Nel 1917 a Barcelona cadava una leggera pioggia  sui monumenti, case e edifici.

Il grigio circondava e ricopriva la città in una fredda notte.

La povertà giaceva sui marciapiedi e al celoce passaggio di passanti appariva abituale quasi invisibile.

Di quela miseria ne facevo parte anche io.

Un giovane orfano catalano emigrato nella capitale ma senza successo.

Dopo vari tentativi non mi era restato che assicurarmi sull'estremità della strada a attendere ciò che tutti i barboni  aspettano;

il miracolo.

Spesso si presentava con l'aspetto di un ricco signore bisognoso di uno sguattero, o in alcuni casi, della vecchia signora in nero che tutti teniamo.

Nonostante la mia situazione, spesso, mi erano stati proposti indecenti inviti perchè la mia giovane età era desiderabile.

Avevo vent'anni, di carnaggione scura con occhi color nocciola pieni di vitalità.

Trascirevo il giorno a scorrazzare qua e là, a dare piccoli aiuti in giro per raccimolare quelle poche monete che mi consentivano di comprare un pezzo di pane.

Ma la notte, per la notte non avevo rifugio e la strada come per gli altri era la mia casa.

E di notte che trovai l'opportunità di uscire per sempre dal tunel della miseria.

Nonostante il vento e la pioggia riuscivo ad osservare i passanti e i loro visi contratti dal freddo e disgustati per noi.

Ma, un viso apparve diverso dagli altri.

Il viso di una donna.

Mi colpi immediatamente;

Camminava decisa, a passo leggero e sensuale.

Indossava un lungo capotto che però faceva intravedere il vestito rosso che indossava.

Soprattutto i tacchi vertiginosi esaltavano le lunghe gambe e i fianchi prorompenti.

Era bellissima, sentivo il suo profumo nell'aria.

Poi su fermò proprio davanti a me.

Nel buio della notte il viso si intravedeva a malapena;

Aveva labbra rosse e carnaggione più candida del latte ma gli ochhi, non riuscivo a vederne il colore.