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Autore: funkia    10/11/2010    10 recensioni
Non mi sentivo più una bambina. Mi sentivo una donna in tutto e per tutto, con i problemi che hanno gli adulti, con l’esperienza necessaria per poter dire di aver lasciato l’adolescenza a tutti gli effetti. Avevo studiato e adesso avevo un lavoro da adulta, con tutte le responsabilità che l’essere adulto comporta. Ero più posata, più ragionevole. Avevo imparato a plasmarmi a seconda delle situazioni. Non era rimasto niente della vecchia Rose. Pensavo di averla lasciata per sempre, pensavo di essere cambiata. Ma soprattutto, pensavo di non amarlo più.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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“Sei sicura che abiti qui

DON’T TELL DAD II

 

8. Truth Hurts

 

Tell me the truth now
What cha been doing and who
Ya been doing it with {truth hurts}
Where you been going and
How you been putting ya thing down {truth hurts}
Whatever youz was working I
Hope that it was worth it baby {truth hurts}
I got reason to believe that you been foolin around      (Usher)

 

 

 

“Sei sicura che abiti qui?”

 

Io sbuffai per la centesima volta, dirigendomi dove avrebbe dovuto esserci la casa di Greyson. Stavamo camminando in mezzo alle ville del quartiere nord di Londra ed era almeno mezz’ora che Malfoy continuava a ripetere di non essere tanto sicuro che quella fosse la strada giusta. Non che mi sorprendesse, probabilmente era la prima volta che veniva nella Londra Babbana.

 

“Vuoi rilassarti cinque minuti?” Feci io esasperata.

 

Malfoy si guardò intorno, perplesso. “Perché mai un membro del Wizengamot pieno di soldi dovrebbe vivere nella Londra Babbana?”

 

Io scossi la testa tra me indicandogli la casa che doveva essere di Greyson. “Perché puoi avere tutti i lussi che vuoi senza che nessuno ti disturbi, ecco perché.” Dissi mostrandogli la villa. “Ti pare che si tratti male?”

 

Malfoy non disse niente, mi superò e si avviò su per il vialetto della villa, che era circondata da un immenso giardino con un perfetto prato inglese. Bussammo alla porta, la cameriera venne ad aprirci e ci guardò un po’ sospetta. Non che potessimo biasimarla, avevano quasi ucciso il suo datore di lavoro.

 

“Buongiorno, sono Scorpius Malfoy dell’Ufficio Misteri. Potrei parlare con il signor Greyson?”

 

Quella ci guardò un po’ e se ne andò lasciando la porta aperta. Malfoy si voltò verso di me alzando un sopracciglio.

 

“Beh, io lo prendo come un sì.” Dissi entrando.

 

La casa all’interno era ancora più bella di quanto mi aspettassi, era costellata di quadri antichi, di mobilia ricercata, lussi e sfarzi. Il signor Greyson ci accolse calorosamente scendendo la grande scalinata centrale.

 

“Oh, pensavo non sarebbe mai giunto il giorno ma finalmente posso fare la vostra conoscenza, signor Malfoy.” Disse stringendogli la mano, poi si voltò verso di me e mi fece il baciamano. “E naturalmente Miss Weasley.”

 

Malfoy rimase un attimo interdetto. “Non pensavo di essere tanto celebre.”

 

Greyson fece un sorriso dondolando qua e là i baffetti a spazzacamino. “Ho lavorato a stretto contatto con suo padre per molti anni. O e che dire dei suoi genitori!” disse guardandomi. “Sua madre è una persona squisita!”

 

Io sorrisi sforzatamente. “Signor Greyson, siamo qui per l’omicidio di Jermiah Kein.”

 

“Naturalmente.” Disse Greyson con un sorriso mentre ci conduceva in salotto. “Prego, sedetevi. In cosa esattamente posso essere utile?”

 

Malfoy si schiarì la gola. “Abbiamo una lista dei candidati che aspettano di entrare nel Wizengamot. Il nome che compare dopo il suo è di una certa…” Diede una controllata alla lista. “Layette Bureu. Cosa può dirci di lei?”

 

“Oh, Layette!” disse annuendo. “Una persona squisita! Da quando ha saputo del mio incidente, si è barricata in casa e nessuno l’ha più vista. Potete biasimarla, con un assassino a piede libero?”

 

“Perciò lei non crede affatto che sia stata lei.” Intervenni io.

 

Greyson scoppiò a ridere. “Oh no, certo che no. Non ne sarebbe mai stata capace. Lei non avrebbe neanche mai voluto entrare al Wizengamot, è in lista solo per gli anni e anni di servizio al Ministero. Se avesse potuto ritirarsi, lo avrebbe fatto.”

 

“Ha dei sospetti su qualcuno?” Chiese Malfoy. “Da quanto ho capito, lei conosce il ministero molto bene.”

 

Greyson sospirò e allargò le braccia. “Chi può dirlo, tante persone con tanti motivi diversi. Tante leggi, tanti decreti, tanti divieti. Ci sono tante cose per poter spingere un uomo ad uccidere, al Ministero. Potere, gelosia, gloria… ne ho viste tante, in tutti i miei anni di servizio, non mi sorprendo più di niente.”

 

“Cosa può dirci di Kein?” Chiesi. “Perché crede che lui sia stato il primo?”

 

“Non ne ho idea.” Disse sinceramente inconsapevole. “Lo conoscevo poco, solo una volta siamo andati fuori a cena con la sua famiglia. Una moglie squisita. Ma non ero molto in confidenza. Sono rimasto davvero perplesso quando però hanno messo in prigione quel giovanotto, Bay. Sembrava un ragazzo così intelligente…”

 

Io sorrisi. Di sicuro il signor Greyson aveva una parola buona per tutti. “Non pensiamo che sia stato lui.”

 

“Cielo, certo che no!” scoppiò a ridere Greyson. “Se non se ne rammenta, hanno cercato di uccidermi e Bay era già ad Azkaban.”

 

“Ricorda nulla della sua aggressione?” Chiesi.

 

“Oh sì.” Greyson chiuse gli occhi. “Ricordo questo intenso profumo di incenso e cannella.”

 

“Incenso e cannella?” Chiese Malfoy.

 

Greyson sorrise ed annuì. “Già. Mi spiace, è tutto ciò che ricordo. La mia vista comincia a fare cilecca.”

 

Io sorrisi gentilmente. “Non si preoccupi, ci è stato in qualche modo d’aiuto. Se per caso dovesse ricordare qualsiasi altra cosa…”

 

“Non esiterò a bussare alla porta del vostro ufficio.” Fece Greyson. “Posso offrire del the?”

 

Malfoy si alzò in piedi bruscamente. “No grazie, ce ne andiamo. Vieni Weasley.”

 

Io mi alzai un po’ più educatamente e strinsi la mano al signor Greyson che si alzò per accompagnarci alla porta. “Grazie di tutto, ci è stato davvero utile.”

 

Lui scosse la testa ridendo. “Oh no, io non credo.” Aprì la porta per noi. “Ma tornate pure a trovarmi, mi fa sempre piacere avere compagnia.”

 

Io annuii e seguii Malfoy che si era già incamminato fuori dalla villa. Feci una piccola corsetta per raggiungerlo e mandai un’occhiata alle mie spalle, verso il signor Greyson che salutava da lontano. Sospirai.

 

“Che cosa ne pensi?”

 

Malfoy scosse la testa uscendo in strada. “Penso che non riusciremo mai a risolvere il caso. E che Greyson sia un citrullo.”

 

Io cercai di sopprimere una risata. “Probabilmente è solo un uomo molto solo.” Dissi camminando lungo la strada. “Ci hai mai pensato?”

 

Malfoy scrollò le spalle guardando dritto davanti a sé. “Ma non è la tua amica, quella?”

 

Mi voltai guardando dritto davanti a me, a pochi metri da noi Gaby e Vincent stavano uscendo da una villetta poco lontano da quella di Greyson, avviluppati l’uno a l’altra come una coppia perfetta. Sapevo che Vincent abitava nel quartiere, ma non sapevo che abitasse proprio lì. Quasi tutti i giocatori di Quidditch vivevano nella Londra Babbana per sfuggire ai paparazzi e alla folla di fan.

 

“Ehi, Gaby!” Urlai. “Vincent!”

 

Entrambi si voltarono allarmati, io aumentai il passo mentre Malfoy rimase indietro. Li raggiunsi in qualche secondo, sorridendo.

 

“Ehi, Rose.” Fece nervosamente Vincent. “Non mi aspettavo di trovarti qui.”

 

“Oh, sto indagando su un caso e…” Guardai la villa di Vincent. “Non sapevo che abitassi proprio qui.”

 

“Già… è da un po’ di tempo… oh, salve Malfoy.” Mi voltai, Malfoy mi aveva raggiunto e aspettava quiete dietro di me. Vincent continuava a guardarsi nervosamente intorno.

 

“Hook.” Disse.

 

Mi voltai verso Gaby che ancora non aveva detto una sola parola, ed era davvero non da lei dato che di solito parlava a macchinetta. La fissai in modo strano, sorridendo. “Ehi, non mi avevi detto che avevi tagliato i capelli come…” Il mio sorriso svanì quando la vidi abbassare gli occhi e ad un tratto mi colpì, come un pugnale nel petto. Come potevo non averlo notato prima? “Sol!” dissi shockata.

 

Nessuno disse niente per un po’, io ero così sconvolta che ancora non volevo crederci. Continuavo a passare lo sguardo da Vincent, che mi guardava mortificato, a Sol, che teneva gli occhi incollati a terra.

 

“Rose…” Iniziò Vincent.

 

Io feci un passo indietro fissando Sol. “Come hai potuto…” dissi a fatica, mi mancava il fiato. “Come hai potuto fare questo a Gaby? Con quale coraggio riesci ancora a guardarla in faccia!”

 

Sol alzò finalmente gli occhi. “Mi dispiace, Rose, ma non posso farci niente.”

 

“Non lo dirai a Gaby, vero?” Chiese subito Vincent. “Rose, non puoi dirglielo… noi…”

 

Io scossi la testa con le lacrime agli occhi. “No, io… io devo andare via.”

 

Li piantai là in mezzo e cominciai a correre per chissà dove, in mezzo alle lacrime. Era già complicato per me correre e respirare normalmente, con il fiato mozzo dal pianto poi dovevo sembrare una specie di canguro malato. Ma non m’importava, volevo andare quanto più lontano possibile da quella scena orribile, da quei due traditori.

 

Mi senti strattonare per il polso ed in un secondo mi ritrovai a piangere sul petto di Malfoy. Lo sentii sospirare pesantemente, il suo petto si alzò e si abbassò sotto il mio orecchio.

 

“Perché diavolo stai piangendo adesso?”

 

Mi tirai indietro, agitata. “Erano il vero amore!” Urlai disperata. “Era grazie a loro che credevo nel vero amore! Gaby e Vincent erano l’incarnazione del vero amore!”

 

Malfoy mi tenne stretta per le braccia e avvicinò il viso al mio. “Guardami, Weasley. Guardami!” Mi ordinò. Alzai la testa, fissandolo negli occhi. “Il vero amore non esiste. Non ci sono amori giusti o amori sbagliati, ci sono solo persone che si innamorano.”

 

Io tirai un po’ su col naso, cercando di far smettere le lacrime e guardai dritto negli occhi di Malfoy. Fissai quelle scaglie azzurre attorno alla pupilla, circondate da tutto quel grigio e ricordai la prima volta che le avevo notate. Lo vidi leccarsi le labbra con la coda dell’occhio.

 

Mi costrinsi a voltare la testa da un’altra parte. “Dovremmo tornare in ufficio. Irene si chiederà dove siamo finiti.”

 

Malfoy lasciò lentamente la presa dalle mie braccia e mi guardò dall’alto, scrutandomi bene. Chiuse gli occhi e sospirò. “Hai il resto della giornata libera, Weasley. Va’ a casa e fatti una doccia.”

 

Io alzai di scatto gli occhi su di lui. “Cosa? No! No, voglio venire in ufficio! Non voglio andare a casa!”

 

“Per favore, non sei in grado di lavorare.” Fece Malfoy. “Non complicare le cose.”

 

Lo guardai un attimo in silenzio poi trovai il coraggio di chiedere quello che non avevo mai chiesto. “Perché non ti sei più fatto vivo?”

 

Malfoy parve seriamente preso alla sprovvista. Voltò la testa da un’altra parte. “Avevo diciotto anni, Weasley.”

 

Io buttai fuori una finta risata. “Non ho mai sentito una scusa più assurda di questa, Malfoy.”

 

“E’ la verità.” Disse. “Avevo diciotto anni e pensavo che dopotutto, finita la scuola, non sarebbe mai durata tra noi. Eravamo troppo diversi.”

 

“Siamo.” Lo corressi dura. “Siamo troppo diversi.”

 

Malfoy inspirò a fondo, come se si stesse costringendo a non aggiungere altro. “Va’ a casa e riposati. Domani ricominceremo con le indagini.”

 

Sorrisi amaramente. “Non abbiamo neanche una pista. Parliamoci chiaro, non risolveremo mai il caso. Ci stiamo solo illudendo di poterci riuscire.”

 

“Saremo anche diversi.” Disse Malfoy serio. “Ma insieme funzioniamo alla grande. Perciò, Weasley, domani mattina ti voglio nel mio ufficio per pensare a come altro possiamo complicarci la vita e rischiare di farci ammazzare sul serio.”

 

Io sbuffai una risata, ma ero ancora troppo sconvolta per ridere sul serio. “D’accordo, capo.”

 

 

**

 

 

Passai il resto della giornata a casa di Vanessa, alla quale raccontai tutto quanto. La notizia della relazione tra Vincent e Sol l’aveva shockata quanto me, ovviamente nessuno di noi poteva solo immaginarsi una cosa del genere. E peggio, pensai che cosa avrebbe fatto Gaby se lo avesse scoperto.

 

“Si infurierà con noi.” Disse Vanessa. “Ci staccherà la testa quando saprà che noi lo sapevamo e non le abbiamo detto niente.”

 

Io mi passai una mano sulla tempia, massaggiandola. “Senti, Vì, io voglio bene a Gaby. Molto bene. Ma non voglio immischiarmi.”

 

Vanessa prese una tazza di the bollente e ne mandò giù un sorso. Stava cercando di evitare il caffè, ma le serviva qualcosa per rilassare i nervi. “Non si tratta di un litigio qualunque, Rose! Se Al mi tradisse con un’altra, tu non me lo diresti?”

 

“E’ totalmente una cosa diversa.” Dissi sedendomi al tavolo con lei. “E poi anche Sol è nostra amica, vuoi davvero tradirla così? Penso che abbia già fatto abbastanza da sola.”

 

“E se non dovesse dirlo a Gaby?” Fece Vanessa preoccupata.

 

Io allargai le braccia. “Beh, prima o poi dovrà farlo, non credi? Di certo non lascerà che Vincent sposi Gaby prima di confessarle tutto. Voglio dire, Sol è una sporca traditrice ma non è stupida.”

 

“Oh, smettila di chiamarla così!” Mi rimproverò Vanessa. Io feci per parlare ma lei mi fermò. “Neanche io sono d’accordo con quello che ha fatto, è chiaro, ma è pur sempre una nostra amica. E non credo che abbia cominciato ad uscire con Vincent solo per un capriccio, è il fidanzato di sua sorella, ci avrà pensato due volte.”

 

“E allora perché?” Chiesi io totalmente ingenua. “Perché diavolo ha cominciato a frequentarlo?”

 

Vanessa cercò di calmarsi e parlare razionalmente. “Si sono innamorati, Rose. E’ ovvio.”

 

Io la guardai con una smorfia. La cinica che era in me stava velocemente risalendo verso l’alto, insidiandosi appena sotto la mia pelle. “Adesso comincerai con le solite stronzate che l’amore giustifica qualunque cosa, non è vero?”

 

“Non ho detto questo.” Disse toccandosi la pancia. “E modera il linguaggio, sei in presenza di un minore.”

 

Io alzai un sopracciglio fissandola come se fosse pazza. “Vanessa… non può ancora sentirti.”

 

“Beh, io credo di sì!” Fece offesa. “Quindi se non ti dispiace…”

 

“Come ti pare.” Dissi in fretta, non avevo voglia di litigare con una donna incinta.

 

Vanessa si morse un labbro. “E’ una storia così assurda, questo da Sol davvero non me lo sarei mai aspettato. E Vincent, sembrava così innamorato di Gaby. Tu pensi che una cosa del genere potrà mai accadere a me e ad Al?”

 

Feci una smorfia. “Perché, avresti il coraggio di andare con James?”

 

Vanessa fece una faccia disgustata. “Dio, no!”

 

Io sospirai e mi lasciai andare sul tavolo. “E’ che adesso mi sento così strana, sai. Insomma, Gaby e Vincent erano un po’ il riferimento di tutte le coppie, erano l’incarnazione del vero amore, dopo anni di vita di coppia sembravano innamorati come il primo giorno… e adesso viene fuori che non era vero proprio un bel niente. Ed io sto per sposarmi e mi sento come in bilico su un filo…”

 

“Mi stai dicendo che non vuoi più sposarti?” Chiese allarmata Vanessa.

 

“No!” Dissi subito. “No, io voglio sposarmi! Ma non posso fare a meno di chiedermi ‘e se un giorno capitasse anche a me e a Jack’?”

 

Vanessa parve pensarci un attimo su, si umettò il labbro e scrollò le spalle. “Beh, Rose, nessuno può dirti con certezza che rimarrete insieme per sempre. Voglio dire, gli imprevisti capitano nella vita. Ma non puoi basare il tuo matrimonio sulla vita di coppia di altre persone.”

 

“Già.” Feci io sconsolata. “E tu ed Al sembrate resistere.”

 

Vanessa mandò fuori una risatina e scosse la testa. “Sì, ma non ci definirei affatto l’incarnazione del vero amore.”

 

“Perché no?” Chiesi mettendomi dritta.

 

“Non facciamo altro che discutere per qualunque cosa. E siamo diversi. Siamo testardi e permalosi e non riusciamo a stare più di due giorni senza creare una bufera da un semplice venticello.” Rise lei.

 

Io la guardai e scrollai le spalle. “Magari è proprio questo il vero amore.”

 

Con un ‘pop’ fragoroso, Al uscì fuori dal camino coperto di fuliggine spaventandoci a morte. “Bianca!” Gridò.

 

Vanessa si voltò verso di me scettica. “Questa è l’espressione del tuo vero amore, Rose?”

 

“Non direi.” Feci con una smorfia. “Al, ti senti bene?”

 

Al si ricompose ed arrossì. “Oh, scusami Rose, non sapevo che fossi a casa.” Evidentemente. Si voltò verso Vanessa, entusiasta. “Bianca! Che ne pensi di Bianca?”

 

“E’ carino.” Disse Vanessa tranquilla. “Ma tesoro, potresti non piombare a casa ogni cinque minuti urlando come un matto? Abbiamo ancora mesi e mesi per pensarci.”

 

“Lo so.” Disse tutto agitato. “Ma è passata in laboratorio questa signora per ritirare dei certificati ed era così simpatica e graziosa e non ho potuto fare a meno di chiederle come si chiamava. Bianca sembra un nome così grazioso per una persona graziosa. Tu vuoi che sia graziosa, vero?”

 

Vanessa posò pazientemente la tazza sul tavolo. “Certo, ma non credo che la personalità dipenda dal nome, Albus.”

 

“Oh.” Fece pensandoci su. “Oh, sì è vero.”

 

“Già… per esempio Sol!” Dissi io irritata. “Sembra il nome di una persona solare e disponibile, ed invece è solo una traditrice!”

 

Vanessa mi posò una mano sul ginocchio. “Adesso basta Rose, datti una calmata.”

 

Al ci fissò a bocca aperta. “Si può sapere che succede?”

 

“Succede che Sol e Vincent escono insieme senza che Gaby sappia niente.” Dissi.

 

“Sol e Vincent…?” Fece Al sempre più allibito. Spostò lo sguardo su Vanessa. “Non è vero! E’ vero?”

 

Vanessa annuì. “Sì, ma Al non puoi dirlo a nessuno. E’ ancora in fase… confidenziale.”

 

Al scosse la testa tra sé. “Dovrò togliere Vincent dalla lista dei nomi.” Disse serio. “Eppure sembrava un ragazzo così per bene, così… accidenti, mi sento un po’ in colpa, in fondo sono stato io a presentare Vincent a Gaby.”

 

“E tutto funzionava finché Sol…” Mi morsi la lingua per non continuare.

 

Vanessa alzò un sopracciglio. “Chi ti dice che sia stata lei a farsi avanti e non lui?”

 

“Nessuno.” Dissi ragionevole. “Anzi, penso proprio che sia stato Vincent.”

 

Al si portò una mano alla testa. “State parlando troppo velocemente per me, non riesco a starvi dietro. Con chi è che ce l’abbiamo e con chi è che dobbiamo schierarci?”

 

Io sospirai. Era una cosa stupida. “Con nessuno.” Dissi arrendevole. “Non posso davvero essere arrabbiata con Sol o Vincent. Sono solo delusa.”

 

Al si sedette con noi e sospirò. “Dopo così tanto tempo nemmeno Vincent e Gaby hanno funzionato… Rose, forse dovresti pensarci due volte prima di sposarti.”

 

Io rotai gli occhi. “Sì… e tu dovevi pensarci due volte prima di mettere incinta Vanessa.”

 

“E’ stato un incidente!” Saltò subito su. “Sono sempre stato attento! Vero che sono stato attento?”

 

Vanessa alzò una mano. “Non credo che Rose voglia essere messa a conoscenza di certe cose, Al.”

 

“Beh, comunque è stato un incidente.” Fece Al come un bambino piccolo. “Cosa che non potrai dire del tuo matrimonio.”

 

“Dio, spero proprio di no!” Dissi portandomi una mano al petto. “E mi sentirei molto più rincuorata se tu la smettessi di portare iella, Al.”

 

Vanessa si alzò e se ne andò in cucina. Al alzò un sopracciglio verso di me. “Io non sto affatto portando iella, sto solo cercando di essere ragionevole. Sei davvero sicura di conoscere Jack così a fondo da poterlo sposare senza alcun dubbio? Pensa a tutti quelli che conosci. Pensa ai tuoi genitori, ci hanno messo quasi dieci anni per sposarsi.”

 

“Questo perché quando si sono conosciuti avevano undici anni!” Feci io esasperata.

 

“Ma è sempre meglio aspettare.” Fece Al. “Prendi me e Vanessa, dopo anni posso dire di essere totalmente sicuro di amarla e di voler spendere il resto della mia vita con lei.”

 

Vanessa venne fuori dalla cucina piangendo. “Oh, Al…” disse singhiozzando.

 

Io e Al la fissammo allibiti. “Cavolo, non pensavo si commovesse tanto.”

 

Vanessa scosse la testa. “Non è per quello che hai detto.” Disse piangendo. “E’ finito lo yogurt alla banana.”

 

Io cercai di camuffare una risata e mi voltai verso Al. “Questi sono gli effetti collaterali del tuo incidente, credo.”

 

Al sospirò stanco. “Una cosa è certa, vita o non vita insieme, avremo un solo bambino.”

 

 

 

**

 

 

Ragazzi, I’m soooooo sorry!!

Lo so che ultimamente sono sempre in ritardo, ma è un brutto periodo e ho la testa completamente fra le nuvole. Fortunatamente c’è qualche raggio di sole anche in tutto questo schifo e ieri sera ero a Torino al concerto di Lady GaGa quindi scusate ma non ho proprio pensato ad aggiornare.

Spero, come sempre, che il capitolo vi sia piaciuto e fate pure, arrabbiatevi, siate felici, ridete, piangete, l’importante è che leggendo proviate delle emozioni perché solo così saprò di essere riuscita nel mio intento.

 

Vi adoro tutti ragazzi, siete una delle poche cose che mi tiene sempre a galla.

Al prossimo capitolo con “Just so you know”

Love you all, Zia funkia.

 

   
 
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