Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: luvnote4u    13/11/2010    0 recensioni
Forks è tutta un chiacchiericcio sulla nuova ricca famiglia in città. Cosa vorrà dire questo per le tre sorelle Swan – Alice, Bella e Jessica? La storia di Orgoglio e pregiudizio con un salto in Twilight. Ah, leggete e commentate per favore!
Genere: Commedia, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, Cross-over, Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Presunzione e Preconcetti

di luvnote4u

Capitolo 6

Luci scintillanti brillarono tra gli alberi dei Cullen, non appena Edward e Jasper infilarono l'ultima di esse attraverso i rami. Nessuno dei due parlava, il secondo perché era troppo accalorato dall’ anticipazione per quello che la serata prometteva, il primo perché ne era assolutamente terrorizzato.

Lo aveva sopportato ogni giorno. Ogni giorno durante i cinque minuti prima che il signor Banner finalmente riuscisse a iniziare la lezione di Biologia, Mike Newton si sedeva  sul bordo del banco di Edward e Bella, chiacchierando animatamente con lei su varie curiosità, principalmente la festa, che Edward stava co-organizzando. Dai frammenti di conversazione che Edward aveva colto suo malgrado, aveva capito che avevano intenzione di andare insieme - Bella e Mike. Cercava di ignorare le loro conversazioni, senza curarsi di sapere se si sarebbero  vestiti in modo che corrispondente o se fossero andati a mangiare insieme prima; non voleva sentire.

Qualcosa su di loro due insieme ... infastidiva Edward. O forse era semplicemente il fatto di Mike che stava con qualcuno a turbarlo così tanto. Questa era la scusa con cui Edward si contentò per diversi giorni. Aveva senso per lui; aveva un senso per lui  volere che quel viscido serpente fosse assolutamente infelice e solo. Eppure, dopo diversi giorni di lotta subcosciente con l'idea, divenne chiaro a Edward che questa non era la vera ragione dietro la sua irritazione. In fondo, sapeva che il suo fastidio aveva a che fare con il fatto che Mike stava conquistando Bella.

Non avrebbe dovuto avere importanza per lui. Non poteva iniziare a comprendere il motivo per cui gli importava. Eppure, suo malgrado, nonostante facesse il suo meglio per ignorare la situazione nel miglior modo possibile, per mettere la coppia fuori dalla sua testa, alla fine della giornata quando era a letto sveglio o stava scrivendo una lettera a Nessie, la sua mente vagava sempre verso di loro .

Odiava questo fatto.

Che cosa avrà mai visto in lui, comunque? La domanda bruciava costantemente nei suoi pensieri come se qualcuno avesse preso un ferro caldo e l’avesse marchiata a fuoco nel suo cervello. Non è che ci fosse nulla di particolarmente speciale riguardo Mike. Era popolare agli occhi dei loro pari, è vero, ma era anche poco perspicace e tocco mentre Bella era intuitiva e brillante.

Ogni giorno quando Edward silenziosamente osservava Bella e Mike di lato, annotava qualcosa. Aveva notato come il sorriso di Bella, anche se spesso timido, lo invitava sempre a continuare a parlare. Aveva visto come la sua fronte s’increspava leggermente ogni volta che sentiva qualcosa che non necessariamente approvava. Aveva visto come la figura esile di lei era sempre posizionata lontano da se stesso e verso l'imbecille che lui detestava ...

Edward non solo prestava attenzione a Bella Swan, ma anche a Mike. Era determinato a tirare fuori il motivo dell’infatuazione evidente di lei verso di lui. Se solo fosse stata più facile da leggere! Le espressioni di Mike erano abbastanza semplici da comprendere – l’arroganza, l'ammirazione, la svogliatezza, e anche occasionalmente il desiderio attraversavano i suoi occhi. Bella, d'altro canto ... Era esasperante.

Jasper riusciva a sentire la tensione rotolare via da Edward come una valanga ardente giù da una montagna. La sua fronte si corrugò, mentre osservava il fratello adottivo lanciare, con più forza del necessario, la stringa di luci intorno alla parte superiore dell’ultimo albero. Purtroppo, non riusciva a pensare a nessun motivo che potesse giustificare il comportamento di Edward. Sembrava così diverso da se stesso. Edward guardò in alto e incontrò lo sguardo preoccupato di Jasper; il suo viso era liscio e non tradiva nulla. Jasper si accigliò, desiderando di avere le stesse capacità di Edward nel leggere le persone.

"Andiamo, Edward," disse onestamente, cercando di sollevarlo dal suo abbattimento arrabbiato. "Abbiamo finito qui. Vediamo se Esme ci vuole per aiutarla con qualcosa e poi  prepariamoci per la festa. Abbiamo ospiti in arrivo!"

Edward ridacchiò per una volta all'entusiasmo di Jasper. Proprio come Jasper aveva sperato, si sentiva meglio ... in parte. Almeno, non pensava che la notte sarebbe stata un disastro, per il momento. Sapeva, però, che ogni entusiasmo che provava per la festa sarebbe evaporato non appena fosse rimasto da solo con se stesso e i suoi pensieri meditabondi.

--

“Ouch!" Bella fece una smorfia mentre Alice allontanò con uno strattone il ferro arricciacapelli lontano dal suo cuoio capelluto. Sbatté le palpebre più volte, cercando di bandire le lacrime dagli occhi. Alice lanciò a sua sorella uno sguardo di scusa. Era la terza volta che la bruciava in un’ora.

"Scusa, scusa, scusa!" Alice borbottò di nuovo, le sue labbra si abbassarono in un broncio straziante.

"Va tutto bene", disse Bella compostamente, "Sto bene".

Alice invece no, era chiaro sul suo viso da folletto. Bella si voltò di scatto verso di lei sorella, gli occhi scrutanti, cercando di pescare il motivo dell’insolita goffaggine di sua sorella – essere goffa era compito di Bella.

"Alice", disse lentamente. Guardò sua sorella fino a quando lo sguardo innocente di Alice la incontrò e sospirò rumorosamente.

"Sono solo un po’ nervosa," Alice spiegò, rispondendo alla domanda inespressa di Bella.

"Perché sei nervosa?" Bella richiese in risposta. Avrebbe potuto facilmente intuire il motivo, ma semplicemente non aveva senso. Praticamente Alice aveva Jasper che sbavava sul palmo della sua delicata manina. Se c'era qualcuno che avrebbe dovuto essere nervoso, sarebbe stato Jasper, perché non era in grado di respirare ogni volta che vedeva Alice.

"Voglio solo fare una buona impressione”, rispose lei, tornando ai capelli di sua sorella. "Oh, adoro questo qui", aggiunse, dopo un attimo, come se il soggetto precedente fosse stato chiuso e non c’era bisogno di continuarlo. Rilasciò il boccolo mogano dal ferro e questo cadde dolcemente, a spirale come un grazioso cilindro.

"Lo sai che è pazzo di te," Bella disse un momento dopo, ignorando il tentativo di Alice di evasione. "Davvero, non c'è nulla di cui ti devi preoccupare. E se mi sbaglio, lui è il più grande idiota che abbia mai camminato su questa terra". Il secondo più grande idiota, si corresse mentalmente.

Alice s’illuminò. Si girò verso la sorella e chiese con entusiasmo: "Che cosa ne pensi?" gesticolando verso il riflesso di Bella nello specchio.

Bella si strinse nelle spalle con noncuranza. "Non ha molta importanza per me. E’ quello che pensa Mike che conta." Al pensiero di Mike, un sorriso sognate si diffuse sul suo viso. Anche se le feste non erano mai state specialità di Bella, avere Mike lì l’assicurava sul fatto che ne valesse la pena.

Una mano delicata schiacciò la spalla di Bella, il cipiglio di Alice tracciò delle linee nel suo volto che la facevano sembrare più grande di quanto fosse in realtà. Sbuffò indignata. "Davvero, Bella, è così difficile far finta almeno che ti importa per il tuo aspetto? Fino a un certo punto è importante, dopo tutto.”

"Qual è il punto?" Bella chiese col sopracciglio alzato. "Ovviamente è tutta fatica sprecata visto che sono 'non abbastanza attraente' per tentare alcune persone." Lo sguardo nei suoi occhi era diabolico e il suo sorriso era vivace mentre citava il suo avversario.

Alice strinse le labbra. “Oh, taci. Sono sicura che Edward in realtà non voleva dire questo.” Ma nonostante la sua affermazione, non riusciva a trovare una spiegazione razionale per l’atteggiamento decisamente caustico di Edward verso la sua sorellina.

“Mia cara Alice, non ho alcun dubbio che intendeva dire ogni parola. Indipendentemente da ciò, non mi importa quello che Edward Masen pensa di me. Stavo solo scherzando.”

Al piano di sotto, squillò stridente il telefono. Il suono dei passi letargici di Charlie verso il telefono echeggiarono fino alla camera da letto di Alice in cui le due ragazze erano sedute. Si scambiarono uno sguardo ma scrollarono le spalle, assumendo che fosse Billy Black per programmare la pesca del giorno dopo. Invece, sentirono Charlie chiamare Bella, dicendo che era Mike.

"Bella?" disse Mike, la voce poco più che un sussurro, il cui suono fece tremare il cuore di Bella in allarme.

"Mike? Stai bene?" chiese a bassa voce.

Un gemito risuonò all'altro capo della linea. “No. Mi dispiace, Bella, ma sono costretto a cancellare i nostri piani per questa sera. Penso di avere l'influenza. Odierei passartela.” La sua voce si spezzò e Bella sentì una fitta di compassione.

“Va tutto bene, Mike. Non ti preoccupare. Spero che ti sentirai meglio presto.”

"Ciao, Bella". La linea si interruppe.

Bella riattaccò il telefono delusa. Contava così tanto sulla presenza di Mike per rendere la serata piacevole per lei! Improvvisamente, l’immediato futuro le si parò davanti e la fece raccapricciare.  L'idea di forzare l’allegria, in particolare con Edward lì, mentre indossava un abito attillato e tacchi, più simili a trappole mortali sotto mentite spoglie che ad altro ... era il suo peggior incubo che prendeva vita.

"Che c’è?" Chiese Alice, misurando l'espressione di sua sorella.

"Mike è malato". La sua voce era monotona, senza vita; il terrore penetrò nelle sue vene, facendola sentire come il ghiaccio.

"E’ terribile! Che cosa ha?"

"L'influenza ... pensa."

Alice tentò inutilmente di rallegrare Bella, ma Bella non ascoltava. Era determinata a sguazzare nella autocommiserazione e utilizzare ciò come scusa per non partecipare alla festa dei Cullen. Alice era irremovibile, il bisogno della presenza confortante di sua sorella era troppo acuto per permetterle di uscire di scena tanto facilmente.

“Puoi invitare qualcun altro? Ci deve essere qualcuno a disposizione e anche se non c'è, davvero non c'è bisogno di avere un accompagnatore, non è che ti piace ballare comunque."

Questa risposta dispiacque a Bella. No, lei non aveva bisogno di un accompagnatore, ma certamente avrebbe illuminato le sue prospettive se avesse avuto qualcuno con cui poteva scherzare. Poi le venne in mente. Sperò soltanto che non fosse troppo all'ultimo minuto ....

Le sue dita composero rapidamente il numero. Il telefono squillò solo due volte prima che la voce aspra di Billy Black risuonò all'altra estremità della linea. Chiese di Jacob, pregando in silenzio che non avesse fatto piani con Quil e Embry, e contemporaneamente castigando se stessa per confondere ancora di più i loro limiti.

Jacob deve essere stato vicino quando suo padre rispose al telefono. Bella non aveva avuto il tempo di espirare prima che la voce rauca del suo amico la salutò calda. "Ehi, Bella! Che succede? Newton ti ha mollato?"

Bella si accigliò. "Vicino", ammise.

Jacob abbaiò una risata all'altra estremità. "Ah, mi dispiace, tesoro. Vuoi che vengo da te? Possiamo passare un po’ di tempo in garage. O forse potremmo andare a Port Angeles e guardare un film?"

Un sorriso esitante le si formò  all'angolo delle labbra. "Hmm, allettante ma no. Alice non mi  lascerà saltare la festa".

"Oh," rispose debolmente.

"In realtà," Bella ha cominciato, "in un certo senso speravo che non ti dispiacesse venire? So che è davvero all'ultimo minuto, ma se potessi, sarebbe un enorme aiuto. Non c’è nemmeno bisogno di agghindarti realmente se non vuoi. "

Jacob rise di cuore prima di rispondere: "Va bene, verrò. A che ora dovrei essere lì a prenderti?"

Un sospiro di sollievo le sfuggì, "Otto e quarantacinque va bene per te?" Bella guardò l'orologio. Se si fosse presentato a quell’ora, lei e Alice avrebbero avuto solo un’altra ora per prepararsi. A giudicare dal modo in cui Alice stava tamburellando con le dita sullo stipite, l’avrebbe spinta. "O nove?" chiese lei, guardando Alice. Le sue dita smisero di tamburellare

"Sì, alle nove va benissimo per me," rispose Jacob. "Ci vediamo tra un po’."

"Okay. Bye, Jake!"

"Ciao, Bells."

Alice sorrise a sua sorella. Prendendole la mano, trascinò Bella di nuovo su per le scale, dove un gran numero di cosmetici la stavano aspettando. Alice ignorò l’espressione da martirio di Bella, mentre si sedeva sullo sgabello e, iniziò a giocare a fare l’estetista. Bella soffocò un gemito. Jacob non sarebbe mai potuto arrivare abbastanza presto ...

--

Edward non si sarebbe mai sognato di vedere il soggiorno dei suoi padrini così pieno di gente. Da parete a parete, corpi ondeggiavano al ritmo di una canzone pop per la quale non aveva pazienza. Jasper era lieto di tutta quella partecipazione, il suo stato d'animo era solo smorzato dal fatto che Alice doveva ancora fare il suo ingresso. Rosalie mantenne il suo atteggiamento simpatico nei confronti degli ospiti, ma Edward poteva leggere chiaramente sul suo volto il disgusto per i suoi  compagni di classe da ‘cittadina’. Si rianimò, tuttavia, quando arrivò il chiassoso Emmett e la reclamò per la serata.

Edward si appoggiò con noncuranza contro una delle pareti, esaminando la scena sorseggiando un punch. Notò  la presenza di Jessica Swan, era arrivata con un grande gruppo di ragazzi più grandi con il suo tirapiedi, Lauren, al suo fianco; le due di loro stavano dando spettacolo di sé, danzando in un modo che era più disgustoso. Come Jasper, non aveva ancora visto Alice ... o Bella.

Rivolse i suoi pensieri e l'attenzione altrove, spostando lo sguardo alla vista fuori dalla finestra. Auto erano parcheggiate in tutte le direzioni lungo il vasto prato, le riconobbe tutte dal lotto della scuola. Proprio mentre gli occhi di Edward iniziarono a tornare indietro nel delirio del salotto dei suoi padrini, una macchina sconosciuta si fermò sul prato - una Volkswagen Rabbit. Un ragazzo enorme con la pelle color ruggine e lunghi capelli corvini uscì dal veicolo; Edward era sicuro di non aver mai visto questo ragazzo prima e stava chiedendosi perché questo sconosciuto fosse venuto affatto. Cioè, fino a quando vide i passeggeri con lui.

Jacob girò intorno alla vettura, verso il lato opposto, e aprì lo sportello di Bella. Lei uscì, le sopracciglia cordonate in costernazione, e afferrò il braccio di lui, per paura di cadere in tacchi. Nel frattempo, Alice agilmente uscì dalla macchina e sorrise rassicurante a sua sorella prima di ballare verso la porta d'ingresso. Jacob sorrise sardonicamente a Bella e seguì Alice, trainando al suo fianco la sua compagna.

Jasper spiò il loro arrivo allo stesso tempo di Edward e si affrettò a salutare Alice davanti alla porta. Rose fiorirono sulle guance di Alice mentre Jasper calorosamente le fece i complimentò per quanto bene apparisse; lei lo seguì sulla pista da ballo dove lui la prese tra le braccia e la fece roteare sul pavimento.

"Ehi, Emmett," disse Edward, catturando il braccio del amico al suo passaggio, "chi è quello lì con Bella? Non penso di averlo visto a scuola prima."

Emmett guardò la coppia che rideva in un angolo opposto. "E’ Jacob Black. Suo padre è un buon amico dello sceriffo Swan e così è cresciuto con Alice, Bella e Jessica. Lui e Bella sono così", disse, incrociando le dita leggermente. "Povero ragazzo", aggiunse in finta gravità.

"Perché?" Chiese Edward, i suoi occhi rimanevano concentrati sulla coppia.

Emmett ridacchiò: "Beh, non è un segreto che è fuori per lei. Ma, per quanto ne so, lei non ha ceduto ancora." Con queste parole di commiato, Emmett lasciò Edward per trovare Rosalie.

--

"Ehi, devo andare in bagno. Torno subito".

"Okay," Bella rispose, guardando il suo amico scomparire nella folla di adolescenti.

Sospirò, sprofondando nel suo angolo. Lei e Jacob erano lì da poco più di due ore e avevano ballato solo due volte. Non poteva lamentarsi di ciò -non aveva nessuna voglia far la corte a momenti potenzialmente imbarazzanti. Avevano fatto il minimo, ondeggiando goffamente al ritmo di una ballata. Per il resto del tempo, erano rimasti leggermente lontani da tutti gli altri ospiti, Bella a tenere d'occhio le sue sorelle e Jacob a raccontarle barzellette in un orecchio.

Questa era la prima volta che aveva lasciato suo fianco. Immediatamente, l’imbarazzo sociale che teneva sempre sotto controllo quando Jacob era presente, strisciò su di lei minacciando di annegarla. Fortunatamente, Angela le si avvicinò con un vertiginoso sorriso sul suo volto.

"Sembra che ti stai divertendo," Bella osservò. Angela semplicemente ridacchiò, scuotendo i riccioli biondi. "Dov'è Ben?"

"È andato a prendermi un drink. Gli ho detto che mi avrebbe trovato qui con te," Angela rispose. "Dov'è Mike?" chiese lei, chiedendosi perché non li aveva visti insieme, nonostante sapesse che dovevano venire insieme.

Bella si accigliò, "Malato. Crede abbia l'influenza."

"Oh. Che rottura.”

"Dimmi."

Come un fantasma, Edward apparve al fianco di Bella, proprio non appena la musica si spostò nuovamente verso una melodia dolce. Angela e Bella trasalirono entrambe al suo apparire, il loro cuore sussultò diverse volte prima di tornare a un ritmo normale.

"Ciao, Edward," disse Angela vivacemente dopo un attimo per recuperare. "Grande festa".

Bella costrinse le labbra in un sorriso duro e annuì. Non incontrò del tutto gli occhi scrutatori di lui.

"Ang!" Ben chiamò Angela. "Amo questa canzone! Balliamo.” Balzò vicino a lei e le prese la mano con entusiasmo. Angela lo seguì verso la pista designata per la danza, guardando indietro apologeticamente verso la sua amica, mentre Ben si voltò incuriosito.

Bella sentì d’irrigidirsi. I suoi denti mordevano nervosamente il proprio labbro inferiore mentre pregava in silenzio affinché Edward la lasciasse sola. Nel frattempo, lui era completamente a suo agio. I suoi occhi color smeraldo guardavano costantemente al viso di lei, cercando di leggere i suoi pensieri come se fossero parole stampate sulle pagine di un libro. Percepì il suo disagio e lo stato di agitazione evidente, ma la sua interpretazione di queste emozioni era tutt'altro che in conformità con quella di lei.

"Ti va di ballare?" chiese dopo un momento di silenzio tra i due.

Bella sgranò gli occhi e le sopracciglia balzarono verso la sua attaccatura dei capelli per l'incredulità. Si voltò verso di lui, per vedere se fosse una battuta di pessimo gusto da parte sua. Lui aveva addosso lo stesso sorriso irritante che portava sempre quando si parlava di lei, ma i suoi occhi erano abbastanza seri. Era quasi allarmante.

"Io", cominciò, cercando le parole giuste. I suoi occhi scannerizzarono la stanza disperatamente, alla ricerca di Jacob. Lo vide, ancora in attesa in coda per il bagno. Il suo volto era contorto in un'espressione comica di fastidio mentre aspettava con impazienza. E l’avrebbe fatta ridere se non fosse stata così stressata.

"Io ... Immagino di poter ballare con te", accettò con riluttanza.

 Il ghigno di Edward si ampliò quanto la sua mano circondò quella di Bella e la condusse verso gli altri ballerini. Alcune coppie smisero quello che stavano facendo quando i due passarono. I loro occhi li seguivano con curiosità e qualcuno si rivolse al proprio partner e indicò in direzione di Bella e Edward.

Con fiducia, Edward prese Bella tra le sue braccia. Le sue dita si distesero con sicurezza sulla parte bassa della schiena di lei, mentre l'altra mano la cullava dolcemente, come se lei fosse stata una fragile figurina di vetro. Il respiro di lei era agghiacciato dalla prossimità di lui e lei si rimproverò mentalmente per permettergli di agitarla in quel modo.

Poi cominciò a guidare.

Era una danza infinitamente superiora a quella dei loro coetanei, anche tenendo conto dell'handicap goffaggine di Bella. Lei brontolò dentro di sé, doveva essere grande in tutto? I piedi di lui scivolavano sinuosamente nel loro piccolo spazio assegnato, mentre lei barcollava dietro di lui. Sospirando, Edward la sollevò in modo che le dita dei piedi poggiassero sulle punte dei suoi; non voleva davvero che rimanesse zoppa cercando di ballare.

Bella rimase a bocca aperta, le sue guance si colorarono di un brillante cremisi. Cercano disperatamente di distrarsi dalla situazione a portata di mano, rivolse la sua attenzione al brano che vorticava per la stanza. Anche se non era una melodia familiare, trovò che ci fosse qualcosa di piacevole nel modo in cui gli strumenti e le voci s’intrecciavano tra di loro senza sforzo..

"Mi piace questa canzone", decise dopo un momento.

Un piccolo sorriso si creò sulle labbra di Edward mentre esprimeva il suo accordo: "Sì, è una delle mie preferite." Questo la lasciò a bocca aperta; avevano davvero qualcosa in comune.

La stanza era ben lungi dall'essere tranquilla ma il silenzio che cadde tra Edward e Bella era tangibilmente penoso. Si sforzò di parlare di nuovo. "E’ il tuo turno di dire qualcosa", disse tanto leggera quanto poteva gestire.

Le sopracciglia di Edward si alzarono leggermente. "Davvero?", chiese, rispondendo al tono scherzoso di lei. "Cosa ti piacerebbe di più sentire?"

"Suppongo che la tua risposta basterà per ora," rispose lei, il suo sguardo con una punta d’impertinenza tutta sua.

La fronte di lui s’accigliò infinitesimamente quando tentò invano di discernere i significati dietro gli sguardi e le parole di lei. Finora ra insoddisfatto con la loro danza. Né era più vicino a capire questa ragazza particolare, né aveva avuto risposte per quanto riguarda le scottanti domande nella sua mente.

"Allora, dov'è Newton?" Edward chiese. Sorrise storto verso la sua partner.

"Eh?" Bella borbottò, stordita per un attimo dal sorriso di Edward. Scosse la testa per chiarirsi le idee.

"Avevo l'impressione che tu e Mike Newton avreste dovuto venire insieme", chiarì lui, perplesso dalla sua risposta.

"Avremmo dovuto", si protesse lei.

"E allora?" Edward non riusciva a contenere la sua curiosità.

Bella lo fulminò con aria di sfida e disse: "Non vedo come questo sia affar tuo."

Il ghigno di Edward divenne più pronunciato. Sbuffò, "Ti ha piantato?"

Con rabbia, Bella strinse i denti insieme prima di rispondere freddamente: "Sono sicura che ti sarebbe piaciuto. Purtroppo, no. E 'malato con l'influenza."

"Che peccato," Edward sogghignò. "Sentiremo molto la sua mancanza."

"Certo", rispose Bella, abbinando il suo tono: "lo so che stavi aspettando impazientemente questa situazione imbarazzante."

A quel punto, i due avevano smesso di muoversi e semplicemente si fissavano con aggressività passiva nei loro occhi. La musica sbiadì in un ritmo più movimentato. Bella ruppe la gara di sguardi per prima e sparì tra la folla. Edward continuò a guardarla, la bocca in una linea dura e pugni chiusi ermeticamente.

Edward era più che pronto perché la festa finisse. Un emicrania che si preparava nella sua testa e l’irritazione che provava per alcuni degli ospiti affliggevano il suo aspetto. Occupò il suo tempo tenendo sotto stretto controllo Jasper e Alice. Tutto ciò era tanto per la salvezza del suo amico quanto per distrarsi da se stesso.

Se fosse stato onesto con se stesso, non avrebbe potuto che gli piaceva quello che vedeva.

Guardò Jasper ronzare al fianco di Alice, graziosamente recuperare le bevande di lei e galantemente chiederle di ballare. A tutte le sue attenzioni Alice sorrideva educatamente. Eppure, se Edward non si era sbagliato, c'era la sua riluttanza in ogni sua azione. Turbato dalle sue nozioni e desiderando avere una seconda opinione, Edward consultò Rosalie, dato che lei e Alice sembravano essere entrate in confidenza. Rosalie confermò i suoi dubbi, dicendo che Alice non aveva fatto  alcun accenno al fatto che preferisse Jasper a nessuno dei loro coetanei. A queste informazioni, Edward si limitò ad annuire silenziosamente, considerando quale sarebbe stato il piano d’azione adeguato.

Sembrava assorto nei suoi pensieri e lentamente si diresse verso la finestra per guardare nella notte. C'era una ragazza in piedi fuori, rabbrividiva, sembrava, alla luce della luna. La pallida luce aveva sbiancato la sua pelle e creato un contrasto dinamico tra la stessa e i capelli scuri. Bella, Edward realizza tardivamente. Quando era riuscita a scivolare fuori? Si chiese mentre una figura più scura attraversava il prato inclinato per stare accanto a lei.

Il volto di Bella era rivolto con attenzione verso il cielo stranamente sereno. La luna brillava deforme su di lei e dipingeva tutto intorno a lei di un bagliore argenteo. Una leggera brezza frusciò tra gli alberi e soffiò i boccoli dei suoi capelli sul suo viso. Lì, nel silenzio della notte, sentiva il primo momento di pace.

"Che ci fai qui fuori, Bells?" una voce rauca da dietro le chiese.

Si voltò per vedere Jacob sorriderle. "Avevo solo bisogno di una pausa. Tu più di tutti dovresti sapere che questo non è il mio genere.”.

"Sì", rispose debolmente. La brezza soffiava intorno a loro di nuovo, sollevando la pelle d'oca sulla carne scoperta di Bella. "Oh, vieni qua”, disse Jacob, scrollando le spalle fuori dalla sua giacca e offrendo a lei. "Stai congelando."

Prese la giacca, sorridendo con gratitudine, e scorrendovi dentro le braccia."Grazie," mormorò, stropicciandosi le mani fredde insieme.

"Ci penso io a questo," Jacob offrì, prendendo entrambe le mani nelle sue.

Le sue mani facevano sembrare piccole quelle di lei, avvolgendole nel calore. Suo malgrado, Bella sospirò soddisfatta. Jacob lasciò andare una mano e la strinse contro guancia di Bella. Lei appoggiò la testa nel palmo della mano come un cane che strofina la testa nelle mani del suo padrone per una maggiore attenzione. Lui fece un sorrisetto, lasciando andare le mani, e cominciò a massaggiare delicatamente le tempie. Lei, ancora una volta, sospirò.

"Sai," lui sussurrò quasi, dopo un attimo, "è piuttosto carino qua fuori, con la luce della luna e le stelle. Quasi ... romantico".

Gli occhi di Bella si aprirono di scatto. "Jake", disse a mo’ di avvertimento.

"Lo so, lo so”, rispose lui, roteando gli occhi. "Guarda che ci sono arrivato che non provi le stesse cose ora. Ma mi puoi biasimare perché sperò?"

"No", disse lei, la sua voce suonò leggermente in difficoltà. "Ma io non credo che sia giusto per te. Se ti senti in questo modo ..."

"Stop", disse lui, premendo con un dito sulle sue labbra. "Non ti preoccupare." Alzò lo sguardo su verso il cielo e poi disse: "Su, andiamo dentro. Sta iniziando a fare freddo."

Decidendo di testare la sua fortuna, afferrò la mano di Bella mentre camminavano verso la casa. Lei non la tirò via dato che era persa nei suoi pensieri. Passeggiarono mano nella mano verso la casa mentre gli ospiti iniziarono a uscire fuori, verso le proprie abitazioni.

Entrambi erano completamente ignari della presenza dello spettatore che avevano alla finestra.

(Traduzione di jaybree88)

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: luvnote4u