Note dell’autore: Rieccomi con un nuovo capitolo, tranquille manca davvero
poco alla conclusione della storia (dopo dovrò trovarmi qualcos’ altro da fare
XD), quindi continuate a seguirmi e continuate con le recensioni, mi diverto a
leggerle.
Capitolo XI
Ancora difficoltà
Rose era nel suo letto, a rileggere alcuni documenti, il
giorno dopo avrebbe avuto un lezione all’Università, una delle ultime visto che
presto poteva laurearsi.
Stava rileggendo alcuni appunti, mangiucchiava il tappo
della penna per scaricare il suo nervosismo, inoltre un tremendo mal di testa
la stava tormentando da giorni.
Non riusciva a togliersi dalla mente la proposta che il
Dottore le aveva fatto, era passato qualche giorno, e lei aveva evitato
brillantemente l’argomento, non riusciva a placare quel timore di essere
lasciata indietro da sola, passava tutto il tempo che poteva con lui, ormai
dormivano anche insieme, non avevano più fatto l’amore insieme, anche se lei lo
desiderava tanto.
Eppure, nonostante tutto questo, non riusciva a mandare
via quella paura, non riusciva ad affrontare quell’argomento con lui.
I suoi pensieri furono interrotti, quando il Dottore
entrò nella camera.
“Si è addormentato?” chiese Rose, non appena lo vide.
“Con qualche difficoltà, ma sì, sta dormendo.” Disse
mettendosi sotto le coperte accanto a lei.
“Che cosa fai?” chiese avvicinandosi, cingendole la vita
con un braccio.
“Stavo controllando questi appunti.” Rispose indicandogli
i fogli, il Dottore li prese interessato, ma li mise sul suo comodino, lontano
dalla portata di Rose.
“Che fai mi servono” si lamentò tentando di prenderli.
“No che non ti servono.” Disse spingendola piano verso la
sua parte del letto.
“Li hai letti per l’intera serata.” Continuò mentre, si sdraiava
su di lei, impendendole di alzarsi.
“Dottore, fammi dare un’ultima occhiata.” Pregò ancora la
ragazza, lui sorrise negandole il permesso.
“Ora… devi rilassarti.” Disse iniziando a baciarle il
collo, mentre le teneva le mani ferme, Rose inclinò la testa per dietro
rabbrividendo.
Aveva sempre sospettato che il Dottore, fosse un tipo
passionale, ma non avrebbe mai immaginato così tanto.
“Dottore… ti prego…” supplicò poco convinta.
“Oh su Rose, e la prima volta che siamo soli, dal nostro
primo appuntamento.” Si lamentò lui, baciandola sulle labbra, lei rispose a
quel bacio cirdondandogli il collo con le braccia.
“Domani ho lezione all’ Università e devo parlare con il
professore prima.” Si lamentò socchiudendo gli occhi, il Dottore sorrise e la
guardò.
“Puoi parlarci anche dopo la lezione.” Disse e iniziò ad
accarezzarla più intimamente, a quello Rose non riuscì proprio a controllarsi,
anche lei non vedeva l’ora di poter fare l’amore con lui, di nuovo.
“Ci parlerò a fine lezione.” Si arrese in un sussurrò, il
Dottore sogghignò soddisfatto e affondò la testa sotto la coperta, inziandole a
baciare il seno e il ventre, solleticandola un po’ sui fianchi, mentre le sue
labbra scendeva ancora più, la ragazza rise divertita.
Improvvisamente la porta si aprì e Tony entrò
stroppicciandosi gli occhi.
“Tony?” chiese la ragazza, vedendo il fratellino davanti
alla porta, il Dottore spuntò da sotto le coperte, incuriosito.
“Posso dormire con voi?” chiese intimorito il piccolo
“Che cosa succede?” chiese Rose preoccupata.
“Ci sono i mostri in camera mia.” Disse avvicinandosi,
Rose guardò il Dottore inarcando un sopracciglio.
“Che storia gli hai raccontato?” chiese.
“Perché pensi che sia colpa della mia storia?” si difese
innocentemente, Rose inclinò in un lato la testa, sapendo che era per questo il
suo fratellino non riusciva a dormire.
“Ok… ok… gli h raccontato quella dei Vashta Nerada.” rispose
piano, sapendo che la ragazza si sarebbe arrabbiata.
“Sei pazzo, quella ha fatto paura me, figurati a un
bambino di tre anni.” Lo richiamò Rose, il Dottore sbuffò.
“Avanti capitano salta su.” Disse il Dottore verso il
piccolo, che si arrampicò sul lettone mettendosi tra i due.
“Mi racconti un'altra storia?” chiese innocentemente,
mentre Rose gli sistemava i cuscini.
“Sì, Dottore raccontaci una storia a entrambi.” Disse
Rose divertita mettendosi comoda
“D’accordo! Allora, che ne dici del ritorno di Cassandra
e delle gatto infermiere?” propose guardando Rose, che gli sorrise.
“Credo sia perfetta!” acconsentì, permettendo al Dottore
di procedere con la storia.
Un rumore,
alle sue spalle, un lamento di qualcuno, sua madre era andata via, e lei si
stava dirigendo verso il suo palazzo ma, quel rumore la fece fermare. Si voltò
e vide un’ombra, qualcuno appoggiato al muro, non riusciva a distinguere il
viso di quell’uomo, indossava un lungo cappotto beige, non aveva idea di chi
era e cosa ci faceva lì, ma un profondo senso di fiducia la pervase.
“Tutto
bene, amico?” chiese cercando di vedere meglio chi era.
“Sì.”
Rispose con qualche difficoltà.
“Bevuto
troppo?” chiese sorridendo.
“Qualcosa
del genere.” Le disse guardandola attentamente, la penombra sul suo viso le
impediva di guardarlo bene, sembrava un uomo a posto, molto elegante, era
strano vederlo lì, la notte di capodanno, da solo.
“Forse è
ora di andare a casa” disse con calma, lui confermò con un velo di malinconia
nella voce.
“Comunque…
Buon anno!” continuò lei tornando a sorridergli, ricambiò gli auguri, dopo di
che riprese a camminare verso casa, ma la sua voce la fermò ancora una volta.
“In che
anno siamo?” chiese, si voltò nuovamente, sorpresa da quella domanda.
“Cavolo,
ma quanto hai bevuto?” chiese divertita, era una situazione davvero assurda, la
sua domanda era davvero assurda.
“E’ il
2005. Primo gennaio.” Rispose scandendo bene le parole, lui non smetteva di
fissarla.
“2005?”
chiese per avere conferma, lei annuì stringendosi ancora nel suo giubbino.
“Sai una
cosa. Scommetto che, per te sarà un anno davvero grandioso.” Lo disse con una
voce carica di malinconia, le lacrime che minacciavano di scendergli sul viso,
trasparirono dalle sue parole.
“Dici?”
chiese non molto convinta, ma sorrise, quello strano tipo le stava trasmettendo
sensazioni davvero strane, lo vide annuire sorridendo, ricambiò quel sorriso
con molta naturalezza, come se non avessi fatto altro nella mia vita.
“Ci
vediamo.” Lo salutò sorridendo e corse via per ripararsi dal freddo, prima che
la porta si chiudeva, si voltò ancora una volta verso quell’uomo.
Si svegliò di colpo da quel strano sogno, no, non era un
sogno, era un ricordo, un ricordo che non sapeva di avere, un ricordo che era
appena stato modificato. La consapevolezza del significato si fece strada in
lei.
Chiuse gli occhi respirando lentamente, si alzò e si mise
la vestaglia, si fermò un attimo a guardare gli altri occupanti del suo letto,
sia Tony sia il Dottore dormivano tranquilli, sereni e ignari della sensazione
di vuoto che aveva preso possesso in lei. Si avvicinò lentamente alla finestra,
spostando le tende, alzò lo sguardo al cielo ripensando a quel sogno, a quel
ricordo, ripensando a quella voce, alle sue parole, una lacrima le scese sul
viso, lei si affrettò ad asciugarla e tirò su col naso. Riprese a guardare il
cielo, le stelle quelle stelle che aveva toccato, quelle stesse stelle che lui
le aveva mostrato, in mente le ritornarono tutte le loro avventure, tutte le
emozioni che aveva provato da quando era entrata in quella folle cabina blu,
tutto quello che aveva provato nel rimanere accanto a quell’uomo.
“Rose!” sentì mormorare alle sue spalle, chiuse gli occhi
e respirò lentamente tremando, si voltò verso di lui, cercando di sorridere.
“Non volevo svegliarti.” Disse con calma.
“Non lo hai fatto.” Le rispose inclinando la testa, lo
guardò con attenzione, nella penombra della stanza, identici eppure così
diversi allo stesso tempo, la voce, le movenze, il modo in cui pronunciava il
suo nome.
“Si è rigenerato.” lo disse senza neanche rendersene
realmente conto, spezzando il silenzio che era caduto tra loro.
“Lo so!” le confermò e per un attimo tremò, lui poteva
ancora sentirlo, poteva ancora sentire cosa significava rigenerarsi, deglutì
lentamente.
“Tu puoi…” tentò di chiedergli ma, aveva paura di sentire
la risposta.
“Solo un eco… leggero ma pur
sempre intenso.” Disse con calma avvicinandosi, Rose si coprì la bocca con le
mani trattenendo le lacrime, il Dottore si avvicinò ulteriormente stringendola
al petto. Si aggrappò a lui, al suo corpo cercando di calmare i suoi pensieri,
cercando di non pensare al suo dolore.
La strinse a sé più che poteva, cercando di colmare il
dolore e il vuoto che riusciva a percepire da quando si era svegliato.
Il suo alterego si era rigenerato, e non era stato per
niente facile, stranamente riusciva a percepire la sua paura, e il desiderio di
rimanere legato a quella reincarnazione, al suo bisogno di poter rivedere
almeno per l’ultima volta la sua preziosa Rose, la donna che gli aveva cambiato
la vita per sempre, quella stessa donna a cui aveva rinunciato, per donarle una
vita normale.
Si concentrò sul fatto che Rose era lì con lui, e che la
stava stringendo a sé per tranquillizzarla.
“Era solo… perche era solo?” chiese lei tra le lacrime,
continuando ad aggrapparsi a lui.
“Non lo so Rose, non lo so.” Le rispose continuando a
cullarla per farla calmarla.
“Mi dispiace, mi dispiace così tanto per lui.” Continuò a
dirlo tra i singhiozzi, il Dottore le baciò la testa, chiuse gli occhi e
respirò lentamente.
“Sarà stato così spaventato, perché non c’era nessuno con
lui che potesse aiutarlo?” continuò a chiedere, le prese il viso tra le mani
allontanandola un po’ dal suo petto, la guardò dritto negli occhi, con i
pollici asciugò le lacrime che scendevano copiose sulle guance.
“Lui non è mai stato solo, ha sempre avuto una parte di
te.” Le disse con calma, sperando di calmarla.
“Anche prima, tu sei stata sempre accanto a noi, in ogni
momento, e saperti a sicuro e felice l’ha fatto sentire in pace con se stesso.”
Continuò con il cuore che scoppiava d’amore per questa splendida ragazza.
“Sul serio?” chiese con la voce tremante, annuì
sorridendole dolcemente, la strinse nuovamente a sé.
Arrivarono a lavoro insieme come sempre, ma quel giorno
Rose era molto silenziosa. Era passato qualche giorno in relativa tranquillità,
non parlarono più di quella notte, non parlarono più del ricordo di Rose, e
della rigenerazione.
Rose sembrava la stessa anche se più stressata e stanca a
causa del lavoro, all’entrata li raggiunse Chris.
“Per fortuna sei già qui!” disse avvicinandosi, il
Dottore sollevò gli occhi al cielo, era inutile, pur sapendo che non c’era
stato nulla con Rose, la sua presenza lo infastidiva.
“Buongiorno anche a te Chris.” Gli rispose Rose un po’
scontrosa cosa che divertì molto il Dottore, in quei giorni Pete era assente
per lavoro, e Rose e Chris avevano dovuto lavorare il doppio, e soprattutto
avevano lavorato insieme, cosa che rendeva il Dottore ancora più nervoso.
“Scusa, ma vorrei rivedere con te alcuni punti della
riunione di oggi, prima che arrivino anche gli altri.” Continuò il ragazzo, la
ragazza deglutì chiudendo gli occhi, sembrava che aveva qualcosa che non
andava.
“Senti Chris, abbiamo riguardato quegli appunti per ore
ieri sera, e sinceramente sono stanca, quindi ti pregherei di lasciarmi in
pace, ok?” continuò lei sempre più scontrosa, questo era ancora più strano, la
ragazza se ne andò lasciando i due sbigottiti per il suo comportamento.
“Cosa le prende?” chiese al Dottore. Certamente questo
non era il comportamento abituale di Rose, qualcosa non andava e lui voleva
capire cosa.
“Non ora Chris.” Disse ignorando la sua domanda e corse a
raggiungere Rose.
“Ehi, tutto bene?” le chiese una volta raggiunta, lei
sbuffò.
“Certo che sto bene, perché non dovrei stare bene.” Disse
un po’ seccata, il Dottore le prese il braccio e la fece voltare, guardandola
negli occhi.
“Che ti sta succedendo, di solito sono io che faccio lo
scontroso o il maleducato.” Disse fissandola, la ragazza sbuffò e si passò una
mano sul viso.
“Lo so, scusa!” disse sospirando.
“Cosa ti succede?” chiese ancora il Dottore con calma.
“E solo che mi sento stanca e soffro di mal di testa.”
Spiegò la ragazza con la voce stanca.
“Mal di testa, ancora, anche ieri lo avevi.”osservò lui,
riflettendo.
“Lo so, speravo che stamattina mi passasse ma continua a
infastidirmi.” Si lamentò lei.
“Dovresti riposarti un po’, dico sul serio sono giorni
che lavori fino a tardi, e la notte ti agiti nel sonno.” Disse invece il
Dottore, lei sbuffò stancamente.
“Lo so, lo so, ma con mio padre fuori sede non posso
permettermi di fermarmi. Per fortuna stasera torna, almeno domani riposerò un
po’.” Disse con calma e appoggiando le mani sul petto del Dottore.
“Mi prometti che stasera ci rilasseremo, magari davanti a
un film?” le propose cingendole la vita.
“Se mio fratello non ci saltella attorno, ci proverò.”
Accettò lei sorridendogli.
“Tranquilla, penserò io a tuo fratello.” Disse
ricambiando il sorriso, Rose lo guardò un attimo.
“Sai che non puoi chiuderlo a chiave in una stanza come
hai fatto una volta con mamma, vero?” la chiese retoricamente.
“Prometto che non chiuderò tuo fratello in una stanza
della casa.” Le rispose solennemente.
“E neanche mamma.” Aggiunse lei, a quel punto il Dottore
sbuffò, Rose sorrise appoggiandogli un piccolo bacio sulle labbra, per poi
insieme raggiungere i loro uffici, mano nella mano.
Il Dottore se ne stava nel suo ufficio, seduto
comodamente alla sua sedia, gli occhiali appollaiati sul naso, annoiato mentre
aspettava che il suo computer finiva di elaborare gli ultimi oggetti che aveva
catalogato.
Si ritrovò a pensare a Rose e alla loro storia, non
riuscivano mai a starsene in tranquillità, e non avevano più parlato della possibilità
di andare a vivere insieme, Rose continuava a evitare l’argomento, non ne
capiva il motivo, infondo era come se già vivessero insieme, ogni notte
dormivano insieme, solo che non avevano una loro intimità, una tranquillità
domestica che poteva avere sicuramente vivendo in un appartamento solo loro
due.
Uno dei suoi assistenti, si avvicinò distraendolo dai
suoi pensieri, gli consegno un pacco indirizzato a lui, s’insospettì non capiva
come poteva essere possibile una cosa del genere, a parte Rose e la sua
famiglia non conosceva nessun altro in questo mondo, quindi chi poteva
mandargli quel pacco. Lo guardò con attenzione incuriosito, lo aprì con
circospezione, dentro trovò un dischetto giallo, simile a quello che Rose aveva
usato per passare il vuoto e raggiungerlo, solo che questo sembrava modificato
in qualche modo, sotto il dischetto, un foglio con qualcosa stampata sopra.
Salto
intergalattico, fanne un buon uso!
Non capiva il senso di quella frase, non capiva chi
poteva mandargli una cosa del genere e soprattutto per quale motivo.
I suoi pensieri furono interrotti, quando vide Jackie e
Tony entrare atrio della sua sezione posò il dischetto dentro il pacco e si
alzò togliendosi gli occhiali.
“Jackie!” la chiamò avvicinandosi, Tony non appena lo
vide gli corse tra le sue braccia.
”Eccoti, ti stavo cercando.” Disse la donna.
“E’ successo qualcosa?” chiese di fretta.
“No, tranquillo, cercavo Rose ma, Ianto mi ha detto ch’è
in riunione.” Si lamentò la donna, il Dottore già s’immaginava la scena in cui
Jackie se la prendeva con Ianto, perché non poteva parlare a Rose.
“Sì, credo che ne avrà per tutto il resto del
pomeriggio.” Si lamentò anche il Dottore, preoccupato della salute di Rose.
“Comunque volevo dirle che suo padre stasera non
rientrerà, ma arriverà domani nella mattinata.” Spiegò la donna contrariata
anche per quello.
“Come mai?” chiese incuriosito il Dottore.
“Non lo so, credo abbia che fare con quell’incontro d’affari, ma non ho capito bene.”
Gli spiegò confusamente, non nascondendo il suo fastidio.
“Inoltre, volevo dirle che stasera Tony ed io passeremo
la notte da mia madre.” Continuò la
donna, il Dottore la guardò sorpreso, avrebbero avuto quella casa tutta per
loro? Gli sembrava piuttosto strano.
“Hai capito bene, stasera sarete tu e Rose da soli.” Affermò ancora Jackie
leggendo il dubbio sul viso del Dottore.
“E vedi di non sprecare anche quest’occasione, intesi?”
gli disse puntandogli il dito contro, mettendolo in forte disagio come sempre.
“D… D’accordo!” disse sorpreso e intimorito allo stesso
tempo, Jackie prese in braccio Tony.
“Ci vediamo domani mattina.” Disse per poi andare via,
non lasciando il tempo al Dottore di controbattere. Ancora stordito tornò al
suo ufficio, ripetendosi mentalmente che lui e Rose avrebbero avuto l’interna
villa solo per loro, per un intera notte, alla decima volta che lo ripeteva venne
colto da un illuminazione.
Rose rientrò a casa stanca e stressata con il maledetto
mal di testa che non accennava a diminuire nonostante aveva preso l’aspirina,
le luci erano tutte spente, e lo trovò molto strano.
“Sono tornata!” disse guardandosi attorno mentre si
toglieva la giacca.
“Mamma? Dottore?” chiamò a grande voce, accese la luce
nel salone, Tony non era corso ad abbracciarla come sempre, ma forse il Dottore
gli stava raccontando qualche storia. Decise di andare in biblioteca, ma era
vuota, non c’era né il Dottore né Tony, il caminetto era anche spento,
nonostante fuori c’era freddo.
“Non c’è nessuno?” chiese preoccupata, guardandosi
attorno. Decise di salire ai piani superiori, per fortuna sentì della musica
venire dalla sua camera, sicuramente il Dottore e Tony erano lì, entrò in
camera ma a parte lo stereo acceso non c’era nessuno, entrò in bagno perché
c’era la luce accesa, e rimase piacevolmente sorpresa da quello che vide.
“Che sta succedendo?” chiese facendo saltare il Dottore
dalla sorpresa, impegnato ad accendere delle candele.
“Rose, sei in anticipo.” Disse sorpreso, la ragazza si
guardò attorno, il Dottore aveva sparso la stanza di candele profumate, aveva
salito in un secchiello di ghiaccio una bottiglia di vino e due bicchieri,
inoltre stava preparando l’acqua per un bagno caldo.
“Che stai facendo?” chiese sorridendo, il Dottore si
guardò attorno, si avvicinò a lei soddisfatto.
“Ti piace?” le chiese con un sorriso che non finiva più.
“Così ti rilassi un po’.” Continuò.
“Dove sono tutti?” chiese invece lei.
“Ecco, tuo padre tornerà domani e tua madre a portato
Tony da tua nonna.” Le rispose avvicinandosi di più, le diede il bicchiere e
aprì la bottiglia di vino. Rose non riusciva a crederci, erano da soli, iniziò
a capire le intenzioni del Dottore, e doveva ammettere che non gli dispiaceva
per niente l’idea.
“Siamo soli quindi?” chiese per avere conferma.
“Soli, soletti, per l’intera notte.” Le rispose mentre le
versava il vino nel bicchiere, Rose sorrise, brindarono sorridendosi e
sorseggiarono un po’ di vino.
“Uhm… candele profumate, musica soft, luci soffuse,
vino…. Stai cercando di sedurmi Dottore?”
chiese con ironia, mentre lui le cingeva la vita con un braccio,
accorciando le distanze tra loro.
“Non è una cattiva idea, no?” chiese invece lui con
ironia, sfiorandole le labbra, Rose tremò, amava sentirlo così vicino a lei.
“No, credo sia un’idea fantastica.” Disse lei in un
sussurro, il Dottore le sorrise e poi la bacio con passione.
Non fecero subito l’amore, volevano godersi in
tranquillità quella serata, si tolsero i vestiti immergendosi insieme dentro
l’acqua calda della vasca, Rose appoggiò la sua schiena contro quella di lui,
rabbrividendo a quel contatto, ogni volta che si sfioravano o si toccavano, un
implosione di emozioni l’attraversavano.
Rimasero in quel modo per un po’, parlando con
tranquillità delle loro avventure, Rose si rilassò completamente, lasciando
scorrere via tutte le tensioni e preoccupazioni di quei giorni, si concentrò
sul Dottore che le accarezzava la pelle con delicatezza, sul suono della sua
voce che tradiva la sua felicità, sulla loro forte alchimia che li ha sempre
distinti.
“Allora come va il tuo mal di testa?” chiese con calma
lui, la ragazza sospirò accocolandosi di più a lui.
“E’ sempre presente, ma sta decisamente diminuendo.” Disse
con calma, tenendo gli occhi chiusi.
“Bene, allora il mio piano sta funzionando.” Continuò lui
con ironia.
“Sicuramente.” Confermò lei bevendo un altro sorso di
vino dal bicchiere.
“Come ti è venuto in mente tutto questo?” chiese
rigirandosi nella vasca per guardarlo.
“Che cosa credi che non sia a conoscenza delle tecniche
umane per il rilassamento, dopo una giornata di stressante lavoro?” chiese
soddisfatto.
“Beh ripeto nel dire che tutto questo è davvero
meraviglioso.” Gli disse e lo baciò con una passione sempre più crescente.
Il Dottore la strinse a se, immergendola di più nella
vasca, ma qualcuno suonò il campanello di casa, prima di poter approfondire il
“discorso”.
“Non andare ad aprire.” Lo pregò quando lo vide muoversi.
“Potrebbe essere la cena, non preoccuparti continua a
rilassarti, vado io.” Disse mentre si metteva l’accappatoio.
“Che cosa hai ordinato?” chiese lei prima che lui uscisse
dal bagno.
“Italiano, so che ti piace.” Le rispose per poi uscire.
Rose si morse il labro felice di quella serata con il suo Dottore, si appoggiò
alla vasca immergendosi di nuovo nell’acqua.
Il Dottore pagò il fattorino, appoggiò il cibo sul tavolo
della sala da pranzo, dove aveva già apparecchiato, accese, le due candele
sistemante sul tavolo, sistemò le cibarie nei piatti e corse dalla sua Rose,
ansioso di continuare quella serata.
“Rose, puoi uscire dall’acqua, la cena è servita.” Disse
mentre spegneva lo stereo, ma la ragazza non rispose.
“Rose, non ti sarai mica addormentata.” Disse
avvicinandosi, ma quando superò la soglia del bagno, ciò che vide lo
terrorizzò, la ragazza era inerme immersa nella vasca da bagno priva di sensi,
e dal naso gli usciva un po’ di sangue.
“Rose!” urlò correndo verso di lei, la prese tra le sue
braccia mettendola fuori dall’acqua, il respiro e il battito si stavano
indebolendo, il sangue che le usciva dal naso non prometteva nulla di buono.
“Rose, riprenditi Rose.” Tentò di chiamarla scuotendola
un po’, ma la ragazza non rispondeva, con una mano prese nei pantaloni il suo
cellulare, compose il numero e chiamò.
“Sono io, Rose sta male, dobbiamo portarla
nell’infermeria del Torchwood.” Disse di fretta, mentre con l’altro braccio
continuava a tenerla.
“In ospedale non saprebbero che fare… muoviti.” Urlò alla
fine, staccando il telefono e ributtandolo sul pavimento.
“Non preoccuparti, risolveremo tutto questo.” Disse
alzandosi mentre continuava a tenerla, la coprì con un asciugamano e la distese
sul letto, mentre lui si cambiava. Purtroppo c’era una sola spiegazione a tutto
quello, e lui doveva trovare assolutamente una soluzione, o avrebbe perso la
sua Rose, per sempre, e non poteva permetterlo.
Fine
Capitolo XI
Note finali: Fino all’ultimo ero indecisa o meno se inserire questo
finale, ma alla fine l’ho lasciato, a voi il giudizio, spero che continuerete a
seguirmi, alla prossima.
Spazio Recensioni:
LaTuM: Non preoccuparti se non hai recensito il capitolo
precedente ;)sono davvero contentissima di sapere che questa storia continua a
piacerti e che soprattutto quel capitolo ti sia piaciuto così tanto, devo ammettere
che ho amato molto scrivere quella parte, in fondo è il sogno di tutte noi fan
di questa meravigliosa coppia.
Little Fanny: Ahahah hai
ragione avrei dovuto avvertirti XD… anche io mi
immaginavo Chris che poverino (si fa per dire) si mangia le mani (è incredibile
l’ho creato io e lo odio profondamente XD. No, naturalmente la storia dell’alieno
non finiva in quel modo, anche se inizialmente non volevo allingarmi
troppo con questa storia, ma del resto quei due non hanno mai avuto vita
facile, perché la dovrebbero avere adesso, in fondo lavorano per il Torchwood.
Cmq spero che anche questo capitolo ti piaccia.