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Autore: londonlilyt    19/11/2005    3 recensioni
"I loro sguardi si incontrano attraverso il salone affollato, quello di lui scuro e vellutato come la notte, quello di lei terso e chiaro come il cielo a primavera. Lui sorrise sicuro,facendo scorrere gli occhi lenti sulle curve di lei, come in una morbida carezza, mentre il sorriso si allargava facendogli brillare le pupille scure come il peccato...." L'idea di questa ff mi e' venuta dopo aver visto Mr.&Mrs Smith, quello con Angelina Jolie e Brad Pitt...non l'avete visto!! e che aspettate!! alla fine, indipendentemente dalle vostre preferenze sessuali, ve li fareste tutti e due! Quindi i nostri due protagonisti sono due spie, lei e' una freelance lui invece lavora per il governo inglese, le loro strade si incontrano un giorno per caso e da quel momento scoppia il putiferio.....
Genere: Romantico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Lui si voltò in fretta per vedere in che direzione fosse andata ma non la vide da nessuna parte: era come scomparsa nel nulla.

“Lasciala perdere amico mio” gracchiò l’impercettibile auricolare che aveva all’orecchio “quella é più fredda del mare del nord, mi si é avvizzito solo a guardarla negli occhi!”

Sempre pieno di tatto il suo amico Jules, avrebbe dovuto fare quattro chiacchere con il ragazzo prima o poi.

“Comunque la tua preda é appena sgattaiolata sul terrazzo” poi rise “e non intendevo la principessa dei ghiacci! Mi riferivo a Chang”

Stronzo! Ma era venuto lì per fare un lavoro stasera e aveva perso abbastanza tempo. Con una luce felina da predatore che gli brillava nello sgurdo si diresse verso la terrazza pronto all'azione.

La donna camminava veloce lungo il corridoio buio rischiarato appena dalla fioca luce lunare che filtrava dalle finestre laterali e cercando di fare il minimo rumore con i tacchi sul marmo lucido; la sua destinazione era dopo il prossimo angolo ovvero: l’appartamento privato dell’ambasciatore tedesco.

La guardia che doveva stare davanti alla porta faceva il giro dei corridoi ogni ora e lei doveva essere ancora in tempo per trovare via libera e non farsi scoprire. Ne avrebbe avuto di più se non avesse perso minuti preziosi a ballare con quel sollevatore di pesi gonfiato...accidenti a lui!

In genere le bastava sfoderare la sua occhiata gelida per scoraggiare chiunque, ma lui no...liu doveva far prevalere il testosterone.

Delle voci provenienti dal corridoio opposto la spinsero immediatamente all’azione, senza il minimo rumore scivolò nell’anticamera.

Tutto era buio, a parte il debole chiarore proveniente dal moderno camino a gas; con gesti svelti sganciò la gonna che portava indosso che cadde a terra con un tonfo sordo mostrando i pantaloni in pelle aderenti che portava sotto.

Tirando giù l’orlo per coprire tutta la gamba, si diede una veloce occhiata attorno, doveva sbrigarsi, meno stava in quella stanza meglio era.

Con passo deciso si diresse verso il comodino sul lato sinistro del letto, la cassaforte con gli oggetti “molto” personali dell’ambasciatore era incassata nel muro dietro al piccolo mobile. Riuscì a spostarlo abbastanza facilmente, era pesante per essere così piccolo pensò, mentre con una sottile pila illuminò il muro dall’intonaco liscio...della cassaforte neanche traccia. Tastò in cerca di uno scomparto segreto, ma nulla.

Come era possibile? Non poteva essersi sbagliata così grossolanamente, forse aveva sbagliato lato del letto, ma neanche dall’altra parte c’era nulla; era con la merda fino al collo e non poteva perdere tempo ad aprire anche quella che si trovava dentro lo spogliatoio, doveva fare una ricerca accurata e veloce.

Mise a posto i comodini, ma come faceva quello sulla destra ad essere talmente pesante rispetto all’altro...si fermò di scatto, troppo pesante? Forse troppo per un semplice comodino.

Lo esaminò attentamente in cerca di doppi fondi o false pareti, ma ancora nulla, che fosse un secrétaire?

Con cautela spinse il ripiano in cima cercando la direzione in cui dovrebbe spostarsi il pannello e infatti, lentamente, lo fece scorrere verso sinistra trovandosi difronte la cassaforte.

-Piccola figlia di puttana.....- bisbigliò trionfante.

L’ambasciatore era un idiota, quella cassaforte era di un modello semplicissimo a combinazione e lei ci sarebbero voluti meno di cinque per aprirla.

Era così concentrata che non sentì il rumore della prima scarica di proiettili proveniente dal giardino, ma non mancò la seconda: grossi guai erano in vista. Prese il video e i due dischetti che erano all’interno e li mise nella fondina quadrata che aveva allacciata sulla coscia sinistra.

Doveva dileguarsi prima che qualcuno la scoprisse. Recuperò la gonna che si era tolta poco prima visto che nascosta tra le sua pieghe c’era la giaccha dello stesso stile dei pantaloni, fuori faceva un freddo polare e lei doveva essere pronta all'azione non mezza assiderata! Poi strappò la sottana semi trasparente dalla seta celeste sentendosi in colpa nel rovinare un così bell'abito. A prima vista sembrava una normalissima sottogonna rigida, ma era fatta di un materiale particolare, leggero e resistentissimo cucito a spirale in modo da poter essere srotolato all’occorenza.

Legò il lembo iniziale al parapetto del balcone e agilmente si calò nel giardino sottostante. Una volta a terra si disfò della parrucca bionda, liberando i suoi naturali capelli neri e delle sopraciglia finte, i tacchi erano un problema ma aveva gli stivali nella macchina che era parcheggiata a cento metri più in là. Doveva sbrigarsi, sembrava che gli spari si stessero facendo più vicini.

Corse svelta sul leggero strato di neve che era caduta nelle ultime ore, se non le veniva un principio di assideramento oggi sarebbe sopravvissuta a qualsiasi cosa in futuro.

Era oramai vicina alla vettura quando un raggio di luce lunare fece capolino da dietro le nuvole illuminando le curve lucide e snelle della sua Ferrari nera nuova di autofficina, illuminando anche una figura scura accucciata vicino alla serratura del lato guidatore. Qualcuno stava cercando di rubarle la sua macchina nuova di zecca! Lo avrebbe ammazzato su due piedi! Ma lo sapeva quanto le era costato farsi modificare quella macchina con tutti i suoi accessori preferiti!

Estrasse la pistola e senza fare il minimo rumore si avvicino.

-Ti suggerisco di togliere le tue luride zampacce dalla mia macchina, se non vuoi che ti faccia a colabrodo!- provò con l’inglese, sperando che il ladro fosse poliglotta, non le andava di sfoderare tutto il suo repertorio linguistico mentre stava gelando.

L’uomo rimase immobile maledicendo la sua cattiva sorte, era quasi riuscito ad aprire lo sportello! Proprio ora doveva arrivare il proprietario...correzione la proprietaria, dalla voce era una donna e anche armata se la minaccia aveva un qualche fondamento.

Si voltò lentamente e si ritrovò davanti...catwoman?

Anche al buio i suoi occhi azzurri brillavano come fari nella notte, da dove sbucava fuori?

Per poco la donna non gli sparò, era l’uomo della pista da ballo! Che cosa stava combinando?

-Saresti almeno così gentile da darmi un passaggio?- chiese con accenno di sorriso che non mancava mai di rendere il gentil sesso più sensibile alle sue richieste.

-Scordatelo, ora muoviti lento e...-

Non ebbe il tempo di finire, un faro gli venne puntato addosso e fù dato l’allarme.

-Cazzo!- prese le chiavi e aprì gli sportelli –Sali idiota!-

Una volta al posto di guida fece partire il motore con un rombo e innestò la prima, partendo sgommando mentre un esercito di guardie partiva al loro inseguimento.

-Non credi che sia meglio che guidi io dolcezza?- chiese preoccupato, le donne erao leggermente pericolose dietro il volante di bolidi come quello. E poi se doveva scappare lui sarebbe riuscito a seminare i loro inseguitori con più facilità.

-Nessuna guida la mia bambina tranne me- gli disse gelida sorvolando sul “dolcezza” –ora renditi utile e aziona il telecomando dentro al cruscotto-

-A che serve? Non mi ritrovo sbalzato dalla macchina con tutto il sedile vero?- rise scherzando solo a metà.

-No...se premi il tasto giusto- spiegò sarcastica –serve per far saltare il cancello, non vorrai che graffi la vernice nuova vero?-

-Dio non voglia...- rispose con un soppraciglio alzato e premento il piccolo bottoncino rosso.

Trenta secondi dopo sfrecciarono a duecento all’ora attraverso un cancello laterale ancora fumante con i loro inseguitori alle calcagna.

-Quanti sono?- volle sapere lei con gli occhi incollati sull'asfalto.

-Quattro macchine e sembra che ci sia una jeep con montata sopra una mitragliatrice dall’aspetto minaccioso- rispose guardandola, con la netta impressione di averla già vista –ci siamo per caso incontrati da qualche altra parte?-

Lei fece solo un mezzo sorrisetto e aprì il tettuccio.

-Non so che diavolo stavi facendo, ma adesso rimedi a tutto sto casino!-

-Cosa ti fa credere che sia stato io?- chiese cercando di mantenere l’equilibrio dopo una brusca sterzata

-Mi auguro che tu sia armato- gli disse senza degnarsi di rispondergli -altrimenti ci sono delle cose nello scomparto nascosto dietro al sedile che ti potrebbero essere utili-

Spinto da un misto di curiosità e necessità messe assieme, tirò fuori il borsone scuro da dietro al sedile e vi diede un’occhiata dentro, lasciandosi scappare subito dopo un fischio di apprezzamento: la ragazza sapeva di cosa stava parlando.

La borsa conteneva esplosivo C4, delle granate, una mitraglietta automatica, una 357 magnum, di un modello che non aveva mai visto in vita sua, e due semi automatiche.

-Ed io che ho sempre creduto che le donne mettessero la cipria nelle borsette!- voleva essere una battuta ma lei non la trovò divertente.

-Le sciaquette che frequenti di solito magari...-

-Noto una punta di gelosia?- chiese con l’intento di provocarla, prima di sparire fuori dal tettuccio a lanciare un pò di granate.

-Ecco cos’è, dopo una notte indimenticabile mi sono dimenticato il tuo nome e il mattino dopo non ti ho chiamato!- disse rientrando per prendere altre munizioni.

-COSA!- gli rivolse un’occhiata omicida e poi sbottò in tono acido –se fosse successa una cosa del genere, credimi sarei stata io quella che si sarebbe dimenticata il tuo nome all’alba!-

-Molto difficile...- con un sorriso malizioso scomparì nuovamente fuori dal tettuccio.

Fumando di rabbia, non le rimase altro da fare che schiacciare il piede a tavoletta sull’accelleratore, ma guarda che tipo inutile!

-Senti un pò dolcezza, non sarebbe meglio che li seminassi, non posso continuare a sventrare la campagna austriaca-

-Che cosa credi che stia cercando di fare!- quelli erano più appiccicosi delle piattole –va bene è ora di chiudere il gioco!-

Premette un bottone al lato del volante e da sotto l’alettone posteriose venne scaricato del liquido nero sospetto.

-Prendi una granata e lanciala!- gli ordinò.

Lui obbedì senza protestate e poco dopo si alzò sui loro inseguitori un muro di fiamme alto tre metri che fece saltare in aria la prima macchina e impedì agli altri di continuare a seguirli.

-Mai visto nulla di simile! Che razza di infiammabile era quello?- chiese con ammirazione, mai visto nulla di simile.

-Ricetta personale-

Lui tornò a guardarla osservandola con attenzione, doveva essere una del mestiere se aveva a disposizione delle cose così soffisticate, e chissà quali altri aggegi nascondeva quella macchina. Non aveva fatto una una piega durante l’inseguimento e guidava con la maestria di un pilota di formula uno, la domanda era: per chi lavorava?

Continuò a guardare il suo profilo mentre guidava e la sensazione che l’avesse già vista non l’aveva ancora abbandonato; poi qualcosa che luccicava attraverso l’apertura della giacca aderente di lei attrasse la sua attenzione: sembravano diamanti...chiuse gli occhi a fessura, per poi sgranarli subito dopo dalla sorpresa.

-Porca...la biondina della pista da ballo!- sussurò sorpreso, anche se non avrebbe dovuto esserlo.

-E bravo il mio tardone!- lo congratulò impassibile.

-Che ci facevi alla villa?-

-Non ti riguarda, tu che ci facevi alla villa?-

-Non ti riguarda-

-Allora siamo pari- svoltò in una stradina secondaria che portava a Vienna e che era ssempre poco trafficata –chi ti ha aiutato ad organizzare l’operazione alla villa, il macellaio sotto casa?-

-È stato solo un piccolo errore di calcolo- rispose seccato, l’intera serata era stata un completo fallimento, non aveva bisogno che lei aggiungesse anche il sale sulle ferite –per chi lavori?-

-Per chi ha più soldi, costo cara io-

-Una mercenaria?-

-Di altissimo borgo- gli diresse un’occhiata obbliqua –A differenza di alcuni principianti-

-Ehi! Senti un pò...- iniziò offeso, era il migliore della sua sezione e non aveva nessuna intenzione di farsi fare a pezzi senza reagire.

-No tu sentimi bene!- furibonda inchiodò la macchina mandandolo a sbattere contro il cruscotto con la fronte –stasera mi sei quasi costato 200mila dollari americani e hai scatenato un putiferio che se siamo fortunati non finirà su tutte le pagine dei giornali domani!-

I suoi clienti non sarebbero stati contenti, gli aveva assicurato che l’operazione si sarebbe svolta con il massimo della riservatezza e che nessuno si sarebbe accorto di nulla, almeno non fino a quando fosse stato troppo tardi, invece per colpa del tizio che ora stava seduto sui suoi costossissimi sedili in pelle, rischiava di ritrovarsi con la reputazione danneggiata.

-Ed ora scendi!- sibilò, tanto che lui quasi si aspettò di veder spuntare una linguetta biforcuta.

-Siamo nel bel mezzo del nulla, non puoi essere seria!- cercò in vano di protestare.

-Non ho ancora provato il sedile- gli fece con voce stranamente dolce –ma se ti vuoi offrire volontario....-

Tra i due mali scegli sempre il minore, era quello che il suo istinto di soppravvivenza stava gridando al momento, quindi scese dalla macchina con tutta la dignità che riuscì a mantenere visto che era fumante di rabbia.

-Non ti preoccupare, sono sicura che il macellaio tuo complice sarà nei paraggi, non dovrai gelarti quelle belle chiappette per molto!-

Prima che potesse sgommare via una volta chiuso lo sportello, lui le bussò il vetro.

-Questa me la paghi dolcezza, nessuno prende in giro l’Incantatore in quel modo e la passa liscia-

Lei non fece una piega, non credeva ad una parola anche se il luccichio degli occhi di lui le diede lo stesso i brividi.

-Aspetterò con il fiato sospeso!- chiuse il finestrino e sgommò via.

L’uomo rimase sul ciglio della strada vedendola scomparire in una nuvoletta di fumo, per la seconda volta quella sera.

  
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