Capitolo 1: Inizi di Primavera...
Mi
svegliai e mi lavai per andare a
scuola, ma l’atmosfera
che c’era in casa mi fece capire che questa non sarebbe stata
una giornata come
le altre.
-Signorino Elwin, la colazione è in tavola.- disse Angela,
la cameriera.
Adoravo lo stile di vita che regnava in questa casa, la
gerarchia che la caratterizzava: ognuno aveva il proprio posto nella
scala
reale ed io ero il J.
L’asso, ovviamente, era mio padre, Aro.
Uscii dalla camera e mi recai nella grande sala da pranzo
per fare colazione.
-Buongiorno.- Jane, mia sorella, mi prese sotto braccio dopo
avermi baciato la guancia.
-Allegra?
-Molto. Tu?
-Per niente.
-Mi fai un sorriso?
-No.
-Oh, Elwin… sei sempre così serio?
-Che t’importa!
-Mi chiedo cosa ci trovino in te tutte le ragazze che ti
porti a letto.
-Stupida.
-Silenzio ragazzi. Sedetevi e fare colazione, siete in
ritardo.
-Buongiorno.- dissi insieme a Jane , prima di sedermi.
-Signorino Elwin, vuole del caffé?
-No, grazie.
-Elwin, dobbiamo parlare.
-Ti ascolto.
-In privato.- concluse mio padre, dopo avermi guardato con
aria di sufficienza.
Annuii soltanto, poi, addentai il cornetto che Angela aveva
sistemato nel mio piatto.
Il silenzio mi infastidiva, quindi cercai di fare rumore
battendo i piedi sul pavimento di marmo lucido.
Ovviamente, però, il rumore risultò minimo: fin
da bambino
ero stato educato ad un portamento elegante e ad una camminata leggera
e
silenziosa.
Jane si alzò e si allontanò dal tavolo ed io feci
per
seguirla. –Signorino Elwin…
-Sì?
-Suo padre l’attende.
-Digli che lo raggiungerò tra qualche ora.
-Sì.
Presi le chiavi dell’auto e mi avviai in giardino, per
aspettare Jane.
Guardai dall’esterno la villa in cui vivevo e come ogni
mattina mi rendevo conto di quanto fosse immensa quella residenza.
L’odore della pioggia che aveva battuto l’asfalto
la notte
scorsa era ancora vivo e le ultime foglie d’autunno si
alzavano e si lasciavano
trasportare dal vento.
Un’altra folata mi scompigliò ancor di
più i capelli e
cercai di sistemarli con le mani.
Non era freddo, bensì tiepido.
Guardai il cielo e mi accorsi che era quasi sgombro del
tutto dalle tipiche nubi autunnali ed il sole non era ricoperto dal
perenne
alone della nebbia.
Era il 21 Marzo ed era un ottimo inizio di primavera.
Jane mi raggiunse e mi spintonò ad una spalla per scherzare:
lo faceva ogni mattina.
Aprii l’auto e mi accomodai sul sedile del guidatore,
sistemai lo specchietto retrovisore, poi misi in moto e partii.
-Oggi non tornerò a casa.
-Perché?
-Ho da fare.
-Cosa?
-Sono affari miei, Elwin.
-C’entra un ragazzo?
-No, ma anche se fosse?
-Devo conoscerlo io per primo.
-Antico…- accese la radio e iniziò a cantare.
-Taci nana chè sei stonata.- Bugia.
In parte almeno: era bassa davvero, ma riguardo alla voce…
era angelica, sembrava venisse da un altro mondo.
Era la più piccola dei due e la adoravo: ero geloso di lei
peggio di come potessi esserlo della mia donna.
Jane, in un certo senso, era la mia donna: era mia sorella e
la amavo senza misure, senza limiti.
***
Angolo autrice:
MA, fa niente… giusto? ^.^’
Bene, care lettrici… ecco a voi il capitolo. Lo so, di
solito aggiorno molto più velocemente, ma scrivere questa
storia si sta
rivelando davvero difficile.
Comunque… cosa ne pensate?
Risposte alle recensioni:
Grazie a chi ha inserito la mia storia
nelle preferite, nelle seguite e nelle storie da ricordare.
Perdonatemi, ma sono stanchissima… nel
prossimo capitolo vi ringrazierò una ad una.
Grazie mille… mi farebbe davvero piacere
cosa ne pensate di questa storia. Ripeto, è la prima volta
che tratto un…
chiamiamolo “contesto” così delicato,
quindi, vi prego di lasciarmi i vostri
pareri…. ^.^
Ovviamente, grazie anche ai lettori
silenziosi…
Un bacio, la vostra Exentia_dream