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Autore: Berenike    12/11/2010    6 recensioni
Inu Yasha colpisce involontariamente il fratello Sesshomaru durante un combattimento. Il demone ovviamente non crede sia stato uno sbaglio, e mette in atto la sua vendetta...
Dopo aver rapito Kagome e rubato Tessaiga al fratello mezzo demone, Sesshomaru scompare, con ciò che è più caro ad Inu Yasha. Riuscirà Inu Yasha a riprendersi la propria spada, e a non perdere per sempre Kagome? Leggete per scoprirlo!!
Genere: Azione, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Rin, Sesshoumaru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 7: Lo scontro finale

L'ultima cosa di cui Kagome aveva bisogno, era sentire le risa profonde di quel demone traditore.
Sesshomaru rise, e tutta la radura si riempì di quella risata maligna, malvagia, tetra. Aveva visto la freccia scoccata da Kagome sorpassarlo e andare chissà dove, lontano, nel bosco.
Kagome teneva ancora arco e freccia in mano, il battito del cuore accelerato nel pensare che il suo arco l'avesse in qualche modo tradita, che l'avesse abbandonata quando ne aveva più bisogno.
Ma poi ricordò che l'arco aveva dimostrato più volte di avere una propria volontà, e già molte volte aveva dimostrato che non sempre si mira alle cose giuste. Kagome dopo tutto era un'umana, e non poteva capire tutto.
Così la ragazza, la sacerdotessa, decise che si sarebbe fidata del suo arco, e forse più proprio questo che la salvò. Se si fosse buttata giù, se avesse pensato anche solo per un secondo che InuYasha era in pericolo e che per lei non c'erano più speranze, probabilmente sarebbe scivolata in un baratro senza fondo, in una tristezza infinita da cui sarebbe stato difficile riprendersi.
Lei doveva pensare solo a recuperare la spada per InuYasha.
Perché lui, prima o poi, sarebbe tornato a prenderla.


InuYasha decise che non era prudente lasciare l'albero da cui era appena stato liberato. Guardò la freccia di Kagome che teneva ancora in mano e sentì l'energia positiva della sacerdotessa penetrargli le vene. Pensò che se avesse lasciato quel luogo, suo fratello, cui odore lo precedeva, avrebbe sicuramente sentito il suo spostamento. Dopotutto quel maledetto era un cane, avrebbe sentito qualsiasi suo movimento, a distanza di chilometri, solo grazie al suo odore inconfondibile.
Fu così che InuYasha, guardando il fiumiciattolo di fronte a sé, decise di raggiungere Kagome nuotando, e non correndo, permettendo all'acqua di coprire il proprio odore.
Geniale, pensò InuYasha, tra sé e sé.
Sempre tenendo stretta la freccia di Kagome, quell'oggetto magico che lo stava lentamente caricando di energia positiva, si spogliò e si immerse nell'acqua gelata. Lasciò i vestiti accanto all'albero, nella speranza che coprissero momentaneamente l'assenza in quel luogo del proprio odore.
E fu così che InuYasha nuotò per così tanto tempo e spazio che si stancò il doppio di quanto si sarebbe stancato andato per terra: ma per Kagome ne valeva la pena. L'odore demoniaco del fratello si faceva sempre più vicino, ma ancora non era forte come la sua presenza.
Quando InuYasha sentì di essere quasi arrivato, notò qualcosa brillare sott'acqua.
E si fermò.
La cosa a lui più preziosa.
Questa volta suo fratello l'aveva davvero sottovalutato.


Sesshomaru finì di ridere e si concentrò sul mangiare. Non rivolse parole di conforto alla piccola Rin, che si era rifugiata dietro di lui per cercare protezione. La guardava qualche volta con fare paterno, quasi quella creatura sfuggisse da ogni sua comprensione, e andasse a toccare corde del suo cuore invisibili all'occhio. Kagome fu la prima a parlare, abbracciata al suo zainetto e brandendo ancora l'arco:
-Cosa faremo ora? Staremo qui per tutta la vita? -
Sesshomaru ignorò la sua domanda, e continuò a mangiare. Nemmeno Rin la considerò.
-Dov'è Tessaiga? Non è con te... -
Un'altra domanda ignorata. Rin sorrise e si rivolse a Kagome.
-Io so dov'è! - Kagome sbarrò gli occhi e con le mani indicò alla bambina di proseguire. Pensò che il suo padrone l'avesse fermata ma questo non accadde. La lasciò parlare e alla fine, sorrise compiaciuto.
-Il Padrone l'ha nascosta, giusto? - Rin era più felice che mai, il suo animo infantile le nascondeva il pericolo della situazione.
-Dove InuYasha, o chiunque altro non potrà mai arrivare!- Sesshomaru fissò Kagome, con un'intensità nuova, quasi volesse studiarla. Era chiaro che fosse perfettamente a conoscenza del piano di Kagome, e questo la destabilizzò.
InuYasha dove sei?


InuYasha riemerse dall'acqua, tenendo Tessaiga in mano. Il suo viso esprimeva trionfo mentre ogni fibra del suo corpo chiedeva vendetta.
Capiva perfettamente il perché di quella posizione per la preziosa Tessaiga: l'acqua ne copriva l'odore e la proteggeva da qualsiasi tentativo di furto.
Se non fosse stato per quel viaggio via fiume, probabilmente né Kagome né lo stesso InuYasha avrebbero mai potuto trovarla.
Il mezzo-demone nuotò più veloce che poté verso Kagome ed il fratello Sesshomaru.
Era giunto il momento di pareggiare i conti.


Alla fine della colazione, Rin ordinò le poche cose che le appartenevano e si preparò per partire.
Quando Kagome le chiese spiegazioni, la bambina le disse solo:
-Il Padrone non sta mai due giorni nello stesso posto. - E raggiunse il demone che l'aspettava poco lontano. E così mano nella mano, si avviarono a passo lento e costante.
Noncuranti di Kagome.
Questa non si mosse, nella speranza di poter rimanere sola e staccarsi da quella coppia così insolita.
Ma non erano passati che pochi minuti che Sesshomaru si rivolse a lei crudele, senza nemmeno girarsi per guardarla:
-Cosa pensi? Che io ti lasci qui? Muoviti prigioniera. -
Maledizione.
Kagome non fece nemmeno ora a pensare a un modo per sottrarsi da quell'ordine, quando sentì dietro di sé una voce familiare:
-Non così in fretta, Demone. -
Kagome si girò di scatto, ma appena lo fece sia lei che InuYasha arrossirono e fissarono le montagne lontane.
InuYasha era seminudo, bello e sensuale come Kagome non l'aveva mai visto.
Anche Sesshomaru si girò verso di lui, ma non abbassò lo sguardo, anzi fissò il fratello, incredulo della sua presenza.
Ma se vedere InuYasha fosse stato uno shock, non fu nulla in confronto al momento in cui InuYasha tirò fuori la spada. Tessaiga.
Sesshomaru, demone di forza inestimabile, non poteva credere ai suoi occhi, e l'unica cosa che pronunciò fu:
-Impossibile. - Rin, accanto a lui, gli lasciò andare la mano e gli chiese, in tutta la sua innocenza:
-Padrone, quella è Tessaiga? Non l'avevate nascosta? -
-Sta zitta, Rin! - fu la risposta del suo Padrone, che non riusciva a pensare ad altro che alla propria superficialità nel sottovalutare il mezzo-demone.
-Non ridi più adesso, eh, Cane? - InuYasha si stava cibando dell'incredulità di Sesshomaru. Non l'aveva mai visto così arrabbiato, né così frustato. Poteva quasi sentire i suoi pensieri e questo non fece altro che aumentare la sua fiducia in sé stesso e nelle proprie capacità.
Sesshomaru si fece avanti, lasciando la piccola Rin indietro, dove la battaglia non avrebbe potuto nuocerle. Kagome la raggiunse, consapevole che era giunto il momento dello scontro finale. Tremò nel pensare che qualcosa potesse andar storto, ma poi la fiducia che serbava nei confronti di InuYasha la vinse.
InuYasha. Così bello, così incredibilmente muscoloso. Semplicemente lui.
E per un attimo si fece coccolare dal movimento di quel corpo seminudo così perfetto.
-InuYasha, - lo appellò Sesshomaru – nonostante Tessaiga, rimarrai sempre e solo un debole mezzo demone! Tu non ti meriti Tessaiga! - urlò, facendo fuoriuscire dal proprio corpo aura maligna, insieme a tutta la frustrazione che serbava dentro.
-Questo è tutto da provare! - disse InuYasha, buttandosi sul fratello che tanto detestava, ed iniziando lo scontro.


Due ore dopo, InuYasha e Sesshomaru erano ancora uno di fronte all'altro, sudati, distrutti, stanchi, feriti. Quello scontro non stava dimostrando altro che i due fratelli erano più simili di quanto loro stessi avessero mai creduto.
Uno, il demone, fondava tutto sulla propria forza e sui propri poteri.
Il mezzo-demone invece, inferiore per quanto riguarda la forza fisica, poteva contare su Tessaiga e sulla propria energia spirituale, che Kagome gli infondeva da poco lontano.
InuYasha schivava i colpi con la propria agilità, la propria leggerezza e il fatto che dei due fratelli, lui era sicuramente il più furbo. La necessità lo aveva portato ad affinare quel lato del proprio carattere, non potendo contare su poteri demoniaci, aveva raffinato il proprio carattere.
Ad un certo punto, dopo molti scontri, ferite e avversità, Sesshomaru si fermò, si girò, e si rivolse a Rin:
-Andiamo. - E si avviò, lasciando il combattimento.
InuYasha non capì quella mossa, e si aspettò che presto il demone sarebbe passato al contrattacco.
Ma questo non successe. Guardò Kagome: era basita quanto lui.
Intanto, Sesshomaru e Rin si allontanavano, dandogli le spalle.
InuYasha pensò che se lo avesse fatto lui, il fratello probabilmente l'avrebbe colpito di spalle. Ma lui no, non l'avrebbe mai fatto.
-Codardo di un demone, finisci di batterti! - l'urlo di InuYasha echeggiò in tutta la radura.
Sesshomaru non si fermò. Nemmeno Rin si girò, ma salutò Kagome con la manina frettolosa.
Poi, fu il turno di Sesshomaru.
-Non ne vali la pena, InuYasha. Addio. - E sparì tra la vegetazione.
Kagome, incredula, si avvicinò a InuYasha, che la guardava come se non potesse credere ai propri occhi. La ragazza cercò di non farsi distrarre da quella semi nudità che in altre circostanze l'avrebbero sicuramente messa in imbarazzo. Del sangue caldo scendeva dal corpo del mezzo-demone, che aveva combattuto senza la propria veste protettrice.
-InuYasha, - gli disse Kagome, correndo verso di lui – cos'è successo? Hai vinto? -
InuYasha non sapeva quale fosse la giusta risposta a quella domanda, e rispose onestamente: -Non lo so. Ma per quanto mi riguarda ho ritrovato te e Tessaiga. Per cui posso considerarmi un vincitore. - La guardò sorridendo, quella ragazza che era stata in quelle ore, l'unica fonte di forza.
Non poteva morire, non poteva essere stanco, non poteva perdere.
Non davanti alla donna che amava.
Le prese la mano e le fece cenno di avviarsi insieme a lui. Lei lo seguì felice e preoccupata dalle sue molte ferite, domandandogli serena:
-Dove stiamo andando? -
-A recuperare i miei vestiti! - le disse lui, facendo cenno al proprio corpo esposto al sole.
Kagome non riuscì a trattenersi, ed eccitata da quella visione e felice dopo l'avventura appena trascorsa, lo baciò con tutta l'intensità e la dolcezza di cui era capace.
InuYasha si lasciò andare tra le sue braccia, le accarezzò i capelli e le strinse le spalle, esprimendole ciò che non era mai stato capace di dirle:
Ti Amo.



FINE.




ANGOLO DELL'AUTRICE
Ciao a tutti! Ancora una volta devo scusarmi con voi per l'immenso ritardo di quest'ultimo capitolo, ne sono davvero molto dispiaciuta!
Come avrete sicuramente notato, è un pò più lungo dei precedenti, e segna la fine di questa storia!
Ringrazio tutti coloro che mi hanno seguita in quest'avventura, siete stati davvero numerosissimi!!
Vorrei dedicare un grazie particolare anche a tutti coloro che hanno inserito questa ff tra le seguite/da ricordare/preferite...
Non mi sarei mai immaginata che questa serie potesse ottenere tutto questo successo, e se siamo arrivati fino a qui, lo devo solo che a voi, cari lettori!
Spero di tornare presto a farvi sognare con qualche altra storia, nel frattempo vi prego, lasciate un commento a quest'ultimo capitolo: non costa nulla a voi, ma renderebbe me la persona più felice del mondo!
Berenike

   
 
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