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Autore: SummerRestlessness    08/11/2010    4 recensioni
È la sera del Ballo del Ceppo ed Hermione si sta preparando al suo ingresso trionfale, sperando di non ruzzolare giù dalle scale...
Dai film aveva imparato anche che, alla fine del suddetto ballo, finivi sempre con la persona giusta per te, che poteva anche non essere (anzi, che spesso non era) il tuo accompagnatore iniziale.
La storia è all'incirca quella che conosciamo (quella del film, però), il finale invece si discosta un po'... un po' tanto!
Riuscirà Hermione a dire a Ron quello che prova?
[Ogni capitolo è di circa 600 parole e ha come titolo un verso della canzone Dear John di Taylor Swift, che per l'occasione (!) nel titolo della fic è diventata Dear Ron.]
Genere: Malinconico, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Viktor Krum | Coppie: Ron/Hermione
Note: Missing Moments, Movieverse, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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IV. I should have known

Hermione Granger aveva avuto un saggio di quello che sarebbe successo quella sera qualche giorno prima del ballo. Qualcuno l’avrebbe chiamato presagio, qualcun altro avvertimento: lei però non credeva in nessuna di quelle sciocchezze riguardanti i segni del futuro e l’aveva già chiarito bene disertando il corso di Divinazione della Cooman.

Pochi giorni prima, seduta nell’aula di Pozioni china sulla sua pergamena, voleva solo finire il suo compito in pace e togliersi dai piedi del professor Piton il più presto possibile, ma Ron non sembrava dello stesso avviso. Era da qualche minuto che cercava, rumorosamente, di attirare l’attenzione di Harry e quando alla fine questo si girò cautamente verso di lui, esclamò ad alta voce:

- È pazzesco. Se va avanti così, saremo gli unici del nostro anno senza una ragazza.

Hermione emise uno sbuffo: oltre a disturbarla mentre faceva un test, Ron voleva parlare solo di quello stupido ballo? Non voleva sentire Ron che parlava del ballo. Per fortuna, non avrebbe mai pensato di dirlo, intervenne Piton, che con una manata sulla testa del ragazzo cercò di metterlo a tacere. Purtroppo, come molte delle punizioni di Piton, anche questa fu inutile.

- Be’, noi e Neville – continuò infatti il suo vicino di banco, imperterrito.

- Sì, ma lui può portarci se stesso - gli rispose Harry con un risolino. Hermione scosse la testa avvilita. Decise però di mettere a tacere quei due:

- Forse vi interesserà sapere che Neville ha già qualcuno con cui andarci – disse fin troppo compiaciuta al pensiero di averli lasciati senza parole e si accinse a continuare il compito.

- Ora sono davvero depresso. – commentò di nuovo Ron, con un tono drammatico che le strappò un mezzo sorriso, prontamente nascosto.

Un foglio volò appena al di sopra della sua pergamena e si posò davanti al ragazzo: Hermione, suo malgrado, si sporse un po’ per riuscire a leggere cosa ci fosse scritto.

"Muoviti, o tutte le migliori saranno impegnate."

Seguì di sottecchi lo scambio di battute che seguì tra Fred e Angelina Johnson, fingendo di scrivere, poi si sentì apostrofare da Ron, ma non alzò subito lo sguardo dal foglio di pergamena.

- Ehi, Hermione. – aveva detto lui con un tono sospetto che non faceva presagire niente di buono.

- Tu sei una ragazza. – continuò quello, come se lo realizzasse per la prima volta, per di più con una certa sorpresa. Decisamente, non era niente di buono ed era iniziato anche peggio.

- Che acume. – ribatté lei ironica, alzando finalmente su di lui uno sguardo quasi inorridito per la sua mancanza di sensibilità. Non aveva idea che le cose sarebbero peggiorate ancora.

Pochi secondi dopo, sperò di aver capito male a causa di Piton che, en passant, aveva dato un libro in testa a Ron; ma le sembrò di averlo sentito pronunciare un noncurante: - Vieni con uno di noi?

Ne ebbe la conferma quando, mentre Piton si allontanava, senza guardarla negli occhi, Ron continuò: - Dai. Un conto è un ragazzo che si presenta da solo, ma una ragazza… è solo triste.

Hermione sentì la rabbia montare dentro di lei. Non sapeva se la facesse arrabbiare di più il maschilismo che trasudava da quella frase, il poco rispetto che lui ostentava nei suoi confronti o il fatto che desse per scontato che lei fosse ancora libera e disponibile.

Per lui.

Solo in seguito realizzò quanto quella frase l’avesse in realtà ferita e quanto la rabbia le fosse solo servita da scudo, da barriera protettiva. In ogni caso, sbottò a denti stretti:

- Non verrò da sola; perché, che tu ci creda o no, qualcuno mi ha invitata!

Mise in quella frase tutto l'astio che poteva e tutto il desiderio di restituirgli almeno un po' del dolore che lui, forse inconsapevolmente, le causava. Raccolse le sue cose e senza dire una parola portò il compito a Piton, che stava in piedi in mezzo all’aula e la fissò risentito, forse perché non gli aveva dato un motivo per elargire anche a lei una librata sulla testa. Poi, ripassando di fianco ai due amici, Hermione ringhiò:

- E ho detto di sì!

Per fortuna la ragazza si stava già allontanando inferocita, così non poté sentire quello che Ron sussurrò ancora al suo migliore amico:

- Oh, cavolo. Sta mentendo, vero?

- Se lo dici tu. – rispose Harry, sconcertato da quanto Ron potesse essere cieco non solo ai sentimenti di Hermione, ma anche ai propri.

 

   
 
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