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Autore: maz    14/11/2010    2 recensioni
Dopo la battaglia tra il Bene e il Male tutto sembra essersi sistemato. Sarà davvero così?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Buona domenica a tutti.

Ormai non so più come scusarmi per I miei ritardi, ma tra l’università e il lavoro non ho più tempo per nulla.

Godetevi questo capitolo.

Ringrazio tutti coloro che leggono, preferiscono e seguono questa storia e il mio grazie va anche a chi mi ha inserita tra gli autori preferiti.

Come ho detto nello scorso capitolo, mi dispiace non vedere le vostre recensioni e vorrei tanto capire il motivo. La storia non vi piace?

La trama non è di vostro gradimento? Non riesco a scrivere come voi vorreste? Insomma, mi piacerebbe capire il motivo di tutto ciò.

Ringrazio invece la mia piccola Asia che quando ha tempo mi lascia sempre un pensiero. Un bacio tesorina.

Un’ultima cosa, non l’ho mai fatto, o meglio non ci ho mai pensato ma volevo consigliarvi le storie di fata_morgana. Vale davvero la pena leggerle.

 

@fata_morgana: ti ringrazio ancora tesoro. Sono davvero felice che la storia ti stia piacendo e davvero non so più che dirti se non grazie (ancora). Kiss

 

 

Awakening  from Darkness

 

Capitolo XI – Little foundling

 

 

Edward

 

Il prato inglese, tagliato con cura, è umido sotto i miei piedi. La rugiada lo illumina magicamente quasi fosse un dipinto. I raggi del sole arrivano tiepidi sulla mia pelle. Il cielo con le sue sfumature calde mi regala il suo buongiorno facendomi quasi sentire un’altra persona. Inspiro il profumo che la notte appena trascorsa ha lasciato. Il cinguettio degli uccelli mi ricorda che un nuovo giorno è appena cominciato e che la mia luna di miele vede l’alba di una nuova giornata.

Io e Bella da quando siamo arrivati non abbiamo messo piede fuori dalla casa, troppo eccitati di goderci la nostra intimità liberi da capacità uditive vampiresche. Non ho avuto molto tempo per potermi guardare attorno ed è per questo che abbiamo deciso di fare una piccola pausa e di uscire un po’. Rientro in casa lasciandomi alle spalle quel piccolo paradiso che la natura ha creato.

 

“Sei pronto?” mi urla Bella dal piano di sotto.

“Arrivo.” Rispondo afferrando il mio giaccone. Bella inizia a sentire l’esigenza di cacciare ed io ho pensato di utilizzare finalmente le attrezzature per la pesca che io, Emmett e Jasper abbiamo comprato. Non sono mai stato un tipo da pesca, ma perché non provare? In fondo avrei pure dovuto passare il mio tempo in qualche modo mentre Bella cacciava.

Scendo gli ultimi gradini e sorrido a mia moglie che mi aspetta vicino alla porta.

“Edward sei sicuro che non sia un problema? Potrei andare a caccia stanotte.” Mi dice accarezzandomi il volto.

“Tesoro non è un problema e poi ci ritroveremo tra qualche ora.” Dico rassicurandola.

Mano nella mano ci richiudiamo la porta di casa alle spalle.

 

Il torrente sotto i miei piedi si riversa scrosciante nel lago che riempie la vallata. Mi siedo in prossimità della riva e lancio l’amo creando nel letto del fiume piccoli cerchi concentrici che si allargano fino a svanire. Sospiro godendomi i suoni che la natura intorno a me mi regala e mi rilasso in attesa che mia moglie venga a cercarmi. Si è allontanata un bel po’, non voleva rischiare che per sbaglio incrociasse la mia scia mentre cacciava, scambiandomi per una preda.

 

Due ore e il mio cestello era vuoto. Nemmeno un pesce aveva abboccato al mio amo. Risi di me stesso e passandomi una mano tra i capelli pensai che non ero tagliato per la pesca. Ritirai la canna e l’adagiai sul prato vicino al resto dell’attrezzatura. Mi guardai attorno e decisi di fare due passi. Bella sarebbe arrivata a momenti per questo non mi sarei allontanato di molto.

 

Risalii il fiume seguendo un sentiero che lo costeggiava fino a quando mi ritrovai in una piccola radura che mi tolse il fiato per quanto era bella. Un angolo di paradiso che non era stato deturpato dalla civiltà. Maestosi alberi creavano un recinto, quasi a proteggere quella meraviglia. Un prato colorato da fiori che non avevo mai visto si stendeva su tutta la superficie della radura. Mi chinai raccogliendone uno immaginando quanto potesse stare bene tra i capelli di mia moglie. La immaginai lì accanto a me, o meglio distesa su quel prato a fare l’amore con me. Un piccole rumore mi destò dai miei pensieri poco casti. Bella aveva seguito il mio odore fin qui. Sorrisi pensando che magari le mie fantasie potessero tramutarsi in realtà.

“Stavo pensando proprio a te.” Mi voltai, ma non era mia moglie colei che mi trovai davanti.

Per un attimo rimasi pietrificato, ma poi realizzai che colei che avevo davanti non poteva farmi del male. Una piccola creatura fasciata da un vestitino rosso a pois mi guardava spaventata dal bordo della radura. Cosa ci faceva una bambina tutta sola nel bosco?

Feci un passo verso di lei ed automaticamente la piccola fece un passo indietro.

“Tranquilla piccola, non voglio farti del male. Sei da sola? Ti sei persa?” chiesi provando a rassicurarla e pian piano cercavo di avvicinarmi di più a lei.

Alle mie parole la bambina si rannicchiò su se stessa e scoppiò a piangere.

Con poche falcate la raggiunsi e mi chinai verso di lei stringendola tra le mie braccia.

Shhh, non piangere. Ci sono io adesso non aver paura. Perché non mi racconti cosa è successo?” Provai a dire e i suoi singhiozzi parvero placarsi. Il tremore del suo piccolo corpicino tra le mie braccia mi fece notare che il vestitino che portava non era adatto alla temperatura della stagione e senza pensarci su mi sfilai la giacca avvolgendoci la piccola trovatella. La piccola emise un piccolo gemito e un brivido la percorse, immaginai fosse per il sollievo che il suo corpicino ora provava sentendosi al caldo.

Timida nascose il volto nella giacca e i suoi occhi per un attimo mi fissarono attenti. Non appena incrociai il suo sguardo istintivamente feci un passo indietro. I suoi occhi, così grandi, così magnetici, mi spaventarono. Il colore dei suoi occhi, un colore innaturale, un colore non umano, il colore degli occhi di un vampiro. La bambina impaurita dal mio improvviso balzo e si strinse ancor di più nel caldo giaccone. La sua espressione si rattristò e ricominciò a piangere. Istintivamente la presi di nuovo tra le mie braccia e la strinsi al mio petto. L’avevo spaventata ancora di più, probabilmente aveva avvertito la mia paura e l’aveva interpretata come un rifiuto.

“Piccola, ti prego non piangere più.” Mormoravo sui suoi capelli.

 

“Edward allontanati da lei immediatamente.” La voce di Bella ci fece sussultare entrambi.

“ Bella, ma cosa…” provai a dire, ma mi interruppe bruscamente.

“Edward, lascia quella cosa e vieni verso di me.” Ripeté autoritaria.

“Quella cosa? Bella è solo una bambina e tu la stai spaventando ancora di più.” Dissi sentendo la piccola tremare tra le mie braccia.

“Non è una bambina Edward. È una creatura pericolosa e tu sei solo il suo prossimo pasto.” Disse cercando di allontanarmi dalla piccola.

Poggiai la bambina sul prato e mi alzai per avvicinarmi a mia moglie e per cercare di farla ragionare. Ma Bella fu più veloce e si scagliò contro la piccola tenendola per il collo.

In quel momento non era mia moglie, ma una creature della notte che cercava di distruggerne un’altra. Veloce, per quanto la mia natura umana me lo consentisse, cercai di liberare la piccola dalla presa ferrea di mia moglie.

“Bella smettila, è innocua. Se avesse voluto farmi del male lo avrebbe già fatto. È una bambina diamine.” Urlai e Bella allentò la presa dal collo della piccola. Cercai di allontanare le mani di Bella e di prendere la bambina tra le mie braccia e ci riuscii o semplicemente Bella me lo lasciò fare.

“Bella cosa ti succede? Non ti riconosco più.” Dissi dolce provando a capire cosa passasse nella testa di mia moglie.

“Edward non capisci. È una bambina immortale e potrebbe non essere sola. È un pericolo per te, per noi.” La sua voce ormai aveva il tono di una supplica.

“Non c’è nessuno con lei. È stata abbandonata. Bella ti prego, ha bisogno di aiuto e in questo momento siamo i soli a poterglielo dare.” Spiegai.

Gli occhi di mia moglie si rattristarono nel momento in cui capì che volevo occuparmi della piccola, ma non riuscii a capirne il motivo. Noi, ma soprattutto lei era in dovere di farlo. Lei era la Prescelta ed era suo compito prendersi cura delle creature in difficoltà. Dov’era finita la Bella altruista e piena di responsabilità che conoscevo?

“Fa come vuoi Edward, ma sarai tu ad occuparti di lei, sempre che prima non ti uccida.” Le sue parole taglienti mi ferirono e non ebbi il tempo di rispondere. Sentii solo il vento che la sua corsa avevano lasciato dietro di lei.

“Piccola stai bene adesso?” sussurrai sul capo della bambina che annuì.

“Allora mi dici cosa è successo?” chiesi, ma lei di nuovo si chiuse in se stessa senza pronunciare una parola.

“Prima o poi me lo dirai vero?” continuai e la piccola fece un piccolo cenno di assenso con la sua testolina.

“Bene. Che ne dici se adesso andiamo a casa?” i suoi occhi si illuminarono per la sorpresa di quell’invito.

Scese dalle mia braccia dimenandosi e strinse le sue piccole dita intorno alle mie.

Raccolsi le mie attrezzature per la pesa e tornammo a casa.

 

 

  
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