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Autore: Archangel 06     15/11/2010    4 recensioni
Virginia ed Ellen, di Helsinki, hanno ottenuto una borsa di studio per terminare il loro corso di studi con le lezioni di un luminare di Storia Vichinga in California, negli stati uniti. sono migliori amiche, ma nella vita di Ellen c'è un segretuccio da nulla che Virginia non sa, ovvero che Ellen conosce da vicino, molto da vicino i Children of Bodom, la sua band preferita... e che cosa succederà quando la band si troverà nei pasticci necessitando di un batterista? le aspetta un tour di completa follia... scritta a quattro mani da me e da Dark Dancer^^
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ciclo Children of Bodom'
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E finalmente, arrivarono a Helsinki.
 
“Sono stanco… appena arrivo a casa, io mi butto a letto e non mi alzo fino a mezzogiorno di domani” sbadigliò Alexi tirando fuori la sua valigia dal bagagliaio del bus.
“Mi sembrerà strano non averti fra i piedi a tutte le ore… anche se solo per qualche giorno” commentò Ellen mentre Alexi la abbracciava.
“Sempre simpatica tu” replicò lui prima di baciarla.
“Oh, se questo è l’effetto, vedrò di essere il più antipatica possibile” sogghignò lei in risposta quando il frontman si staccò da lei.
Si salutarono, dividendosi nei vari taxi: Alexi, Janne e Roope che abitavano vicini, Janne, Ellen, Virginia e Jaska nell’altro.
 
“Allora, Virgi? Sei contenta di questo tour?” chiese Ellen sorridendo dopo che furono entrate nel mini appartamento che dividevano.
 
“Viva le domande retoriche, insomma” ridacchiò Virginia. “Ci mettiamo domani mattina a sistemare l’appartamento prima di andar via? Io sono stanca…” infatti avevano concertato con i rispettivi fidanzati di trasferirsi nelle loro abitazioni.
“Ci sto. Ordiniamo una pizza e poi andiamo a dormire, direi.”
“Fatta! Dov’è l’elenco telefonico che chiamo la pizzeria?”
 
***
 
Oramai era inizio settembre, e l’estate stava rapidamente volgendo al termine. Erano passati due mesi, e la vita del gruppo scorreva tranquilla nel quotidiano tran tran, i ragazzi impegnati con la loro musica, Ellen e Virginia in cerca di lavoro. Alla fine Ellen ottenne un contratto di ricerca presso l’università di Helsinki per la facoltà di Archeologia, e di tanto in tanto collaborava come session member della Spinefarm con qualche band che necessitava di batterista.
Henkka riferiva spesso a Ellen di essere preoccupato per la salute di Virginia.
“La mattina ha sempre la nausea, da un mese a questa parte… sono preoccupato, preferirei che stesse a casa… e se avesse qualche malattia strana?” diceva pensieroso.
 
“Ma no, tranquillo, sarà il periodo pesante” rispondeva invariabilmente Ellen, che per parte sua già aveva una mezza idea della “malattia” dell’amica. Se ci aveva visto giusto… 
 
“E non mi vuole dire niente! L’altro giorno è tornata a casa con una busta dell’ospedale, ma per quanto io abbia insistito non c’è stato verso di cavarle nulla! Ha detto che lo saprò anche troppo presto, probabilmente… me lo sento, ha qualche malattia strana!!”
Ellen sorrideva sotto i baffi. Aveva visto la sua amica, e sapeva che la preoccupazione di Henkka era infondata.
 
***
 
Ellen e Virginia camminavano per Helsinki, mentre andavano a fare shopping.
 
“Virginia, tu devi dirmi qualcosa.” Quella di Ellen era un’affermazione, non una domanda.
 
“Io?? No, no, nient’affatto” replicò quella, ma si vedeva lontano un chilometro che voleva spiattellarle un gran segreto.
 
“Avanti, che te lo leggo in faccia… quando??”
 
“Cosa?”
 
“Oh, lo sai benissimo, non prendermi per fessa… prima non ti fermavi davanti a certe vetrine, e non tiravi fuori certi discorsi… avanti, raccontami TUTTO, e guai a te se ometti qualcosa!”
 
“Uff… ok, però guai a te se vai a raccontarlo in giro, specie a Henkka… non ne sono ancora sicura” disse Virginia con un sorriso che partiva da un orecchio, faceva tutto il giro della testa e arrivava all’altro orecchio.
 
***
 
“Tu hai idea di che cosa cazzo abbia Henkka? Sono due giorni che sorride come un perfetto imbecille, è sempre distratto e con la testa fra le nuvole…” buttò li Alexi mentre guidava con cautela verso il pub dove i Cob avevano concertato di incontrarsi.
“E poi, cosa dovrà dirci di così tanto importante? “Devo dirvi una cosa importantissima” ha detto, chissà che intendeva…”
Ellen non rispose, ma sorrise dentro di se. Dunque Virginia glielo aveva detto…
 
Dopo che si furono seduti e furono arrivate le birre, Henkka si alzò in piedi chiedendo attenzione.
“Allora, prima che vi buttiate sull’alcol, vorrei darvi una notizia importante…” fece una pausa di un paio di secondi, poi guardando Virginia con un sorriso a sessantaquattro denti esclamò: “Diventerò padre!!!”
 
***
“Insomma, Virginia!!” sbottò Henkka esasperato. Era piantato davanti alla porta del bagno, a braccia conserte, con un’espressione da “ora- io- e- te- facciamo- i- conti”. 
 
“Cosa c’è?” lei era appena uscita dal bagno dopo aver vomitato per l’ennesima volta, e si stava apprestando a fare colazione.
 
“Cosa c’è?? E me lo chiedi anche?? Sono due mesi che stai male, e non vuoi dirmi che cos’hai! Cazzo, sono il tuo fidanzato, pretendo di saperlo, se stai male! Mi torni dall’ospedale –dall’ospedale!!- e mi dici che non è niente di grave, ma continui a vomitare tutte le mattine…”
In tutto quello sproloquio, Virginia si era limitata a sorridere.
“E perché cazzo sorridi?? Non c’è niente da sorridere se stai male!” il bassista stava per avere una crisi di nervi, e vederlo così agitato faceva sorridere la ragazza.
 
“Henkka, è meglio se ti siedi… devo dirti una cosa.” Henkka aprì la bocca per ribattere, poi la richiuse.
“Siediti, non voglio che mi crolli sul pavimento” ripeté Virginia seria. Il bassista obbedì, lasciandosi cadere sul divano e preparandosi psicologicamente alle peggiori rivelazioni.
 
“Ma, sul serio non hai capito che cos’ho?” sorrise lei.
 
“Perché?” davvero, il ragazzo non capiva dove volesse andare a parare la fidanzata.
 
“Beh… solo le nausee mattutine avrebbero dovuto metterti sull’avviso… e non hai notato che non ho più avuto il ciclo?”
Di nuovo, Henkka aprì la bocca e la richiuse, senza sapere cosa dire. “Non sono un medico… è qualche malattia delle donne, suppongo” disse alla fine, a disagio.
 
“Oh, santi numi, malattia delle donne, adesso! Henkka, guarda che è anche colpa tua…” Virginia stava ridendo, adesso.
 “Colpa mia?? Oddio, cosa ho fatto? Non sono mai stato ammalato, io…”
 
“Madonna Henkka, sei proprio tordo! Sono incinta!”
 
Henkka stava per gridare “Ecco, sapevo che avevi qualcosa!”, ma quando comprese ciò che la fidanzata aveva detto rimase in silenzio per due secondi esatti con gli occhi fuori dalle orbite e la bocca spalancata, poi balzando in piedi come un pupazzo a molla urlò: “CHE COSAAAA??????”
 
“Sono incinta… sai cosa vuoldire spero…” lo prese in giro lei.
 
“Ma… ma io… voglio dire, noi… abbiamo sempre usato…” di riflesso abbassò lo sguardo sul cavallo dei propri pantaloni.
 
“Una volta sola non l’abbiamo usato… ma è bastato a fare la frittata” commentò Virginia con un’alzata di spalle.
 
“Ma quando??”
 
“Oh, la sera dopo il concerto al Metal Camp. Voialtri eravate tutti talmente sbronzi che non mi sono stupita del fatto che tu non ti ricordassi nulla…”
 
Henkka si lasciò di nuovo cadere sul divano. “Quindi” disse dopo qualche secondo guardando la fidanzata “vuoldire che diventerò… papà???”
 
“Esatto.”
 
Henkka rimase per un po’ con lo sguardo perso nel vuoto, e per la prima volta Virginia parlò esitando.
 
“Henkka… tu… ne sei felice?”
Henkka alzò lo sguardo e sorrise. “Felice????” balzò in piedi e la prese in braccio facendole compiere svariati giri.
“Mi chiedi se sono felice?? C’è bisogno di domandarlo??? CERTO CHE SI!!!” urlò quando la rimise giù, poi si mise a ballare come un coglione per la stanza, cantando a squarciagola “Diventerò padre, diventerò padre!!”
 
***
 
Vi lascio immaginare la baraonda che ne seguì. Tutti si complimentavano, chiedevano a gran voce se era maschio o femmina, che nome volevano mettergli…
Alla fine fra un brindisi e l’altro avevano quasi tutti bevuto un bel po’. Stranamente, Alexi non si era sbronzato, anzi, aveva bevuto poco per i suoi standard, ed era abbastanza lucido, solo un po’ alticcio.
 
“Alexi, sei strano stasera” disse Ellen quando arrivarono a casa.
 
“Lo so… è che mi è venuto da pensare quando Henkka ci ha detto che sta per diventare papà. Non è che ora ci mollerà per il bambino, vero?”
 
“No, questo posso garantirtelo. Conosco troppo bene Henkka, il massimo che farà sarà prendersi un periodo di pausa quando Virginia partorirà, per poter stare vicino a lei e al bambino” lo rassicurò lei.
Alexi sospirò, sollevato.
“C’è qualcos’altro che ti turba?”
 
“Beh… stavo pensando che… forse tu… anche tu vorresti un bambino? A dire il vero, non me ne volere, ma io non mi sento di fare il padre… non mi sento proprio tagliato” sospirò tormentando il cappello che non aveva ancora messo giù. “È una responsabilità enorme… mi sento forse ancora troppo adolescente per poter pensare di caricarmi di una responsabilità del genere…”
 
“Beh, a essere sincera nemmeno io mi sento di fare la madre. Certo, se ne dovesse arrivare uno, ne sarei felice, ovvio… però nemmeno io me la sento” rispose lei, pensierosa.
 
“Pare che la vediamo allo stesso modo” sorrise Alexi, gettando il cappello sul tavolo, come a dire “al diavolo certi pensieri”, e abbracciandola.
 
“Chi si somiglia si piglia” replicò lei prima che le sue labbra si ritrovassero molto impegnate.



Ultimo capitolo. 17esimo, non porterà male? XDD scherzo, scherzo, tranquille/i lettrici/lettori, non sono superstiziosa ^^ comunque, non so se essere contenta di averla conclusa (cominciava a diventare dura trovare l'ispirazione!) o no... in fin dei conti, era davvero divertente scrivere tutte le loro idiozie :)
Crazy_me: io vorrei Janne geloso xDD
JudiZenkay: Darkdancer, la coautrice, mi chiede di dirti che è felicissima che tu sia una sua omonima ^^
spero (è una mia paura) che non siamo scadute nel banale.... però ci pareva la conclusione migliore ^^
che dire? speriamo vi sia piaciuta^^ grazie per averci lette, a presto! (spero XD)


 
   
 
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