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Autore: orkaluka    14/11/2010    3 recensioni
Dal capitolo 1:
"Ripenso a quella volta in cui, interrotto un collegamento, avevano riacceso le telecamere intanto che io stavo bevendo un sorso d’acqua. Ovviamente non avevo pensato di ingoiare il mio sorso, no, da brava picciona* quale sono, l’ho sputacchiata in giro strozzandomi con essa e tossendo come se avessi dovuto sputare i polmoni per terra. Il tempo di riprendermi e il collegamento era ripartito."
Se pensate che le vostre gaffe siano le peggiori del mondo, è solo perché non avete ancora sentito quelle di miss Piiigeon.
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lady Oscar e una macchinetta fin troppo gentile

Osservo diffidente la macchinetta del caffè, non ci crederete ma non è ancora successo niente da quando sono uscita dall’ufficio del capo, che (sigh) mi ha licenziata. Non sono inciampata, la moneta non mi è caduta, la macchinetta non ha cominciato a sparare caffè in giro impazzita (ebbene sì una volta mi è capitato). Semplicemente è andato tutto liscio, troppo liscio. Quando la macchinetta (stranamente troppo cordiale) mi dice che posso prendere il caffè e mi ringrazia per averla scelta come sua cliente quasi quasi fuggo via strillando. Reprimo questo istinto (che sarebbe non poco imbarazzante) e con uno scatto prendo il caffè che non esce dal bicchiere. Ora ho veramente paura, che vada tutto così bene, non è possibile, neanche concepibile. Il mio istinto mi urla di stare attenta, ma la mia parte razionale reprime quella selvaggia e decide di godersi il caffè, proprio quando sono convinta del fatto che quella è una fantastica giornata, accade il peggio. Una monetina mi cade da una mano e finisce per terra (non siete rimasti molto sconvolti vero?), di per se non sarebbe stato nulla di grave, ma ricordate che ho in mano il caffè? Dando le spalle alla porta mi abbasso a novanta gradi per prendere la monetina, i tacchi mi sbilancio un poco, così sono costretta a rimettermi in posizione eretta velocemente, troppo velocemente. Il mio braccio scatta all’indietro e fa cadere il bicchiere dietro di me rovesciando tutto il caffè sul pavimento lucido di mattonelle. Accidenti a me! Lo sapevo! Lo sapevo di non poter avere un momento di pausa dalla mia incapacità nel fare le cose. Senza più il caffè in mano mi abbasso di nuovo a novanta gradi per prendere la monetina, ma il fato decide che quella monetina, per il momento, deve rimanere per terra. Intanto che sono piegata a novanta gradi, qualcuno apre la porta della sala caffè vuota (a parte me) quando io mostro il mio fondoschiena al mondo grazie alla mia minigonna e alla posizione (direi molto più che poco conveniente). Ancora una volta mi alzo con uno scatto, ma stavolta non ho nulla da lanciare. Mi volto per vedere chi è appena entrato nella sala e noto che il nuovo arrivato è carino (va bene bello. Va bene un po’ più che bello. Va bene un gran bel pezzo di…ci siamo capiti). Mi si avvicina con una camminata sicura di se stessa, i miei ormoni sono già partiti per le Hawaii (volo diretto e in prima classe su un concord). È alto (ma per me tutti sono alti, io sono una nana!), un metro e ottanta, centimetro più centimetro meno. Indossa solo una camicia bianca e disadorna indossata in un paio di jeans che gli cingono le gambe e risaltano il suo fisco atletico. Non so se l’avrete intuito, ma i miei occhi se lo stanno divorando.  Si sta avvicinando ed io, da brava miss Piiigeon cortese, mi avvicino a lui di un passo. Se non siete rimasti troppo ammaliati da lui (come me) ricorderete del recente avvenimento. Caffè. Caduto. Sul. Pavimento. CCSP se preferite. Facendo un passo avanti, completamente ammaliata, non mi accorgo neanche di posare il mio tacco sette sulla chiazza del caffè che rende ancora più scivoloso il pavimento, ovviamente la fine è inevitabile, la scarpa perde aderenza ed io faccio uno di quegli scivoloni che dovrebbero essere possibili solo sul ghiaccio, cado all’indietro sul sedere, macchiando tutta la minigonna di caffè. Come se non bastasse in quel momento il cellulare comincia a squillare, inizialmente sono rassicurata dal fatto che ho cambiato suoneria, poi mi accorgo di quale suoneria ho impostato, giuro che questa mia sorella me la paga. “Grande festa alla corte di Francia c’è nel regno una bimba in più, biondi capelli e rose di guancia, Oscar ti chiamerai tu …” Trilla il mio telefono. Il punto è che la parte peggiore deve ancora venire “Tuo padre voleva un maschietto ma aimè sei nata tu, nella culla ti han messo un fioretto, lady dal fiocco blu.” Intanto il ragazzo si è avvicinato e sta porgendo una mano con espressione dubbiosa, probabilmente non ha ancora riconosciuto la canzone, non ancora “Oh lady lady lady Oscar* tutti fanno festa quando passi tu, Oh lady lady lady Oscar…” Lo vedo sgranare gli occhi e subito dopo scoppiare a ridere. L’unica cosa che riesco a pensare ora è Oh Lady Lady Lady Oscar, ti prego salvami tu!

 

 

Note generali

*Lady Oscar è un altro dei cartoni che mi hanno accompagnato nella mia infanzia

Note dell’autore

Vi siete divertiti? Io moltissimo lo devo ammettere. Devo anche  ammettere che in realtà non volevo dedicare un intero capitolo alla macchinetta e alla nuova conoscenza, ma poi mi sono fatto condizionare così … All’interno del prossimo capitolo conosceremo uno dei fratelli di miss Piiigeon, un tipo abbastanza divertente (ma d’altronde dalla famiglia di miss Piiigeon c’è solo da aspettarsi strani personaggi.) Non vedo l’ora di pubblicare il prossimo capitolo!                                                   Luka

P.S: Mi raccomando recensite!

  
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