Anime & Manga > Dragon Ball
Segui la storia  |       
Autore: HOPE87    10/11/2010    4 recensioni
STORIA MOMENTANEAMENTE SOSPESA. MI SCUSO INFINITAMENTE PER IL DISAGIO, MA QUANDO LA VITA PRECIPITA LE SI DEVE DARE NECESSARIAMENTE LA PRECEDENZA. A PRESTO! ;)
“Goku e Crilin hanno il sangue rosso”.
Si era interrotta, irrigidendo la mascella, indecisa se continuare o meno.
“E il tuo com’è?” le aveva chiesto cauto, attendendo pazientemente l’arrivo di una risposta.
Lei allora aveva rivolto gli occhi verso l’orizzonte, per poi cercare sulla riva della spiaggia qualcosa che potesse tornarle utile. Individuato un frammento di vetro, lo aveva recuperato, ponendoselo al centro esatto della mano e stringendo quest’ultima sufficientemente da ferirsela, mostrandola poi successivamente all’anziano uomo.
“È rosso” aveva constatato il maestro Muten, sperando che quello fosse il modo giusto.
L’aveva vista scuotere la testa con rammarico.
“È nero”.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Piccolo, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Non era mai stato abile nel comprendere i sentimenti umani

IV.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Non era mai stato abile nel comprendere i sentimenti umani.

Uno stralcio di questi gli era stato fatto conoscere per la prima volta al ventiduesimo torneo Tenkaichi, laddove l’intera vita gli era stata cambiata completamente sotto svariati aspetti, ma in seguito non s’era mai soffermato a familiarizzare con essi.

Inizialmente ci si era semplicemente scontrato, ma era stata in maniera graduale che aveva conosciuto alcuni di essi. L’amicizia, lo spirito di sacrificio, il rispetto per l’avversario. Per stessi.

Per l’appunto, alcuni.

Lunch era venuta successivamente, in reazione più o meno consequenziale alla crescita interiore che stava affrontando.

Pur avendola incontrata per puro caso, non era stato per altrettanto puro caso che le aveva concesso di restare.

Nonostante ciò, le sue priorità erano state sempre altre.

Fu per questo motivo che rimase completamente spiazzato quando si ritrovò a dover allontanare le labbra di Shizue dalle proprie.

Escluso il Genio, che riposava beatamente al piano inferiore della Kame House, loro erano gli unici abitanti della casa quella giornata, in quel momento.

Preso com’era dal tentare di rimettere insieme i molteplici pensieri che gli si stavano affollando nella testa, non ricordava nemmeno come potesse essersi concretizzata per lei quell’opportunità. Sapeva solo che quella camera che, prima di chiudere gli occhi per riposare, aveva considerato particolarmente spaziosa, ora gli sembrava incredibilmente piccola.

-          Cosa stai facendo? - , era stato semplicemente in grado di chiederle, incapace di distogliere gli occhi da quello sguardo tanto intenso che sembrava stesse carezzandogli il volto.

Era stato allora che aveva letto una leggera esitazione negli occhi della ragazza.

Della donna, si corresse poi subito mentalmente.

Shizue non era una ragazzina.

Se avesse avuto modo di chiederlo a Yamcha, o a Crilin, o a Goku, si sarebbe probabilmente sentito rispondere che un tempo lo era stata.

Ma lui ne dubitava.

Persone con gli occhi come quelli di Shizue, non avevano mai conosciuto la spensieratezza tipica delle prime fasi dell’età che – come solitamente accade – attraversano le persone.

Persone con gli occhi come quelli di Shizue avevano visto, vissuto e provato cose di cui la stragrande maggioranza del resto del mondo non immaginava nemmeno l’esistenza.

Così come i suoi stessi occhi, di cui ora poteva vederne il riflesso in quelli ambrati di lei, riavvicinatisi pericolosamente al suo viso.

E le labbra ben definite e morbide.

E le gambe che andavano a circondargli il bacino.

E il seno che andava a poggiarsi sul suo petto.

-   Non è evidente? - , si era sentito sussurrare ad un centimetro dalle labbra, per poi trovarsi a muovere le proprie con le sue.

Era una donna.

Dentro e fuori.

E lui era pur sempre un uomo.

Ma questo, pensò, mentre i baci si facevano più audaci e i respiri affannosi, non bastava a giustificarlo.

Non poteva bastare.

Per quegli occhi, che come i suoi avevano visto solo il buio, non doveva bastare.

-          Fermati. - .

Era riuscito a separarla da sé con fatica, portando velocemente le mani che in un primo momento le avevano cinto i polsi – per indurla ad allontanarsi – al bacino della donna, il punto più pericoloso, che, così tanto ancorato al proprio, avrebbe potuto condurli al punto di non ritorno.

Lei l’aveva guardato coi suoi grandi occhi espressivi, spalancandoli, prima di ridurli nuovamente a due fessure per poi avvicinarsi nuovamente al suo volto.

-          Perché? – gli aveva chiesto sussurrando, tenendo lo sguardo fisso nel suo, alla ricerca di un cedimento.

Tenshinhan aveva recuperato le distanze.

-          Perché non sarebbe giusto. - .

-          Per chi? – gli aveva allora chiesto lei, sollevando un sopracciglio, sarcastica, mentre lui prendeva un gran bel respiro.

-          Io non provo niente per te - , aveva trovato il coraggio di dirle, fissandola intensamente affinché le giungesse il messaggio, intravedendo negli occhi della donna spegnersi la luce che l’aveva animata e guidata fino ad allora.

-          Chi ti dice che per me sia diverso? -, l’aveva allora affrontato con spavalderia, lasciando intendere di aver voluto condurre quel gioco sopra un altro piano, mentre i battiti del cuore, attraverso la pelle sottile del polso, aumentavano a dismisura ogni secondo di più, tradendola.

Tenshinhan non era bravo coi sentimenti.

Ma quel disperato tentativo di aggrapparsi per non cadere, seppe capirlo.

Addolcì lo sguardo, carezzandole una guancia con le nocche di una mano, teneramente, avvertendola rabbrividire.

-          Non posso darti quello che cerchi. – le aveva sussurrato senza smettere di fissarla, vedendo gli occhi di Shizue inumidirsi, man mano sempre di più, senza che lei potesse impedirlo.

Aveva pianto silenziosamente.

Non un singulto, non un lamento.

Lui aveva distolto lo sguardo, sentendosi colpevole.

-          Scusami… - le aveva sentito dire infine, dignitosamente, prima di abbandonare la camera, senza voltarsi.

Lui aveva scosso la testa desolato, sospirando profondamente.

 

-          Tenshinhan, allora? - , chiese Bulma, spazientita.

-          No, non lo so - , rispose amaramente l’uomo, riportando gli occhi sull’intero gruppo che si era visto piombare nella distesa incontaminata in cui si stava allenando con Jiaozi.

-          Accidenti… - non riuscì a fare a meno di dire Crilin, sconsolato, andando a sedersi su una roccia piana e bassa poco lontana da loro.

Bulma si lasciò scappare un urlo frustrato, facendo sussultare Jiaozi, Pual e Olong, che presero a guardarla con timore.

-          Siamo completamente inutili. I-nu-ti-li! – esclamò adirata, stringendo i pugni, mentre gli occhi le si riempivano le lacrime.

Diede all’intero gruppo le spalle.

-   Come facciamo a trovarla? – chiese Yamcha, poggiando una mano su una spalla della Brief, per infonderle coraggio.

Jiaozi volse lo sguardo verso il suo migliore amico, trovandolo completamente immerso in quella che sembrava essere una profonda riflessione.

-          Cos’hai, Tenshinhan? - , gli chiese preoccupato, riuscendo ad ottenere la sua attenzione solo poco dopo. Lo sguardo che gli lesse in volto non gli piacque affatto.

-          Perché la state cercando? - .

Il silenzio s’impadronì della radura nella quale si trovavano.

-          Tenshinhan, dopo tutto il parlare di Bulma pensavo fosse chiaro! – esclamò tra lo sbalordito e il confuso Crilin, ricevendo l’appoggio di Olong, che annuì vigorosamente.

-          Lo dico io che l’eremitaggio fa male… - disse a bassa voce il maialino, che per tutto quel tempo se n’era stato in disparte ad ascoltarli, lanciando un’occhiataccia all’ex allievo dell’eremita della Gru e allontanandosi di un po’, seccato, continuando a borbottare cose incomprensibili.

-          E lo è. - , replicò il giovane, non curandosi minimamente del sarcasmo del coabitante del maestro Muten. – Quello che voglio sapere è cosa davvero temiate. - .

La risposta sortì l’effetto aspettato.

Nessuno parlò.

Nonostante desiderasse ardentemente sapere se fosse l’unico ad essere giunto a quel tipo di conclusione che gli si era formulata nella testa, comprendeva che loro difficilmente sarebbero potuto arrivarci.

-          Che possa esserle successo qualcosa di brutto… - si decise a rispondere Bulma, rivolgendogli uno sguardo intenso e serio, facendogli intendere di volerci vedere chiaro.

Tenshinhan sospirò.

-          Potrebbe esserle già accaduto qualcosa del genere. -.

-          Non ne abbiamo la certezza! – replicò con riacquisito vigore Bulma, guardandolo con astio.

-          Te ne sei chiesta il perché? - .

La donna sbattè le palpebre più volte, smarrita.

-          Vi siete chiesti come mai nessuno abbia delle risposte? – chiese nuovamente, rivolgendosi stavolta all’intero gruppo, guardandoli uno a uno. – Avete provato anche solo per un attimo a pensare che Shizue possa averlo fatto a posta? - .

Bulma sollevò lo sguardo – precedentemente abbassato per lo scoraggiamento – puntandolo nuovamente sull’uomo, finchè gli occhi di quest’ultimo non ebbero incrociato di nuovo i suoi.

-          Cosa sai tu che noi non sappiamo? – quasi sibilò, attendendo calma l’arrivo di una risposta.

Lo sguardo dell’ex allievo della Gru si adombrò.

Voltò le spalle a tutti, rivolgendo lo sguardo in un punto imprecisato dello sconfinato orizzonte che gli si stagliava di fronte.

-          Tenshinhan! - , esclamò Crilin, sollevandosi dalla posizione improvvisata e avvicinandosi nuovamente agli amici. Anche lui, come Bulma, non ne poteva più.

-          So che è completamente impossibile vedere l’alba se si aprono gli occhi solamente al tramonto... - , iniziò, con gli occhi rivolti verso il rosso sprigionato dai raggi di sole calante, continuando a dare loro le spalle.

Pual e Olong spalancarono gli occhi contemporaneamente, voltandosi l’uno verso l’altro, mentre l’ultimo faceva roteare un dito in prossimità della testa e il primo scuoteva la propria.

Jiaozi abbassò il capo, facendosi più vicino al suo amico, comprendendo perfettamente cosa intendesse dire.

-          Voi volete aiutarla. - .

Ancora una volta, nessuno rispose.

-          Ma ciò potrebbe corrispondere all’esatto contrario di ciò che vuole lei. - , tentò di spiegarsi, riuscendo finalmente a scorgere comprensione negli sguardi dei suoi amici.

A quanto pareva, ne erano consapevoli.

Sospirò, scuotendo appena la testa.

-          Le chiacchiere servono a ben poco – , capitolò infine Tenshinhan, voltandosi nuovamente verso l’intero gruppo. - Dobbiamo sbrigarci – aggiunse, aggrappandosi a quell’ultimo barlume di speranza che gli era rimasto e che, seppur in maniera diversa, era rimasta a tutti. – Dov’è Gohan? - .

-          È andato a cercare Piccolo! – gli rispose prontamente Crilin.

-          Per la gioia della madre… – ironizzò Yamcha, guadagnandosi uno sguardo inceneritore da parte di Bulma e uno interessato da Tenshinhan.

In breve parvero pensare tutti la stessa cosa.

-          Chichi! -, fu l’esclamazione generale.

 

 

 

***

 

 

Umigame* riaprì gli occhi stanchi, ridestandosi prontamente dal torpore del sonno che l’aveva colto.

Credeva fosse stato solamente un sogno, si vide costretto invece a spalancare la bocca quando vide Shizue toccare coi piedi la riva, guardando verso la sua direzione con uno dei suoi sorrisi appena accennati. Tristi.

Appariva visibilmente stanca, notò.

E pallida… molto pallida.

Stette a osservarla con uno sguardo misto tra stupore e ansia finchè non sentì una mano della ragazza appoggiarsi sulla sua testa, prendendo a muoversi in maniera delicata, com’era solita fare per salutarlo.

-          Ti cercano tutti, figliola. - .

Shizue parve non avere alcuna reazione. La sua mano continuò a muoversi sulla sua testa, come se non avesse udito nulla.

-          Lo so - , si sentì rispondere comunque, a riprova del fatto che l’avesse ascoltato.

Poi si alzò, concedendogli un ultimo sorriso, e si avviò verso la Kame House senza più voltarsi.

 

Il maestro Muten non si mosse dalla sua posizione.

Seduto accanto al tavolo, con un bicchiere di sakè tra le mani, attese che l’allieva varcasse la porta della casa, restando poi ad osservare la sua ombra stagliarsi lungo l’interno dell’abitazione.

Doveva star tramontando il sole, pensò, collegando amaramente il fenomeno alla donna che aveva davanti.

Quando Shizue fu completamente entrata nella casa, non disse una parola.

Se ne stette ferma, sul ciglio della porta, a osservare con sguardo spento l’uomo che l’aveva accolta, cresciuta e amata osservarla a sua volta.

Come aveva immaginato durante tutto il viaggio di ritorno, lui, evidentemente, doveva averlo capito subito.

-          Avevi ragione – esordì, con voce flebile e stanca, abbassando il capo, lasciando che i capelli le nascondessero lo sguardo e il sorriso amaro che le era affiorato sul volto. – Non avevo il sangue nero. - .

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo dell’autrice…

 

Note: Umigame* è la tartaruga amica del maestro Muten. Non avevo idea che avesse un nome, l’ho scoperto grazie a Wikipedia J

 

Mi vien da chiedermi quanti di voi staranno perdendoci la testa per il fatto di non aver ancora un quadro chiaro della situazione J un po’ di pazienza, nel prossimo verrà svelato tutto. E vi sorprenderete della semplicità della storia… forse qualcuno di voi ci è già arrivato.

 

Ringrazio BeNnY, Lirin Lawliet e silvergirl90 per aver recensito lo scorso capitolo J J <3 Cara Lirin (posso chiamarti così?), come avevi pensato l’effetto detto/non detto era voluto J tutto verrà spiegato prestissimo ;) in merito a Tenshinhan… vedo che sei rimasta sorpresa xD poi hai avuto modo di vedere le cose come sono andate J tra un po’ riporterò i riflettori su Piccolo, don’t worry! Niente è come sembra J inclusa la “missione” che credi debba svolgere Shizue.

 

Qualora qualcuno volesse ulteriori delucidazioni in merito a particolari appartenenti a questo capitolo e a quelli passati, basta chiedere J

 

Ringrazio inoltre le 2 persone che hanno aggiunto questa storia tra le preferite e le 5 che l’hanno aggiunta tra le seguite. E, come sempre, tutti i silenziosi lettori! <3

 

 

HOPE87

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: HOPE87