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Autore: Fiamma Drakon    15/11/2010    1 recensioni
Tre brevi shot incentrate su tre diverse forme d'arte.
01. Musica: the apogee of perfection [Ciel Phantomhive, Sebastian Michaelis] - «Ha sbagliato le ultime tre note, signorino».
02. Fotografia: modern way of painting [Grell Sutcliff, Sebastian Michaelis - Sebastian/Grell] - «Sebastiàn vorresti posare per me?».
03. Recitazione: yourself expression [Ciel Phantomhive, Grell Sutcliff, Sebastian Michaelis] - «La recitazione è inutile».
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Ciel Phantomhive, Grell Sutcliff, Sebastian Michaelis
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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3_Recitazione - Yourself expression La sala adibita alla musica era stata non tanto relegata, quanto piuttosto trasformata in una sala prove.
La cosa che però era più strana, era che non c’era una squadra di giovani attori in fase di “allenamento” per uno spettacolo all’interno, bensì il giovane padrone di casa - il conte Ciel Phantomhive - ed il suo fedele maggiordomo, Sebastian Michaelis, che per l’occasione si era spogliato delle vesti di servitore per indossare quelle di tutore privato di recitazione. Difatti, indossava un completo da insegnante piuttosto verosimile, composto di una lunga giacca beige aperta sul petto - fasciato da un gilet marrone - e di un paio di pantaloni neri.
Un paio di occhiali professionali completavano l’effetto, assieme al lungo ciuffo di capelli sul lato sinistro del volto, sistemato con accortezza dietro l’orecchio.
Ciel, con un libretto in mano, stava leggendo un passo di un copione teatrale molto famoso, la voce venata di una leggera irritazione mista ad un soffuso tentativo di enfatizzare le parole che gli scivolavano fuori delle labbra ininterrotte, senza alcuna cadenza precisa.
«Signorino... potrebbe dedicarsi con un poco più di energia alla cosa?» chiese Sebastian, senza perdere né flemma né compostezza, dando un’inflessione velatamente esasperata alla propria voce.
Il conte si zittì alcuni attimi, poi riprese a leggere dall’inizio, obbedendo in piccola parte alla richiesta.
In realtà, non capiva il senso di quel corso di recitazione: non aveva certo intenzione di divenire un attore! Una buona recitazione, nel lavoro che svolgeva lui - ossia dirigere la compagnia Phantom - non era una componente così essenziale.
Eppure, il suo maggiordomo non aveva ammesso alcun genere di repliche: «È importante che anche lei abbia un poco di dimestichezza con la recitazione: non sa mai quando potrebbe esserle utile» aveva detto, e subito dopo l’aveva portato in quella stanza, entro la quale erano chiusi da quasi un’ora e mezza, a ripetere sempre le stesse frasi.
Si stava stancando, ma sapeva che finché non fosse stato Sebastian quello stanco - di sentirlo puntualmente sbagliare, dato che stanchezza fisica non ne poteva accusare per sua stessa natura - non avrebbe abbandonato quella sala.
«Signorino» lo interruppe di nuovo il demone «Vado a prepararle il thé pomeridiano. Riprenderemo dopo» aggiunse, quindi si congedò con un rapido inchino.
Ciel rimase in piedi dov’era fino a quel momento stato, il libretto ancora saldamente in mano.
Dopo qualche minuto, decise di riprendere a provare, giusto perché Sebastian, quando avesse fatto ritorno, l’avesse trovato impegnato in qualcosa che reputava costruttivo - e anche perché magari, vedendo una finta buona volontà, avrebbe deciso di finirla lì con quell’inutile corso.
Mentre era lì a rileggere la parte, la porta si spalancò di schianto e vi apparve la slanciata, rossa figura di Grell.
Da dov’era arrivato - o da quanto fosse in giro per casa sua - non ne aveva la più pallida e remota idea.
«Non è così che si recita!» esclamò lo shinigami, indignato, avanzando nella stanza.
Raggiunse il conte con poche, lunghe falcate accompagnate dal caratteristico rumore dei tacchi dei suoi stivali, quindi gli si fermò affianco e si chinò a fissarlo dritto negli occhi puntellando le mani sui fianchi.
«Non vi hanno insegnato niente?!» sbottò.
«La recitazione è inutile» asserì Ciel, accalorandosi: nessuno poteva insinuare che fosse un ignorante e sperare di passarla liscia.
«Non serve a niente far pratica di recitazione: fingere è una dote innata propria di tutti gli esseri umani» proseguì, in tono glaciale.
Grell riacquisì la postura eretta e spostò la lunga chioma rossa dietro le spalle con un gesto - molto femminile - di vanitosa superiorità, quindi si rivolse al conte: «Imparare a recitare, moccioso, contribuisce a dar maggior credibilità alla tua finzione. Inoltre, recitare non serve solo a saper mentire in modo convincente: la recitazione è anche un modo per esprimere noi stessi!».
Il tono con cui gli aveva parlato era quello tipico di chi  la sapeva lunga in merito.
Il Phantomhive lo guardò con arrogante disprezzo, senza replicare niente: semplicemente, non considerava l’affermazione degna di particolari attenzioni.
«Dai qua!» esclamò lo shinigami all’improvviso, strappandogli dalle mani il libretto.

«Signorino, il suo th...».
Sebastian s’interruppe quando, aperta la porta, si materializzò innanzi ai suoi occhi una scena che mai si sarebbe aspettato di vedere: Grell in ginocchio, con il copione in una mano e l’altra che stringeva quella del conte, in piedi innanzi a lui.
Il tutto dava l’idea di una dichiarazione d’amore in vecchio stile... e certamente, la parte di Giulietta che stava leggendo non contribuiva a dare impressione migliore al maggiordomo, la cui mente formulò un unico e tutto sommato logico pensiero: «Ma da quando era la donna ad inginocchiarsi ai piedi dell’uomo?».





Angolino autrice
E con questa shot (che, sinceramente, non credo mi sia uscita tanto bene .-.) la raccoltina termina ^^''
Come si suol dire, breve ma intensa ^^ (si fa per dire ù-ù).
Ringrazio dal più profondo del cuore Lady Phantomhive13 per le recensioni e chi ha aggiunto la fic alle preferite/ricordate/seguite.
Alla prossima! Bye bye!
F.D.
   
 
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