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Autore: fiddle    12/11/2010    1 recensioni
Ed eccomi di nuovo all'opera!! ^^ Di nuovo con una storia fantasy... Sembrerà strano, ma è ciò che riesco meglio ad immaginare... buffo che sia la non-realtà... Sto cercando di scrivere una storia non-fantasy, ma per ora è solo qualcosa di estremamente confuso nella mia testa... un po' come i cromosomi prima della profase xD Okay, dopo aver mostrato quanto sono erudita, mi rendo condo che è giunto il momento di scrivere la trama di questa storia:
dunque, da dove parto? "Dall'inizio!" *rotea gli occhi* dunque: questa storia si chiama "Stoneguys", perchè parla di persone fatte di pietra. Non pietra semplice, non ghiaia, non il sassolino che raccogliete per la strada. Si tratta perlopiù di pietre preziose: rubini, quarzi, smeraldi, zaffiri... ma anche alabastri, onici, acquemarine, perfino l'ultima, ma la più preziosa di tutte, il diamante.
Dunque, l'inizio vede cone protagonisti una ragazza vestita di grigio e un gatto nero. Sfondo: una strada che si divide in tre. Antagonista un carro lanciato a gran velocità, proprio mentre il gatto nero sta attraversando la strada. La ragazza vestita di grigio cerca di salvarlo e... beh, il resto lo potete immaginare. O forse no...? (: Leggete!! Spero davvero vi piaccia! ^^ fatemelo sapere lasciando una recensione!! ^^
Vi auguro una buona lettura ^^
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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STONEGUYS
Capitolo quattro: Piano per entrare nella villa dei Fliegenaigle, salvare la sorella e il fratello di Ate e magari involare un paio di lingotti: andiamo!


Il mattino seguente, si svegliarono tardissimo. O meglio, Ate e Shiromi si svegliarono tardissimo, perché Willie non si svegliò affatto. Una volta assicuratisi che la bambina non si svegliasse (provarono a urlarle nell’orecchio, a scuoterla, a buttarla per terra, ma come niente quella tornava sotto le coperte e dormiva), prima Ate e poi Shiromi si lavarono e infine scesero al piano di sotto. Decisero di avere abbastanza soldi e fecero colazione, prendendo solo un caffè (biscotti offerti “dalla casa”) per eliminare il sonno. Poi uscirono, e notarono che la città era già affollata. Avrebbero acquistato subito le provviste per un eventuale viaggio che avrebbe potuto seguire la fuga dalla villa dei Fliegenaigle, in quanto non avrebbero fatto ritorno a Dominant, ma sarebbero scappati in direzione opposta. Poi avrebbero tagliato per la foresta e sarebbero tornati al villaggio. O almeno, Shiromi sarebbe tornata al villaggio, magari con Willie, mentre Ate e la sorella e il fratello ci avrebbero pensato poi.
Si diressero, dunque, verso la piazza della città, dove, come ogni mattina, c’era il mercato. Davanti alla bancarella della frutta c’era una donna, abbastanza giovane, parecchio grassa, bionda. Aveva un vestito senza maniche, verde limone e accecante, piuttosto appariscente, da solo, ma, in quella moltitudine di gente e colori, non si notava più di tanto. Shiromi comprò qualche mela. La donna la vide. Fissò lo sguardo sulle unghie bianche di Shiromi e poi gli occhi verdi risalirono lungo il braccio, la spalla, il volto. Sotto la frangetta castana, si intravedevano sopracciglia bianche, e la pelle aveva la lucentezza tipica della pietra, con venature non invisibili ad un occhio esperto. Shiromi sorrise – la donna notò i denti impossibilmente bianchi e le labbra chiarissime –, pagò e andò via, ancora studiata dalla donna.
Quest'ultima estrasse dalla borsa un telefono cellulare, mezzo di comunicazione molto diffuso fra i ricchi e i nobili. Digitò un numero, poi si portò il marchingegno all'orecchio. « Ne ho trovato una bella, e molto molto rara », disse nell'aggeggio con un sorriso malefico, mentre ancora guardava la Ragazza di Alabastro.

I due ragazzi tornarono alla locanda, dove trovarono Willie ancora addormentata, ma non appena sentì odore di cibo si svegliò. La portarono a fare colazione nella zona-bar al pian terreno, poi tornarono di sopra. Cominciavano a sentirla davvero soffocante, quella stanza.
« Willie, », esordì Ate. « cosa ne dici, ci fai vedere che sai fare con la magia? »
« Sì, okay! », sorrise la bambina. Poi Ate dovette scansarsi per evitare un oggetto-volante-non-identificato. Shiromi scoppiò a ridere, alla vista del pane che stava sospeso nell’aria a comando di Willie. Poi si accorse che il suo vestito la stringeva sempre più e le si mozzò il fiato. « W-Willie! » il vestito tornò normale. « Dunque », disse. « Hai il potere della telecinesi »
« Boh! », fu la risposta della bambina.
Ate rise. « Non era una domanda! E’ il nome di quello che hai appena fatto: puoi controllare gli oggetti a distanza, senza toccarli. Giusto? »
La bambina annuì. « Posso entrare dentro gli oggetti. E’ una sensazione stupenda, mi posso… come… allargare, dentro tutto. Però non posso controllare piante animali e uomini »
« Certo », disse il ragazzo. « Perché sono viventi. »
« Ah… »
Shiromi ridacchiò. « Comunque, Ate, adesso è meglio se ideiamo un piano. Stasera salveremo tua sorella e tuo fratello! »
« Perché? Cos’è successo? », chiese Willie.
« Una donna li ha rapiti perché vuole che le ceda i miei tesori », rispose Ate, cupo.
« Ho già un’idea », sorrise la ragazza.
« Tu corri e io volo? », rispose l’altro, riferendosi al giorno prima.
Shiromi rise. « E Willie? »
« Stai scherzando? », disse lui serio. « Willie non ci seguirà nell’edificio. Ci aspetterai fuori, vero, Willie? »
« No! », esclamò la bambina, irritata. « Anch’io voglio essere utile! Avete visto cosa sono capace di fare! »
Oggetti vari presero a volare per tutta la stanza: il pane, posacenere, soprammobili, persino le coperte. Shiromi disse solo: « Willie, calmati e ascoltami. Ho detto che avevo un’idea » e tutto tornò dov’era. « Dicevo », la ragazza si schiarì la voce. « Willie, con la magia, potrebbe aprire le porte e immobilizzare le guardie. Poi entriamo e salviamo il salvabile. », concluse con un sorriso.
Ate borbottò: « Semplice e perfetto… », Willie aveva un’espressione soddisfatta sul volto. Ancora una volta Shiromi si era rivelata un’ottima stratega. Il fatto era che riteneva tutto così semplice e scontato… Non era difficile, bastava fare due più due: di certo non avrebbero potuto intrufolarsi di giorno, magari travestiti, perché sicuramente la faccia di Ate là dentro era nota; era ovvio, poi, che la bambina si sarebbe offesa se l’avessero esclusa, senza contare il fatto che avrebbe dovuto restare da sola nella foresta per chissà quanto tempo, e la ragazza non se la sentiva proprio di lasciarla così; inoltre, è vero che avrebbero dovuto essere estremamente cauti e silenziosi, ma era anche vero che tre è meglio di due, quando si tratta di un’azione del genere.
Passarono il giorno a organizzare tutti i minimi dettagli e a prepararsi: avrebbero lasciato le provviste dentro una coperta nella foresta – Ate avrebbe tracciato un cerchio attorno per allontanare chiunque e qualunque essere vivente o meno –, poi si sarebbero avviati verso la grande villa; Willie avrebbe fatto scattare le serrature, per poi individuare le guardie e immobilizzarle nelle livree; dunque, avrebbe cercato ciò che poteva esserci di più simile a prigioni, come luoghi dove dormiva molta gente o una serie di piccole stanze collegate; sarebbero andati lì, avrebbero silenziosamente prelevato la sorella e il fratello di Ate e sarebbero scappati così come erano entrati. Sembrava facile.

Aspettarono fino a un’ora prima del tramonto, memorizzando il piano e annoiandosi a morte, nell’attesa dell’azione, poi si incamminarono. Uscirono dalla città e si incamminarono nella foresta. Si mantennero paralleli alla strada, ma coperti dagli alberi: andavano a compiere un atto illegale, era essenziale che nessuno li vedesse. Anche se alla fin fine, illegale era il rapimento dei due da parte della Fliegenaigle. Dopo poco più di tre quarti d’ora intravidero l’enorme edificio che era la villa dei Fliegenaigle: o meglio, intravidero il muro che ne circondava le proprietà. Un muro alto circa 5 metri, spesso 1 e mezzo, dipinto ad affresco, con motivi astratti. La strada lastricata scompariva oltre il cancello, in bronzo dorato, fuso e scolpito a mano dal più grande scultore di circa tre secoli prima, Purple Turtle.
Si fermarono dove potevano tenere d’occhio il cancello senza essere visti. Lì misero a terra le provviste, avvolte in un fagotto, ed Ate vi fece un cerchio protettivo intorno, lasciando poi un segno di modo che, dopo, riconoscessero il posto. Quindi, aspettarono, e quando fu abbastanza buio per Ate, si misero in azione.

Innanzitutto, Willie aprì il cancello dal nascondiglio. Nessuno dei tre sapeva come funzionasse la telecinesi di Willie, anche se tutti e tre, ed in particolare Shiromi, la più intelligente, l’avevano intuito. Willie poteva “interagire” con gli oggetti inanimati, allungando impalpabili “tentacoli” – non è il termine più appropriato, ma è quello che rende meglio l’idea – della mente, o della coscienza, fino ad “avvolgere” il “cuore” dell’oggetto in questione. Willie non era in grado di agire contro gli esseri viventi non perché tali, ma perché – in quanto tali – sono dotati di un “cuore” proprio, di una mente capace di opporre resistenza alla magia di Willie. Dunque, a livello teorico, la bambina avrebbe potuto interagire con esseri viventi, ma non ne era capace, non era abbastanza forte.
Dopo che ebbe fatto scattare la serratura, Ate si trasformò in cane grande e corse oltre il muro. I cani guardia lo videro, ma non abbaiarono a un proprio simile. Shiromi, sentendo silenzio, prese in spalla Willie – che aprì la porta –, le raccomandò di tenersi stretta e chiudere gli occhi, dunque partì, corse oltre la porta e la tenne aperta finché Ate, che si era trasformato in lucertola, non le si materializzò al fianco. Quindi chiusero al porta, attenti a non fare rumori. Willie espanse la coscienza e immobilizzò tutte le persone che riusciva a raggiungere, bloccandone gli abiti. Naturalmente, aveva un limite, e non riuscì a coprire tutta la proprietà, ma in un raggio di trenta metri attorno a loro tutto restò immobile. Quindi ripeté l’operazione, stavolta per individuare se c’era qualcosa di simile a prigioni. « C’è una stanza molto grande al pian terreno, con letti e persone distese sopra. Poi c’è un tipo vicino alla porta, seduto », avvisò. Anche se aveva parlato sottovoce, a tutti e tre sembrò che le parole rimbombassero nella quiete così innaturale. E si sa, una quiete prevede sempre una tempesta dopo di sé.

In ogni caso, avevano in individuato un dormitorio. « Non c’è nient’altro? Come una serie di cellette collegate? », chiese Shiromi.
Willie scosse la testa. « C’è un seminterrato, ma sembra più una cucina »
« Devono essere gli alloggi della servitù », disse Ate. « Non abbiamo scelta, andiamo. Facci strada, Willie »
I tre andarono, la bambina davanti agli altri, che li guidò in un’ala distaccata dal resto dell’edificio. Finalmente, si trovarono davanti alla porta indicata dalla piccola. Shiromi sorrise ad Ate: solo quella porta lo separava da sua sorella e da suo fratello, dai quali era stato distante chissà quanto…! Quello che la ragazza voleva comunicargli era che era suo diritto e dovere girare la maniglia e aprire la porta. Ate lo sapeva, e lo fece. Ma sapeva che doveva fare attenzione, per cui lo fece con cautela, per poi trasformarsi in lucertola e sgusciare nei pochi centimetri aperti. Vide che proprio di fronte alla porta c’era una guardia accasciata sulla sedia, che sembrava dormire. Oltre, un muro separava l’uomo da quello che sembrava un dormitorio. Come da programma, Ate non chiamò le altre due, perché Shiromi, così candida, si vedeva anche al buio. Ancora lucertola, si mise dove c’era abbastanza spazio, cioè proprio di fronte alla guardia, e tornò uomo.
Inaspettatamente, il soldato sulla sedia sussultò; non dormiva! Estrasse la spada e cercò di infilzare Ate, urlando. Così svegliò tutti coloro che dormivano nei letti: non erano prigionieri, erano i mercenari! Le ragazze entrarono nella stanza, mentre Ate cercava di scansare gli affondi dell’uomo e gli altri soldati si affollavano fra il muro e la porta. Willie fu molto pronta: immobilizzò tutti gli uomini nei loro abiti, tranne Ate, che ci mise un po’ di tempo a riprendersi dallo shock, con tutti gli uomini attorno che urlavano: « Liberami, liberami! », e quindi raggiunse le altre fuori dalla porta.
« Santo… cielo… », disse solo. Lui e Willie ansimavano, ma proseguirono lo stesso, perché non potevano restare lì, dove tutte le guardie urlavano. Fortunatamente per loro, quell’ala era stata costruita affinché gli schiamazzi delle guardie non fossero udibili nel resto della proprietà, in quanto facevano confusione, per dirlo con un eufemismo, fino a notte fonda, risultando fastidiosi.
Non potevano correre, perché rischiavano di far rumore, quindi, sempre guidati da Willie, che era i loro “occhi anche nel buio”, andarono al piano superiore. Ad un certo punto, in un corridoio, la bambina si fermò. «C’è una stanza qui dietro », disse indicando la parete a sinistra. « La porta sembra essere il muro. Dentro c’è una specie di piramide, e ci sono monete, credo »
« E’ la cassaforte! » esclamò – sottovoce – Ate. « Willie, apri la porta »
« No, Ate », disse Shiromi, prendendogli il braccio. « Dobbiamo trovare tua sorella e tuo fratello, non rubare oro! »
« Potrebbero essere dovunque! Prima di trovarli, potremmo anche dover visitare l’intera casa, in ogni sua singola stanza! Tanto vale entrare anche in questa »
Il ragionamento non filava, ma Shiromi lo lasciò fare. Allora Willie fece come Ate gli aveva detto: allargò la sua coscienza dentro la cassaforte, avvolgendo i meccanismi della porta nascosta, e, una volta capito come muoverli per aprirla, li fece scattare.
Non l’avesse mai fatto! La bambina aveva un limite: stava tenendo bloccati tutti i corpi che sentiva attorno a sé, oltre a quelli che aveva sentito attorno a sé mentre giravano la villa e a tutti i soldati nel dormitorio, ancora là immobili a cercare di divincolarsi. Nello “scassinare” la cassaforte, senza accorgersene aveva perso il controllo di tutto il resto, come se avesse ritratto i tentacoli per compiere quell’azione.
Così, Ate entrò nella stanza segreta, seguito prima da Willie e poi da Shiromi: la “piramide” di cui aveva parlato la bambina era un enorme montagna di lingotti d’oro, circondata da monete. Ate si avvicinò cauto al cumulo, facendo attenzione a non far tintinnare forte le monete, certo che il minimo rumore avrebbe potuto svegliare i padroni di casa. Fece appena in tempo a prendere due lingotti dal mucchio che sentì urla di uomini e passi di corsa: le guardie del dormitorio correvano verso la stanza blindata! I tre uscirono di corsa nel corridoio e se li videro venire addosso.
« Willie », disse veloce Shiromi. « Sposta la porta e mettila di traverso nel corridoio, in modo di bloccare le guardie »
Willie annuì spaventata e si mise in azione. La porta era molto pesante e fu difficile staccarla dai cardini per poi “trascinarla” in mezzo al corridoio, sigillandolo. Le guardie si ammassarono su di essa, e, urlando, cominciarono a batterci contro. Terrorizzati, i tre videro che erano riusciti a muoverla: ancora pochi colpi e la porta sarebbe caduta loro addosso. Ate si trasformò in corvo e volò via, Shiromi prese in braccio Willie e corse. Proprio in quel momento, la porta cadde e una marea di soldati in pigiama si riversò sul corridoio deserto.

Ate seguiva un bagliore bianco che sperava fosse Shiromi. Poi la ragazza si fermò davanti alle scale e lo attese comparire al suo fianco. Erano nell’ingresso. Alla fine delle scale che conducevano alla porta, alcune persone in pigiama mormoravano fra loro terrorizzate, mentre salivano al piano superiore. Poi scorsero Shiromi, e si impietrirono.
« Chi siete? », chiese Ate.
« Lo dovremmo chiedere noi a voi! », fece la voce chiara di una donna, seguita da sibili spaventati.
« Siamo qui per salvare mia sorella e mio fratello, rapiti da settimane da Arthura Fliegenaigle », rispose schietto il ragazzo. Shiromi spalancò spaventa gli occhi, e la sua mente lavorò veloce, giungendo alla conclusione affrettata che Ate fosse in realtà un traditore e la volesse concedere come “tesoro” alla potente famiglia: al contrario del ragazzo, infatti, non aveva capito chi c’era alla fine delle scale. « Voi chi siete? », chiese lui.
La gente da basso mormorò. « Siamo la servitù », disse la donna di prima, senza nascondere un certo rancore. « Chi cercate? » Stavolta nessuno sibilò. Tutti, infatti, speravano di fuggire con loro.
« Sono Ate White, cerco mia sorella e mio fratello. Sono dei bambini di 9 e 8 anni… »
« Sì, sappiamo chi sono » Vi fu del movimento, poi silenzio.
Alcuni servi erano andati a prendere la sorella e il fratello di Ate, alloggiati giù nel piano della servitù. Infatti, villa Fliegenaigle non aveva prigioni, essendo la dimora “in regola” della famiglia. La donna che li aveva rapiti aveva deciso di fare loro dei servi.

« ATE!!! », urlarono in coro due voci pigolanti.
« Meg, Jack!!! »
Ate corse giù dalle scale, finché due bambini non gli vennero addosso. Lui li abbracciò forte. « Ate, Ate… », singhiozzavano.
« Ragazzi, a noi ci penseremo dopo », disse lui. Anche lui avrebbe voluto piangere, ma la tensione glielo impediva. « Ora dobbiamo scappare! » Si alzò e, seguito da Meg, Jack, Willie e Shiromi, scesero di corsa le scale. La servitù indicò loro dove andare, cercò di aprire la porta, ma era troppo tardi: una marea di soldati si riversò nel piano, poi una voce che veniva dalla cima delle scale fece scendere il silenzio ovunque.
« Ah… ah… ah… Dove vorreste andare, mph? », disse una donna. Era alta e magra, questa era la forma che si intravedeva nel buio. Poi si accesero le luci: la pelle era chiara, curata come solo la pelle di un nobile poteva essere, i capelli, castano chiaro, erano sciolti ma sembravano perfetti, nonostante si fosse probabilmente appena alzata dal letto; era in camicia da notte, sbracciata perché era iniziata l’estate e quella notte faceva davvero caldo. In generale, era una donna bellissima.
« Arthura… », disse fra i denti Ate, come se stesse imprecando. Shiromi si voltò verso di lui e lo guardò. « E’ lei che ha rapito Meg e Jack, perché vuole i miei tesori »
« Sei venuto a portarmeli di persona, White? Che dolce », lo interruppe la donna, cominciando a scendere i gradini, uno alla volta, con una grazia ed un’eleganza estremamente… false. « Ma non c’era bisogno di questo trambusto, e soprattutto, non di notte, caro, tenero White, mi hai fatta svegliare. » Il tono con cui disse ciò era di cortese rimprovero. Era proprio quella fredda calma che lasciava ad intendere l’autorevolezza di quella donna, nonché la sua immensa forza. « Credo che per punizione ti ucciderò e terrò i tuoi fratelli come servi, mh?, che ne dici? » Arthura si fermò a metà scalinata. « Credo che ammazzerò anche le tue amichette »
Shiromi deglutì. Ate le spiegò: « E’ una maga fortissima, o almeno questa è la sua fama »
« Oh, suvvia, non esageriamo. Non sono altro che cosucce da nulla », disse la donna ad alta voce, facendo un gesto sprezzante con la mano. Tutti i vetri di tutte le finestre si frantumarono in schegge sottilissime. Shiromi ed Ate cercarono di fare da scudo ai bambini, mentre tutti urlavano sotto quella pioggia di cristalli.
« Soldati, », ordinò Arthura Fliegenaigle, quando anche l'ultimo frammento si fu posato. « uccideteli »
« Dannazione! », imprecò Ate, mentre tutti urlavano, chi di gioia e chi di terrore. « Non c’è uno stramaledetto “Piano B”? »
Inaspettatamente, fu Willie a rispondere: « No, però c’è il “C”: “C” per Combattere »


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Gion borno!!!!
Waaah, ho tardato tantissimo, lo so!!! Non ho giustificazioni, o meglio, ce le ho ma non sono valide ç_ç Sono stata sommersa da compiti e interrogazioni (le ho finite infatti!), poi dovevo anche trovare un buon piano per entrare nelle villa dei Fliegenaigle, eccetera eccetera…
In ogni caso, adesso ho postato!! Spero che tu abbia sentito le stesse emozioni che ho sentito io scrivendolo :) hai letto il mio “cuore” u.u
In ogni caso (come sono ripetitiva… =/), finalmente un po’ d’azione!!! I primi tre capitoli servivano a consolidare il gruppo e a introdurvi alla storia, prima dell’azione e dell’avventura vera e propria. Yeah.
Non so più cosa scrivere, per cui passo alle spiegazioni dei nomi. ^^
scultore Purple Turle_ okay, questa è ridicolissima: abbiamo quest’anno iniziato il rinascimento in storia dell’arte, no?, e il mitico scultore della “prima parte”, diciamo, è il grandissimo Donatello (che ha scolpito la statua di Voldemort, comunemente conosciuta come Il Profeta Abacuc). Ora, come tutti sappiamo bene, le quattro tartarughe ninja si chiamano Raffaello, Leonardo, Michelangelo e Donatello. Quest’ultima ha la mascherina-fascetta viola. Da qui “Purple Turtle” XD senza contare che aveva davvero un bel suono U_U XDDD
Aterrimus, Meg e Jack White (ovvero i fratelli White)_ ecco!! Risolto l’enigma del cognome di Ate!! Greendayana94 (ovvero la mitica la :D) aveva proprio ragione: il cognome White è dedicato ai White Stripes! Come tutti sanno (vero vero?) i White Stripes sono un duo, composto da Jack White (aka John Gillis – mi pare che si scriva così…), chitarra basso tastiere voce eccetera (insomma, il genio di turno xD) e Meg White, batteria e talvolta voce (insomma, la “presenza” di turno xD), la sua ex moglie, comunemente da lui chiamata – preparatevi psicologicamente… – “big sister Meg on the drums” (era on o at…? non ricordo ^^). Da questo appellativo è nato il dubbio fra i fans riguardo il grado di parentela fra i due, essendo che Jack ha adottato lo stesso cognome di Meg: ma sono fratelli? Ma no, sono marito e moglie! Ma va, sono ex! Che stai dicendo, sono cugini!!, e così via ^-^ insomma, per chiarimenti, sono ex marito e moglie. Ecco fatto. :)
Città di Dominant_ mi sono sbagliata!! Nel capitolo tre ho scritto che la Dominant è la migliore marca di corde per chitarra. Mi sono sbagliata – errore di stampa ^^ –, è la migliore marca di corde per violino!! ^^

Beh, mi pare sia tutto… uff, ultimamente ho sempre ‘sta sensazione di aver dimenticato qualcosa… è terribile!! E la cosa migliore è che non mi dimentico mai niente… lol… beh, di sicuro non mi viene in mente niente, per cui, ringrazio i lettori!!
Dear…
gufetta95: ciao! Sì, hai ragione sul ritmo veloce, me ne sono accorta anch’io… sto cercando di “rallentarlo”, ma forse è meglio così ^^ come hai notato anche tu u.u spero ti sia piaciuto qvesto capitolo!! ^°^ ciao!!
Greendayana94: ciao Meg!! Ahaha ti chiami come Meg white (sia l’esistente che la bambina da me inventata XD). Che casualità, eh? ;) Eh, sì, ci avevi visto giusto pensando ai White Stripes, sei troppo brava (e gialla xD) waah, sono così felice che ti sia piaciuto il capitolo tre! Sii sincera nel dirmi che ne pensi di questo :-) Ah, e grazie per il raiting! :) sei sempre la migliore la, pardon, Meg =D ciao, non ci vediamo a scuola ;D

E con qvesto è tutto. Per cui, mi raccomando, CONfidiamo!!! xD O, ancor meglio... Killjoys, make some noise!! lol
Baci,

dory_
  
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