Pila
di pietre
Era tradizione che
il corpo di un re morto venisse seppellito senza che il popolo
partecipasse ma
Argo diede ordine che tutta la gente potesse assistere al funerale di
Monaldo.
Il corpo del giovane venne posato su degli scudi e portato a spalla dai
suoi
generali migliori fino al cimitero, mentre i soldati tenevano lontani i
cittadini che tentavano di avvicinarsi alla salma per toccarlo o
vederlo
un’ultima volta. Il giovane re venne posato nella sua fossa
ancora sopra gli
scuri, che erano stati riempiti di petali per profumarlo e tenerlo
comodo, come
a simulare un letto. Fra le mani intrecciate al petto il giovane teneva
stretta
la sua spada e al fianco aveva il suo pugnale. Era stato vestito con il
suo
vestito più semplice e più bello e i suoi capelli
si aprivano come un aureola
fra i fiori. La sua corona era posata sulla testa di Argo che di tanto
in tanto
la sfiorava e si tratteneva a stento dal piangere. Come da tradizione,
ogni
cittadino libero poteva impilare un sasso sulla tomba del defunto per
commemorarlo, come pegno del proprio affetto. Le pile di sassi di molti
re non
arrivavano all’altezza di un metro, invece sopra la tomba di
Monaldo vennero
impilate così tante rocce da formare una piccola montagna.
Il popolo aveva
amato il suo re e tutti lo piangevano e l’avrebbero pianto
per molto tempo
avvenire.
Quando, il giorno
seguente il funerale, il nuovo re Argo si affacciò dal
balcone per la prima
volta, non furono molte le urla di giubilo, erano ancora tutti in lutto
per la
morte di Monaldo ma quando il nuovo re mostrò al popolo suo
figlio tutti
rimasero a bocca aperta
-Questo è il mio figlio primogenito- annunciò con voce forte e chiara Argo, anche se aveva le lacrime agli occhi -e il nome con cui lo chiamerete sarà Monaldo, in onore di suo zio, il re che tutti abbiamo amato, che amiamo e che ameremo per sempre - strinse al petto il bimbo in fasce e lo baciò sulla fronte –in tuo onore fratello- sussurrò –vorrei che l’avessi potuto vedere almeno una volta- ma il giovane re non avrebbe mai visto suo nipote e Argo tornò alla sua famiglia e al suo nuovo trono.
Fine
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Dedico questa storia a mio fratello (non è morto tranquilli!)
Ti posso bisfrattare, insultare, farti piangere e romperti le palle, ma solo io posso farlo. TVTB =)
Ed è anche in onore della mia contrada: Rione San Paolo di Ferrara. L'aquila sulla ruota per sempre!
Se avete cinque minuti per lasciarmi un commento mi farete molto felice. Grazie a tutti bye!!!