Capitolo 11
“Già lo sapevi??? E quando
pensavi di dircelo?” la voce di Harry assunse un forte tono di
rimprovero, era fuori di se dalla rabbia tanto che gli tremavano le mani.
“L’ho saputo solo stasera!”
ammise Cinthia lasciandosi intimorire da quell’attacco verbale non
aspettato, ma solo per poco, lo sguardo le si fece duro e l’espressione
sul viso divenne imperturbabile. “Scusa ma… perché avrei
dovuto dirvelo?” esclamò indurendo la voce quasi come quella
dell’altro.
“Perché??? Perché….
Chiede perché lei!” sbuffò Harry agitando le braccia in
aria per poi lasciarle ricadere a peso morto lungo il corpo.
“Ma perché’ tu sai
chi’ lo vuole arruolare ed equivarrebbe ad avere uno di loro a casa
nostra, lo capisci questo vero? O lo stare con Malfoy ti ha rammollito il
cervello!” intervenne Ron usando lo stesso tono minaccioso di Harry.
Cinthia non ci vide più inferocita
com’era, fece un passo avanti e preparandosi a menar bacchetta sbottò
“Tu piccolo, viscido ragazzino dai capelli color carota…”.
Ron
rosso in viso, assottigliò gli occhi e presa posizione fece altrettanto tenendosi
pronto a rispondere con la stessa moneta.
“Per favore stiamo calmi!”
intervenne duramente Hermione tirando indietro Cinthia e mettendosi tra lei e il
ragazzo continuò “Dobbiamo rimanere calmi…” poi si
fermò pensierosa e si voltò verso Ron “Equivarrebbe? Da
quando in qua parli così bene tu?” chiese con aria perplessa, mai
quanto quella del rosso che non riuscì a dar risposta rimanendo
lì a fissarla con un’espressione inebetita sul viso fin quando
realizzata bene la frase detta, in sua difesa cominciò a blaterare senza
sosta “Che vuoi dire con parlare così bene? Perché come
parlo di solito? E che pensi che io sia…”
“Ehi, vogliamo piantarla con queste
scemenze qui abbiamo problemi seri!” ancora una volta la voce dura di
Harry sovrastò le altre azzittendo tutti, poi si rivolse a Cinthia mantenendo
un tono più tranquillo “Lo capisci vero, che dobbiamo intervenire.
Non possiamo lasciar che la cosa passi come se non sapessimo nulla!”
Lei lo guardò seria, inarcò un
sopracciglio e rispose con un timbro di voce
apparentemente tranquillo.
“Io credo che questi non siano affari
vostri e che dovreste pensare, …prima di fare qualcosa o anche solo di
parlare!” poi prese un gran respiro chiudendo per un attimo gli occhi. La
voce le cominciava a tremare ma proseguì lo stesso “Domani
andrò dal Preside e ne parlerò con lui, credo che sia la persona
più adatta a risolvere questo che voi chiamate problema!”
“Perché non è un problema
per te?” le chiese Hermione con gentilezza, cercando di capire meglio
quello che voleva dire.
“No assolutamente, io credo in lui e so
che prenderà la decisione giusta!”
Harry provò a controbattere raccontando
vari aneddoti che riguardavano Draco, sottolineando che lui non avrebbe mai
rifiutato quella proposta. Che il far parte dei seguaci di Voldemort era per
lui e la sua famiglia, un grande onore e che questo secondo loro dava potenza e
prestigio agli occhi degli altri.
L’unica risposta che ottenne
però, fu uno sbadiglio e
un’alzata di spalle seguita da un “vado a letto!” annoiato.
Cinthia entrò nella sua camera, le
altre ragazze già dormivano profondamente. Si spogliò e
s’infilò sotto le coperte fingendo di dormire quando sentì
aprire la porta e vide entrare Hermione.
La cosa non funzionò, e le si avvicinò
lo stesso al letto dicendole a
bassa voce “So che vuoi molto bene a Malfoy, ma non puoi negare
l’evidenza… la sua famiglia è…!”
Cinthia, di scatto, si mise a sedere nel letto
e cercando di mantenere un tono basso sbraitò “Lui non è la
sua famiglia, hai visto com’è dolce con me, no? E poi… ci
son cose Hermione che tu…” Cinthia s’interruppe e uno strana
luce di dolore le riempì gli occhi “Tu non puoi capire né
sapere ma fidati… lascia che le cose vadano da sole!” con il dorso
della mano si asciugò una lacrima che le era scivolata sulla guancia e senza
aggiungere altro si rimise giù dandole le spalle.
*** * ***
Draco dopo aver schivato un paio di prefetti
che per poco non lo videro, riuscì a rientrare nel dormitorio dei
Serpeverde. A quell’ora la
sala di ritrovo era completamente deserta, ormai si erano tutti ritirati nelle
proprie stanze lasciando una pace quasi surreale regnare nella stanza.
Si avvicinò al camino, le braci ancora
emettevano qualche piccolo scoppiettio ed emanavano un leggerissimo bagliore.
Si sedette sul divano e allungò le
gambe posando i piedi sul tavolinetto di fronte. Si portò le mani dietro
la nuca e buttò la testa indietro prendendo a fissare il soffitto.
Le immagini di quello che aveva vissuto poco
prima con Cinthia gli sfilavano davanti agli occhi facendolo sorridere
maliziosamente per poi lasciare spazio ad un espressione imbronciata quando gli
tornarono in mente le parole che gli aveva detto.
“Draco… quello che volevo
dirti è… che tu NON sei il primo!”
Chi poteva essere la persona con cui lei aveva
avuto rapporti per la prima volta si chiese, forse un ragazzo della scuola che
frequentava prima di venire ad Howard o forse semplicemente un altro amico di
famiglia! E perché ora non erano insieme? E se lei fosse dovuta tornare
alla sua vecchia vita e lo avesse rivisto? Con lui che sarebbe successo?
Queste e un altro milione di domande gli
rimbombavano in testa.
Era sicuro di quello che provava per lei ed
era sicuro al novanta per cento di quello che lei provasse per lui, ma…
quel dieci percento lo turbava non poco!
Si distese sul divano, sapendo che quella
notte avrebbe dormito molto poco, e prese a giocherellare con un filo della
cucitura dei pantaloni.
Non era mai stato lasciato da una ragazza, a
dire il vero non si era mai nemmeno posto il problema che potesse accadere ma
ora…
Un rumore sospetto proveniente dal camino lo
fece drizzar in piedi mettendolo in allerta. Della cenere mista a polvere
scendeva giù dall’immensa canna di tiraggio soffocando del tutto
quel poco che era rimasto acceso delle braci.
Velocemente, si nascose dietro la spalliera
del divano e si tenne pronto a lanciare un incantesimo di difesa.
Quel rumore non cessava, anzi si fece
più forte, tanto che riuscì a riconoscerlo. Era un frusciar di
carta ma che a tratti rimbombava come se fosse un tubo di cartone che sbatteva
contro le pareti di mattoni del vecchio camino.
Si avvicinò inchinandosi leggermente
per guardare su per la cappa. Una pergamena arrotolata cadde giù andandosi
a infilare tra le braci spente e la cenere alzando un gran polverone.
Draco rimase senza respiro quando vide, man
mano che la nebbia di polvere si diradava, il marchio impresso sulla cera lacca
nella legatura della pergamena. Era un teschio dalla cui bocca usciva un serpente.
Quel simbolo era inconfondibile e non poteva
di certo sbagliarsi sulla provenienza della nuova lettera.
Con le mani che gli tremavano, la raccolse e
rotto il sigillo, srotolò e lesse senza mai staccar gli occhi dal
foglio. Arrivato all’incirca a metà, sbiancò e si dovette
mettere seduto a terra guardando incredulo quelle righe.
Leggeva e rileggeva quello stesso pezzo da
dieci minuti buoni, cercando di dar un nuovo significato alle parole che vi
erano scritte ma senza nessun risultato.
La prova che doveva superare era li, nero su
bianco.
D’impulso appallottolò la pergamena
e la lanciò nel camino. Poi prese la bacchetta pronunciando con voce
severa “Lacarnum Inflamare” e la puntò dritta verso la lettera
da cui si generò una fiammella.
Il fuoco si fece alto e un fumo nerissimo si
sprigionò invadendo la stanza. Pian piano prese la stessa forma del
marchio che era sulla ceralacca sovrastando Draco, che tirandosi bruscamente
indietro sbatté contro il tavolino.
Il serpente che usciva dal teschio era
spaventoso e lo divenne ancora di più quando spalancò le fauci.
Sembrava intenzionato a divorare chiunque si fosse trovato davanti mentre una
macabra risata si espandeva per l’aria.
All’improvviso la serpe si piegò
su se stessa e si gettò sul fuoco spegnendolo ed evitando che la
pergamena bruciasse.
Il fumo si dissolse lentamente e le parti
annerite dalle bruciature sulla carta scoccarono qualche scintilla e pian piano
svanirono anch’esse..
Draco non poteva credere a quello che aveva visto,
la pergamena era intatta, doveva essere stata incantata con chissà quali magie oscure.
Ma ancora di più non poteva
credere, che come prova gli avessero
chiesto così tanto, come potevano!
Si guardò intorno con la paura che quel
trambusto avesse svegliato qualcuno. Mai avrebbe voluto farsi vedere in
quello stato.
Sconvolto e disperato.
Lentamente si tirò indietro posandosi
con la schiena contro il tavolino e si prese la testa tra le mani incurvandosi
sulle ginocchia. I capelli gli scivolarono davanti al viso nascondendolo e lui
si sentì come al sicuro da sguardi indiscreti.
Un lungo sospiro gli uscì dalle labbra
interrotto quasi subito da lievi sussulti delle spalle.
Calde e amare lacrime presero a rigargli il
viso mentre i singhiozzi si fecero sempre più prepotenti.
Non ricordava da quanto tempo era che non
piangeva, non era consentito ad un Malfoy… ma quella sera… per lui non c’erano più
regole e… pianse!
Nota dell’Autrice: x terryborry – Sono
felicissima di quello che mi dici, una delle mie più grandi paure
è proprio quella di annoiare!
Si si Draco e Cinthia, stanno insieme
ufficialmente^^ i tira e molla mi piacciono ma credo che su questo argomento,
soprattutto sulla volubilità di Draco, ne abbiano scritte a bizzeffe di
FF e volevo dare un impronta diversa a questa. Anche sul fatto che lui non
è il primo per Cinthia, la ragione è la stessa ^^ quel pezzo, ti
dico la verità, mi è venuto spontaneo mentre scrivevo e
m’immaginavo la scena!
Ecco il nuovo capitoletto, non nascondo che
spero di averti fatto venire un po’ di lucciconi agli occhi *_* la scena
finale di Draco me la sono vista davanti momento per momento e spero di esser
riuscita a trasmettere quello che ho sentito. Però… non disperare…
a tutto c’è un perché e posso aggiungere anche che…
non finisce qui! :-P
Un bacio enormemente grande :-*
E non manco di mandare Besitos a tutti quelli
che continuano a seguirmi! ^_^