Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: angiebear_chan    07/11/2010    2 recensioni
questa è la storia di un angelo con un nome terribile per ogni creatura angelica odiata ed evitata dai suoi simili... anche per il suo lavoro... un giorno viene mandata negli inferi e lì...
Genere: Dark, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quella mattina cominciò male: Salomè venne strappata dalle braccia di Morfeo a causa dello sbattere della sua porta e da due mani che la scuotevano con forza...
-Salomè! Salomè svegliati dannazione!- le disse Lucifero
-Che c'è? Che c'è? Sono sveglia!- biascicò lei sbadigliando...
-Ho appena ricevuto un messaggio dal paradiso... mi hanno convocato... vogliono discutere su un eventuale accordo di pace... tu ovviamente mi dovrai accompagnare...-
-In paradiso? Io?!?-
-Beh perché no? Sei la mia guardia del corpo e devi seguirmi sempre e comunque...-
-E per quando è stato fissato questo incontro?-
-Per oggi... sicuramente lo hanno fatto per mettermi in difficoltà e farmi stare con l'acqua alla gola ma evidentemente non sanno con chi hanno a  che fare!- disse lui con gli occhi che scintillavano a causa dell'ira...
-Quindi...?-
-Quindi adesso ti alzi, ti prepari e poi andiamo a fare una gitarella in paradiso...-
-Perfetto, dammi venti minuti...- disse lei alzandosi... quegli idioti non sarebbero stati così imbecilli da mandare a quel paese la sua copertura vero? In effetti era da tempo che non si metteva in contatto con gli angeli, anzi, da quando era arrivata all'inferno non l'aveva mai fatto... probabilmente la credevano morta... ma non per questo avrebbero mandato all'aria l'unica possibilità di porre fine alla sanguinosa guerra tra inferno e paradiso... forse.
Con la mente confusa da migliaia di pensieri Salomè si lavò, si pettinò, si vestì... indossò, come Lucifero le aveva suggerito, un tailleur nero sotto il quale mise una camicia rossa e delle scarpe col tacco...
-Ho un'aria dannatamente professionale...- borbottò emergendo dalla cabina-armadio...
-No, hai un'aria dannatamente sensuale...- disse Lucifero facendole scorrere lo sguardo sulle gambe e mangiandosela con gli occhi... -se non stessimo facendo tutto di fretta...- disse poi scuotendo la testa
-Cosa faresti? - disse lei mentre indossava degli orecchini d'argento con incastonati dei diamanti neri... al collo indossò un nastro di pizzo nero tenuto fermo da un cammeo e legò i capelli in uno chignon
-Una cosa che non potrei sicuramente fare in paradiso, bigotti come sono...- disse lui sorridendole malizioso e con un lampo divertito negli occhi verdi...
-Bene, sono pronta!- disse lei dandosi un'ultima sistemata
-Perfetto... allora andiamo in paradiso!-

qualche ora dopo

Salomè e Lucifero si avviarono tra le due ali di angeli che li circondavano... lei stava appena dietro di lui con il cuore che batteva a mille frugando la folla in cerca di volti conosciuti che avrebbero potuto tradirla... non provava la  minima gioia anche se era tornata a 'casa' anzi: non vedeva l'ora di tornare all'inferno da Felix e da tutti i suoi amici, i suoi  primi veri amici...
-Ehi! Guarda quello...- le disse Lucifero ridacchiando -non sapevo che anche in paradiso ci si potessero procurare danni simili... è proprio cambiato da quando io non ci sono più...- continuò indicando con un cenno del mento qualcuno tra la folla...
Salomè seguì il suo sguardo... 'lui invece è come un bambino... come fa ad essere tanto rilassato?' pensò fugando fra i vari volti in cerca di quello segnalatole da Lucifero
-O cazzo...- mormorò quando vide di chi si trattava: tra la folla, guardandola sgomento con gli occhi spalancati, c'era l'angelo cui lei aveva rotto il naso e lo zigomo proprio prima di partire per gli inferi...
-Cos'hai detto Salomè?- chiese Lucifero guardandola con aria interrogativa
-Ho detto... o cazzo com'è ridotto male... chissà chi sarà stato a ridurlo così...- disse lei distogliendo lo sguardo...
-Beh, in effetti... tra gli angeli non ho mai trovato nessuno in grado di rompere un naso in modo tanto magistrale... tranne me... mi piacerebbe davvero incontrarlo... - disse con espressione ammirata
-Lucifero! - disse una profonda voce maschile...
I due guardarono davanti a loro e videro un uomo alto con folti boccoli biondi e occhi color ambra che veniva loro incontro a braccia aperte...
-Gabriele! Quanto tempo!- disse Lucifero sfoderando un finto sorriso di gioia
-Davvero, è passato troppo troppo tempo... mi ero quasi dimenticato la tu faccia- disse l'arcangelo con un sorriso altrettanto fasullo -e questa ragazza?- continuò guardando Salomè...
-Lei è Salomè, verrà con me durante tutti questi incontri... - disse Lucifero mettendole un braccio sulle spalle
-Salomè... un nome davvero originale qui in paradiso...-
-Non ne dubito...- rispose il demone con un sorriso di superiorità sulle labbra...
Gabriele si voltò e fece cenno di seguirlo, mentre camminavano Salomè guardò Lucifero e, a bassa voce, sbottò...
-Di' la verità: hai scelto me soprattutto per il mio nome vero? Dubito che ci siano possibilità di attentati durante simili incontri...-
-Solo un pochino... la cosa ti offende?-
-Per niente- disse Salomè con un sorriso malvagiamente felice dipinto sul volto
-Hahaha Salomè, sto scoprendo un lato di te che nemmeno immaginavo... devo dire che mi piace davvero davvero molto... - ribatté lui con un'espressione maliziosa negli occhi
-Oh grazie, ne sono lusingata- rispose lei facendogli l'occhiolino
-Mi spiace Lucifero ma Salomè dovrà attendere qui... non può presenziare alla riunione... - disse Gabriele indicando delle poltrone in una sala poco distante da quella fissata per l'incontro
-E va bene... Salomè... cercherò di non metterci troppo tempo- disse Lucifero guardandola
Per tutta risposta lei annuì e si andò a sedere su una delle comode poltrone mentre lui seguiva Gabriele all'interno della sala d'udienza... improvvisamente le si avvicinò il comandante supremo dell'esercito che, subito, l'aggredì dicendo:
-Tu! Dannata! Lo sai per quanto tempo abbiamo aspettato un tuo messaggio?!?-
-Eravate preoccupati per me?- chiese lei con voce atona guardandosi le unghie con un sopracciglio leggermente sollevato
-Quelle informazioni ci servivano per far concludere la guerra il prima possibile vincendola! Perché non ce le hai inviate?-
-Perché avrei dovuto? Cosa hanno mai fatto gli angeli per me? Solo cattiverie! Perché io avrei dovuto aiutarvi a vincere la guerra?- sbottò lei fissandolo negli occhi
-Perché tu  sei una di no! Anche tu sei un angelo!-
-Non mi sembrava così quando venivo emarginata, ripudiata ed evitata da tutti voi bastardi! Non mi sembrava quando passavo le serate a casa mia da sola perché tutti mi odiavano per motivi inesistenti! Non mi sembrava di essere una di voi quando sono stata mandata all'inferno! Anche se per questo devo ringraziarvi perché lì ho finalmente trovato qualcuno che mi abbia trattato con gentilezza!-
-Salomè ma che diamine vai blaterando?- le chiese il comandante supremo con espressione incredula
-Cosa ti stupisce così tanto? Che qualcuno mi tratti con gentilezza o che siano i demoni i primi in grado di farlo?- disse lei alzandosi di scatto con gli occhi che lanciavano lampi
-Salomè!!- urlò Lucifero precipitandosi nella sala... -vieni: ce ne andiamo!-
-Ma... ma Lucifero che diamine succede?-
-Quei dannati bastardi volevano fregarmi! Hanno preteso delle mie rese assurde sull'umanità!- disse lui visibilmente infuriato
-Non capisco... cosa intendi dire?- rispose lei confusamente
-Te lo spiegherò mentre torniamo a casa...- disse lui prendendola per un braccio e trascinandola via...
Mentre tornavano negli inferi Lucifero si allentò la cravatta e disse:
-Per portare la pace pretendono che io rinunci al mio diritto di avere ascendente sugli esseri umani... pretendono che io rinunci ai sette peccati capitali, soprattutto alla Lussuria, poi dovrei chiedere ufficialmente perdono e rientrare fra le schiere degli angeli... col cavolo! Sono il re di un nuovo regno, non mi abbasserò così tanto per venirgli incontro... anche loro dovranno rinunciare a qualcosa!-
-Capisco, quindi l'accordo di pace non c'è stato...-
-Certo che no! Dannati bastardi... si aspettavano davvero che io cedessi alle loro richieste???-
poi la guardò negli occhi e sfoderò un sorriso malizioso...
-Come avrei potuto rinunciare alla Lussuria e vivere sotto il tuo stesso tetto? Sarebbe stata la morte per me...- disse poi ridacchiando
Lei fece per tirargli una gomitata ma lui la afferrò per il braccio e la fece stendere sui sedili di pelle della macchina guidata da autista che li stava riportando a casa...
-Adesso non siamo più con l'acqua alla gola...- le disse sorridendole
-Quindi?-
-Quindi ho in mente un ideuzza davvero piacevole... -
Poi si chinò su di lei e la baciò facendo intanto scorrere le mani sul suo corpo, sfiorando soprattutto le cosce coperte dalla gonna e il seno che si alzava e si abbassava al ritmo del respiro affettato di lei... le fece scorrere la lingua sul collo seguendo i contorni del nastro di pizzo che lei aveva indossato, poi tornò a baciarle la bocca sfiorandole le labbra con la punta della lingua; lei rispose al bacio con passione passandogli le mani fra i capelli, sulla nuca, sulle spalle...
-Salomè... ti prego sii mia almeno questa volta!- le sussurrò lui all'orecchio prima di sfiorarle il lobo con la lingua per poi morderglielo...
-Se proprio insisti...- scherzò lei in risposta seguendo con le labbra la linea della mandibola
-Finalmente!- esultò lui con voce roca chinandosi definitivamente su di lei la quale affondò il volto nell'incavo del collo di quell'uomo così straordinariamente sensuale respirando il suo profumo...
-Signore! Com'è andato l'incontro?- chiese la signora Mendez aprendo la portiera: erano arrivati a casa...
   
 
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