IV.
Non
era mai stato abile nel comprendere i sentimenti umani.
Uno
stralcio di questi gli era stato fatto conoscere per la prima volta al
ventiduesimo torneo Tenkaichi, laddove l’intera vita
gli era stata cambiata completamente sotto svariati aspetti, ma in seguito non
s’era mai soffermato a familiarizzare con essi.
Inizialmente
ci si era semplicemente scontrato, ma era stata in maniera graduale che aveva
conosciuto alcuni di essi. L’amicizia, lo spirito di
sacrificio, il rispetto per l’avversario. Per sè stessi.
Per
l’appunto, alcuni.
Lunch
era venuta successivamente, in reazione più o meno
consequenziale alla crescita interiore che stava affrontando.
Pur
avendola incontrata per puro caso, non era stato per altrettanto puro caso che
le aveva concesso di restare.
Nonostante ciò,
le sue priorità erano state sempre altre.
Fu
per questo motivo che rimase completamente spiazzato quando
si ritrovò a dover allontanare le labbra di Shizue
dalle proprie.
Escluso
il Genio, che riposava beatamente al piano inferiore della Kame
House, loro erano gli unici abitanti della casa quella
giornata, in quel momento.
Preso com’era dal tentare di rimettere insieme i
molteplici pensieri che gli si stavano affollando nella testa, non ricordava
nemmeno come potesse essersi concretizzata per lei quell’opportunità. Sapeva solo che quella camera che, prima di chiudere
gli occhi per riposare, aveva considerato particolarmente spaziosa, ora gli
sembrava incredibilmente piccola.
-
Cosa stai facendo? - , era stato
semplicemente in grado di chiederle, incapace di distogliere gli occhi da
quello sguardo tanto intenso che sembrava stesse carezzandogli il volto.
Era
stato allora che aveva letto una leggera esitazione negli occhi della ragazza.
Della
donna, si corresse
poi subito mentalmente.
Shizue non
era una ragazzina.
Se avesse avuto modo
di chiederlo a Yamcha, o a Crilin,
o a Goku, si sarebbe probabilmente sentito rispondere
che un tempo lo era stata.
Ma lui ne dubitava.
Persone
con gli occhi come quelli di Shizue, non avevano mai
conosciuto la spensieratezza tipica delle prime fasi dell’età che – come
solitamente accade – attraversano le persone.
Persone
con gli occhi come quelli di Shizue avevano visto,
vissuto e provato cose di cui la stragrande
maggioranza del resto del mondo non immaginava nemmeno l’esistenza.
Così
come i suoi stessi occhi, di cui ora poteva vederne il riflesso in quelli
ambrati di lei, riavvicinatisi pericolosamente al suo viso.
E le labbra ben
definite e morbide.
E le gambe che
andavano a circondargli il bacino.
E il seno che andava
a poggiarsi sul suo petto.
- Non è evidente? - ,
si era sentito sussurrare ad un centimetro dalle labbra, per poi trovarsi a
muovere le proprie con le sue.
Era
una donna.
Dentro
e fuori.
E lui era pur sempre
un uomo.
Ma questo, pensò,
mentre i baci si facevano più audaci e i respiri affannosi, non bastava a
giustificarlo.
Non
poteva bastare.
Per
quegli occhi, che come i suoi avevano visto solo il buio, non doveva bastare.
-
Fermati. - .
Era
riuscito a separarla da sé con fatica, portando velocemente le mani che in un
primo momento le avevano cinto i polsi – per indurla ad allontanarsi – al
bacino della donna, il punto più pericoloso, che, così tanto
ancorato al proprio, avrebbe potuto condurli al punto di non ritorno.
Lei
l’aveva guardato coi suoi grandi occhi espressivi,
spalancandoli, prima di ridurli nuovamente a due fessure per poi avvicinarsi
nuovamente al suo volto.
-
Perché? – gli aveva chiesto sussurrando, tenendo lo sguardo
fisso nel suo, alla ricerca di un cedimento.
Tenshinhan aveva
recuperato le distanze.
-
Perché
non sarebbe giusto. - .
-
Per chi? – gli
aveva allora chiesto lei, sollevando un sopracciglio, sarcastica, mentre lui
prendeva un gran bel respiro.
-
Io non provo niente
per te - , aveva trovato il coraggio di dirle, fissandola
intensamente affinché le giungesse il messaggio, intravedendo negli occhi della
donna spegnersi la luce che l’aveva animata e guidata fino ad allora.
-
Chi ti dice che per me sia diverso? -, l’aveva allora affrontato
con spavalderia, lasciando intendere di aver voluto condurre quel gioco sopra
un altro piano, mentre i battiti del cuore, attraverso la pelle sottile del
polso, aumentavano a dismisura ogni secondo di più, tradendola.
Tenshinhan non
era bravo coi sentimenti.
Ma quel disperato
tentativo di aggrapparsi per non cadere, seppe capirlo.
Addolcì
lo sguardo, carezzandole una guancia con le nocche di una mano, teneramente,
avvertendola rabbrividire.
-
Non posso darti
quello che cerchi. – le aveva sussurrato senza smettere
di fissarla, vedendo gli occhi di Shizue inumidirsi,
man mano sempre di più, senza che lei potesse impedirlo.
Aveva
pianto silenziosamente.
Non
un singulto, non un lamento.
Lui
aveva distolto lo sguardo, sentendosi colpevole.
-
Scusami…
- le aveva sentito dire
infine, dignitosamente, prima di abbandonare la camera, senza voltarsi.
Lui
aveva scosso la testa desolato, sospirando
profondamente.
-
Tenshinhan, allora? - , chiese Bulma, spazientita.
-
No,
non lo so - , rispose amaramente l’uomo, riportando
gli occhi sull’intero gruppo che si era visto piombare nella distesa
incontaminata in cui si stava allenando con Jiaozi.
-
Accidenti…
- non riuscì a fare a meno di dire Crilin,
sconsolato, andando a sedersi su una roccia piana e bassa poco lontana da loro.
Bulma si lasciò scappare
un urlo frustrato, facendo sussultare Jiaozi, Pual e Olong, che presero a
guardarla con timore.
-
Siamo
completamente inutili. I-nu-ti-li! – esclamò adirata,
stringendo i pugni, mentre gli occhi le si riempivano
le lacrime.
Diede all’intero gruppo le spalle.
- Come facciamo a
trovarla? – chiese Yamcha, poggiando una mano su una
spalla della Brief, per infonderle coraggio.
Jiaozi volse lo sguardo
verso il suo migliore amico, trovandolo completamente immerso in quella che
sembrava essere una profonda riflessione.
-
Cos’hai, Tenshinhan? - , gli chiese preoccupato, riuscendo ad ottenere la sua
attenzione solo poco dopo. Lo sguardo che gli lesse in volto non
gli piacque affatto.
-
Perché la state cercando? - .
Il silenzio s’impadronì della radura nella
quale si trovavano.
-
Tenshinhan, dopo tutto il
parlare di Bulma pensavo
fosse chiaro! – esclamò tra lo sbalordito e il confuso Crilin,
ricevendo l’appoggio di Olong,
che annuì vigorosamente.
-
Lo
dico io che l’eremitaggio fa male… - disse a bassa
voce il maialino, che per tutto quel tempo se n’era stato in disparte ad
ascoltarli, lanciando un’occhiataccia all’ex allievo dell’eremita della Gru e
allontanandosi di un po’, seccato, continuando a borbottare cose
incomprensibili.
-
E lo è. - , replicò
il giovane, non curandosi minimamente del sarcasmo del coabitante del maestro Muten. – Quello che voglio sapere è cosa davvero temiate.
- .
La risposta sortì l’effetto aspettato.
Nessuno parlò.
Nonostante desiderasse ardentemente sapere
se fosse l’unico ad essere giunto a quel tipo di conclusione che gli si era
formulata nella testa, comprendeva che loro difficilmente sarebbero potuto arrivarci.
-
Che
possa esserle successo qualcosa di brutto… - si decise
a rispondere Bulma, rivolgendogli uno sguardo intenso
e serio, facendogli intendere di volerci vedere chiaro.
Tenshinhan sospirò.
-
Potrebbe
esserle già accaduto qualcosa del genere. -.
-
Non
ne abbiamo la certezza! – replicò con riacquisito
vigore Bulma, guardandolo con astio.
-
Te
ne sei chiesta il perché? - .
La donna sbattè
le palpebre più volte, smarrita.
-
Vi
siete chiesti come mai nessuno abbia delle risposte? – chiese nuovamente,
rivolgendosi stavolta all’intero gruppo, guardandoli uno a
uno. – Avete provato anche solo per un attimo a pensare che Shizue
possa averlo fatto a posta? - .
Bulma sollevò lo sguardo
– precedentemente abbassato per lo scoraggiamento –
puntandolo nuovamente sull’uomo, finchè gli occhi di quest’ultimo non ebbero incrociato di nuovo i suoi.
-
Cosa sai tu che noi non sappiamo? –
quasi sibilò, attendendo calma l’arrivo di una risposta.
Lo sguardo dell’ex allievo della Gru si
adombrò.
Voltò le spalle a tutti, rivolgendo lo
sguardo in un punto imprecisato dello sconfinato orizzonte che gli si stagliava
di fronte.
-
Tenshinhan! - , esclamò Crilin, sollevandosi
dalla posizione improvvisata e avvicinandosi nuovamente agli amici. Anche lui, come Bulma, non ne
poteva più.
-
So
che è completamente impossibile vedere l’alba se si aprono gli occhi solamente
al tramonto... - , iniziò, con gli occhi rivolti verso
il rosso sprigionato dai raggi di sole calante, continuando a dare loro le
spalle.
Pual e Olong spalancarono gli occhi contemporaneamente, voltandosi
l’uno verso l’altro, mentre l’ultimo faceva roteare un dito in prossimità della
testa e il primo scuoteva la propria.
Jiaozi abbassò il capo,
facendosi più vicino al suo amico, comprendendo perfettamente cosa intendesse
dire.
-
Voi
volete aiutarla. - .
Ancora una volta, nessuno rispose.
-
Ma ciò potrebbe corrispondere
all’esatto contrario di ciò che vuole lei. - , tentò
di spiegarsi, riuscendo finalmente a scorgere comprensione negli sguardi dei
suoi amici.
A quanto pareva, ne erano
consapevoli.
Sospirò, scuotendo appena la testa.
-
Le
chiacchiere servono a ben poco – , capitolò infine Tenshinhan, voltandosi nuovamente verso l’intero gruppo. -
Dobbiamo sbrigarci – aggiunse, aggrappandosi a quell’ultimo
barlume di speranza che gli era rimasto e che, seppur
in maniera diversa, era rimasta a tutti. – Dov’è Gohan? - .
-
È
andato a cercare Piccolo! – gli rispose prontamente Crilin.
-
Per
la gioia della madre… – ironizzò Yamcha,
guadagnandosi uno sguardo inceneritore da parte di Bulma
e uno interessato da Tenshinhan.
In breve parvero pensare tutti
la stessa cosa.
-
Chichi! -, fu l’esclamazione generale.
***
Umigame* riaprì gli occhi
stanchi, ridestandosi prontamente dal torpore del sonno che l’aveva colto.
Credeva fosse stato solamente un sogno, si
vide costretto invece a spalancare la bocca quando
vide Shizue toccare coi piedi la riva, guardando
verso la sua direzione con uno dei suoi sorrisi appena accennati. Tristi.
Appariva visibilmente stanca, notò.
E pallida… molto
pallida.
Stette a
osservarla con uno sguardo misto tra stupore e ansia finchè
non sentì una mano della ragazza appoggiarsi sulla sua testa, prendendo a
muoversi in maniera delicata, com’era solita fare per salutarlo.
-
Ti
cercano tutti, figliola. - .
Shizue parve non avere
alcuna reazione. La sua mano continuò a muoversi sulla sua
testa, come se non avesse udito nulla.
-
Lo
so - , si sentì rispondere comunque, a riprova del
fatto che l’avesse ascoltato.
Poi si alzò, concedendogli un ultimo
sorriso, e si avviò verso
Il maestro Muten
non si mosse dalla sua posizione.
Seduto accanto al tavolo, con un bicchiere
di sakè tra le mani, attese che l’allieva varcasse la
porta della casa, restando poi ad osservare la sua ombra stagliarsi lungo
l’interno dell’abitazione.
Doveva star tramontando il sole, pensò,
collegando amaramente il fenomeno alla donna che aveva davanti.
Quando Shizue fu completamente entrata nella casa, non disse una
parola.
Se ne stette ferma, sul ciglio della porta,
a osservare con sguardo spento l’uomo che l’aveva
accolta, cresciuta e amata osservarla a sua volta.
Come aveva immaginato
durante tutto il viaggio di ritorno, lui, evidentemente, doveva averlo
capito subito.
-
Avevi
ragione – esordì, con voce flebile e stanca, abbassando il capo, lasciando che
i capelli le nascondessero lo sguardo e il sorriso amaro che le era affiorato
sul volto. – Non avevo il sangue nero. - .
Angolo dell’autrice…
Note: Umigame* è la tartaruga amica del
maestro Muten. Non avevo idea che avesse
un nome, l’ho scoperto grazie a Wikipedia J
Mi vien da
chiedermi quanti di voi staranno perdendoci la testa per il fatto di non aver
ancora un quadro chiaro della situazione J un po’ di
pazienza, nel prossimo verrà svelato tutto. E vi
sorprenderete della semplicità della storia… forse qualcuno di voi ci è già arrivato.
Ringrazio BeNnY, Lirin Lawliet e silvergirl90 per aver recensito lo scorso capitolo J J <3 Cara Lirin (posso chiamarti così?), come avevi pensato l’effetto
detto/non detto era voluto J tutto verrà
spiegato prestissimo ;) in merito a Tenshinhan… vedo
che sei rimasta sorpresa xD poi hai avuto modo di
vedere le cose come sono andate J tra un po’
riporterò i riflettori su Piccolo, don’t worry! Niente è come sembra J inclusa la
“missione” che credi debba svolgere Shizue.
Qualora qualcuno volesse
ulteriori delucidazioni in merito a particolari appartenenti a questo capitolo
e a quelli passati, basta chiedere J
Ringrazio inoltre le 2 persone che hanno
aggiunto questa storia tra le preferite e le 5 che l’hanno aggiunta tra le
seguite. E, come sempre, tutti i silenziosi lettori!
<3
HOPE87