il problema.
Una volta finita la cena, si spostarono tutti in una sala adiacente illuminata da un enorme lampadario e piena di poltrone pregiate, rivestite di seta. Il signor Kirkland era seduto su una sedia a rotelle, con la giacca da camera e una coperta sulle gambe e rideva bonariamente come se fosse il più in salute di tutti, mentre si raccontavano cosa avevano fatto durante la giornata.
Ma quanto cavolo poteva essere interessante parlare di cosa si era fatto o non fatto in azienda?! Che noia, che noiaa...

Ehi, americano! Cioè... Alfred! Hai da fare? Sai giocare a CoD? Nessuno dei miei fratelli vuole mai giocare con me, ma tu mi sembri un tipo che sa di cosa sto parlando!” esclamò Sky, avvicinandosi a lui e parlando a raffica con il sorriso sulle labbra.
Alfred lo fissò un attimo, poi ricambiò volentieri il sorriso, con una punta di malizia. Il poverino non sapeva a cosa andava incontro... “Stai scherzando? Sono un campione! Ti potrei battere anche ad occhi chiusi...” lo sfidò, allargando il sorriso.
Sky ricambiò con altrettanto brio. “Ah sì? Vediamo un po' cosa sai fare, allora!”

Prego, guidami~” sorrise piegando leggermente la testa di lato. Arthur li fissò con la cosa dell'occhio, incerto se lasciarli andare o seguirli.
Ehi” prima ancora che potesse pensare a qualsiasi cosa, Logan si accostò a lui con le sopracciglia aggrottate “Lo vuoi mollare solo con quello? Andiamo” sibilò, prendendo Arthur per un braccio e trascinandolo dietro i due.
L-Logan?!” sbottò Arthur, mentre si faceva trascinare dal fratello maggiore. “Che diamine...?”
Vuoi lasciare Sky con quello schifoso americano? Muoviti” rispose Logan, continuando tirarlo per il corridoio.
Arthur lo osservò e si lasciò scappare un sorriso. Vedere Logan che si preoccupava per uno dei fratelli forse era una delle poche cose buone che l'americano aveva fatto capitare in casa.

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Finalmente un nuovo capitolo! çAç perdonate il ritardo! Ero rimasta bloccata su un punto e non riuscivo ad andare avanti... ehm, ma salvo imprevisti universitari il quinto dovrebbe arrivare entro un mesetto XD morga 99, ti ringrazio ç_ç mi sorprende tu ti sia iscritta solo per questa misera fanfic... spero continuerai a seguirmi come tutti gli altri del resto! Vi lascio con una cover della fanfic che ho realizzato nei momenti liberi in cui potevo scrivere ma non mi andava u_u

Come essere un perfetto gentiluomo~

  
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