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Autore: whateverhappened    07/11/2010    7 recensioni
"Non sia mai che un baldo giovane si faccia difendere da una donzella senza ricambiare!"
"Così sembra che io sia la principessa in cima alla torre!" rispose Andromeda storcendo il naso, ma al contempo sorrideva apertamente.
"A Serpeverde non ci sono torri, però. Potresti essere la ragazza rapita dall'orco e nascosta in un sotterraneo lontana dalla luce."
"Perché un orco dovrebbe rapirmi?" lo guardò sinceramente dubbiosa, ma Tonks le fece cenno di lasciar perdere.
"Nulla, fiabe babbane. Accetti o no?"
"Dipende da come vorresti ricambiare." rispose Andromeda sicura. In un primo momento il ragazzo parve colpito dalle sue parole, ma un attimo dopo sulle sue labbra si fermò un ghigno che Andromeda mai avrebbe attribuito a un Tassorosso.
"Hai forse paura?" Tonks sostenne lo sguardo che lei gli lanciava, inquisitore e determinato.
"Io non ho paura, Tonks. Accetto qualsiasi cosa tu abbia in mente." allungò la mano come aveva fatto lui in precedenza. La loro stretta fu forte, energica, a suggellare un patto conosciuto solo da uno dei due.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ted/Andromeda
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Di scarpette di cristallo e castelli incantati


Quando la carrozza si fermò Andromeda si sorprese della rapidità con cui erano giunti ad Hogsmeade. Il villaggio magico non era certo lontano dalla scuola ma il viaggio le era sempre parso più lungo. Osservò Ted scendere rapido dal mezzo e finire dritto in un cumulo di neve, bagnandosi i pantaloni fin sopra il ginocchio, ed istintivamente scoppiò a ridere.

«Ti hanno mai detto che non si ride delle disgrazie altrui?» bofonchiò Ted, sbattendosi le mani sulle gambe, facendo così cadere la neve che vi si era attaccata. Andromeda stava ancora ridendo, cercando di scusarsi quando prendeva fiato ma non vi riuscì. Ted la osservò sorridendo finché lei non si fu calmata e, quando alzò gli occhi, Andromeda lo trovò con una mano tesa verso di lei.

«Grazie, messere.» gli disse con un gran sorriso, afferrando la mano. Con sua grande sorpresa, però, Andromeda non riuscì mai a mettere piede a terra: non appena fece un passo verso l'esterno della carrozza Ted, con grande prontezza di riflessi, la prese in braccio e la condusse fino al marciapiede vicino. Andromeda lo guardò spaesata e sorpresa al tempo stesso, nessuno si era mai comportato così con lei.

«Non sia mai che la principessa bagni le sue scarpe di cristallo!» scherzò Ted.

«Cristallo? Al massimo pelle di drago!» ribatté Andromeda con lo stesso tono, ma lo sguardo che gli rivolse non aveva nulla del tono divertito della sua voce. Era riconoscente, sincero, e curioso. Ted non riusciva a smettere di stupirla, più tempo passava con lui e più voleva passarne, solo per scoprire quale sfaccettatura del suo carattere avrebbe scoperto un minuto dopo. Non le era mai capitato di essere così colpita da una persona, anzi, tutte le sue conoscenze erano abbastanza simili fra loro. Discutendo con Narcissa diceva spesso che conosciuto un Serpeverde li si conosceva tutti.

«Sempre meglio avere i piedi all'asciutto, comunque.» ribatté pratico Ted, dalla sua espressione Andromeda dedusse che gli era capitato di trovarsi in una situazione opposta.

«Hai ragione.» con un gesto rapido estrasse la bacchetta e la puntò verso il ragazzo. Ted parve spaventarsi per un attimo, ma Andromeda fu più rapida della sua reazione e con un incantesimo gli asciugò pantaloni e scarpe.

«G-grazie – fece Ted stupito – Non conoscevo questo incantesimo.» Andromeda sorrise, dentro di sé notevolmente fiera per l'inversione dei ruoli: finalmente era stata lei a sorprendere il ragazzo.

«Quando era piccola mia sorella si gettava sempre nella neve, così mia madre lo utilizzava ogni due per tre.» rispose alzando le spalle, quasi fosse la cosa più naturale del mondo.

«Narcissa o l'altra?» ad Andromeda non sfuggì il tono che Ted utilizzò nel riferirsi a sua sorella maggiore. Non poteva certo biasimarlo, Bellatrix era nota per il suo odio verso i Mezzosangue.

«Cissy – rispose sorridendo – Ha sempre adorato la neve.»

«Molto utile in questo caso! - ridacchiò Ted – Vieni, ti porto alla nostra destinazione.» sorrise, per poi fare un inchino divertito ad Andromeda. Lei si trattenne appena dal ridere, doveva ammettere che il comportamento di Ted la faceva davvero sentire dentro ad una fiaba.

«Fammi indovinare, il castello incantato?» scherzò. Nell'osservare l'espressione fintamente sorpresa di lui Andromeda non poté fare a meno di notare i capelli biondi che, bagnati dalla neve, ricadevano scompostamente sulla fronte del ragazzo. Ted era bello, non lo aveva mai notato così tanto come in quel momento. Arrossì quando si rese conto del suo pensiero, fortunatamente la risposta di Ted le venne in soccorso.

«Come hai fatto a capirlo?»

«Forse sei prevedibile.» gli rispose, mentre un ghigno divertito si dipingeva sul suo volto.

«O forse tu leggi nel pensiero – si avvicinò al suo volto alzando le sopracciglia – Ammettilo.» Andromeda arrossì violentemente quando si rese conto della vicinanza, troppo per poter essere giustificato con il freddo. Un angolo della bocca di Ted si alzò, ma non disse nulla. Lei ringraziò mentalmente la gentilezza di cui doveva essere dotato in quanto Tassorosso, distogliendo rapidamente lo sguardo.

«Può essere. Non si può mai dire, in fondo.» rispose enigmatica, fissando un albero poco lontano da loro.

«Vieni, dai!» Ted la colse di sorpresa afferrando la sua mano e stringendola mentre si inoltrava in una vietta. Andromeda, in un primo momento, lo seguì quasi automaticamente, camminando per inerzia. Ad un tratto si rese conto della differenza fra la mano stretta da lui, calda al contatto con la sua pelle, e quella che ricadeva sul suo fianco, fredda e sola. Sorrise fra sé, stringendo a sua volta la mano del ragazzo e sorprendendosi di come la stretta fosse naturale, era come se le loro mani fossero fatte per essere unite. Camminava appena dietro di lui, cercando di riporre la sua attenzione maggiormente nel paesaggio attorno a loro piuttosto che sull'ampia schiena di Ted. Era una via stretta, si delineava fra due file di casette ad un piano. Da qualche finestra si poteva già intravedere l'albero di Natale, decorato nei colori tipici di quella festa che Andromeda tanto adorava. Ad un tratto Ted si fermò e Andromeda per poco non cadde, presa com'era dallo studio di un pupazzo di neve.

«Ehi, attenta!» la fermò lui, stringendola con un braccio prima che finisse a terra. Lei arrossì nuovamente, dandosi della stupida per quel comportamento che non aveva mai avuto e che non riusciva a giustificare. Non voleva ammettere di essersi già presa una cotta per quel ragazzo, lo conosceva appena, eppure quel poco tempo trascorso con Ted valeva quanto ore e ore passate con chiunque altro. Scosse la testa, non si trovava certamente in quella situazione, non poteva invaghirsi di lui.

«Grazie.» mormorò, evitando di guardarlo negli occhi.

«Comunque siamo arrivati. Benvenuta al Magical Fantasy, principessa.» con un cenno della mano Ted indicò la casa che si presentava davanti a loro, più grande rispetto alle altre. Sopra la porta vi era un'insegna in legno con il nome appena riferito da Ted, accanto all'uscio Andromeda notò un albero di Natale.

«Adoro il Natale!» esclamò Andromeda avvicinandosi, in un attimo dimentica di quanto appena pensato. In fondo, si disse, non stava facendo nulla di male, si stava solo divertendo. Era soltanto un'uscita per ringraziarla di una cortesia, di certo non un appuntamento galante. Andromeda si morse il labbro, come faceva sempre quando qualcosa la turbava, in quel caso era la consapevolezza che dentro di sé avrebbe davvero voluto che quello fosse un appuntamento.

«Guarda!» la voce di Ted al suo orecchio la fece sussultare, non si era nemmeno accorta che si fosse avvicinato. Si voltò verso di lui, arrossendo ancora notando la vicinanza, e si concentrò su quello che il ragazzo le stava indicando. A circa un metro da loro vi era un piccolo muretto distrutto, probabilmente quel che rimaneva della cinta della casa, sul quale erano state scritte le lettere A e T.

«Come noi due!» rise Ted, non spostandosi di un millimetro da quella posizione che faceva innervosire Andromeda. Le sarebbe bastato spostarsi di un centimetro verso destra per sentire i capelli di Ted sulla sua tempia.

«Potrebbe voler dire qualsiasi cosa! Anche Accettabile e Troll.» rispose Andromeda nervosamente, mordendosi la lingua non appena si rese conto del poco senso della sua risposta. Ted, a conferma del suo sospetto, storse il naso.

«Chi mai scriverebbe due voti su un muro? Al massimo potrebbe essere, non so, Allock e Thestral!»

«Certo, questo sì che ha senso! - rise apertamente Andromeda – Di sicuro Gilderoy è innamorato di un Thestral!»

«E chi ha parlato di innamoramenti?» Andromeda arrossì istantaneamente, non sapendo se giustificare la sua reazione allo scivolone da lei compiuto o dal sorriso ammaliatore che Ted le stava rivolgendo.

«Ora andiamo, Andromeda. Se rimaniamo qui ancora rischiamo di beccarci un raffreddore coi fiocchi!» senza aspettare la risposta della ragazza Ted le afferrò la mano e la condusse nella casa. Appena entrarono percepirono distintamente la differenza di temperatura dovuta al calore emanato da un grande camino, verso cui Ted si diresse con decisione. Andromeda si guardò intorno curiosa, non era mai stata in quel posto, lontano dalle vie classicamente battute dagli studenti. Era una bella locanda, semplice ed intima. Alle pareti erano appesi dei quadri con dei paesaggi, uno diverso dall'altro, e i tavoli era tutti rotondi e in legno. Il bancone era piccolo, di certo non potevano restarvi più di tre clienti, e dietro ad esso stava in piedi una donna di circa sessanta anni. Si trovavano di sicuro nell'angolo più bello della locanda, accanto al camino e abbastanza lontani dalla porta per non sentire gli spifferi provenienti dall'esterno.

«Desiderate, ragazzi?» la voce della signora del bancone, probabilmente la proprietaria, costrinse Andromeda ad interrompere lo studio del posto.

«Una cioccolata, grazie.» rispose immediatamente, sorridendo alla donna. Ted, accanto a lei, chiuse la carta del menu ed ordinò una Burrobirra. Era in silenzio da quando erano entrati, per Andromeda era strano non sentire il suono della sua voce.

«Allora – domandò incerta – Di che parte dell'Inghilterra sei?» Ted scoppiò a ridere di gusto e anche Andromeda si ritrovò a sorridere.

«Lasciatelo dire, non sei il massimo nell'intavolare un discorso.»

«Lo so.» mormorò Andromeda imbarazzata. Non era certo una novità per lei, fin da piccola era stata molto timida e aveva sempre trovato difficoltà nel parlare con persone sconosciute o quasi.

«Pensavo che a voi Purosangue insegnassero questo genere di cose... non so, pubbliche relazioni e simile.»

«In effetti sì – rispose piatta Andromeda, fissando le sue mani – Diciamo che non ho attitudine.»

«Non ti piace parlare di loro, vero?» domandò Ted con tranquillità. Andromeda rialzò lo sguardo ad osservare il volto del ragazzo, che la stava fissando con espressione seria, pur mantenendo una luce divertita negli occhi. Annuì appena, finalmente qualcuno aveva capito il suo disagio nel discorrere a proposito della sua famiglia. Era già parecchio tempo che Andromeda aveva notato quanto fosse diventato difficile, e pesante, sopportare tutte le conversazioni sull'essere Black e sulle conseguenze che quel cognome portava. Vi erano persino momenti in cui sperava con tutta se stessa di liberarsene.

«È stancante – confessò – Non fraintendermi, voglio bene alla mia famiglia. Però...» lasciò cadere la frase nel vuoto, sospirando appena.

«Però a volte non vorresti farne parte.» terminò Ted, guadagnandosi un'occhiata sorpresa di Andromeda. Non capiva come avesse fatto a centrare il punto così rapidamente, la conosceva appena eppure era arrivato là dove gli amici di sempre non sarebbero mai giunti.

«Vorrei solo sapere cosa si prova a essere una ragazza qualsiasi. Senza il cognome Black, senza le responsabilità che porta, senza... - si fermò il tempo necessario per alzare lo sguardo ad incontrare quello di Ted – senza tutti i pregiudizi.» non riusciva a credere alla situazione, stava rivelando i suoi più grandi segreti a quel ragazzo che forse mai avrebbe potuto capirla. Era dall'altra parte della barricata, dalla parte che la sua famiglia disprezzava e odiava, eppure Andromeda non riusciva a vedervi tutti quei difetti che avrebbe dovuto avere. Era, anzi, certa che fosse migliore di tanti Purosangue. Quando lo vide sorridere teneramente riuscì solo a pensare che se le avessero dato una opportunità di scelta avrebbe optato per una vita trascorsa con un ragazzo come lui piuttosto che con uno come Lestrange. Avrebbe scelto lui mille volte.

«Credevo che i pregiudizi li avesse la tua famiglia.» le rispose lui, sincero. Andromeda sospirò, come dargli torto? Non poteva in alcun modo: la vita dei Black si basava sui pregiudizi.

«E per tutto il mondo ogni Black la pensa in quel modo.»

«Non è vero. Se c'è una cosa che ho imparato è che le eccezioni ci sono in ogni famiglia. Insomma, guarda me! I miei sono dei comunissimi babbani, eppure io sono un mago. - Andromeda lo fissava sorpresa – E questo vale anche per i Black, tu sei la loro eccezione.»

«Come fai a dirlo? - gli domandò lei, scuotendo la testa – Tu non mi conosci, non sai come la penso. Non sai quanto io sia una Black.» era sicura nel pronunciare quelle parole, convinta di quanto detto. Ted non poteva giudicarla, per quanto fosse bello il suo parere.

«Certo che sei una Black. Sei schifosamente orgogliosa – lei sorrise appena – e cocciuta. Inoltre hai un bel caratterino, non puoi negarlo!»

«Ehi!» lo guardò scherzosamente male, ma la sua espressione scura si sciolse quando lui allungò una mano a stringere la sua.

«Però non giudichi le persone dal loro sangue, o non saresti qui con me. Non ti senti superiore a tutti solo per il cognome che porti, o non mi avresti difeso con Lestrange. Non consideri tutto il mondo feccia, o non saresti nota con il soprannome di pecora bianca.» lei scoppiò a ridere, quel soprannome le era stato affibbiato al primo anno e da allora non era riuscita a levarsi quella fama.

«Non so neanche perché sono qui.» confessò sinceramente, fissando lo sguardo sulla sua mano ancora intrecciata a quella di Ted.

«Perché ho sfidato il tuo orgoglio, principessa, mi pare ovvio! Altrimenti non saresti mai venuta.» lei alzò la testa di scatto, trovandosi a un centimetro da quella di Ted. Com'era possibile che non si fosse accorta della sua vicinanza? O forse non aveva voluto accorgersene. Voleva solo continuare a sentirsi leggera come era stato fino a quel momento.

Non si mosse quando Ted cancellò la distanza fra loro, baciandola dolcemente. Si lasciò semplicemente andare a quelle sensazioni mai provate prima, quella felicità che non pensava potesse esistere. In quel momento tutte le obiezioni che il suo cervello razionalmente creava venivano messe a tacere da quella mano ancora intrecciata alla sua. Non esisteva sangue né famiglia, Casa né regole. Erano solo loro, Ted e Andromeda, una A e una T.


























Terzo e penultimo capitolo, finalmente si trova qualcosa di realmente collegabile alla canzone!

Emily: sappi che il tuo nick è destinato a essere contratto a vita da me XD Ti consoli che è anche il mio destino, colpa nostra che ci siamo scelte nick lunghi! Comunque, passando alle cose "serie", ti ringrazio *-* Ti ho fatto attendere poco, come sono brava! XD Ormai siamo praticamente alla fine, il prossimo capitolo è l'ultimo!
Mary: come ti ho scritto su facebook, tu mi vizi. Cioè, se mi lasci certe recensioni io mi sciolgo! Però dai, siamo state ingiuste contro le Amy, quella di TVD era Aimee. Ma suona uguale, quindi cavoli suoi u.u Son contenta che questa Amy ti sia piaciuta, è un gran traguardo per una Amy XD E' vero, io farei carte false per avere un'amica come lei. E un ragazzo come Ted. Si è capito che nelle mie storie metto i miei desideri più nascosti XD Neanche troppo nascosti a ben guardare! Ted come Matt? Sai che non ci avevo pensato? O_O Però a ben guardare ci sta, sì. Boh, fai finta che abbia le lenti a contatto XD Rimane comunque figo alla fine u.u "E' l'Alice sbagliata!" XD Ho rivisto il film un paio di giorni fa... ehm, sì, dicevo... mi fa piacere che ti piaccia Ted, che piace anche a me almeno quanto piace a te (ho un feeling con gli scioglilingua!). O meglio, io lo amo, come ti dicevo mentre scrivevo la storia. Quella riflessione purtroppo andava fatta, è una realtà che non si può non inserire quando parli di quando si son conosciuti, ma una vera fangirl come te ci vede il lato positivo *se la ghigna* E mi è partita la canzone che ha ispirato Luce Blu, ahahah! E' Natale a Natale si può fare di piùùù! Voglio il Natale u.u Per i titoli questa volta alzo le mani, ne vado stranamente fiera. Tutto è nato dalla frase neurone-in-comune su Andromeda in cima alla torre, da lì i riferimenti alle fiabe sono venuti quasi naturali. Luuuuce bluuu, c'è qualcosa dentro l'anima che brilla di piùùùù, è la voglia che ha l'amore che non c'è solo a Natale, che ogni giorno crescerà se lo vuooooiii! ^^" La frase sugli standard maschili mi ha fatto sciogliere. Sai che lo dicono di Savannah? XD Che poi io ti ho dato solo Ted, Damon ci ha pensato madre natura! Ti ringrazio tantissimo *-* PS- ma com'è che io riesco a infilare il Natale ovunque? O_O
fri: ma Andromeda è cocciuta, se non si fa leva su qualcosa non la si convince! Sono contenta che tu veda in Ted sua figlia, detto da una esperta ed amante di Dora e Remus non può che farmi un immenso piacere. Ted mi piace tanto, per cui cerco sempre di renderlo bene! Ti ringrazio ancora tantissimo, mi fa piacere sapere che la storia ti piace!
vogue: mia cara, per Ted mettiti in coda! Dopo Andromeda c'è la sottoscritta u.u Mi sto esaltando un sacco con questa cosa che vi piace Ted, io me ne sono innamorata scrivendo su di lui *-* Non è normale, vero? Comunque se la giudicia dice che è assolutamente lui io vado sul sicuro! Grazie carissima!


Giuzidio di LilyBlack

La tua storia è la prima vera Andromeda Ted che leggo, anche se ce n’è un’altra in gara, ho letto prima questa, per caso.
La tua storia è fantastica, la canzone è inserita per quanto mi riguarda in modo magistrale e assolutamente leggero. Non è un qualcosa di estremamente vistoso e per questo mi piace, sono come piccoli tasselli di un mosaico che si incastrano alla perfezione. Grammatica, Sintassi estile sono praticamente perfetti tranne qualche intoppo e la caratterizzazione dei personaggi è bella anch’essa, anche se forse avresti potuto calcare ancora un po’ di più su Ted.
Originalità, ovviamente, altissima, anche nel non mostrare una Andromeda totalmente paragonabile al miele, priva di lati spigolosi del carattere e di qualsiasi contatto con i Black. La tua è una Andromeda particolarmente credibile anche e soprattutto per questo, dal mio punto di vista.
Brava.
   
 
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