Per due anni sono stata l’amante di Jean du Barry, e anche la sua puttana preferita.  Era una vita piacevole quella, senza troppi problemi, e mi era stato insegnato a non farmi troppo coinvolgere, né troppo né troppo poco.

Uno dei miei clienti era il duca di Richelieu, nipote del famoso cardinale e grande libertino, conosciuto sia per i suoi sacrifici a Marte che a Venere.Quello stesso anno era morta la regina Maria, e ormai da quattro la favorita del re, la marchesa di Pompadour era defunta. Parla che ti riparla, visita dopo visita, Jean e il duca si misero in testa che io avrei potuto sostituirla.

Occorreva ora farmi notare dal re. A questo penso il duca, prima facendomi conoscere le Bel, valletto personale del re, che si accorse quasi all’istante di me. Nonostante l’età Luigi XV era ancora il Ben Amato e il più bel cavaliere del regno. E lui mi vide, e io addestrata da Jean, svolsi il mio compito in maniera stupenda. Non fu difficile, nonostante gli anni era sempre bello, e, posso pensarlo solo ora, in un certo modo, mi innamorai di lui.

Dopo alcuni incontri Luigi mi propose di essere presentata a corte, io, una parrucchiera e prostituta, a corte! Ma io non avevo un titolo, e non era nemmeno sposata. Ma a tutto c’era rimedio, c’era rimedio.

Mi dicono che entro un’ora o due Madame Vigée Le Brun sarà qui, ma io sono già pronta, e così posso continuare a ricordare la mia ascesa, come quella dell’araba fenice.

Jean aveva tre fratelli, e siccome lui era già sposato, si ricorse a uno di questi. Il prescelto fu Guillarme du Barry, che viveva a Tolosa, nel castello di famiglia. Così dovemmo andare a Tolosa, e uno degli amanti di mia madre, un prete che si era spretato, tornò a essere prete, si proclamò mio padre e mi sposò con Guillarme du Barry.

Poi entrai a corte, grazie all’aiuto di una nobildonna che così non ebbe debiti per un po’.