Serie TV > Gossip Girl
Segui la storia  |       
Autore: Melanyholland    15/11/2010    4 recensioni
Non aveva mai pensato di innamorarsi. Di certo non credeva di esserlo già.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blair Waldorf, Chuck Bass
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
New Page 1

Capitolo Tre

 

 

A true lover does not desire to embrace in love anyone except his beloved.

(2x03)

   

Da quando l’aveva rivista, Chuck non riusciva a pensare ad altri che a Blair. Con la pelle abbronzata e i capelli rischiarati dal sole, era semplicemente da togliere il respiro, il ritratto della bellezza estiva. Il contrasto con l’abito bianco del White Party aveva fatto risaltare ancora di più la sua carnagione bronzea e Chuck avrebbe tanto voluto spogliarla del vestito e ricoprirla di baci fino a toccare i punti dove la pelle era ancora candida.

Il pensiero che quel privilegio probabilmente l’aveva avuto il Piccolo Lord lo faceva ribollire di rabbia e rimpianto. Tre parole, sette lettere, dille e sono tua. Chuck avrebbe potuto averla, ma per la prima volta nella sua vita, il prezzo richiesto era stato troppo alto per lui.

Non per questo si era arreso, ovviamente. Blair era sua, non importava con che bambolotto decidesse di giocare e quel tizio non era degno di lei, titolo o non titolo. Non era abbastanza uomo nemmeno per vincere contro di lui una sciocca partita di squash.

Purtroppo Chuck aveva scoperto di aver puntato sul cavallo sbagliato quando aveva coinvolto la duchessa. Era ancora stupito che Blair fosse riuscita ad entrare nelle grazie di quella donna, che Chuck aveva classificato come una stronza con la “S” maiuscola al primo sguardo. La sua Blair era davvero una ragazza piena di sorprese.

Sospirò, facendo scorrere pigramente lo sguardo per il locale. Finché non fosse riuscito a riavere Blair sotto le lenzuola, poteva scaricare la tensione con qualche innocua avventura, tenersi in forma. Non fu difficile trovare una donna che ricambiasse la sua occhiata con un sorriso seducente e dopo un paio di drink, Chuck si ritrovò con la lingua della tizia infilata in bocca.

Escludendo l’unica ovvia eccezione alla regola, di solito Chuck non perdeva tempo con troppi preliminari; era sempre pronto all’azione e quanto alla sua partner, beh, lui era Chuck Bass, alle donne bastava l’idea di farlo con lui per eccitarsi. Ma quella sera, mentre la tizia gli si agitava in grembo, Chuck non si sentiva pronto affatto ed era la prima volta che accadeva da quando, a dodici anni, aveva scoperto le allettanti gioie del sesso. Provò a metterci più entusiasmo: cominciò a succhiarle il collo e a palparle le tette con fervore, ma cinque minuti dopo era stufo e ancora bloccato. Il pensiero di poter avere un problema lo fece inorridire e quindi decise che la colpa era solo di quella sgualdrina da quattro soldi. Evidentemente, non ci sapeva fare –e pazienza se, per quanto goffa e inesperta, non c’era mai stata donna che non fosse riuscito a scoparsi-. La cacciò via, ignorando le sue proteste e i suoi insulti, e uscì dal separè per scandagliare di nuovo la folla alla ricerca di una conquista più appetibile.

“Che ti prende?” gli chiese stizzita la terza ragazza della serata che, dopo svariati minuti di palpeggiamenti infruttuosi, era tutta scarmigliata, con la gonna raccolta  intorno alla vita a mostrare le mutandine di nylon giallo e i grossi seni scoperti che facevano capolino dal top sbottonato. Chuck era sempre più confuso e irritato: non provava alcun desiderio nel vedere le nudità di lei, non sentiva alcun inturgidimento, sebbene la ragazza gli si fosse strusciata contro e lo avesse accarezzato con abile efficienza, e il sapore di lei gli faceva uno strano effetto in bocca, era dolciastro e nauseante, il gusto di una mela marrone e guasta. Non aveva mai vissuto un’esperienza così sgradevole e disturbante in anni di scopate occasionali, e dire che c’erano state mattine in cui, smaltiti gli effetti di droghe e alcol, si era ritrovato accanto sgualdrine da quattro soldi di rara bruttezza, ma comunque sazie e appagate.

Udirla dare voce allo stesso interrogativo che gli ronzava in testa minaccioso alimentò la sua collera finché non lo travolse, facendogli perdere il controllo.

“Forse ho fatto indigestione di puttanelle per stasera.” ribatté crudelmente, per scaricare la rabbia su qualcuna. Schivò lo schiaffo,  ma  a colpirlo duramente fu la consapevolezza che il problema non erano le ragazze.

Il che era inconcepibile. Lui era Chuck Bass, accidenti, certe cose non succedevano a lui. Era come aspettarsi che Nathaniel avesse un colpo di genio; o che Blair smettesse di fare la stronza.

Blair. La immaginò con i boccoli scuri sparsi sul sedile della limousine, gli occhi luccicanti di malizia e un sorriso sornione sulle labbra tumide, arrossate; si figurò le curve delicate del suo corpo nudo, i piccoli seni a punta, il ventre liscio e abbronzato, la linea morbida del bacino, quel neo sulla coscia sinistra, minuscola, deliziosa imperfezione della pelle immacolata, che gli bastava sfiorare con le labbra per farla fremere; la sentì sospirare, gemere e invocare il suo nome in estasi.

Chuck sorrise, accogliendo con sollievo il ritorno alla normalità.

Non poteva essere suo il problema, se solo pensare a Blair aveva risolto tutto.

    

 

Every act of a lover ends in the thought of his beloved.

(2x04)

 

“Tutta sola, Waldorf?”.

Chuck sorrise soddisfatto, per nulla turbato dallo sguardo torvo che Blair gli stava rivolgendo, seduta sugli scalini del Met. Era piuttosto fiero di sé per i risultati ottenuti. Il piano per detronizzare la sua ex era stato un successo, in effetti una delle sue manipolazioni più brillanti. La rivalsa di Serena era stato uno spettacolo: la tenera perfidia con cui aveva mandato via Blair, avvolgendole quel foulard al collo come se fosse il suo cagnolino, gli aveva fatto provare un moto di compiacimento e orgoglio.

Ovviamente non verso la sua cara sorellina, ma verso se stesso. Farla passare da dolce amica del cuore a spietata vipera traditrice nel giro di un paio di giorni era stato un prodigio che solo lui poteva fare. Chuck era sempre più convinto di essere assolutamente geniale.

“Avevo voglia di stare per conto mio. Quindi, se non ti dispiace…”. Blair sventolò la mano per scacciarlo, facendo scintillare l’anello di rubini alla luce del sole. Naturalmente, Chuck ignorò il gesto sprezzante.

“Davvero?” ribatté, con voce carica di incredulità e scherno. “Buon per te. Perché se stai aspettando le ragazze, mi dispiace dirti che con verranno”. Ghignò quando la vide spalancare gli occhi per la sorpresa. Fu un solo istante prima che si ricomponesse e tornasse algida e sicura, ma un istante era più che sufficiente perché lui lo notasse.

“Serena ha deciso che pranzeranno ai tavoli del cortile, oggi. Per dare fastidio ad Humphrey, ne sono certo. Quella ragazza mi piace ogni giorno di più.” aggiunse, imprimendo nel tono il giusto grado di ammirazione e trasporto e fu lieto di vederla stringere le labbra e irrigidirsi, lo sguardo ricolmo di risentita collera. Gelosa, Blair?

“Bene, allora perché non vai a tormentare lei?” .

Chuck si piegò su un ginocchio per essere alla sua stessa altezza, nella posa di un cavaliere devoto di fronte alla sua amata regina. Almeno, quello era il paragone che sarebbe subito venuto in mente a Blair, come lui sapeva perfettamente.

“Perché tu resti la mia preferita.” sussurrò con voce carezzevole e le prese con delicatezza la mano per posarvi un lungo, intenso bacio, senza mai distogliere lo sguardo dagli occhi di lei. Vulnerabilità, turbamento e desiderio di credergli si avvicendarono nel castano prima che Blair sfilasse la mano dalla sua con un gesto fin troppo brusco.

“Bella battuta a effetto, Bass. Scommetto che l’hanno sentita almeno una dozzina di altre ragazze prima di me.”

“Sai che non è così.” ribatté lui, senza esitare e senza smettere di guardarla. Blair fu di nuovo incerta per qualche istante, ma la testardaggine e l’orgoglio ebbero di nuovo il sopravvento.

“Come ti pare. Adesso vattene.” disse decisa e si voltò ostentatamente da un’altra parte.

Chuck sospirò, alzandosi in piedi. Evidentemente, Blair aveva bisogno di un altro po’ di tempo per rendersi conto che tutti le avevano voltato le spalle e che la sua unica speranza per riconquistare il trono era lui; ma era una ragazza sveglia e ci sarebbe arrivata. Chuck doveva solo aspettare e stare a guardare.

Lei soprattutto, ovvio. E a quel proposito:

“Carina la collana, Waldorf. Tiffany?” chiese con educata curiosità e indugiò con lo sguardo in modo tutt’altro che educato sulle perle che ricadevano in modo dilettevole proprio sul rigonfiamento del seno. Blair tornò a rivolgersi a lui e si rese conto immediatamente di ciò che realmente Chuck stava ammirando. Dopotutto, lo conosceva bene.

“Sei un pervertito, Bass”.

Chuck sorrise vizioso, lanciando un’ultima occhiata amorevole al seno di Blair prima di poter notare le guance tinte di rosso. La facilità con cui riusciva a farla accalorare non poteva che essere un segno della forte attrazione che lei provava nei suoi confronti, considerò.

“Buona giornata, Blair.” le augurò, perché la sua non poteva essere migliore.

Mentre si allontanava, si sentì improvvisamente certo che l’avrebbe riconquistata. Non poteva essere altrimenti, perché Chuck era pronto a qualunque cosa per lei e dopo tutta la fatica che aveva fatto per ordire la sua ultima trama, il minimo che lei poteva fare era arrendersi a lui.

 

 

Love is always a stranger in the home of avarice.

(2x09)

 

 Chuck si era sentito davvero in collera con Blair quando si era accorto che lei non aveva alcuna intenzione di dirgli quelle famose tre parole. Le aveva pretese da lui, gli aveva rinfacciato la sua incapacità di pronunciarle facendo la smorfiosa col Piccolo Lord e quando era stato lui a chiederle, Blair si era tirata indietro vigliaccamente. Alla fine, Chuck aveva scoperto che nessuno di loro due era disposto ad aprirsi e la sua prima reazione era stata di rabbia.

Ma più tardi si era accorto di esserne risollevato.

Probabilmente era stato meglio così. Ufficialmente fidanzati, lui e Blair erano durati appena una settimana, l’anno prima. Il loro rapporto non era fatto di fiori e cioccolatini, ma di intrigo e gioco. Le smielate dichiarazioni da film strappalacrime semplicemente non erano Chuck e Blair.

Era andato a trovarla per spiegarglielo, dopo quell’infausto tentativo sul tetto della galleria d’arte di Brooklyn. Blair naturalmente lo aveva capito e accettato - anche se lo aveva baciato con trasporto e trattenuto disperatamente con le dita; anche se aveva pianto e aveva tentato di dirgli che non dovevano per forza andare al cinema e tenersi per mano se lui non voleva; anche se il suo sogno fin da bambina era avere al suo fianco qualcuno che facesse esattamente quelle cose-. Adesso era tutto a posto, potevano essere loro stessi. Felici forse no, ma chi lo era, in fondo? Nathaniel dichiarava il suo amore ad ogni ragazza che gli mostrasse le tette ma continuava ad essere lamentoso e insoddisfatto e Serena e il Pezzente avevano avuto più problemi che momenti gioiosi, durante la loro lunga e per Chuck inspiegabile relazione sentimentale.

Mentre terminava di prepararsi per scendere a colazione, Chuck udì strilli di giubilo provenire dalla camera di Serena. Sorrise, rendendosi conto che Blair aveva passato la notte lì.

Le due ragazze avevano l’abitudine di dormire di tanto in tanto insieme nello stesso letto da quando erano piccole e dopo la pubertà, Chuck aveva trovato quel particolare piuttosto stuzzicante. Non era raro che le vedesse nelle sue fantasie, in lingerie sexy, ad accarezzarsi, strette l’una all’altra con le belle gambe nude intrecciate e le labbra tanto vicine da cedere alla tentazione di baci segreti nell’intima oscurità della stanza.

Il sorriso divenne vizioso e decise di andare a dare un’occhiata. Se era fortunato, le avrebbe trovate ancora in biancheria da notte.

Fu fortunato e pensò che chi diceva che il modo migliore di cominciare una giornata era con una buona colazione, non aveva mai visto Blair Waldorf sdraiata sul letto con una cosetta nera semi-trasparente che lasciava ben poco all’immaginazione. Era accanto a Serena ed entrambe sfogliavano allegre una rivista, le spalle che si toccavano e i visi a pochi centimetri. Chuck ricordò di aver visto un film porno che iniziava così, una volta.

“Non avrei potuto immaginare risveglio migliore. Posso unirmi a voi?” domandò insinuante, rendendo palese la sua presenza. Aspettandosi commenti caustici in risposta, fu sorpreso di vedere Blair rivolgergli un sorriso raggiante, le guance rosse per l’euforia.

“Chuck! Ce l’ho fatta! L’anno prossimo andrò a Yale.” annunciò, festosa. Era raro vederla così vivace e gli fece piacere. Se fossero stati fidanzati, l’avrebbe presa tra le braccia e baciata con passione.

Ma non era roba per loro. Lo avevano stabilito.

“Il ricatto ha funzionato, quindi.” constatò, rivolgendole un sorriso fiero.

“Ti sbagli, Chuck. Non l’ho fatto.”

“Non ha dovuto.” s’intromise Serena, guardando affettuosa la sua migliore amica. “B. è stata grande. Ha difeso Emma e ora anche il rettore Beruby sa quanto sia speciale”.

Chuck era contento che Blair fosse riuscita ad ottenere un posto nel college dei suoi sogni senza barare. Serena aveva ragione, se lo meritava. Era una ragazza brillante e piena di risorse.

“Quindi alla fine è successo. Ti sei rammollita.” la pungolò, scuotendo la testa deluso, perché quelle erano le regole del loro gioco. Serena roteò gli occhi e Blair aggrottò le sopracciglia, infastidita.

“Per niente, Bass. L’avrei fatto, se fosse stato necessario.” ribatté freddamente e Chuck trovava davvero spassoso che lei sentisse il bisogno di difendere la sua reputazione da stronza.

“B.!” sospirò Serena, rendendosi conto che per Blair il suo discorsetto celebrativo valeva meno di una frase di disappunto di Chuck Bass. Quello lo divertì ancora di più.

“Adesso esci. Dobbiamo vestirci.” concluse Serena, indicandogli la porta.

“Oh, fate pure. A me non dà fastidio”.

Fu colpito da due sguardi irritati, uno azzurro e l’altro castano, e aggiunse, abbassando la voce in una carezza provocante:

“E nemmeno a Blair. Credimi, sorellina”.

Stavolta ottenne in risposta, oltre al suo nome pronunciato con disprezzo, un cuscino sferrato contro il petto.

Più tardi, Chuck scoprì che le due amiche erano andate a fare shopping da Bendel e Saks per festeggiare l’ammissione e il loro futuro insieme nello stesso college. Se fosse stato il ragazzo di Blair, rifletté Chuck, quella sera l’avrebbe portata a cena fuori. Avrebbero ballato, perché era una cosa che lei adorava, e poi avrebbero fatto l’amore, perché era una cosa che entrambi adoravano.

Tuttavia lui e Blair non erano pronti per quello, continuava a ripetersi per soffocare il rimpianto di non poterla tenere tra le braccia.

Era meglio così.

E il meglio, a quanto pareva, lasciava parecchio a desiderare.

 

End#3

 

 

Note dell’Autrice:

Mi scuso davvero tanto con chi segue le mie storie per i lunghi tempi di aggiornamento, ma in questo periodo passo davanti al computer tre quarti della mia esistenza per scrivere la tesi di laurea, quindi capirete che mi viene una certa nausea quando apro Word. In più (attenzione, vaghi spoiler), per quanto l’ultimo episodio di Gossip Girl mi sia per ovvi motivi piaciuto, finché quel furbo di Chuck non se la pianta di incolpare tutti (cioè, è perfino arrivato ad incolpare il fato, no dico, il fato) fuorché se stesso per i suoi errori, io mantengo alcune riserve sul suo personaggio, che pure è secondo fra i miei preferiti. Cresci, Chucky. Non è una harder truth, quella. Non so in inglese, ma in italiano lo definirei fare il paraculo.

Comunque, chiacchiere a parte, un GRAZIE gigantesco a chi ha recensito lo scorso capitolo. Non so dirvi quanto apprezzi ogni parola che mi avete scritto, sul serio.

 

Ray08: ecco, tu davvero vuoi farmi montare la testa. xD Scherzi a parte, leggere le tue righe mi fa sempre un grande piacere, grazie di cuore per tutti i complimenti e le osservazioni. Con questo aggiornamento sono passata alla seconda stagione, spero di essere riuscita a cavarmela anche qui con le caratterizzazioni dei personaggi e le descrizioni delle vicende. Fammi sapere cosa ne pensi, carissima.

 

Delphinium_Love: scusami per il ritardo nell’aggiornamento, spero che almeno il risultato sia stato all’altezza delle tue aspettative. Ovviamente ti ringrazio per le lodi che mi hai fatto, sei stata veramente gentile.^^

 

 Tuccin: sono davvero felice di riuscire ad entusiasmarti con queste piccole storie. Io quando scrivo sono logorroica (e quando parlo, pure) quindi le flash non sono un genere che mi si addice; mi fa piacere riuscire a far venir fuori qualcosa che è così tanto apprezzato. Un riferimento al vestito rosso di Blair era d’obbligo, personalmente mi è sempre dispiaciuto non aver visto sullo schermo il momento in cui Chuck glielo regalava, mentre ci hanno fatto sorbire lo shopping di Eva. Comunque, grazie davvero tanto per le belle parole, mi sei sempre di enorme sostegno.

 

Good Girl: mi ha fatto molto piacere leggere la tua recensione, grazie per i complimenti su entrambi i capitoli. Hai ragione su Chuck e Blair, per quanto mi riguarda, se non ci fossero loro, non lo seguirei nemmeno, Gossip Girl, altro che scriverci su. Sono felice che li ritrovi nelle mie righe e spero che la fanfic continui ad interessarti e a piacerti.

 

Questo è tutto. Non so davvero quando riuscirò di nuovo a pubblicare, ma farò del mio meglio per non prolungare troppo i tempi, ve lo prometto.

A risentirci,

Melany   

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Gossip Girl / Vai alla pagina dell'autore: Melanyholland