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Autore: Diana924    10/11/2010    2 recensioni
Nel suo castello di Louvenciennes Jeanne Beçu, contessa du barry, aspetta Elisabeth Vigée Le Brun, e nel frattempo ritorna al suo passato...
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Regine ed amanti-Francia'
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Elisabeth Vigèe le Brun. Una donna, una pittrice. Ed è qui per me. E’ strano, pensavo che a nessuno importasse più di me. Da ben nove anni nessuno si cura più di me; basta sapere che sono qui in esilio. A Louveciennes la vita è serena per me ormai. Leggo Rousseau, seguo una dieta vegetariana, ogni tanto ricevo un amante. La vita di un tempo mi sembra così lontana, eppure. Eppure appena tredici anni fa io suscitai scandalo a corte, a Versailles.

E ancora prima ero una prostituta, di lusso, ma pur sempre una prostituta, e ancora prima una parrucchiera.

Ma andiamo in ordine, la mia vita è lunga, e Madame la pittrice deve ancora arrivare, e io ho così tante cose a cui pensare.

Sono nata a Vaucouleurs, in Lorena, nel 1746, quando ancora la Lorena non era francese.

Non so chi sia mio padre, taluni dicono un prete, altri un marchese, altri ancora un intendente, ma nessuno sa la verità.

Mia nonna era cresciuta sentendo parlare da sua madre di Isabelle de Ludres, che era stata una delle amanti del re Luigi XIV. Aveva poi sposato un cuoco lorenese e si erano trasferiti a Vaucouleurs.

Avevo altri sei fratelli, ma è da diverso tempo, da quando sono caduta in disgrazia, che non ci frequentiamo.

A sei anni entrai in convento, per ricevere un’istruzione, ma non mi piaceva l’ambiente e diedi moltissimi grattacapi alle suore.

Quando ne uscì mia madre, che nel frattempo si era sposata, e il mio patrigno, mi avevano trovato un lavoro di modista a Parigi. Parigi era un sogno per me, una misera provinciale. Lì le fortune nascevano e tramontavano in un giorno, lì gli aristocratici vivevano a gomito con i pezzenti. Il lavoro da modista non mi piaceva, così prima divenni aiutante di un parrucchiere, e poi cameriera a servizio.

Mi feci come amanti i miei datori di lavoro, ma non me ne curavo, la virtù in quella città turbolenta era rara, e io non mi sarei certo privata del piacere.

Poi conobbi lui, e sarebbe riduttivo dire che la mia vita cambiò, lui la sconvolse completamente e mi avviò al successo, forse la rovinò, la vita mia, ma lo fece con intenzione, sia con le migliori che con le peggiori.                                                                                                                                                                      Jean du Barry era un nobile, giovane, sui vent’anni, molto bello quando lo conobbi. Non lo sapevo, ma aveva il vizio di far prostituire le sue amanti,  anche perché era sposato.

In poco tempo divenni anch’io una sua mante, anzi l’amante.

Mi affidò a degli ottimi maestri, in modo che potessi imparare quel che occorreva per rendere brillante una conversazione, e infine mi avviò alla prostituzione, con il nome d’arte di Madame de Beauvernier, o anche l’Ange, per il mio aspetto.

Il mio aspetto, Madame Vigée Le Brun ha sentito parlare di me, e di come mi mantengo bene nonostante l’esilio, e ha insistito per incontrarmi e farmi un altro ritratto, il terzo. La sto aspettando, non dovrebbe tardare ancora a lungo.                                                                        

   
 
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