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Autore: AoiHand    14/11/2010    3 recensioni
Rufy non sarà mai un marine, per altro sarebbe un soldato terribile! Ma se certi incontri fossero andati in maniera differente e Garp avesse preso decisioni diverse...
Genere: Avventura, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Zoro rimase fermo, lo sguardo fisso. L’avevano fregato, ne era sicuro. “Ohi,” sbottò. “Non ho mai accettato una cosa del genere.”

Tenzou alzò lo sguardo da ciò che stava scrivendo. “Non so davvero per cosa tu stia rompendo, Zoro. Ora sono occupato con tutti i documenti per le operazioni.”

L’altro strinse i denti. “Allora cosa diavolo è questa merda?” Agitò la mano verso una minacciosa pila di documenti accumulata nella scrivania opposta.

“Quelli dovrebbe farli il Commodoro, ma finirà che me ne occuperò io e poi lo sfinirò per farmeli firmare, perché alla Sede Centrale non accettano gli ultimi rapporti se non sono controllati dall’ufficiale in comando, secondo il loro labirinto di regole burocratiche.” Sospirò, prima di tirare indietro la sedia e dirigersi verso un armadio a muro. “Questa è la tua scrivania,” indicò un tavolo rettangolare con sopra una targhetta per il nome. “Ti darò tutti i documenti che ti servono e dovrai sistemarli qui.”

Zoro si accigliò. “Pensavo di non dovermi occupare di nessuna di queste stronzate.”

“Non sul serio. Tutto quello che devi fare è firmare il contratto che poi ti spiegherò ed una copia del rapporto delle missioni a cui parteciperai. È davvero tutto qui, solo perché tu possa confermare quello che riportiamo alla Sede Centrale.”

“E che cosa riportate?”

“Niente di che, solo quello che vogliamo fargli sapere.” Tenzou gli riservò un sorriso furbo. “Ma perché sei così incazzato?”

L’altro incrociò le braccia sul petto. “Rufy ha detto…”
Tenzou si accigliò e Zoro afferrò le sue spade.

“Quel bastardo.”

“Che Commodoro irresponsabile, affibbiare a me il suo lavoro d’ufficio è già una cosa sufficientemente grave.”

“Lo ucciderò.”

“E io ti darò una mano.”

Poco dopo i gemiti di dolore risuonarono per l’intera nave.

-break-

Rufy si massaggiò la testa. “Owww. Faceva male sul serio.”

“Be’, non cercare di far fare ad altri il tuo lavoro, idiota,” borbottò Zoro. “Dove siamo diretti, comunque?”

“Uh, ci è stato chiesto di ormeggiare in un porto cittadino per controllare che sia tutto a posto.”

Rufy si accasciò sopra la prua e si soffermò sulle onde. “Allora, Zoro. Quanto vorresti arrivar lontano pur di raggiungere il tuo sogno?”

Zoro gli scoccò un’occhiata con la coda dell’occhio e gli sfuggì un suono strano mentre respirava. Rufy aveva uno sguardo pensieroso che sembrava quasi… Triste?

“Se morirò allora semplicemente non sarò stato abbastanza forte da andare più lontano.”

Il ragazzo di gomma sorrise. “E’ la cosa migliore no? Se non hai voglia di dare tutto te stesso allora non è quello che vuoi davvero al mondo, no?”

Zoro rise.

-break-

Sulla Cu fharraige c’erano due differenti gruppi di persone. C’erano circa trenta marinai che si occupavano della nave e fornivano un supporto in generale e poi c’era l’aristocrazia.

Zoro era stato reclutato in quest’ultima.

Al momento, c’erano stati solo tre abbandoni tra morti e ritiri. Ciò significava che i membri dell’ ‘aristocrazia’ si occupavano delle missioni e delle indagini, mentre il resto del gruppo stava di copertura. Ma, a parte questo, facevano tutti parte della stessa ciurma. Mangiavano, bevevano e celebravano assieme. Il loro legame era forte e condividevano tutti lo stesso ideale di giustizia. Non seguivano il governo o la gerarchia della marina. Seguivano il loro amato Capo che li proteggeva a costo della vita, perché erano suoi nakama.

L’Ammiraglio Aokiji sottolineava ironicamente che qualche volta erano più simili ad una ciurma pirata.

-break-

Tenzou era irritato.

Aveva trascorso una buona parte del giorno ad occuparsi dei documenti. Be’, ciò intendeva dire ‘fare tutto il lavoro che Rufy non aveva fatto’ ma non era per quello che era così sulle spine.

Odiava i pagliacci.

Non ne era terrorizzato, pensava solo che non fossero divertenti, che annoiassero e che apparissero stupidi. Prendeva tutta l’irritazione che provava per Rufy e la spostava su qualcos’altro ancora più stupido, che erano appunto i pagliacci.

E ora c’era una nave ormeggiata in quell’isola che era decorata come una maledetta tenda da circo.
“Non devo affondare la tenda da circo. Io sono quello responsabile. Che cosa succederebbe se iniziassi a comportarmi come il Commodoro Rufy?”

Quando si parlava del diavolo…

“Wa-oh! Che figata!” gridò Rufy con i luccichini negli occhi. “C’è il circo in città! Andiamoci, andiamoci ragazzi!”

Tenzou gli diede casualmente un pugno ringraziando silenziosamente il Vice-Ammiraglio Garp per avergli insegnato quella tecnica.

“Nate,” urlò. “Il libro delle taglie.”

Era una cartella con tutti gli avvisi che uno dei membri della ciurma era responsabile di tenere aggiornato.

Non era strettamente necessario ma poteva risultare utile all’occasione per controllare.

Zoro si avvicinò sbadigliando e grattandosi. Diede un’occhiata interessata al libro. “Cos’è?”

“E’ il nostro libro delle taglie. Nate è quello che si occupa di tenerlo aggiornato. Contiene tutti gli avvisi di pirati in attività al momento. Questa è la versione per il Mare Orientale; ne abbiamo uno specifico per tutte le regioni.” Tenzou sfogliò le pagine prima di trovare un avviso in particolare che mostrò allo spadaccino dai capelli verdi.

Zoro esaminò il ritratto. “Bagy il Clown. Quindici milioni di Berry.”

Tenzou alzò le spalle. “E’ un pirata di poco conto, ma dato che è qui dovremo per forza dare un’occhiata nei dintorni. Che cosa ne pensi, Commodoro?”

“Um, Capitano Tenzou,” azzardò Nate. “Mi dispiace, se n’è andato.”

Di nuovo, il Commodoro Rufy aveva eseguito il numero della sparizione per il suo Capitano.

-break-

Rufy bighellonava per la città. Poteva giurare di aver sentito un grido rabbioso che sembrava quello del suo Capitano, ma decise che era solo la sua immaginazione.

Le strade erano deserte. Dov’erano tutti? Rufy si imbronciò un poco. Se se n’erano andati allora non c’erano ristoranti e quindi niente ciboooooooooo!

Si fermò e piegò la testa di lato. C’era un qualche tipo di confusione da qualche parte; immaginò che avrebbe potuto essere qualcosa di divertente oppure Tenzou che arrivava ad assegnargli ancora più documenti. C’era del fumo e delle schegge che volavano in altre direzioni. Hey, un cane.

Un cane seduto di fronte ad un edificio bruciato.

Il fumo saliva a spirale e le fondamenta si consumavano ancora. Rufy rimase a guardare. Il fuoco si era appena spento; il calore si espandeva attraverso l’aria, accarezzando la sua faccia con un tocco viscoso. Era un miracolo che l’incendio non si fosse diffuso nelle strutture vicine. Il cane sedeva tristemente davanti alle rovine e basta.

Un vecchio uscì da un edificio vicino e si fermò di fronte ai detriti incinerati. “Shu-Shu,” mormorò. “Non è colpa tua, di sicuro lui non si sarà arrabbiato. Hai dato quello che potevi e sei persino andato contro un leone. Sarebbe molto orgoglioso di sapere come hai lavorato sodo per proteggere il suo tesoro.”

Il cane si abbassò e annusò le ceneri.

“Ehi, Ossan*.”

L’uomo guardò sorpreso Rufy, il quale si era accovacciata e stava ingaggiando con il botolo una lotta di sguardi.

“Sei appena arrivato? Meglio che te ne vada prima che ti becchino. Quest’isola ora fa parte del territorio di Bagy il Clown. L’unica ragione per cui sono tornato qui è per dar da mangiare a Shu-Shu.”

Rufy continuò a fissare il cane, il quale decise che ne aveva abbastanza di quel ragazzo con la faccia da scimmia, tanto che gliela morse. Dopo essere agitato per scuoterlo via per qualche minuto, proseguì: “Allora perché lui è qui se tutti vi state nascondendo da qualche altra parte?”

L’uomo sospirò sbuffando dalla sua pipa. “La città di Orange fu costruita da persone che avevano perso la propria casa naturale per via dei pirati. Il padrone di Shu-Shu costruì questo negozio e lo gestì con Shu-Shu per anni. Pochi mesi fa però fu ricoverato in ospedale ed ora non è più in questo mondo.” Soffiò fuori uno sbuffo di fumo. “Shu-Shu è un cane intelligente. Sa che il suo amico è morto ma continua a sorvegliare la propria casa perché è il suo prezioso Tesoro. Quei maledetti pirati ci hanno tolto tutto!”

“Questo cappello è il mo prezioso Tesoro. Mi è stato dato da qualcuno che ammiro molto e a cui aspiro.”

“Questa pistola, è la mia preferita. Un regalo di mia moglie quando sono partito per il mare.”

“Questa foto di mio padre…”

“Il violino datomi dal mio maestro…”

“L’isola dove è sepolta la mia famiglia…”

“Gli abitanti di questa città…”

“Ho bisogno della Wadou. È il mio prezioso Tesoro.”

“Questa bussola apparteneva a mio nonno.”

“Questa nave è casa mia.”

“Questo è il mio prezioso Tesoro.”

Rufy si alzò e si spazzolò la polvere dai Bermuda. “Bagy il Clown, giusto?”

“Sì, è quel maledetto pirata che terrorizza casa nostra. È stato il suo compagno Moji il domatore di belve con il suo leone a fare questo.”

Rufy si aggirò fra la cenere, esaminando le rovine. Afferrò un unica scatola non bruciata e la mise davanti a Shu-Shu. “Mi dispiace. È tutto ciò che è rimasto del tuo tesoro. Hai combattuto con tutto te stesso, vero? Perciò non devi avere nessuno rimpianto,” ghignò. “Troverò quei tipi e gli farò il culo!”

“Sembra che abbiamo un piano.”

Zoro passeggiò dietro Rufy. “Dico di trovare Bagy e tutti i suoi amici.”

Tenzou si fermò abbastanza a lungo da scoccare a Rufy uno sguardo dalla forza di un vento glaciale per ricordargli che ci sarebbero state conseguenze per essersene andato in giro senza aver ricevuto degli ordini o senza farlo sapere a qualcuno. “Sarà meglio far cessare questa follia prima che non rimanga nulla.”

Si rivolse al vecchio. “A proposito, Ojisan**, chi sei tu?”

“Sono il sindaco di qui. Mi chiamo Barboncino. Ragazzini, dovreste proprio andarvene di qui. Bagy è un demone. Possiamo ricostruire le case ma non le vite.”

Zoro sorrise sinistro. “Quindi, sono forti, huh?”

“Ora lo scopriremo,” sorrise Tenzou gentilmente.

“Non importa. Li prenderemo comunque a calci nel culo.” Rufy premette il pugno contro il palmo.

"Andiamo.”

I tre giovani si diressero verso la presunta localizzazione di Bagy.

Barboncino urlò: “Non gettate via le vostre vite! Non avete possibilità.”

“A dire la verità,” rispose Zoro senza voltarsi. “E’ quello che facciamo.”

“Ha ragione,” intervene Tenzou. “Facciamo parte dell’Unità Operazioni Speciali.”

Rufy si fermò e si voltò. “Ossan. Nessuno ha il diritto di distruggere il tesoro di un’altra persona. Non lo faccio perché sono pirati, ma perché sono dei coglioni.”

Il giovane Commodoro si passò una mano fra i capelli. “Sono un marine ma i pirati mi hanno salvato la vita.”

Barboncino trattenne il fiato mentre si allontanavano. “Unità speciali?”

-break-

Bagy il Clown era arrabbiato.

La ladra se l’era filata. Come osava qualcuno rubare da un pirata del suo calibro? L’avrebbe trovata e gli avrebbe insegnato una rapida lezione. Quella era la sua mappa della Rotta Maggiore (anche se lui stesso l’aveva fregata in fretta dalla scrivania del navigatore della Oro Jackson).

Strangolò senza pensarci il tipo che era stato così sfortunato da portargli la notizia. Spezzò il collo dell’uomo e la sua mano tornò per riattaccarsi al braccio. Il potere del Bara Bara no Mi* era utile per lo più per cose come questa, pensava.

Però le persone di questa città sapevano stare al loro posto. Se n’erano andati in collina al suo arrivo. Anche distruggere in un attimo una buona parte della città con le sue tanto decantate “Bagy Balls” non gli aveva risollevato l’umore. ‘Deve essere stato uno degli abitati’ rifletté. ‘Li abbiamo chiaramente lasciati da soli troppo a lungo. Domani andrò a dargli una bella ripassata.’

Interruppe i suoi pensieri quando tre ragazzi arrivarono sul tetto; nessuno di loro era particolarmente appariscente; soprattutto quello basso con i capelli neri sembrava proprio inutile.

“Hey, siamo qui per farti il culo.”

“Eh, va bene allora,” replicò. “Eh? Aspetta un attimo! Che sto dicendo? Ti faro il culo io.”

“Non agitarti, Capitano. Mi occuperò io di queste caccole.”

Un leone ruggì.

“Io, Moji il domatore di belve, mi occuperò di questi mocciosi.”

Rufy lo fissò. “Cos’è quello stupido cappello?”

“Stupido cappello? Questi sono i miei capelli idiota!”

Zoro arricciò il naso. “I tuoi capelli? Sono la cosa più ridicola che io abbia mai visto.”

Tenzou annuì, piegando la testa di lato. “Quelle orecchie sono piuttosto stupide, sai.”

Rufy gli scoccò un’occhiataccia. “Oi! Uomo-gatto dalla faccia stupida. Sei tuo quello che ha bruciato il negozio e attaccato Shu-Shu, il cane?”

Moji fece una smorfia. “E se l’ho fatto?”

Zoro aveva visto Rufy in azione in precedenza. Nel periodo in cui avevano navigato assieme gli era capitato di sentire di altre cose che poteva fare. Quando aveva combattuto contro Morgan, era come se se la stesse prendendo contro un bullo che importunava suo fratello minore. Sorprendentemente questo avvenne in una maniera differente. Rufy non stava giocando con quei pirati. Si mosse più veloce per poterlo seguire e Moji, assieme con il suo leone Richie, fu fatto volare con quello che sembrava un paio di mascelle rotte. Decisamente una cosa era sentire riguardo qualcosa, un’altra vederla messa in pratica.
‘E si sta ancora trattenendo,’ osservò Zoro. ‘Immagino che quello che si dice sia vero.’

“Ho combattuto con tutti i tipi di persone forti quando mi stavo ancora allenando, Zoro. Degli autentici mostri mi hanno fatto il culo.”

Rufy mise il broncio pensandoci, mordendosi il labbro inferiore.

“Non è stato per niente bello. Ma sono diventato un sacco forte combattendo con quei tizi.

"L’allenamento è divertente e tutto ma combattere con gente forte…”

Rufy ghignò in maniera contagiosa mentre Tenzou sorrise indulgente oltre il suo the. “E’ quello che ti rende il migliore!”

Zoro e Tenzou si gettarono rapidamente nella folla ed efficientemente se ne sbarazzarono. Quei moscerini non valevano il loro interesse. Bagy trattene il fiato mentre Rufy si voltava verso di lui.

“Solo una domanda? Conosci Shanks?”

“SHANKS? Quel bastardo mi ha rovinato la vita!” Bagy iniziò ad inveire con il suo compagno di un tempo.

“Pfft. Comunque sia, non me ne frega.”

“ALLORA PERCHE’ L’HAI CHIESTO?”

Rufy si toccò il naso ed aspettò che i suoi nakama avessero finito.

“Nessuno ha il diritto di distruggere il Tesoro di un altro. Quel negozio era quello di Shu-Shu e questa città di Ossan. È una ragione sufficiente per farti il culo, naso rosso!”

Bagy sbottò: “COS’HAI DETTO SUL MIO NASO?”

“E’ decisamente grosso e rosso come un pomodoro.”

“Ma è vero? Credevo fosse parte del costume.”

Bagy fece una smorfia ed estrasse un pugno pieno di coltelli.

“Capitano, non si sprechi per questi bambini. Lasci che io, Cabaji l’acrobata si occupi di loro.” L’uomo aveva metà testa parzialmente rasata e sedeva su un monociclo. “Prima, mi sentivo come se stessi lasciando arrugginire le mie abilità.”

“Abbiamo decisamente a che fare con un tema a circo,” mormorò Tenzou. “Io lo odio davvero.”

“Mamma, è perché non sei divertente Tenzou,” lo prese in giro Rufy.

Entrambi guardarono verso Zoro e annuirono. Lui sorrise e fece un passo avanti.

“Lo sai,” conversò Tenzou. “Sei decisamente il miglior spadaccino.”

Zoro fece una smorfia dalla sua stuoia. “Se è così, perché mi hai fatto il culo?”

“Perché ho affrontato avversari forti che potevano distruggere un’intera ciurma con facilità e ho un addestramento in più nelle arti marziali che mi dà un vantaggio.”

Rufy spuntò dall’altra parte della stanza. “Troverai dei tipi daaaveeero forti da combattere da ora Zoro. tu sei un nostro compagno quindi ti aiuteremo con il suo sogno.”

Tenzo annuì, d’accordo, mentre sguainava la spada. “Sei decisamente più abile in questo campo e il tuo potenziale supera di gran lunga il mio. Ti insegneremo anche altre abilità. Sappi che è decisione tua se usarla oppure no.”

Rufy balzò su. “Tocca a me! Tocca a me! E, Zoro, abbiamo deciso una cosa. Tutti gli spadaccini sono tuoi, okay? Ti lasceremo combattere da solo contro tutti quelli che affronteremo.”

Zoro sorrise. “Be’, non potrò definirmi il più forte del mondo se non sconfiggo ogni persone che maneggia una spada.”

Cabaji pedalò in avanti e mirò a Rufy, solo per essere bloccato dalla lama di Zoro.

“Se combatti con la spade, tocca a me.”

“Tre spade. ‘Il cacciatore di Pirati’ Roronoa Zoro. Sono onorato.”

“Non mi sono mai definito così.”

Si affrontarono, le spade che volavano. Cabaji sembrava usare un sacco di trucchi magici, lanciano in aria polvere e colpendo qualsiasi cosa sembrasse una ferita. Si avvicinò e sputò fuoco al combattente coi capelli verdi.

“Feh, Ace è molto più bravo,” sottolineò Rufy, Tenzou annuì d’accordo.

Zoro si accigliò. “E’ così? Questo è il massimo che sai fare? Ti mostrerò la differenza di livello fra noi due.”

Zoro si mise in posizione da Santoryou.

L’espressione di Cabaji si incupì all’insulto. “Allora la smetterò di giocare con te, cacciatore di taglie. Prendi un assaggio del mio miglior trucco!”

Lanciò fuori delle manciate di trottole rotanti. “Tecnica Acrobata: Tifone delle Cento Trottole.” Poi si avvicinò all’edificio. “Tecnica Acrobata: Scalata del Muro.”

Zoro distrusse le trottole con dei minimi movimenti e guardò Cabaki volare nell’aria e gridare il nome della tecnica: “Pugnalata Diretta!”

Bagy diresse una mano verso Zoro con l’intenzione di tenerlo fermo in maniera che Cabaji potesse finirlo. Ghignò. Se la morte del ‘cacciatore di pirati’ Roronoa gli fosse stata attribuita, la sua taglia sarebbe probabilmente aumentata esponenzialmente. Peccato che Rufy decise di spaccargli una mano piuttosto che farlo intervenire.

Bagy urlò dal dolore nel sentire I tendini separarsi e le ossa rompersi.

“Non interferire,” sbottò Rufy. “Questo è un duello fra due spadaccini. Stanne fuori. Lascia stare la battaglia di Zoro.”

L’interessato sorrise. Evitò Cabaji mentre colpiva il terreno e calciò il suo monociclo da sotto.
“Sono stanco,” brontolò. “Combattere contro un avversario di così scarsa abilità.”

Cabaji si rimise in piedi e gli si diresse contro. Se fosse stato in qualche maniera un vero spadaccino avrebbe notato che la posizione e l’aura di Zoro che indicavano un potente ed estremamente pericoloso attacco.

"Oni-giri!"

Zoro si tolse la bandana e guardò storto il pirata ora svenuto. ‘Ho bisogno di avversari più forti. Per arrivare in alto, per ottenere quel titolo. Ma almeno…’ sorrise dentro di sé.

“Lo vedo accadere,” urlò Rufy. “Sarai il più grande spadaccino e io ti vedrò diventarlo.”

Tenzou sorrse. “Devo ammetterlo. Sarebbe parecchio bello conoscere il successore per quel trono.”

Rufy sorrise e agitò il suo boccale. “Ti guarderemo le spalle per l’intero tragitto Zoro! Dai tutto quello che hai e noi sosterremo il tuo sogno.”

‘Ora, ho dei compagni che credono nel mio sogno.’

-break-

Bagy contrasse la bocca.

Quel maledetto moccioso gli aveva completamente distrutto la mano. Si poteva sapere chi diavolo era?
Quello moro piccolino sembrava profondamente annoiato e quello castano stava scrivendo delle note in un’agendina. Roronoa tornò verso di loro quasi casualmente.

Era Bagy il Clown, che cavoli! Aveva una taglia da quindici milioni di Berry. “Non pensate di essere dei grandi solo per aver sconfitto i miei sottoposti, dovete ancora confrontarmi con me! Vi distruggerò in un attimo!”

Era in qualche maniera deludente ricevere solo un gruppo di occhiate annoiate e per nulla impressionate.
Tenzou continuo a scrivere nell’agendina.

“Hai capito che l’unica ragione della nostra calma era di lasciare Zoro confrontarsi con il tuo spadaccino?” commentò dolcemente. “Mi dispiace davvero che tu non abbia ricevuto una grande sfida, Zoro.”

"Hmph", Zoro brontolò. “Dobbiamo attendere per una migliore occasione nella Rotta Maggiore.”

“Be’, a meno di emergenze, ci dirigeremo verso Rogue Town prima della fine della settimana."

“PIANTATELA DI IGNORARMI DEFICIENTI!” urlò Bagy. "BARA BARA NO…"

Rufy fu improvvisamente davanti a lui. “Non sei divertente. Non vale nemmeno la pena giocare per un po’.” Bagy ebbe appena il tempo di spalancare gli occhi prima di venir colpito da un montante che avrebbe rotto il collo a qualunque persona normale. Rufy lo calciò via ma fu ricompensando con un paio di pugni ben coordinati da parte dei suoi compagni.

“Ow, e questo perché, ragazzi?” si lamentò massaggiandosi in testa.

Zoro decise di colpirlo ancora. “Pensi mai a quello che stai facendo, Commodoro?”

“Eh? Che vuoi dire?” protestò Rufy prima di sentirsi congelato dal freddo di un vento artico ed un brivido gli attraversò la spina dorsale; si voltò per vedere Tenzou sorridere in una maniera che avrebbe reso Aokiji orgoglioso.

“Ah, Commodoro, sembra che tu abbia di nuovo dimenticato la tua forza. Non possiamo proprio prendere Bagy il Clown in custodia dato che l’hai lanciato abbastanza lontano da far invidia allo Shikibukai Kuma ‘il tiranno’ e per di più in vari pezzi.”

Rufy si grattò la testa e guardò il cielo nella direzione in cui aveva calciato Bagy. Di sicuro, alcune parti del pagliaccio potevano essere viste mentre sparivano all’orizzonte. A Rufy non importava davvero che se ne fosse andato, ma aveva la terribile sensazione che gli altri non fossero d’accordo.

Zoro sospirò e si sistemò le spade. “Non hai intenzione di farlo ogni volta, vero, Rufy?”

Gli occhi si Tenzou assunsero un aspetto demoniaco. “Commodoro Monkey D. Rufy, signore. Aspetterò di leggere il rapporto che scriverà per il quartiere centrale a proposito di questo guaio.”

Sulla Cu fharraige la ciurma senti un familiare grido d’orrore. Alzando le spalle, realizzando che il Commodoro doveva aver incrociato il Capitano, e ritornarono alle loro faccende.

-break-

Barbocino era elettrizzato per la sconfitta di Bagy. I danni alla città erano stati terribili, ma, rifletté, potevano ricostruirla.

I ragazzi dissero semplicemente che erano membri della marina prima di arrestare il resto dei pirati. La ciurma rese inoffensivi i cannoni e chiamarono una squadra dalla sede della marina più vicina per occuparsi della nave pirata.

Il ragazzino, che diceva di chiamarsi Rufy, aveva trascinato Barboncino in un deposito e gli aveva mostrato orgoglioso un Tesoro affermando che era di Bagy e che quindi potevano usarlo per ricostruire la città. Era stupito e preoccupato se fosse legale ma il ragazzo educato dai capelli castani gli spiegò che era nel loro diritto decidere cosa farne, dato che avevano ‘sconfitto’ Bagy. Lo controllò e diede a Barboncino una stima del valore e gli consigliò qualche pezzo da mettere all’asta o da vendere nelle isole vicine. Se ne andarono prima che gli abitanti ritornasse non volendo aspettare per dei ringraziamenti e solo Barboncino li salutò al porto. Le persone erano incredule ma riconoscenti. Chi si sarebbe mai aspettato che la marina avesse degli agenti così meravigliosi al suo comando?

Gli agenti in questione si stavano dirigendo a tutta birra verso un ristorante ben conosciuto. Lo spadaccino stava russando sul ponte superiore. Il commodoro si stava lamentando mentre lavorava al rapporto ed il capitano sedeva davanti a lui con una tazza di the sognando il buon pranzo dalla cucina di Zef ‘Piedi Rossi’.

-break-

Il Baratie era un ristorante galleggiante il cui proprietario e gestore era l’ex pirata Zeff ’piedi rossi’.
I cuochi avevano la reputazione di essere dei violenti e di non trattare troppo gentilmente coloro che mangiavano ad ufo, li insultavano o cercavano di rubare (uno dei tanti motivi per cui Portuguese D. Ace era stato bannato a vita dal ristorante). Erano ‘cuochi combattenti’, orgogliosi della loro abilità.

Era un ristorante estremamente popolare nonostante la violenza rampante; anzi, molti clienti erano venuti inizialmente per vedere i combattimenti decidendo poi di rimanere anche per via del fantastico cibo. Era anche il ristorante preferito dei comandanti delle Unità Operative Speciali, il Commodoro Monkey D. Rufy ed il Capitano Tenzou, ma non era per quello che volevano che Sanji si unisse alla squadra.

Solo un fattore aggiuntivo.

-break-

Rufy saltava sul ponte euforico. Si dondolava fuori dalla balaustra, saltava sulla testa cava della polena a forma di lupo e faceva una danza pazzerella con diversi membri dell’equipaggio (che erano abituati a cose del genere e non ci prestavano molta attenzione, partecipando con gusto).

Zoro aprì un occhio per vederlo vagare per tutto il ponte. Sospirò, realizzando che non avrebbe potuto dormire, e si alzò dal suo cantuccio contro la balaustra. Camminò senza farsi notare nel ponte ed entrò nell’ufficio principale.

L’ufficio era una grande stanza equipaggiata con parecchie scrivanie e studioli per il lavoro d’ufficio, la navigazione e per legger e il giornale con una tazza di the. Tenzou era profondamente concentrato in quest’ultima attività con i piedi sopra la scrivania. Zoro sbatté la porta per attirare la sua attenzione si avvicinò al tavolo.

“Com’è che Rufy è così eccitato?”

“Credo che sia così esaltato all’idea di tornare al Baratie. Sarà la nostra ultima visita prima di tornare nella Rotta Maggiore perciò se la deve godere al massimo.”

Zoro suppose: “Allora è una specie di ristorante?”

“Che, certo che lo è. Come cavolo hai fatto a capirlo?” mormorò Tenzou ghignando. “Parlando seriamente, c’è un cuoco che vorremo reclutare ma è da tempo che rifiuta.”

Zoro fece una smorfia. “Un cuoco? Ci dev’essere qualcosa dietro che non mi stai dicendo.”

Tenzou decise di sfogliare le pagine del suo giornale e sorridere gentilmente, cosa che Zoro interpretò come ‘lo scoprirai presto’.

-break-

Rufy era stato tanto irritante che, nel momento in cui arrivarono nell’ultima locazione conosciuta del Baratie, la ciurma era impegnata a riflettere sulla decisione di ammutinarsi e legare una corda attorno alla sua caviglia per farlo trascinare in acqua per il resto del viaggio.

Be’, a dirla tutta, era stata un’idea di Tenzou e Zoro aveva scoccato degli sguardi significativi che indicavano che non avrebbe votato in senso contrario. In ogni caso, approdarono a destinazione con grande sollievo.

Rufy si voltò dondolando e ordinò alla ciurma: “Va bene ragazzi, noi andiamo a mangiare. Voi restate tutti qui.”

Risposero con un simultaneo “BASTARDO EGOISTA!” e Zoro dovette ammirare la sincronia necessaria per eseguire una mossa coreografica così elegante.

Tenzou lo spiegò con buone maniere. “Staremo qui per un po’ così chiunque potrà prendersi un po’ di quel magnifico cibo. Quando ritorneremo a bordo sarà il vostro turno. Rua,” si voltò verso il marine dai capelli rossi. “Dì a Tajiyo-kun che cercheremo di convincere un cuoco ad unirsi a noi da qui, ma di non aspettarsi troppo dato che sono famosi per la loro testardaggine.”

La ciurma iniziò a prepararsi per gettare l’ancora ma un urlo di panico dalla folla accucciata sotto li avvertì di un problema minore. In effetti, c’era un ostacolo evidente fra il Commodoro Rufy e la sua cena.

Peggio per l’ostacolo.

-break-

Sanji aveva trascorso la maggior parte della sua vita a cucinare per Zeff. Non aveva ancora dieci anni quando la nave era stata attaccata e loro due erano naufragati su quella roccia abbandonata da Dio.
Quando aveva visto quello che quel vecchio aveva fatto alla sua gamba aveva dato tutto se stesso per quel posto. Come poteva pensare all’All Blue quando Zeff aveva sacrificato la sua gamba per un moccioso senza valore come lui? Non aveva la forza di lasciare il Baratie finché non avrebbe sentito che il suo debito fosse stato saldato e, più importante, che si fosse assicurato che il vecchio sarebbe stato a posto (ovvio, era resistente come uno stivale vecchio ma questo non voleva dire che stava bene).

Perciò Sanji rimaneva al Baratie. La sola cosa che rimpiangeva sul serio (e sarebbe morto prima di ammetterlo) era la perdita di quel vecchio libro di bordo che teneva sulla prima nave. Ce l’aveva fin da quando aveva imparato a cucinare, per quello che poteva ricordare. Era stato mangiato dai vermi e sbiadito, pieno di appunti di scrittura. Sembrava che fosse stato usato in parte come diario e in parte come un quaderno di brutta per le note. Parlava di una strana regione nel pare che sembrava possedesse delle correnti incrociate. Le creature, il tempo, le tratte. Tutto ma non le coordinate.

Sanji sapeva che l’All Blue esisteva.

Una volta aveva posseduto qualcosa come l’unica prova per quel mare. Ma ora era stata persa senza speranza quando la nave era affondata. Non gli importava veramente, avrebbe comunque dovuto trovarselo da solo ma era vello avere una prova con cui convincere qualcun’altro a credere nel suo sogno.

-break-

"Sanji! Meshi*!"

Sanji fissò incredulo il suo amico Rufy prima rivolgere lo sguardo verso Tenzou, il cui viso era settato nella normale espressione (che significava, ‘il mio ufficiale superiore è un incredibile imbecille ed io sono almeno dieci anni troppo vecchio per fargli da babysitter’). Con loro c’era uno stupido marimo che li seguiva e qualche strano istinto disse a Sanji che quell’uomo era un bastardo terribilmente fastidioso (Ah già, era pure forte).

“Rufy,” esalò. “Non hai proprio capito la situazione qui, vero?”

Il ragazzo di gomma sbatté le palpebre e piegò la testa di lato.

Il Baratie era nel caos. I clienti si erano rifugiati nel retro mentre i tristemente noti cuochi combattevano con dei pirati che apparivano affamati. Tenzou fece dei segnali con la mano casualmente all’equipaggio della Cu Fharraige in maniera che girassero la nave e l’allontanassero dal galeone danneggiato. I cuochi si difendevano parecchio bene, non c’era davvero bisogno di intervenire. Tenzou si avvicinò per salutare un cuoco dall’aspetto anziano mentre Zoro contemplò annoiato la possibilità di fregarsi una tavola e mezza bottiglia di liquore mentre ammirava lo spettacolo.

Rufy trattene il fiato e si voltò verso un uomo con indosso una bandana non particolarmente in salute. “Bastardo! Non ti piace la cucina di Sanji? Va’ all’inferno!”

Sanji gli diede un calcio con la familiarità che derivava dalla conoscenza. “Marine idiota, non è questo il problema.”

Sbuffò fuori un filo di fumo prima di indicare il galeone. “Quella è la nave ammiraglia di Don Creek. Sta cercando di impadronirsi del Baratie e di tornare nella Rotta Maggiore.”

Rufy sbatté la palpebre ed incrociò le braccia. “Quindi quello che stai dicendo è…” Strinse le sopracciglia, concentrato. “Che quel tipo, Creek, sta cercando di impedirti di cucinare! Lo ucciderò!”

Sanji fece un leggero passo indietro e alzò l’unico sopracciglio visibile in maniera significativa verso gli altri uomini.

Zoro, Tenzou e Zeff alzarono rassegnati le mani, per dire ‘E’ Rufy, sai com’è fatto.’

“Taglia: diciassette milioni di Berry. Decisamente una potenza per il Mare Orientale a giudicare dalla situazione,” Tenzou scoccò un’occhiata interrogativa a Zeff. “La Rotta maggiore l’ha masticato prima di sputarlo fuori?”

Zeff ‘Piedi Rossi’ annuì gravemente. Rufy continuò a lamentarsi contro la malvagità delle persone nei confronti della carne. Zoro sospirò indulgente, ricordando Tenzou, e tamburellò leggermente le mani sulle sue spade. “Quindi, abbiamo intenzione di batterlo?”

“Ma ovviamente, guarda solo quant’è esaltato il Commodoro.” Tenzou sorrise gentilmente. “Vieni anche tu, Sanji?”

"Tch." Si accese una nuova sigaretta, scocciato. “All’inizio questa era la nostra battaglia, voi vi siete solo infilati in mezzo.”

“Sanji!” urlò Rufy. “Dov’è quel tipo? Fammelo vedere così finalmente posso fargli il culo.”

Il giovane cuoco alzò la mano per indicare la nave nell’esatto momento in cui questa si divise in due, cosa che fece voltare tutti a guardarlo di traverso.

“Sugoi*,” tremò Rufy. “E’ per questo che non usi mai le mani vero? Perché non puoi controllare il tuo potere.” Dopo una breve pausa, utile solo per eseguire la tecnica ‘ti facciamo del male per via della tua terribile stupidità’ sul giovane Commodoro, si gettarono tutti verso l’esterno per scoprire la causa della distruzione.

Urla di panico risuonarono dai pirati in naufragio e il gruppo cercò di vedere nell’oscurità.

Zoro si preparò afferrando le spade. Rufy trattenne il fiato e anche il solitamente calmo e composto Tenzou assunse un’espressione terribilmente orripilata. Sanji fissò la strana nave che emerse dai rottami.
“Chi è?” mormorò.

"Shichibukai*," replicò Rufy insolitamente cupo.

Sanji sbatté le palpebre stupito. “Qui fuori? Quale?”

Zeff intervenne: “Quello è Drakul Mihawk ‘Occhi di Falco’ ”.

Zoro immediatamente si porse in Avanti, saltando da un rottame all’altro per avvicinarsi all’altro spadaccino.

“Ha intenzione di combatterci contro? È pazzo?”

“Già, decisamente. Ma devi essere un po’ pazzo per inseguire il tuo sogno,” replicò Rufy.

Tenzou si strinse alla balaustra. “Troppo presto, maledizione. È troppo presto! Zoro non è pronto per una battaglia del genere.”

Sanji gli scoccò un’occhiataccia. “Non hai fiducia in un tuo compagno, Tenzou? È un po’ insolito per te.”
“Non è così, Sanji,” disse Rufy mentre si teneva concentrato sull’amico dai capelli Verdi. “Zoro è forte e diventerà il più forte, ma adesso è veramente troppo presto. Non è pronto per affrontare Occhi di Falco ma il suo orgoglio lo obbliga a farlo.”

Il cuoco sbuffò dalla sigaretta e guardò lo scontro dei due spadaccini.

Fu breve e brutale.

Non ci fu mai una vera battaglia.

Zoro fu completamente e del tutto superato.

‘Quel marimo non aveva una possibilità contro qualcuno di quel calibro. Un mostro tra i mostri.’

I suoi occhi si spalancarono mentre il ragazzo sanguinante allargava le braccia, preparato a ricevere un colpo pieno.

Tenzou aveva un piede sul bordo che barcollava verso il limite. Alla stessa maniera Rufy era nervosamente pronto per saltare, ma entrambi si trattenevano.

“Devi venire con noi Sanji! Viaggiamo per tutto il mondo, è la tua migliore occasione per cercare l’All Blue. Ti aiuteremo al cento per cento!”

Tenzou sorseggiò calmo il suo the e annuì d’accordo. “Sei un nostro amico, Sanji. Che tu venga con noi oppure no, non ci opporremo tra te ed il tuo sogno.”

‘E’ il sogno di quel tipo. Ecco perché si stanno trattenendo anche se quello che vorrebbero fare è combattere assieme a lui.’

Guardarono orripilati mentre Zoro cadeva all’indietro, e lo Shichibukai mormorava qualcosa sentito solo a metà. Ogni cosa sembrava essersi paralizzata momentaneamente e i suoni erano offuscati. Rufy urlò a Tenzou perché ‘non poteva andare lui in acqua’, il quale stava già sbracciandosi disperatamente nel tentativo di raggiungere Roronoa in tempo.

Ci fu un insieme di suono forte e il caos mentre il momento passava e la battaglia riprendeva.

-break-

Zeff se ne stava in piedi, un calmo pilastro nel caos.

Al momento, erano troppo preoccupati per il destino del loro amico, per pensare alla minaccia al ristorante e alla paura per un uomo pericoloso, ma lui era calmo e poteva vedere chiaramente la situazione.
Mihawk lo aveva lasciato in vita.

In qualche stato Roronoa Zoro fosse era ancora da verificare ma Zeff poteva dirlo facilmente.
Era stato riconosciuto dal più grande spadaccino al mondo.

Non era ‘sei troppo debole perché ti noti’, ma ‘hai potenziale. Sviluppalo e fammi vedere il tuo meglio’.
Le persone che potevano attirare la sua attenzione erano poche a questo mondo.

Zeff era sicuro che aveva appena assistito alla nascita di un vero mostro ma solo il tempo avrebbe mostrato se sarebbe sopravvissuto per realizzarlo.


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Dati tecnici:

Cu Fharraige: (Koo Far-egg-a) La nave utilizzata dalle Unita Operative Speciali. Alla lettera si traduce ‘Segugio Mare’ quindi sarebbe la nave ‘Segugio dei Mari’. E’ stata commissionata come regalo da Garp.
Può trasportare comodamente circa cinquanta persone. Ci sono tre stanze da letto. Una più grande dove dorme l’equipaggio regolare e una leggermente più piccola per l’elite’, che è in qualche maniera più vicina al ponte. La terza è usata raramente, per gli ospiti e/o i membri femminili dell’equipaggio.
La dispensa e la cucina sono piene di chiavistelli appositamente costruiti per difenderle da Rufy e da qualsiasi altro membro della sua famiglia che venga in visita. Regolarmente sostituiti. In casi di lunghi viaggi una guardia è messa come controllo aggiunto.
L’ufficio contiene tutti i documenti, le mappe e l’equipaggiamento per la navigazione, così come un paio di Den-Den Mushi.
Hanno anche un Do-jo con strutture rinforzare. Ci sono pesi per Zoro, come da lui richiesto, per la maggior parte sistemati all’interno.
La prua è disegnata a testa di lupo, completamente diversa da quella di Garp.
Hanno un paio di stanze sigillate dove si tengono l’armamentario e le uniformi e una prigione rinforzata con la Kairouseki*. Per questo motivo, a Rufy è vietato andare in questa zona.
La nave è conosciuta per essere piuttosto veloce. È eccellente per inseguimenti e fughe (specialmente quando Garp decide di fare una visita. In quel caso davvero la si mette alla massima velocità.).
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Note dell’autore:

Ricordate che la ciurma è composta da marine ordinari. Sono ben addestrati e capaci, ma non particolarmente potenti. Sono più adatti ad occuparsi dei cannoni durante una battaglia. L’unica cosa importante su di loro è che sono stati scelti per i loro meriti di servizio e per la fedeltà dimostrata a Tenzou o a Rufy. Tutti i membri dell’equipaggio avevano lavorato con loro in precedenza.
Okay, quello che fa davvero la differenza in questo AU è il tempo.
Da una parte arrivano troppo presto, dall’altra troppo tardi. E ovviamente questo ha conseguenze.
Nami c’era, ma non ha beccato Rufy che stava camminando su una strada differente dagli altri. Dato che non aveva molte possibilità di sopravvivere ha preso la ‘sua’ nave e ha lasciato in fretta l’isola passando accanto agli altri che non le prestavano attenzione.
Moji è finito per caso in quella parte della città, attaccando Shu-Shu perché si trovava lì e poi bruciando il negozio. Il Sindaco Barboncino era nascosto in un altro edificio, uscendone solo all’apparire di Rufy.
Rufy ha già visitato il Baratie in precedenza ed è diventato ‘amico’ di Sanji, cosa che si vedrà nel prossimo capitolo.
Rufy ha incontrato Shanks ma non ha preso il cappello di paglia. Le cose sono andate in maniera un po’ diversa dato che Rufy ha avuto delle differenti esperienze ed una vita differente. Già! Ci saranno altri flashback. Fufufufufufufufu.

Note:
Ossan: Vecchio
Ojisan: Nonno

Bara Bara no Mi: frutto puzzle-puzzle
Meshi: carne
Sugoi: figo!
Shichubukai: membro della flotta dei sette

Kairouseki: agalmatolite

  
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