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Autore: bloodingeyes    15/11/2010    1 recensioni
Monaldo desiderava l’amore del suo popolo, perché sapeva che un re a cui manca questo non è un re: è un tiranno. E lui non voleva essere come suo padre, non voleva affamare la propria gente per farsi bello agli occhi degli altri regnati. Voleva la felicità e la tranquillità, non voleva le guerre. Ma suo fratello Argo continuava a comportarsi come se la sua unica ragione di vita ora fosse servirlo, come se fosse diventato il suo cameriere. Non lo aveva più chiamato fratello da giorno dell’incoronazione e non si era più comportato come tale da allora. E da quando quella corona si era posata sulla testa di Monaldo il suo cuore aveva preso a sanguinare incessantemente, perché gli era stato donato un regno, un popolo che lo amava e tante altre cose splendide ma aveva perso i genitori e suo fratello non era più suo fratello.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pila di pietre

Era tradizione che il corpo di un re morto venisse seppellito senza che il popolo partecipasse ma Argo diede ordine che tutta la gente potesse assistere al funerale di Monaldo. Il corpo del giovane venne posato su degli scudi e portato a spalla dai suoi generali migliori fino al cimitero, mentre i soldati tenevano lontani i cittadini che tentavano di avvicinarsi alla salma per toccarlo o vederlo un’ultima volta. Il giovane re venne posato nella sua fossa ancora sopra gli scuri, che erano stati riempiti di petali per profumarlo e tenerlo comodo, come a simulare un letto. Fra le mani intrecciate al petto il giovane teneva stretta la sua spada e al fianco aveva il suo pugnale. Era stato vestito con il suo vestito più semplice e più bello e i suoi capelli si aprivano come un aureola fra i fiori. La sua corona era posata sulla testa di Argo che di tanto in tanto la sfiorava e si tratteneva a stento dal piangere. Come da tradizione, ogni cittadino libero poteva impilare un sasso sulla tomba del defunto per commemorarlo, come pegno del proprio affetto. Le pile di sassi di molti re non arrivavano all’altezza di un metro, invece sopra la tomba di Monaldo vennero impilate così tante rocce da formare una piccola montagna. Il popolo aveva amato il suo re e tutti lo piangevano e l’avrebbero pianto per molto tempo avvenire.

Quando, il giorno seguente il funerale, il nuovo re Argo si affacciò dal balcone per la prima volta, non furono molte le urla di giubilo, erano ancora tutti in lutto per la morte di Monaldo ma quando il nuovo re mostrò al popolo suo figlio tutti rimasero a bocca aperta

-Questo è il mio figlio primogenito- annunciò con voce forte e chiara Argo, anche se aveva le lacrime agli occhi -e il nome con cui lo chiamerete sarà Monaldo, in onore di suo zio, il re che tutti abbiamo amato, che amiamo e che ameremo per sempre - strinse al petto il bimbo in fasce e lo baciò sulla fronte –in tuo onore fratello- sussurrò –vorrei che l’avessi potuto vedere almeno una volta- ma il giovane re non avrebbe mai visto suo nipote e Argo tornò alla sua famiglia e al suo nuovo trono.

Fine

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Dedico questa storia a mio fratello (non è morto tranquilli!)

Ti posso bisfrattare, insultare, farti piangere e romperti le palle, ma solo io posso farlo. TVTB =)


Ed è anche in onore della mia contrada: Rione San Paolo di Ferrara. L'aquila sulla ruota per sempre!



            Se avete cinque minuti per lasciarmi un commento mi farete molto felice. Grazie a tutti bye!!!
   
 
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