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Autore: _V a l e_    07/11/2010    5 recensioni
"Lacrime incessanti cadevano sul mio viso e non c'era modo di fermarle. Neanche la vicinanza del mio ragazzo alleviava il forte senso di vuoto che mi imprigionava e che mi impediva di respirare. Avevo detto addio al mio migliore amico, all'unica persona che mi era stata accanto quando non ero altro che un cadavere, distrutta per la perdita del mio vampiro. Avevo rinunciato alla persona che mi capiva anche con un solo sguardo, un solo gesto, perchè lui non aveva bisogno di poteri soprannaturali per leggermi dentro. Avevo sputtanato un sentimento puro, VERO, VIVO per inseguire qualcosa di irreale, di ossessivo, una droga. Avevo rinnegato il mio SOLE, la mia aria, la mia linfa vitale per avvicinarmi al mondo dei vampiri, al mondo della mia unica ragione di vita,Edward. Ed era la scelta giusta, sapevo che lo era."
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Isabella Swan, Jacob Black, Quileute | Coppie: Bella/Jacob
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Eclipse
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CAPITOLO 12:
Quando ti rendi conto che la vita è un bene prezioso



“E per oggi è tutto, alla settimana prossima” 
Finalmente, non ce la facevo più ad ascoltarlo. Raccolsi tutte le mie cose e mi diressi spedita verso l’uscita di quella dannata aula.
“Bella, Bella dove scappi?”.
Angela mi bloccò per un polso e mi obbligò a girarmi

“Hey ma non mi sentivi mentre ti chiamavo?”
“Scusami ma oggi non ci sto con la testa”
“Si lo vedo!” Rideva di gusto, probabilmente aveva visto qualcosa di buffo nel mio sguardo
“Dai smettila di prendermi in giro!” Le sorrisi. 
“Ok, ok! Ti avevo fermata per chiederti se volevi venire da me oggi pomeriggio, così magari studiamo un po’ e dopo, chessò, ci vediamo un bel film! Ci stai?”
Non mi andava particolarmente di stare in compagnia, ma non avrei mai detto di no ad Angela. Seguivamo gli stessi corsi all’università e lei era stata sempre gentile e disponibile con me in questi mesi d’inferno: mi aveva aiutata a vivere con più serenità e ogni tanto passavo i pomeriggi da lei per studiare insieme o semplicemente per chiacchierare un po’. 
Era diventata la mia migliore amica, la mia confidente e io le dovevo molto. 
“Certo! Stessa ora?”
“Contaci! A più tardi!”.
Mi schioccò un bacio sulla guancia e andò via.

Ma, come accadeva ogni volta che rimanevo da sola, ecco che il mio sorriso scomparve così come era arrivato. 
Sbuffai, raccolsi la mia tracolla e mi diressi verso il pick up, barcollante e tremendamente scocciata.


“Papà sono a casa” 
Entrai e feci ciò che ripetevo ormai da 5 mesi a questa parte: gettavo la mia tracolla per terra, andavo in bagno, mi lavavo le mani, scendevo in cucina e preparavo il pranzo. 
Andavo avanti per inerzia.
“Papà??” Niente, forse Charlie era ancora al lavoro. 
Andai verso il frigorifero per prendere delle uova, avevo deciso che avrei cucinato una bella frittata, erano secoli che non ne mangiavo una.
Mi avvicinai sempre di più quando, un post-it giallo catturò la mia attenzione:

Bella, sono a pescare
quindi non aspettarmi.
Ti voglio bene, Papà.

Staccai il biglietto dal frigo e lo gettai in malo modo nella spazzatura. Non so perché lo feci. Forse volevo semplicemente sfogare il mio disappunto con quell’insignificante gesto. Perché sapevo con chi era, sapevo che stava passando la giornata con il padre del ragazzo che amavo e sapevo anche che l’uomo in questione non mi considerava nemmeno, mi odiava, mi detestava.. Quei suoi occhi neri, dannatamente simili a quelli di Jacob, mi guardavano con rancore, astio, risentimento e mi rendevano inquieta facendomi sentire ogni giorno più colpevole. Se questo fosse possibile.

Scossi violentemente la testa, non volevo pensarci.

Sentivo un buco nello stomaco.. ma era più che certa che quella sensazione era ben lontana dalla fame… era angoscia, pura e totale angoscia. 
Rinunciai alle uova e a qualunque altra cosa di commestibile, dirigendomi verso il salotto.
Arrivata davanti al divano mi lasciai cadere… ero sfinita.
Percepivo ancora quel senso di apprensione partire dallo stomaco, salire lungo il petto e perforare il mio cuore. 
Portai una mano all’altezza dei battiti cardiaci aspettando che si calmassero, che tornassero regolari e istintivamente chiusi gli occhi e mi lasciai cullare da quella dolce melodia.
E pensare che qualche mese prima volevo a tutti i costi rinunciare alla mia umanità! Quanto era stata stupida e sciocca ad aver solo pensato una cosa del genere. 
Non mi apprezzavo abbastanza, non riuscivo a vedere la bellezza della vita umana, avevo così paura di invecchiare che l’opzione dell’immortalità era come una calamita: mi attirava, mi affascinava e non riuscivo a staccarmene, non volevo staccarmene.
Ma c’era qualcuno che avrebbe ucciso pur di vedermi ancora umana, qualcuno che avrebbe donato la vita stessa per sentire il mio cuore battere ancora. 
Certe volte crediamo che la vita sia soltanto una condanna, una punizione senza fine… ma non è così. La vita è una benedizione, è un regalo che ci è stato donato e non dovremmo mai e dico mai sottovalutarla, perché farlo sarebbe un grosso errore. 
Io l’ho fatto, ho sottovalutato la mia vita e avevo allontanato l’unico ragazzo capace di donarmi ciò che mi mancava: la voglia di vivere.
Insieme a lui tornavo bambina, ero spensierata, non pensavo a niente.
Ero solo me stessa. 

Abbandonavo la razionalità per fare spazio all’impulsività, alla parte “pazza” che c’era in me e mi sentivo viva,come non lo era mai stata in diciotto anni.
Sorrisi beata al ricordo di quelle splendide giornate passate in sua compagnia, di quelle giornate trascorse sulla spiaggia per delle ore, a chiacchierare beatamente, a ridere di gusto senza un motivo ben preciso; ma anche fatte di litigate, battibecchi che trovavano sempre un rimedio in quella Sua splendida risata, nel Suo abbraccio stritolante, ma soprattutto nelle Sue buffe ed impacciate scuse ogni volta che mi faceva arrabbiare.
Il mio migliore amico, il ragazzo che mi capiva con una sola occhiata, con un solo sguardo… il ragazzo che amavo.
Per lui ero un libro aperto, riusciva a percepire ogni mio singolo stato d’animo, ogni mio minimo cambiamento d’umore. 
Non gli sfuggiva niente. Davanti ai suoi occhi mi sentivo nuda, trasparente. Mi sentivo rinascere. 
Ma l’avevo capito troppo tardi…troppo tardi.
Quelle splendide sensazioni svanirono lentamente lasciando il posto all’inquietudine, che lentamente, stava cominciando a divorarmi come un vortice pronto a risucchiarmi senza pietà, senza darmi modo di scappare, di fuggire, sbattendomi in faccia tutto il tempo che era passato senza averlo al mio fianco, senza poterlo toccare, abbracciare,baciare.
Cinque mesi. 
Erano passati cinque mesi dall’ultima volta che l’avevo visto, cinque mesi da quando mi ero resa conto di amarlo, cinque mesi… 
Dio, quanto mi mancava.
Ma nonostante questo io avrei mantenuto la mia promessa.
Io lo avrei aspettato, avrei atteso anche tutta la vita se era necessario.

Gli avrei dato tutto il tempo di cui aveva bisogno. 
Eppure, era via da tanto, troppo tempo. 
E se avesse incontrato un’altra? E se avesse trovato l’amore della sua vita? E se…mi avesse dimenticata?
NO.
I miei occhi cominciarono ad inumidirsi di fronte a quelle possibili, nonché probabili “opzioni”. Non potevo, non volevo pensare a lui nelle braccia di un’altra ragazza, non volevo che amasse un’altra che non fossi io… non l’avrei sopportato. 
Non sarei mai riuscita a mandare giù una cosa del genere perché sapevo bene che quelle “opzioni” mi avrebbero uccisa, dilaniata, squartata in mille pezzi. 
Egoista fino al midollo? 
Si.

Driin, Driin, Driin 
Il suono del telefono mi fece ridestare violentemente dai miei pensieri e balzai in piedi stralunata. 
Con una mano scacciai le lacrime e prima di rispondere mi schiarii per bene la voce 
“Pronto?”
“Bella, sono io Seth”.
Sussultai per la sorpresa

“Seth?? Sei davvero tu?”
“Certo e chi altri se no!!”.
Rideva, mi stava prendendo in giro, ma stranamente sentire la sua voce mi diede un senso di sollievo non indifferente. 

Ma quella chiamata suonò come un campanello d’allarme nella mia testa e il mio cuore cominciò a battere veloce.
“Hai notizie di..” Ma non riuscii a finire la frase, perché sentivo già pizzicare gli occhi e la gola bruciare. Ma Seth mi capì al volo.
“No... Mi dispiace Bella”.
Lo sapevo, sapevo che mi avrebbe risposto così. Cercai di respirare ma non era per niente facile.

“E-e allora perché mi hai chiamata?”
“Perché volevo sapere come stavi” La sua voce adesso era diventata estremamente gentile, quasi triste. 
“Come sto?“.
Poggiai la schiena al muro e chiusi gli occhi, avevo il magone.
“Sopravvivo”.
Fu un sussurro, ma sapevo che mi avrebbe sentita ugualmente. 

Rimanemmo in silenzio per alcuni minuti, entrambi persi nei proprio pensieri, ma la voce calda di Seth, fu la prima a rompere quel silenzio insostenibile.
“Ti andrebbe di venire alla riserva una sera di queste? Organizziamo delle feste ogni tanto e mi farebbe piacere se ci fossi anche tu” Spalancai gli occhi sorpresa.
“Sei sicuro che sia una buona idea?”
Ritornare a La Push avrebbe significato rivivere tutto da capo… rivivere il mio dolore…no, non potevo farcela.

“Certo che si! E poi ti sto invitando, non puoi rifiutare!”
Rideva e io mi persi in quella risata roca e profonda terribilmente simile alla Sua. Il mio cuore perse un battito e quel magone che avevo in gola non ne voleva sapere di andare via, dovevo terminare quella conversazione, all’istante, o sarei scoppiata.

“O-ok Seth, ci penserò e ti farò sapere”
“Promesso?”
“Promesso” 
“Ci conto Bella, a presto allora!” E riattaccò.
Rimasi incollata al muro per dei minuti interminabili…

“Perché volevo sapere come stavi”

Come stavo? Male. Maledettamente male.
Come avrei potuto dire a Seth che da quando Lui se n’era andato, la mia vita era diventata un vero e proprio inferno? Come avrei potuto dirgli che senza di Lui mi sentivo morire? Che non riuscivo a respirare? 
Come?
Scivolai lungo la parete e delle lacrime isteriche accompagnarono la mia discesa sino al pavimento. Mi accucciai su me stessa e poggiai la testa sul muro alle mie spalle. Annaspavo, il mio respiro si faceva sempre più irregolare.
Come potevo dirgli che tornare a La Push mi avrebbe distrutta per la miliardesima volta?
Semplicemente perché non potevo,non avevo il diritto di sentirmi così, non potevo provare tutto questo dolore, perché ero stata io ad allontanarlo, io, era colpa mia
Per tutti quei mesi ero riuscita a sopportare bene il dolore, o almeno davanti a mio padre o ad Angela non davo mai spettacolo di me… ma adesso, con quella chiamata, il muro che avevo creato dentro di me con tanta insistenza e fatica, si era sbriciolato dinanzi ai miei occhi, così, in un soffio di vento.
Non potevo andare li, non potevo rivederli. Sarebbe stato il colpo di grazia per il mio povero cuore. 
Con fatica mi alzai da terra e con passo lento mi trascinai in camera mia..avevo bisogno del mio rifugio, del mio posto sicuro. 
Mi arrampicai sul letto mentre dei singhiozzi uscivano dalle mie labbra e martellavano sul mio petto fino a farmi male. Afferrai il telefonino con mani tremanti e decisi di mandare un messaggio ad Angela. Non potevo andare a casa sua in quelle condizioni.
Premetti invio e aspettai che il messaggio si inviasse: “Angela mi dispiace ma non posso venire a casa tua, ho un gran mal di testa. A presto, Bella.”
Gettai il telefono sul comodino e immersi la testa sul cuscino inzuppandolo di lacrime.

 


***

Correvo, correvo come un pazzo verso il molo, il luogo del nostro primo incontro, sapevo di trovarla li. Il mio cuore pulsava frenetico e ogni battito scandiva il suo nome, percepiva il suo corpo, sentiva la sua anima, e mi suggeriva ogni suo movimento, mi sussurrava ogni suo gesto, avrei sempre saputo dove cercarla… lei mi apparteneva.
Rallentai il passo non appena percepii il battito regolare del suo cuore. 
La vidi e il mio corpo si rilassò subito. 
Adesso si che potevo respirare. Mi avvicinai con lentezza mentre la fissavo estasiato: La luna faceva da luce naturale per il suo splendido e slanciato corpo. La sua pelle liscia e abbronzata sembrava più chiara, quasi luminosa, il nero dei suoi capelli giocava con la luce della luna formando dei riflessi blu scuro, il suo splendido viso era segnato da stupore, sgomento per quel magnifico paesaggio che le si prostrava dinanzi agli occhi: acqua, acqua scura e tenebrosa illuminata solo dalla luce splendente della luna piena, che quella sera si mostrava in tutta la sua maestosità.
Ma per me non c’era niente di più bello di Emma, niente avrebbe potuto eguagliarla,niente… e nessuno.

Le arrivai alle spalle e senza far rumore le avvolsi la vita con le braccia. Lei sussultò, ma fu un attimo, perché non appena poggiai il viso sulla sua spalla, si lasciò cullare da me con tranquillità.
“Come hai fatto a trovarmi?”.
Sussurrò alla luna.

“Anche se volessi non riusciresti mai a sfuggirmi, ormai mi appartieni”.
Sussurrai piano. 

Feci scorrere le mie labbra sul suo collo lentamente, facendola gemere. 
“Jake”.
Il suo cuore stava per esplodere e ad ogni mio tocco sentivo i suoi battiti aumentare sempre di più. 

Portò indietro il collo fino a toccare il mio torace e cominciai a mordicchiarle il lobo percorrendo nuovamente la linea del collo fino alla spalla destra. Sentivo le sue emozioni, le sue sensazioni, il suo desiderio di me, tutto, tutto di lei mi apparteneva.
Delicatamente la feci voltare verso di me senza far allontanare i nostri corpi. Le presi il volto con una mano e la guardai negli occhi. 
“Ti amo”.
Dovevo dirle quelle parole, ne avevo dannatamente bisogno. Ogni fibra del mio corpo urlava quelle parole, le incideva sul mio “nuovo” cuore e non c’era verso di farlo smettere. Era una sensazione stupenda, ma essere ricambiati di quello stesso amore era qualcosa di indescrivibile.

Emma continuava a fissarmi estasiata, i suoi occhi turchesi catturarono i miei e con studiata lentezza mi sfiorò delicata le labbra.
“Anche io ti amo”.
Sorrisi beato. La sollevai da terra e abbracciandola stretta iniziai a farla volteggiare senza sosta.

“Ah! Jake mettimi giù!” Ridevamo spensierati proprio come due bambini alle prese con un nuovo gioco, e ne eravamo inebriati, totalmente. 
Mi fermai di colpo e la poggia delicatamente a terra. 
“Sai, sarebbe ora di andare a La Push!” Ridevo, era come se l’angoscia di alcuni minuti prima fosse sparita in un attimo e il desiderio di presentare il mio imprinting alla mia famiglia si faceva sempre più potente e mi rendeva orgoglioso. 
“Davvero? Oh Jake non sai quanto questo mi renda felice!” E lo era davvero, riuscivo a percepirlo vividamente. Con uno slancio mi gettò le braccia al collo baciandomi energicamente. Avvolsi il suo corpo con le mie forti braccia e sollevandola da terra ricambiai il suo bacio con altrettante passione.

Adesso era tutto perfetto, la mia vita era perfetta.

 





*Angolo ValeBlack:
Prima di scrivere qualunque cosa volevo semplicemente mettere in chiaro una cosa: Ho sempre ODIATO L'IMPRINTING, ma per la mia storia era fondamentale, Bella deve capire ancora parecchie cose, si deve rendere conto di cosa ha perso, deve soffrire un po anche lei!Dopo questo sfogo torno alla fanfiction!


Faitytale: Che bello una nuova lettrice!!! Non posso anticiparti niente, ma sappi che io amo Jacob e il lieto fine!! Spero che continuerai a seguirmi!*___*

Kiaretta 2496Emma è una ragazza fantastica, è vero! :D Per quanto riguarda "la durata" del personaggio.... bhe... non posso dirti nulla! Sorry! xD Mi fa piacere che la storia ti stia piacendo così tanto! *Me molto felice!!! *___* Un bacione e spero, al prossimo capitolo! Grazie mille per il tuo appoggio!!

Sarettapallina: E già, effettivamente questo è un po' più che un piccolo colpo di scena! Ma era indispensabile per la mia storia! Ovviamente Jacob è molto innamorato di Emma e sicuramente per Bella le cose si faranno sempe più difficili... spero che questo capitolo ti piaccia!! Un bacio

MemiRock: Esatto! Bella non avrà vita facile e se vorrà davvero Jake dovrà combattere fino alla fine, anche perchè il nostro lupacchiotto è molto felice con Emma! Memi spero che questo capitolo ti piaccia e volevo ringrazarti per il tuo sostegno e per i tuoi commenti! Grazie ancora! *__*

_EleKtra_smile_ : Non credo che riuscirai a schiarirti  le idee con questo capitolo, ma ti posso assicurare che con il prossimo riuscirai a dedurre qualcosa di più concreto! xD Alla prossima!! xD xD

Jakefan: Ebbe si lo ammetto, ho scelto una strada difficoltosa, ma in qualche modo ne uscirò fuori!! xD Il mio scopo è quello di rendere la vita di Bella un inferno perchè deve capire che ha perso un ragazzo speciale! Posso garantirti che Emma non scomparirà molto presto!! xD Per quanto riguarda le correzioni stilistiche che mi hai fatto non so dirti se hai ragione o torto ma ti ringrazio ugualmente per i tuoi consigli! Ne farò tesoro in futuro! Ti ringrazio per i tuoi commenti e per l'appoggio che mi dai! *___*


GRAZIE ANCORA A TUTTE!

Piccola anticipazione: Nel prossimo capitolo Jacob vedrà delle cose che lo sconvolgeranno particolarmente!!! Che cosa vedrà il nostro lupacchiotto??!xD Fate lavorare i vostri cervellini!!! xD xD Baci e a presto!! 

   
 
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