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Autore: Luna_R    21/11/2005    1 recensioni
Luana credeva di avere tutto nella vita... poi arriva l'estate, con il suo dolce fluire, il batticuore e le emozioni velate, che la porterà a prendere decisioni importanti e a cambiare totalmente il corso della sua vita. Perchè niente è come sembra, neanche un anonima estate che arriva in punta di piedi.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una dolce estate movimentata

Una dolce estate movimentata

 

 

Tatatataaaaam!

Ecco il nuovo chappy!

Me commossa dalle recensioni e dagli incoraggiamenti ricevuti dal popolo dei romantici! ^^

Grazie di tutto cuore a ognuna di voi, spero continuerete ad appoggiarmi!

1kiss

LuNaDrEaMy

 

 

 

 

“DEBUTTO IN SOCIETA’”

Chap 2.

 

 

Il rumore metallico, del motore della cinquecento bianca di Simo, lo riconoscerei ovunque.

Spesso la prendo in giro, quando arriva a bordo del suo bolide rampante; lei è una nanetta di un metro e sessanta (non si offendano le lettrici non propriamente giganti ^^ ndL) che vederla scorazzare in quella scatoletta è davvero una scenetta esilarante!

 

PEEEM-PEEEM!!

 

Suona il clacson per avvertirmi di scendere, ma io sono già sotto al portone che l’aspetto.

Mi sento più sollevata del fatto di non essere la sola a ritardare, lei è sempre così precisa, mi avrebbe fatto un generoso cazziatone!

La vedo arrivare dal fondo della strada, mi faccio un po’ più avanti così che possa vedermi.

IL suo finestrino è abbassato, dallo stereo volano alte le note di una canzone di Marco Masini, il suo cantante preferito.

 

-“Bene, io già sono tesa, tu mi metti pure ‘sto morto come sottofondo musicale?!”-.

 

-“Moorto?! Non sia mai! Masini è un poeta, ciccia!”-.

La scruto bene, cercando di capire se è il caso o no controbattere.

Desisto dall’idea di farlo, tanto il mio parere non mi avrebbe di certo scampato da Santo Masini, neanche stavolta!

 

-“E poi perché sei tesa, ciccia?!”-.

Ciccia, per lei non sono Luana o , per lei sono soltanto ciccia, ciccetta se mi va male e ciccia-ciccia quando proprio la situazione è pessima!

Però questo soprannome mi fa ridere, infondo è una cosa che ci contraddistingue, è un vezzeggiativo tenero del fatto che entrambe abbiamo guanciotte piene e morbide a prova di pizzico.

 

-“ sai, stasera debutto in società, niente di meno che alla “rotonda place”. Un evento emozionante e per pochi intimi…”-.

 

-“Dai scemetta, non è poi così male passare il tempo là! Qualcuno di loro poi, sono sicura che li conosci”-.

 

-“Probabile siano amici di Alessandro e…oddio no, spero proprio di no!”-.

Tiro la testa all’indietro appoggiandola di peso al poggiatesta; è un incubo se così fosse!

 

-“Ma ti vuoi levare dalla testa Alessandro almeno per stasera?! A te serve una bella botta d’adrenalina dai retta a me! Poi ti serve un bel moretto dagli occhi verdi, fisico alto e asciutto, magari più grande di te, con una bella macchina roboante…”-.

 

-“Eh sì, frena oh!”-.

 

-“Ma dai dicevo così per dire… mamma quanto sei pignola!”-.

 

-“No Simo… FRENAC’èILMARCIAPIEDE!!!”-.

 

Il rumore stridente dei freni arriva in realtà troppo tardi, saltiamo entrambe dal sedile e ci ritroviamo direttamente sul marciapiede vicino.

 

BOOM!

 

Abbiamo fatto fuori una ruota. Forse due.

Al di fuori del finestrino, il canto delle cicale è rotto da un rumore sibilante e stridulo; gomma bucata che si sta sgonfiando!

Scendiamo di corsa, vedo Simona mettersi le mani nei capelli.

 

-“Porca miseria! Ho bucato! E adesso?! Oddio mia madre mi farà un cazziatone assurdo, mi rinchiuderà dentro casa e butterà le chiavi dalla finestra!!!”-.

La guardo, ha parlato talmente veloce che comprenderla è stato un impresa.

Ha un espressione in volto tutta da ridere.

 

-“E farebbe bene!!!”-.

Mi lancia un occhiataccia, non posso resistere è da quando siamo scese dall’auto che voglio farlo; scoppio a ridere a più non posso, lacrimando dallo sforzo.

 

-“Ma brutta scema che non sei altro, smettila di ridere che se ti prendo ti tiro il collo!”-.

Mi si avventa contro, cercando di acchiapparmi; sembriamo due bambine, mi giro per fissarla e quando incrocio i suoi occhi noto con piacere che si è lasciata andare in una risata espansiva anche lei.

 

-“Ok basta, ho il fiatone! Come la mettiamo adesso?! La sai cambiare una ruota Si?!”-.

 

-“,io non so nemmeno come si cambia una rotella a una bicicletta…”-. Si gratta il capo e poi riprende –“Magari provo a chiamare Valerio, lo faccio venire qua e ci pensa lui! Sì-sì, altrimenti facciamo notte!”-.

 

Annuisco, anche se soltanto sentir pronunciare quel nome mi fa sobbalzare; sono di nuovo tesissima.

Ma è mai possibile che fare nuove conoscenze mi porta così tanto turbamento?!

 

 

Pochi minuti dopo, una macchina verde, un alfa romeo per la precisione, ci avvicina.

Dalla macchina scendono due ragazzi.

Boom Boom Boom, mamma come mi fa il cuore!

Il primo che ci raggiunge deduco sia Valerio; si è avvicinato a Simona, sfiorandogli le labbra a fior di bacio.

 

-“Piacere, io sono Valerio! Tu sei Luana, giusto?!”-.

Risposta esatta. Poi ci penso; lui che ne sa se sono Luana?!

Faccio spallucce e gli porgo la mano.

 

-“Sì, sono Luana! Piacere mio!”-.

La sua stretta di mano è forte e sicura, ha un bel sorriso e gli occhi furbi.

 

-“Bene, vediamo che avete combinato!”-.

Ridacchia avvicinandosi alle ruote della macchina.

 

-“Andrea!!!”-.

Simona urla buttandosi fra le braccia dell’amico di Valerio.

E’ pazza. E’ davvero folle questa ragazza!

 

-“Lei…è Luana!”-. Ride furbescamente al ragazzo, sciogliendo l’abbraccio.

 

-“Eh sì, ho sentito…”-. Mi guarda intimidito, poi timidamente si avvicina allungando il braccio.

 

-“Piacere”-. Le nostre voci all’unisono, decantano quella parolina di cortesia.

Il che…fa arrossire ancora di più il poveretto.

Mi volto verso Simona, ridendo.

Non me la racconta giusta ciccetta; sicuramente avrà sbandierato ai quattro venti la mia attuale situazione di quasi single, per attirare l’attenzione di qualche losco personaggio, amico del suo Valeriuccio.

No, non sono diabolica è che conosco bene la psiche della mia adorata amichetta!

Poi guardo Andrea; è moro, ha gli occhi verdi, bella macchina…ci manca solo che sia più grande di me e il bel quadretto dipinto da Simona è al completo!

In un attimo di distrazione, gli tiro il gomito della maglietta.

 

-“Senti un po’, non è che stavi combinando un uscita a quattro stasera, vero?!”-.

Lei ammutolisce, per poi portarsi una mano alla bocca e soffocare una risatina vivace.

 

-“Ahh sei brava! Ora anche gli appuntamenti al buio mi combini, dottor stranamore?!”-.

 

Mi guarda supplichevole.

 

-“Dai è che è un periodo brutto per lui, si è lasciato da poco con la ragazza ed è un po’ depresso… volevo fargli un piccolo piacere, giusto per distrarlo un po’!”-.

 

Fantastico! La serata si sta mettendo proprio bene; abbiamo una macchina sul marciapiede, un’amica pazza col suo pseudo fidanzato o non so cos’altro sia e il loro amico depresso a chiudere il bel teatrino.

Fantastico,no?!

Se era questa la botta di adrenalina di cui parlava la mia migliore amica, sto a cavallo!

Mi siedo abbattuta sul cofano della macchina di Andrea; lo vedo sorridere sornione, fisso il sguardo e lo pizzico a sbirciare quei centimetri di coscia scoperta dalla minigonna.

Ah, il depresso è anche pervertito. Grandioso!

 

 

-“Ok, le ruote sono a posto, ma non puoi andarci in giro Simo, quindi se non avete niente di meglio da fare vi portiamo noi in giro!”-.

 

Ma dai?! Non l’ho creduto nemmeno per un secondo che ci avrebbero lasciate in mezzo alla strada.

Galanteria, certo...

Siamo montate in macchina, una signora macchina a dirla tutta, accomodandoci su quei sedili morbidi e rifiniti.

 

-“Pub?!”-.

Valerio si gira verso di noi.

Simona annuisce, poi mi strizza l’occhiolino.

Paracula!

 

Durante il tragitto scambiamo quattro chiacchiere; scopro che Valerio, abita praticamente di fronte al mio palazzo ed Andrea invece poco distante dalle scuole materne che ho frequentato.

Siamo tutti della stessa zona, loro sono un po’ più grandi di me, a parte Andrea che ha 26 anni e non è per niente mio coetaneo!

Entrambi lavorano come vigili del fuoco, la cosa mi piace; sono ragazzi attivi, svegli e parlano del loro mestiere con gli occhi che brillano.

E’ bello sapere che esistono ancora ragazzi motivati.

OMMIODIO sto parlando come mia nonna!

Valerio mi è molto simpatico; siamo molto, molto simili caratterialmente, devo dire che non è niente male come tipo.

Andrea è molto più ambiguo, non sono ancora riuscita a decifrare che persona sia ma non mi dispiace in definitiva!

C’è una cosa però di cui sono largamente stupita; mi sono sempre ritenuta una ragazza timida, un po’ di legno in alcune situazioni, eppure con questi due perfetti sconosciuti mi sento proprio a mio agio, disinvolta come non mai!

Starò impazzendo. O forse starò diventando “normale”. A buonora!

 

Il pub dove arriviamo è davvero carino; il Kirbys.

C’ero già stata un paio di volte, spesso con Ale, mi piace e si respira un atmosfera rilassata e divertente.

Restiamo lì il tempo di qualche birra e altre chiacchiere, per poi goderci un po’ della musica dal vivo che offre la serata.

Sono piacevolmente stupita del mio umore del tutto rilassato, rido, credo d’aver riso molto quella sera.

Non credo siano state le birre, sono una forte io, che regge!

Forse devo ammetterlo, anzi sicuramente è così, a volte trovarsi in compagnia delle persone giuste distende l’umore e ci fa sentire bene, a posto con noi stessi.

 

Non sto pensando a lui, non ci ho pensato nemmeno per un momento.

O forse sì.

C’è stato un momento in cui è passata di sottofondo, in radio, la “nostra” canzone; sono rimasta in silenzio tutto il tempo che il brano ci ha messo per svanire, sulla scia di sensazioni forti che mi ha provocato.

 

-“, cos’hai?!”-.

Valerio si è voltato dal suo sedile per guardarmi.

Mi conosce appena, potrebbe fregarsene del mio umore o del mio stato, eppure sta lì a fissarmi con i suoi occhioni color nocciola.

 

-“Ma niente…una storia finita male.”-.

 

-“ Non pensarci, dai retta a me. Ho appena chiuso una storia di quattro anni, cerco di pensarci il meno possibile, sai credo che certi eventi vadano accettati e basta, senza combatterli ulteriormente. Guarda avanti, non voltarti mai…”-.

 

Lo guardo sorridendogli, abbiamo proprio tante cose in comune io e lui.

 

 

La macchina si ferma.

Siamo fermi, di fronte alla rotonda.

D’improvviso la mia calma e sicurezza vengono inghiottite nuovamente dal solito imbarazzo; neanche sono scesa e già mi sento gli occhi addosso di tutti.

Manie di persecuzione?!

Può darsi, ma sono un personaggio nuovo, destare interesse credo sia lecito.

Scendo un po’ intimorita, guardandomi intorno.

Ci sono un mucchio di facce a me familiari ed altre del tutto sconosciute.

Simona mi presenta la maggior parte dei presenti, sono eccitata, mi sudano le mani!

Uno ad uno, stringo mani quasi fossi una celebrità; gente che mi allarga spontaneamente le braccia, sorrisi aperti, risate contagiose.

Sono proprio felice di trovarmi qui!

In realtà non avrei mai creduto di ricevere un trattamento così aperto e disponibile, soprattutto dalla parte maschile^^, dai ragazzi della rotonda.

Non mi sono mai considerata una ragazza brutta anzi, oddio non che sia ‘sta bellezza da mozzare il fiato ma… credo che l’interesse da parte di alcune persone sia nato da qualcosa che vada ben oltre l’aspetto fisico e questo mi rende davvero felice.

Con Valerio è stata alchimia a prima vista, certo sempre nel rispetto della sua relazione con Simona; poi c’è stato Andrea che quella sera mi ha davvero tirata su di morale, facendomi sorridere tantissimo, nonostante il suo pessimo umore.

Per non parlare degli altri, semplicemente divini!

Insomma, mettere il naso fuori casa non fu poi così disastroso come pensai; sì certo i “problemi” non mancarono, ma non sarei stata in grado di immaginare nemmeno cosa mi sarebbe successo da quella sera in poi...

 

 

-“Allora?! Cosa ne pensi di Andrea?!”-.

Simona ha spento il motore proprio sotto il mio portone.

Non sembra intenzionata a mollarmi presto, senza ottenere una risposta, per cui mi affretto a cacciarmi qualcosa di bocca.

 

-“Mah, simpatico…”-.

 

-“Ma non ti piace neanche un ?!”-.

 

-“Sinceramente?! No non è il mio tipo! Ma perché, cosa ti ha detto?!”-.

 

-“E che ti fa pensare che mi abbia detto qualcosa?!”-.

 

L’ho guardata con la faccia di chi non abbocca, sorridendo maliziosa.

 

-“ qualcosa a dire il vero me lo ha detto...”-.

 

-“E sarebbe…?!”-.

 

-“Ha detto che sei molto carina e che avrebbe piacere di continuare ad uscire con te! Insomma ciccia magari se organizziamo altre serate come questa non gli dispiacerebbe…”-.

 

-“Per me va bene…”-. Il viso gli si illumina di botto, neanche avesse visto la Madonna –“ma uscite fra amici, niente di che, ok?! Non montarti la testa e soprattutto non montarla a lui, che di rogne ne ha e ne ho tante!”-.

 

Riaccende lo stereo, tira su i finestrini elettrici, tipico nel voler dire “Ora smamma” e rimette in moto.

Apro la portiera indifferente, poi prima di scendere mi volto nella sua direzione.

 

-“Ciccia hai capito?!”-.

 

-“Sì, sì…”-.

 

Ecco, non ha ascoltato neanche mezza parola di ciò che gli ho detto.

Tipico di Simona.

La saluto con un sonoro bacio sulla guancia ed esco definitivamente dall’auto.

 

-“A domani ! Chi si sveglia prima chiama!”-.

 

Botta di acceleratore e sparisce inghiottita dalla strada.

 

Mi affretto verso il portone, salgo le scale del saltellando e con la stessa allegria apro la porta di casa, tuffandomi nella mia stanza.

Sono davvero contenta della riuscita della serata, penso, mentre abbandono le scarpe ai piedi del letto.

Mi libero di collane, orecchini e di tutti gli innumerevoli cimeli che mi adornano ogni santa volta e mi butto di peso sul mio bel lettone morbido.

Uno strano sorriso nasce sulle mie labbra e mi accompagna così, verso la notte di un estate appena nata, calda e dolce.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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