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Autore: Emy_n_Joz    15/11/2010    2 recensioni
Assassini. Templari. Sappiamo già cosa fecero in passato. Ma cosa direste se ci aiutassero a reinterpretare uno dei più grandi eventi della storia?
Francia, 1789. L’inverno è particolarmente rigido, soprattutto per chi adesso non ha più una casa. Il popolo ha fame; la carestia e il gelo hanno divorato ogni cosa. Le tasse non fanno che aumentare di giorno in giorno, rendendo la situazione insostenibile. E strani individui, coperti da un mantello bianco e con il viso nascosto da un cappuccio, si muovono per i vicoli, come ombre, tra questa desolazione. Al contrario, alla corte del re, il fasto e l’opulenza dominano con una totale indifferenza su tutto quello che succede al di fuori delle mura di Versailles, sugli intrighi, sulle feste e su nobili abbigliati riccamente, e sfoggianti anelli dorati, intarsiati di pietre preziose con la forma di una strana croce scarlatta. Dalla cima della Tour du Temple di Parigi, un mantello bianco è sospinto dal vento a tempo con la bandiera strappata recante il fleur de lis dei Borboni. Sotto il cappuccio, le labbra piene e rosse accennano un sorriso. Un attimo e, con un sussulto dell’aria e il grido stridente di un falco o di un’aquila, la figura è sparita, lasciando soltanto come segno del suo passaggio lo sbattere fremente e spaventato delle ali di alcuni colombi.
E ciò che verrà dopo sarà l’inferno, o la sua fine.
Genere: Avventura, Azione, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Assassin's Creed: Revolution'
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Francia, 1787

Febbraio

“Ahi!”

Arnielle era a terra, piegata in una posizione scomodissima, e dire così era essere eufemistici. Aveva le ginocchia strette al petto, e le mani legate sotto il sedere. In realtà, stava cercando di farsele passare dalla schiena fino a ritrovarsele di fronte, ma si era bloccata in quella posizione, e non riusciva ad andare avanti né a tornare indietro. Le spalle e la schiena le facevano vedere le stelle, e come se non bastasse, a qualche braccio di distanza, Risha rideva a crepapelle.

“Che cazzo ridi?! Non è affatto divertente! Aiutami piuttosto!” gridò la ragazza, che stava iniziando a infuriarsi sul serio.

Risha cercò di smettere di ridere, senza in realtà molto successo. “Scusami. E’ che succede ogni volta.” le si avvicinò e con un pugnale recise le corde che le legavano le mani “Ecco fatto… Però sappi che ti toccherà riprovare l’esercizio, e molti altri come questo.”

Arnielle si massaggiò i polsi e si alzò in piedi, dolorante. “Evviva.” disse in un tono molto poco entusiasta.

Risha rise di nuovo. “Lo so, l’inizio è sempre traumatico per tutti. Ci vuole molta pazienza e volontà, ma alla fine i risultati saranno a dir poco soddisfacenti, soprattutto se si è dotati come te.”

“Non mi sembra di essere così dotata.” ammise Arnielle, con una smorfia “Mi alleno da più di un mese, eppure…”

“Stai facendo i progressi più rapidi che io abbia mai visto.” concluse Risha per lei “E non ti azzardare a scoraggiarti ora. Non è da te.”

“Come se mi conoscessi da una vita…” rise Arnielle.

Ma in fondo, Risha aveva ragione.

“D’accordo, riproviamo.” disse la ragazza.

 

Aprile

Il Maestro aveva sgomberato l’aia della vecchia casa di campagna da tutte le sterpaglie, e aveva disposto una serie di grossi mucchi di fieno che delimitavano un’ampia area rettangolare. Adesso, quel cortile in disuso sembrava essersi trasformato in una vera e propria arena di combattimento.

Arnielle si trovava a qualche passo di distanza da Risha. Esattamente al centro del tratto di cortile che li separava, c’era una cassa che la ragazza fissava insistentemente, emozionata.

Risha cominciò a camminare avanti e indietro, con passo deciso.

“Bene… Adesso che hai imparato a combattere e a difenderti a mani nude, è il momento di cominciare a vedere come te la cavi con delle armi vere e proprie.” disse il Maestro.

Si voltò verso la cassa, e la raggiunse. Quando la aprì, Arnielle vide il luccicare dell’oggetto che conteneva.

Risha si chinò e estrasse una lunga spada sottile, con l’elsa elaborata e dall’aspetto piuttosto leggero.

La ragazza riconobbe immediatamente lo stiletto, e rimase piuttosto delusa.

Il Maestro la guardò profondamente, quasi come se intuisse i suoi pensieri, e disse: “Che hai? Non lo userò contro di te, stai tranquilla.” scherzò.

“Niente.” fece lei “E’ solo che io quell’arma so già usarla, non c’è bisogno che mi insegni.” aggiunse poi dopo un attimo di esitazione.

Risha si mostrò sorpreso, ma non quanto Arnielle si sarebbe aspettata. “Era un po’ che volevo chiedertelo… Com’è che hai imparato a combattere?”

La ragazza si strinse nelle spalle. “Non lo so. Mi viene facile.” si perse un attimo nei suoi pensieri, fino a raggiungere quel ricordo lontano “In effetti, la prima volta che mi è venuta voglia di provare è stata parecchi anni fa, dovevo averne otto o nove.” iniziò con un sorriso sulle labbra “Ero in città a cercare di raccogliere qualcosa da mangiare dalle bancarelle del mercato per portarlo a Thérese, che allora mi pare avesse tre anni. Improvvisamente, vidi due uomini che cominciavano a combattere; erano una guardia e un soldato, forse un mercenario. Erano bravissimi, e mentre la folla li incitava –o insultava, mi è venuto lo strano desiderio di essere al posto di uno di loro due.”

Fece una pausa. “Avevano dei movimenti così armonici; sembrava quasi una danza, non fosse stato per il rumore del metallo. Così, iniziai a imitare le loro mosse con dei bastoni, vicino a casa mia. All’inizio era solo un gioco, ma poi cominciai ad appassionarmi davvero. Allora, ogni tanto, quando scappavo dalla balia[1], invece di andarmene al mercato, mi arrampicavo sulle mura della caserma, e osservavo le guardie che si allenavano.”

Risha abbozzò un sorriso. “Eri una bambina strana.”

Arnielle rise. “Sì… Abbastanza. Comunque, se ti può consolare, mi ero presa una bella cotta per Siméon.”

“Siméon?” ripeté Risha, perplesso  “E chi è questo?”

“Uno dei cadetti. Era bravo ed era bello. A volte lo incrociavo quando usciva dalla caserma e riuscivo a farmi concedere cinque minuti di allenamento con lui. A un certo punto, però, fu trasferito, e prima di andarsene mi regalò il mio primo pugnale. Era smussato, così non molto tempo dopo, ne rubai un altro. Questo pugnale.” disse estraendo l’arma dalla cintola.

Risha mosse un passo verso di lei. “E credi che questo tuo giovane amore sia riuscito ad insegnarti come si deve?”

“Bhé, sì… Sono piuttosto brava. E di certo sono migliorata da quando avevo dieci anni.” rispose Arnielle con sicurezza.

Un sorriso di sfida si dipinse sulle labbra di Risha. “Ah si? Allora vediamo che cosa sai fare.”

Le lanciò lo stiletto, e nel contempo estrasse una lunga scimitarra. La ragazza afferrò l’arma per l’elsa, profondamente stupita e anche abbastanza atterrita. “Che cosa?! Non è leale! Come posso competere con te se usi quella spada?”

Il Maestro sorrise di nuovo. “Se davvero sai combattere come dici, allora sarai capace di battermi a prescindere dall’arma che uso, no?”

A quelle parole Arnielle strinse in pugno lo stiletto e, senza esitare un altro istante, si gettò agguerrita su di lui, che però si scansò velocemente, facendola finire con il viso a terra.

Risha scoppiò a ridere. “Com’è che finisci sempre per terra, tu? Non è questo che dovrebbe succedere quando usi uno stiletto!” la canzonò.

Arnielle arrossì spiacevolmente, ma in un attimo fu di nuovo in piedi. Visto che la tecnica dell’aggressione non aveva funzionato granché, decise di aspettare l’attacco del Maestro. Nei contrattacchi in genere andava meglio.

E infatti, con un’agilità impressionante, Risha attaccò. Arnielle riuscì a evitarlo con un balzo all’indietro, velocemente gli girò intorno e si ritrovò alle sue spalle. Ma prima che potesse provare ad attaccarlo, il Maestro si era già voltato verso di lei. Arnielle schivò di nuovo il colpo, e decise di tentare un attacco di taglio, dall’alto verso il basso. Ci mise tutta la grinta che poteva, ed era quasi sicura di riuscire nel suo intento; ma prima che potesse accorgersene, Risha aveva contrastato il suo fendente con un movimento opposto e circolare, talmente forte che non solo la spada di Arnielle volò lontano, ma lei stessa cadde a terra, col fiatone.

Prima che lo stiletto si conficcasse vibrando nel suolo, la scimitarra del Maestro era già puntata alla sua gola, direttamente sulla giugulare. La ragazza gli lanciò un’occhiataccia carica di risentimento e vergogna.

“Non pensi che forse avresti bisogno di qualche ripetizione? Mi sembri un po’ arrugginita.” la schernì Risha affettuosamente.

Poi, rinfoderò la scimitarra e le porse la mano. Arnielle dopo qualche esitazione la afferrò, e l’uomo la aiutò a tirarsi in piedi.

“Devo ammettere che sei stato molto carino a mostrarmi le tue grandi abilità nel combattimento senza neanche darmi il tempo di farti vedere di che cosa sono capace.” gli disse sarcastica.

Un sorriso si dipinse sulle labbra scure di Risha. “Ma io ho già visto tanto.”

La ragazza ricambiò il sorriso e abbassò lo sguardo, arrossendo sulle guance. Non sapeva cosa le stesse prendendo, non ricordava che le fosse mai capitato, nemmeno con Siméon.

Il Maestro le batté una mano sulla spalla.

“Dai, adesso vai a recuperare quello stiletto e mettiamoci a lavorare sul serio.”

 

Maggio

Arnielle affondò la spada un’ultima volta, e poi si deterse il sudore dalla fronte con il dorso della mano. Il caldo cominciava a farsi sentire, l’estate era ormai alle porte.

La piccola aia era inondata di sole, e le cicale facevano un baccano infernale. Erano un paio d’ore che si allenava da sola; Risha aveva detto che l’avrebbe raggiunta alla solita ora, ma ancora non era arrivato.

Improvvisamente sentì un sibilo nell’aria: si voltò rapidamente, appena in tempo perché un pugnale le passasse a meno di un pollice dal viso, tagliandole una piccola ciocca di capelli.

Un momento dopo si era conficcato nel terreno alle sue spalle. Il cuore di Arnielle batteva ancora a una velocità innaturale quando Risha saltò giù da un albero.

La ragazza imprecò: “Cazzo! Risha ma cosa diavolo ti salta in mente! Avresti potuto benissimo uccidermi! Non farlo mai più!”

Il Maestro rideva. Uscì nel sole e le si avvicinò. Arnielle si chiese come facesse a indossare quel pesante mantello nonostante il caldo.

“Cos’era quello, un nuovo tipo di saluto?” gli gridò quando le fu di fronte, agitando lo stiletto “Cos’aveva il bonjour che non andava?”

Risha smise di ridere, anche se con una certa difficoltà, e divelse in un attimo il pugnale da terra.

“No, in realtà è il tuo nuovo addestramento.”

Arnielle sgranò gli occhi. “Ah. E in che cosa consiste? Nel farmi ammazzare?”

“Sai usare un pugnale, Arnielle?” le chiese Risha, facendosi roteare in modo ipnotico la piccola arma tra le dita.

“Beh, sì…” disse la ragazza, cercando di staccarne lo sguardo “Credo di sì.” si corresse poi.

Aveva imparato che dire di saper fare una cosa non era mai completamente la verità, con Risha.

Il Maestro sorrise, come intuendo i suoi pensieri. “In un corpo a corpo sai farlo; ti ho vista.” affermò “Ma sai lanciare un coltello?”

“Non ho mai provato.” ammise Arnielle.

“E’ il momento di provare.” fece il Maestro, e le mise tra le mani il coltello che le aveva lanciato.

La ragazza sentì uno strano calore quando la pelle ruvida di Risha sfiorò la sua. Poi il Maestro saltò all’indietro fino a trovarsi a una distanza di circa sei braccia da lei. “Prova a lanciarne uno da lì e a prendermi.” le disse con tranquillità.

“Che cosa? Sei impazzito? E se ti colpisco sul serio?” chiese Arnielle, che non aveva nessuna voglia di farlo.

“Stai tranquilla, non succederà. Voglio solo vedere cosa sai fare.” rispose lui. Poi allargò le braccia, e sorrise. “Coraggio.”

La ragazza prese un respiro profondo, e si disse che non sarebbe mai riuscita a mirarlo da quella distanza, quindi tanto valeva provare. Così impugnò il coltello tra il pollice e l’indice, e fece roteare il braccio per lanciarlo. Il pugnale saettò nell’aria, e in un istante coprì la distanza che la separava da Risha. Arnielle lo guardò filare a tutta velocità verso il Maestro, chiedendosi quando avrebbe cambiato traiettoria. Poi si accorse che andava dritto verso di lui, e si sentì morire. Avrebbe voluto fermarlo. Stava per gridare quando Risha si parò con l’avambraccio e il pugnale finì tintinnando a terra.

“Woh!” esclamò il Maestro, incredulo “Menomale che non avevi mai provato! Se al posto mio ci fosse stato chiunque altro, lo avresti sicuramente ucciso.”

Anche la ragazza era sconvolta. “Io non l’ho fatto apposta. Ero certa che non ci sarei mai riuscita!”

“E invece ce l’hai fatta. Perfetto. Avremo la metà del lavoro da fare.” disse Risha, soddisfatto della ragazza.

 

Giugno

Arnielle era seduta al tavolo della piccola ma gradevole casina di Risha, e pensava.

Quel giorno, come molti altri prima, il suo Maestro l’aveva dedicato a insegnarle a leggere e scrivere. Arnielle non era completamente analfabeta, perché Marie, che sapeva leggere, le aveva insegnato le basi, ma aveva ancora delle difficoltà a distinguere le lettere in corsivo. Grazie a Risha -e ai libri stampati- non aveva più quel tipo di problema, e ormai riusciva a scrivere con una certa fluidità. Si divertiva anche a leggere, soprattutto i libri di un bravissimo scrittore di nome Voltaire, che Risha aveva in quantità.

Si disse che quello che le era capitato era davvero molto strano: una semplice notte di Febbraio stava per compiere uno dei suoi soliti omicidi, per guadagnare qualcosa per la sua famiglia, e improvvisamente tutti i suoi piani erano saltati per colpa di uno sconosciuto vestito in modo bizzarro, del quale inizialmente non si fidava, anzi, non voleva fidarsi, ma aveva subito sentito che quell’uomo era diverso da tutti gli altri.

E infatti, alla fine, aveva deciso di dare ascolto alle sue parole e di seguirlo. Da quella notte, si era recata costantemente da lui per allenarsi duramente ed imparare ad essere una vera Assassina, e col tempo era riuscita ad instaurare un ottimo rapporto con lui, l’unico uomo con cui avesse mai avuto contatti così ravvicinati.

Le vennero in mente le parole che Risha le aveva detto durante il loro primo incontro, in seguito alla domanda che lei gli aveva posto riguardo a chi fosse. “Quello che può insegnarti la retta via.”

E ce la stava mettendo tutta, stava mantenendo la parola. Si era dedicato a lei con molta attenzione e pazienza, e la ragazza stava cambiando, se lo sentiva. Aveva imparato molte cose grazie a lui, e di sicuro aveva bisogno di impararne molte altre.

Pensò che le faceva piacere sentire i complimenti del Maestro ogni volta che riusciva a fare qualcosa, e anche il fatto che lui le ricordasse in continuazione che a suo parere era destinata a diventare una grande Assassina e che fosse notevolmente dotata la facevano stare bene, anche se uccidere non le piaceva molto. Ma probabilmente a nessuno piaceva. Probabilmente, neanche a Risha.

Ma quello era il loro destino.

Ripensò a tutto ciò che aveva imparato a fare: sapeva maneggiare una spada, schivare, lanciare pugnali da una notevole distanza, muoversi con agilità, liberarsi dalle situazioni più difficili… e poi le venne in mente una cosa.

Ogni volta che aveva un problema, o che si scoraggiava, andava a confidarsi con Risha, che riusciva sempre a tirarla su di morale e che aveva sempre la risposta pronta. Ma non gli aveva mai chiesto il perché ogni tanto avesse delle strane visioni, e per di più ogni volta che doveva concentrarsi per capire dove si trovasse precisamente la sua vittima, come le era successo la stessa notte del primo incontro col Maestro. Era qualcosa che la spaventava un po’, ma allo stesso tempo le era utile, perché quelle visioni segnavano sempre la sua vittoria.

Così, decise di parlarne con Risha. Di sicuro le avrebbe detto qualcosa a riguardo.

E proprio come se lui fosse dentro la sua testa, entrò nella stanza in quell’istante, mentre lei era ancora immersa nei propri pensieri.

“Ehi Arnielle, potresti aiutarmi un secondo per favore?”

La ragazza stava fissando le grosse casse che il Maestro teneva in mano, senza in realtà vederle.

“…Arnielle? Ehi! ARNIELLE!!” urlò alla fine lui, facendola ritornare sulla Terra.

“Oh! Scusa hai detto qualcosa?” disse lei.

“No tranquilla, saranno cinque minuti che sono entrato in questa stanza e che ti chiamo, ma diciamo che non importa, va bene?” disse lui ironicamente.

“Scusami davvero, ero soprappensiero.” si giustificò lei.

“Me ne sono accorto. Chissà a cosa diavolo stavi pensando… Hai forse conosciuto qualche bel giovanotto che ti ha già offuscato la mente?” tentò lui.

Arnielle lo guardò con un’espressione divertita ma allo stesso tempo scocciata. “Macché giovanotto! Sarà molto difficile trovarne uno di cui mi possa veramente fidare e che mi rapisca anche la mente, credimi.” affermò lei decisa.

Risha appoggiò a terra le scatole. “E allora di che si tratta? Cos’è che ti turba?” le chiese.

“Bhé… C’è una cosa che vorrei chiederti, e qualunque sia la risposta, ti prego di farmela conoscere per quella che è.” disse la ragazza.

“Così mi fai preoccupare.”, e in effetti sul suo volto –o almeno, sulla parte inferiore del suo volto- si era disegnata un’espressione strana “Ti prometto che sarò sincero, ma dimmi. Coraggio.”

“Ecco…” iniziò lei “Mi hai raccontato molte cose sugli Assassini del passato, sulle loro imprese eccetera…”

Aveva deciso di prenderla alla larga. Non sapeva cosa diavolo fosse quello che le capitava. E se fosse stato qualcosa di male? Qualcosa di debilitante? E se, una volta saputolo, Risha avesse deciso di smettere di allenarla?

Ma il Maestro capì al volo. “Cosa stai cercando di dirmi, Arnielle?”

La ragazza prese un respiro profondo, e abbassò lo sguardo. “E’ che a volte mi capitano delle cose… Cose strane.”

Anche se non poteva vedergli gli occhi, la ragazza intuì che Risha aveva inarcato un sopracciglio. “Cose strane?”

“Sì…” esitò Arnielle “Ecco, è come se…”

Ci pensò. Non ne aveva mai parlato a nessuno, non aveva idea di come descriverlo.

“Succede soltanto quando mi concentro intensamente, o quando guardo fisso una cosa per molto tempo.” cominciò, e di nuovo si trovò senza parole “Insomma…” sbuffò “Ti capita mai di riuscire improvvisamente a vedere?”

Risha si fece attento. “Vedere cosa?”

Tutto.” rispose Arnielle “Anche le cose che di norma non vedresti. Comincia tutto con un gran mal di testa, e poi… e poi vedi. Senti. Sai.”

“Interessante… Molto interessante.” commentò Risha “E quando vedi, come ti senti?”

“Bene…” rispose Arnielle “Anzi, meglio. Per questo non capisco se sia una cosa buona o cattiva, e perché mi succeda.”

“Credo di sapere di che cosa stai parlando.” iniziò l’uomo, facendosi serio “E’ una dote originaria dei primi Assassini. Gli Antichi la chiamavano Occhio dell’Aquila.” disse Risha.

Arnielle rimase qualche secondo in silenzio, attonita. “Una dote? Che cosa vuol dire, che tutti gli Assassini nascevano così?”

“No… Soltanto in pochissimi la possedevano. E tra di loro, quelli che riuscivano a padroneggiarla fin dalla nascita si contano sulla punta delle dita. E di questi, ancora meno erano coloro che riuscivano a sfruttarla appieno.” spiegò il Maestro “A quanto pare sei una di questi pochissimi.” aggiunse con un grande sorriso.

Arnielle era incredula. Ma in un certo senso anche estremamente compiaciuta. Lei era una di quei pochi a possedere quella strana capacità, quell’Occhio dell’Aquila. E sapeva padroneggiarla fin dalla nascita. Anche se forse, padroneggiarla era un po’ troppo…

“Però tutti questi mal di testa non vanno bene. Devi essere tu a controllare l’Occhio dell’Aquila, non deve essere lui a controllare te.” riprese Risha “Immagina cosa potrebbe accadere se avessi una visione proprio mentre stai scappando… Non sarebbe divertente.”

Arnielle ci pensò e non poté fare a meno di dargli ragione. “D’accordo… Allora cosa posso fare?”chiese.

“Ti insegnerò io ad usarlo.” rispose Risha.

“Perché? Lo possiedi anche tu?” gli domandò con curiosità la ragazza.

“No.” rispose immediatamente lui “Adesso credo che tu debba andare. Tua madre ti starà aspettando.” tagliò corto il Maestro, alzandosi in piedi.

“Ma… Non mi avevi chiesto qualcosa all’inizio, quando sei entrato?” chiese lei, imitandolo.

“Ehm… Lascia perdere, non era niente di importante.” si affrettò a rispondere Risha, guidandola verso la porta “Ci vediamo domani, Arnielle. Riposati bene e… tieni.” aggiunse, mettendole tra le mani il solito piccolo e pesante sacchetto “Questo è per i tuoi.”

Arnielle lo strinse al petto, e sorrise. “Grazie, Risha.”

Vedendolo sulla soglia, così disponibile e quasi impacciato, la ragazza pensò che le sarebbe piaciuto abbracciarlo.

Ma Risha le fece un ultimo, breve sorriso e poi, serio come non mai, chiuse la porta.

 

La luce calda che filtrava dalle finestre chiuse scaldò il cuore di Arnielle, quando arrivò davanti alla piccola casetta di legno e mattoni dov’era nata.

Già dall’esterno si sentivano le urla e le risate dei suoi fratellini, e quasi automaticamente accelerò il passo.

Aprì la porta e, immediatamente, una voce squillante esclamò: “E’ tornata Arnielle!”

Nel secondo successivo, quattro dei cinque bambini nella stanza le si radunarono intorno alle gambe, cercando di saltarle al collo contemporaneamente.

Arnielle rise. “Ecco i miei piccoli bastardi!” fece, prendendo in braccio un minuscolo bambino che avrà avuto sui tre anni, completamente biondo e con gli occhi chiarissimi “Smettila di ciucciarti il dito, Pepinot!”

Il bambino la guardò sorridendo, e le dette ascolto… per poi rificcarsi immediatamente il pollice in bocca.

Arnielle rise di nuovo e decise di non insistere.

“Dove sei stata Arnielle? Sei andata a combattere contro i cattivi? Quanti ne hai uccisi, eh?” chiese un altro bambino, con gli stessi occhi del primo, ma stavolta i capelli erano del tutto neri.

“Se… Continua a sognare Justin.” rispose la ragazza, scompigliandogli i capelli già scarmigliati.

“E allora dove sei stata?” insistette il piccolo.

“Ma saranno affari suoi? Devi sempre farti i fatti degli altri, tu!” si intromise un ragazzino, rosso di capelli e appena più alto di Justin.

I due presero a litigare furiosamente, e in breve arrivarono ai pizzicotti. “Justin, Sebastien! Smettetela!” intimò loro Arnielle, senza però ottenere granché.

Una graziosa bambina di circa sei anni con i capelli castani e raccolti in due treccine si avvicinò ad Arnielle, e con l’aria da donna vissuta esclamò: “Ah! I soliti maschi!”

Arnielle rise per l’ennesima volta. “Hai mangiato, Margot?” le chiese, ben conoscendo la risposta.

“Come no!” rispose la bambina con entusiasmo “Ho anche finito gli avanzi di Justin!”

“Complimenti!” commentò la ragazza “Ma insomma! Volete smetterla voi due?” intimò di nuovo, rivolgendosi ai due ragazzini che continuavano a litigare. Le venne in mente però che era normale che due bambini di nove e dieci anni non facessero altro dalla mattina alla sera.

“Allora Arnielle, com’è andata oggi?” chiese la dodicenne dai capelli castano scuro, prendendo dalle braccia della sorella il piccolo Pepinot.

“Tutto bene, tesoro. E qui?” domandò lei.

Thérese si strinse nelle spalle. “Come al solito.”

“E la mamma?” aggiunse Arnielle, non vedendola nella piccola stanza.

“E’ a lavoro.” rispose Thérese ridacchiando.

“Non c’è niente di divertente sai?” le disse con affettuosa severità Arnielle, dividendo manualmente Sebastien e Justin.

“Oh… Lo so. Scusa.” si giustificò la ragazzina.

“Perdonata. Ma adesso è ora che andiate tutti a letto.” disse Arnielle.

“Non ho sonno!” protestarono praticamente tutti i bambini all’unisono, anche Sebastien e Justin che raramente andavano d’accordo.

 

Dall’esterno, Risha osservava la scena con un piccolo sorriso. Respirò profondamente, si calò il cappuccio sul viso, e poi sparì nella notte.

__________________________________

[1]. La pratica del baliatico a quel tempo era diffusa anche tra le famiglie più povere; soprattutto nella Francia industriale, quando le donne cominciarono a lavorare in fabbrica e non potevano prendersi cura dei figli tutto il giorno. Spesso i bambini venivano lasciati a balie fidate in campagna, lontano dai fumi e dall'aria poco salubre delle città. Ora, non è che Marie vada precisamente in fabbrica, ma non può neanche portarsi Arnielle a lavoro xD

Salve a tutti! Finalmente abbiamo trovato un po' di tempo per pubblicare.

Siamo così giunti al quarto capitolo, il secondo che riguarda la vita di Arnielle. Questo, anche se non sembra, è forse uno dei capitoli più importanti tra quelli che abbiamo scritto finora, perché è proprio adesso che vediamo la nostra protagonista femminile crescere, sotto diversi punti di vista.

Durante il suo addestramento da Assassina dovrà affrontare diverse situazioni che alla fine la faranno maturare sia dal punto di vista fisico che tecnico, e quindi migliorerà molto anche come guerriera. Per la prima volta, il suo atteggiamento è davvero quello di una diciassettenne; infatti, nel capitolo precedente, l'abbiamo vista comportarsi come una ragazzina fin troppo cresciuta, come se avesse già conosciuto tutti i lati, positivi e negativi, della vita.

Ci teniamo a scusarci se il capitolo vi annoierà un po', ma era necessario percorrere le varie fasi dell'addestramento di Arnielle (abbiamo comunque cercato di essere il più sintetiche possibile).

E poi, abbiamo conosciuto meglio la sua famigliola! Come avrete sicuramente capito, adoriamo i bambini, e non potevamo non inventarne qualcuno per la FF *.* Adesso però, passiamo ai recensitori.

SophyTheWhiteDragon: Innanzitutto ti ringraziamo tantissimo per averci messe tra i tuoi autori preferiti. Siamo molto contente che ti piaccia il personaggio di Arnielle, e il nostro modo di scrivere! Speriamo di continuare a meritarci di stare nella lista dei tuoi preferiti, e riguardo a Risha... Hai ragione; vedremo. =D

Yojimbo: Ogni volta che leggiamo le tue recensioni, rimaniamo con un sorriso idiota sulla faccia per almeno mezz’ora! Ti ringraziamo davvero di tutti i complimenti che ci fai, ogni volta ci invogli a continuare a scrivere nonostante tutto il tempo che ci ruba la scuola. A quanto pare ti sei affezionato al personaggio di Damien; menomale, non ci è uscito proprio uguale a Ezio, era ciò che volevamo evitare. Siamo contente che tu abbia colto quelle differenze. In quanto alle battutine spiritose, hai ragione: i dialoghi idioti sono la cosa che ci riesce meglio! -.-‘’ Questa, comunque, è una delle caratteristiche principali di Damien: qualunque sia la situazione continuerà a fare dell’ironia, anche di cattivo gusto!xD Questo, però, è soltanto un lato del suo carattere, quello che usa come una “facciata”, ma ce ne sono degli altri che invece riuscirà a fare emergere soltanto in delle situazioni precise. Detto questo, perdonaci per non aver mai recensito nessuna delle tue storie; abbiamo letto soltanto “La Tomba dell’Assassino” perché siamo troppo piccole e innocenti per quelle a rating rosso (che invece ci interessano tanto °-°) -.-“ Maledizione, soltanto un mese e ci metteremo in pari con i tuoi lavori. Cosa che ci preme, e non solo perché sei il nostro fedele recensitore, ma anche perché quell’unica one-shot che abbiamo potuto leggere ci è piaciuta da morire (e ti assicuriamo che non è un arruffianamento xD). Nell’attesa, continueremo a scrivere cercando di continuare a ucciderti dalla curiosità. =D

Vi diamo appuntamento al prossimo capitolo di Assassin's Creed Revolution, tra una settimana circa. Damien non vede l'ora di tornare a farvi compagnia! ^.^

  
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