Anime & Manga > Card Captor Sakura
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Autore: DreamsofMartina    17/11/2005    7 recensioni
Sono passati tre anni dalla partenza di Li, ma Sakura lo ama ancora: "Un fiore cadde da un albero, il petalo rosa si poggiò sulla mano della ragazza che rivide il suo amore, una lacrima le rigò il volto e il vento che spirava in quel momento la portò via con sè, era l'ultima che avrebbe versato per lui" ripreso dal primo capitolo. Una soffitta, dove la polvere regna sovrana, è la custode di un libro dimenticato, di un libro maledetto, la prigione di colei che scioglie gli eseciti. Se vi ho incuriosito un pochiiino, vi prego leggete questa mia primissima fanfiction. Consigliata a coloro che amano la coppia Sakura-Li. GENERE: Avventura, Romantico, Triste e Fantasy.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un pò tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quella mattina il cielo era plumbeo e nero come le notti luna nuova, le nubi, che ridendo giocavano a rincorrersi, si scontrar

 

 

 

 

HOW A GUST OF WIND
 

 

 

 


“Che cos’è

        il destino?”

        “E’ la strada

        che devi fare

      per incontrare

          te stesso.”

    

     (Susanna Tamaro, “Tobia e l’angelo”, Mondatori)

 

 

 

 

 

Quella mattina il cielo era plumbeo e nero come le notti luna nuova, le nubi, che ridendo giocavano a rincorrersi, si scontrarono: iniziò a piovere .

Sakura si destò, sollevando la sua testolina dal cuscino ormai tutto bagnato; aveva gli occhi rossi e gonfi dovuti ad un pianto che si era prolungato tutta la notte, quella mattina lei e il cielo si somigliavano: entrambi erano tristi.

Indossava ancora la divisa scolastica, cercò di stirarla con le mani, anche se il risultato non fu dei migliori, si sciacquò il viso più volte cercando di nascondere quei segni così visibili del suo dolore e, a malincuore, dovette usare del fondotinta per coprire le curve violacee che segnavano i suoi profondi occhi verdi.

Scese al piano sottostante con l’idea di non fare colazione ma, arrivata in cucina, si meravigliò di trovare uno dei due sgabelli di legno, che sempre vuoti le facevano compagnia, occupato da qualcuno. Suo fratello Tori, un ragazzo di ormai ventun’anni, sta consumando tranquillamente la sua colazione.

Sakura sorrise, erano passati solo tre anni da quando lei, inguaribile ritardataria, correva per le scale di legno accompagnata dalle urla del fratello che incessantemente ogni due secondi le ripeteva “E’ TARDI!!!”; e lei ogni mattina si scapicollava, rischiando il pronto soccorso, solo per un suo sorriso, per ricevere un saluto, solo per vedere lui: Yukido. Era attratta da lui, credeva di amarlo ma, durante quell’anno furono molte le cose che scoprì e quelle che apprese. Scoprì con sorpresa e con suo sommo dolore che, dietro il volto dolce premuroso di Yukido, si nascondeva quello duro e scrutatore di Yuè, il giudice supremo, colui al quale era stato affidato l’arduo compito di designare il possessore delle carte di Clow. Pensò ai suoi magici amici con una nota di dolore, Chero,Yuè, Ruby Moon, Cerberus, Harriol, la reincarnazione di Clow Ridd, il creatore delle carte e dei suoi custodi, anche loro l’avevano abbandonata.

Era una notte stellata e Sakura rivolgeva a quei lontani corpi celesti i suoi desideri, nella speranza che fossero esauditi, ma non fu così; la luna con le sue braccia candide e luminose, catturò sei amici che si dicevano addio:

“Dobbiamo tornare, il nostro paese ci rivendica, Clow ci chiama” queste furono le parole di Ruby Moon, signora della luna, ma Sakura non se ne poteva andare senza una certezza, Chero glielo lesse negli occhi e le promise che un giorno sarebbero tornati a prenderla.

Li vide volare via, mentre due lacrime argentee le rigavano il volto.

Ormai totalmente persa nei suoi pensieri, fu destata da una voce:

“Buongiorno sorellina, svegliata presto sta mattina? Peccato, non potrai smaltire la ciccia correndo!” Com’era bello il buongiorno di suo fratello, sempre pieno di umorismo.

“Buongiorno Tori, davvero è tanto presto? Eppure non vedo papà, non mi dire che è già a lavoro?” Sakura era sempre premurosa nei confronti del suo caro papà,  però aveva sempre meno occasione di vederlo a causa del lavoro che lo teneva lontano da casa.

“A sì, oggi è uscito prima del solito e non tornerà per cena, mi ha detto di riferirtelo: purtroppo dovrai cucinare lo stesso, perché quando tornerò a casa voglio almeno una doppia porzione di tutto!”

Sakura, pregustandosi la risposta del fratello disse:

“Ma come non sai che giorno è oggi? Mi meraviglio di te caro fratellone, oggi è la giornata della salute e per tutto il giorno nono si mangia, quindi non dovrò cucinare nessuna cena, mi dispiace!”

Tori rimase sconcertato, la Giornata della salute e chi l’aveva mai sentita nominare? Pio quando vide la sorella uscire di casa quatta quatta, improvvisamente comprese tutto e gridò:

“SAKURA! Chi cercavi di prendere in giro? Non credere di passarla liscia io ti…”

Sakura, che stava morendo dalle risate, riuscì a dire:

“Non ti preoccupare avrai la tua cena, non ti lascerò morire di fame!”

Tori esasperato rispose solamente:

“Piccola imbrogliona, sbrigati o farai tardi come al solito!”

Sakura, che ormai era molto lontana,urlò sperando che il fratello potesse sentirla:

“D’accordo,ci vediamo questa sera! Buona scuola!!”

Camminando di buona lena, arrivò a scuola in un batter d’occhio e notò che vicino al cancello qualcuno, con un ombrello rosa l’aspettava:

“Buon giorno Tomoyo!”

“Buon giorno Sakura, mi sa proprio che oggi dovrà succedere qualcosa, sei troppo in anticipo!!"

“O no, ti prego basta sorprese, non so se ce la farei dopo tutto quello che è successo ieri!”

Dopo che l’amica ebbe pronunciato quelle parole, Tomoyo s’incuriosì:

“Ieri, che cosa è accaduto ieri?”

Colpita e affondata, pensò Sakura, ormai non c’era via di fuga, doveva raccontarle tutto:

“Ieri, tornando a casa, per sbaglio mi sono ritrovata a passeggiare per la via dove abitava Li”

Tomoyo scosse la testa:

“Certo, per caso, per puro caso ti sei ritrovata a passeggiare per la via di Li, ma guarda un po’!”

“Ah, ah, che ridere, dai fammi continuare, allora quando sono arrivata davanti la casa di Li, ci potrai anche non credere ma, tutte le luci della villa erano accese! Io non sono riuscita ad andare oltre, perché se fosse stata soltanto un’allucinazione io…”

Tomoyo non ci credeva, come poteva, la sua migliore amica, pensare che fosse un’allucinazione:

“Allucinazione! Tu hai detto ALLUCINAZIONE, ma sei matta!! Li è finalmente tornato, è tornato solo per te, ma non capisci lui ti ama ancora, come puoi pensare che sia un’allucinazione! Sai penso che potresti anche incontralo a scuola, forse proprio oggi.”

“Oggi, a scuola? Non dire sciocchezze Tomoyo, è statisticamente e altamente improbabile che io lo possa incontr… Ouch!!!”

Sakura stava per terminare la frase, quando si ritrovò con il sedere sull’erba bagnata e melmosa a causa della pioggia che incessante scendeva sulla testa della povera ragazza senza ombrello, volato via dopo il rovinoso atterraggio. Aveva la testa che le faceva male, ma chi poteva essere così stupido per non vederla? Mentre si stava rialzando pronta per fargli una ramanzina, si ritrovò sotto un ombrello rosso e qualcosa prese la sua mano aiutandola, alzò lo sguardo: proprio davanti a lei stava un ragazzo stupendo, era alto, magro e muscoloso, aveva gli occhi color castagna, di quelle che dimorano sui rami più alti e intricati di tutto il castagno, le uniche dorate dal sole. Aveva i capelli corti e scompigliati, di color marrone, come le montagne in autunno, che si riparano dal freddo con la loro coperta rossa e gialla.

Sakura cercò di pronunciare qualche parola, ma nemmeno un flebile suono uscì dalla sua bocca.

Fu lui a parlare per primo:

“Hem… scusami mi dispiace tanto, non l’ ho fatto a posta, andavo di corsa e non ti ho visto.”

Sakura non sapeva cosa rispondere, era il secondo ragazzo, che dopo tre anni, si mostrava così gentile con lei.

“Ma no, figurati, non mi hai fatto niente, piuttosto sei nuovo di questa scuola vero?”

“Sì sono arrivato in città soltanto ieri, però ho vissuto qui per un anno è stato circa… tre anni fa.”

 

DIN DON DAN

 

Era appena suonata la campana di inizio lezioni e l’ingresso della scuola era affollato di studenti che si precipitavano nelle proprie classi.

Il ragazzo raccolse da terra e porse gentilmente l’ombrello a Sakura, che lo aprì e, rossa come un peperone a causa dei, secondo lei, lunghi e interminabili secondi passati a due centimetri da lui, vi si nascose, quasi come se quella tela azzurra rappresentasse un’ancora di salvezza.

“Che stupido! disse alzando lo sguardo verso la torre dell’orologio e dandosi una manata sulla fronte,  devo proprio scappare, il professore mi starà cercando, chissà forse capiteremo anche in classe insieme! Ciao, a dopo e, scusami ancora!”

Disse correndo in direzione dell’ingresso principale.

Sakura era rimasta imbambolata a fissarlo, fin quando i suoi occhi non riuscirono a vedere che un piccolo ciuffo marrone. Tomoyo la risvegliò:

“Terra chiama Sakura, rispondete, rispondete, Yuston abbiamo un problema, ragazza innamorata a ore dodici aiuto, AIUTO!!”

Sakura si riprese dai suoi sogni ad occhi aperti, e indispettita rispose:

“Non mi sono innamorata, e per tua informazione nemmeno lo conosco e non so se lo rivedrò mai!”

“E chi stava parlando di lui? Io stavo parlando di una certa persona che a quanto pare è stato già dimenticato…”

Satura, prevedendo la miriade e il tipo di domande che l’amica le avrebbe posto, decise di non affrontare l’argomento, cercando disperatamente di cambiare argomento:

“Oh, come si è fatto tardi! Non possiamo più perdere tempo in chiacchiere, altrimenti il professore entrerà in classe e ci metterà una bella nota di ritardo! Oh non ci voglio pensare e… e se fosse già arrivato! Dobbiamo sbrigarci!”Disse, prendendo il polso dell’amica e iniziando a correre verso l’entrata principale dell’istituto.

 Tomoyo sospirò: quando riuscirò a capire cosa le passa per la testa, sarò la ragazza più ricca del mondo! Si voltò, guardando un ultima volta la sabbia dove era ancora impressa l’impronta del sedere di Satura e le rivenne in mente quel ragazzo: chi era, e perché le ricordava qualcuno?

Si girò e, vedendo l’amica così felice, non diede importanza a quei pensieri, che numerosi le affollavano la testa, sorrise: forse non era ancora tempo di scoprirlo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Uff e anche questo capitolo è finito!

Mi scuso per il ritardo nell’aggiornamento, ma ho avuto dei problemi con il computer: l’ ho dovuto resettare tutto e installare nuovamente tutti i programmi, che faticaccia!!

Per scusarmi, vi voglio dare un’anticipazione del prossimo capitolo:

se il misterioso ragazzo fosse un amico di vecchia data di Sakura, e se fosse qualcosa di più di un amico…    forse è meglio che non dica di più, altrimenti vi rovinerò la sorpresa.

Ora passiamo ai vostri commenti:

 

Cassie chan: sei la migliore, non per niente mi sono ispirata a te per scrivere questa fanfic!!! Ti ringrazio per avermi segnalato gli errori di battitura, cercherò di evitare ma.. non è così facile!!

Per quanto riguarda la tua prima domanda, ho deciso di omettere la parte dell’aeroporto, scegliendo come fine quella in cui Li saluta Sakura sul ponte di legno, secondo me e più forte d esprime al meglio i sentimenti che provano entrambi.

La seconda domanda mi ha lasciata perplessa: ma quando mai le tue fanfictions non piacciono a nessuno, sono stupende! Comunque io aspetterei di ricevere dei commenti, se questi sono positivi, continuerei a scriverla. Grazie ancora per la tua fiducia nelle mie capacità!!

 

Valery: Grazie per i commenti e, come vedi ho aggiornato, con la promessa di non farvi aspettare più così tanto!!

 

Yuki: Cara Yuki, ti ringrazio molto, comunque nell’anime Li è il nome e Shaoran il cognome e io ho preferito lasciare così.

 

Mewrobby: Ecco il seguito è arrivato!!

 

Saphira91: Grazie, ma… non avrò sbagliato fanfic, troooppi commenti! Comunque spero che anche questo capitolo ti affascini come il primo.

 

Akemichan: Grazie, grazie, grazie per le tue segnalazioni, ne ho proprio bisogno, perché mi spronano a dare il massimo del massimo, comunque ho controllato e avevi ragione tu, Tomoyo si scrive senza “h”.

 

Bene io ho finito, spero di ricevere altri commenti, segnalazioni o  semplicemente consigli.

 

BACI, BACI, SMAK, SMAK!!!!!!!!

  
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