Compongo
il suo numero, senza neanche guardarlo in rubrica. Non serve,
ormai lo so a memoria.
“Ohi.” Mi dice lui dall’altra parte.
“Ehi.” Gli faccio eco io.
Stiamo in silenzio per non so quanto, solo ad ascoltare ognuno i
respiri dell’altro. Ho un sacco di cose da dirgli, ma mi
vergogno; e poi ho
paura di essere troppo melenso.
Lui invece ha un blocco; ne abbiamo già parlato tanto, ho
provato ad
aiutarlo a sbloccarsi, ma ormai sono giunto alla conclusione che solo
col tempo
otterremo qualche risultato. Anche lui lo sa, e mi spiace che si debba
sentire
in colpa. Io dal canto mio provo a non fargli pesare questo suo
problema, ma a
volte non ci riesco. Va a finire che lui si sente in colpa e io mi
sento un
mostro. Il fatto è che io ho un bisogno costante di sentirmi
amato, ho bisogno
di sentirmelo dire.
Non si era mai spinto tanto oltre, considerato che la cosa
più dolce
fino a quel momento era stato un Mi
manchi.
Leggere quel messaggio mi aveva fatto un piacere immenso, era come se
mi si fosse gonfiata una bolla nel petto. Era lui, il suo affetto, il
suo amore, anche se datomi a modo
suo, erano
una specie di talismano, che mi proteggeva
dall’infelicità, dalla paura, dal
mondo esterno. Era come portare una piccola favella nel petto, che ti
riscaldava, ma che nessun altro poteva vedere, e forse, per questo,
ancora più
meravigliosa.
“Dimmi Jude.”
“Ti amo.”
Il
mio cuore batte velocissimo, ho paura che possa fermarsi da un
momento all’altro.
Non male! Questa volta si è lasciato un po’
più andare. Lui non si
immagina neanche quanto mi ha reso felice.
Non mi arrendo. So che prima o poi me lo dirà, so che si
lascerà
andare; riusciremo a venirci incontro, in qualche modo.
Io aspetterò, lo aspetterò,
perché
so che ne vale la pena.
Continuo a parlare, ma nel frattempo, mentalmente, urlo un messaggio
che spero possa giungere fino a lui:
“Io non mi arrendo!”
Smielata smielata smielata… chiedo venia!! Uscita in un
momento di
follia, pensando a una persona speciale...