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Autore: Little Shinedown    17/11/2010    4 recensioni
"Io ti ho dato fiducia Rachel ma tu non hai potuto ripagarmi perchè non ne avevi neanche tu in te stessa"
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2. You are right

 

La palestra era ampia e illuminata da enormi finestroni laterali, dai quali gli ultimi raggi di Settembre filtravano indisturbati. I muri, tinteggiati di giallo conferivano all'ambiente un aspetto ancora più luminoso e piacevole. Una ad una le ragazze uscirono dallo spogliatoio, senza mai smettere di parlare e ridacchiare, dirigendosi verso un banchetto situato in un angolo.

 

“Siete in ritardo!” Esclamò un bambino, appollaiato sul banchetto.

“Taci Alex!” lo zittì Mel “dov'è Richard piuttosto?”

“É andato a prendere i palloni in magazzino, ha detto di dirvi che stasera tornerete a casa svenute!”

“Adesso mi spieghi come si fa a tornare a casa da svenuto!” brontolò Mel.

“Quanto sei noiosa!” la rimbeccò Sammy.

“Hai visto? Anche lei dice che sei noiosa!”

“Tu saresti un tipo interessante, invece?”

“Certo, sorella noiosa!”

“Che fratello infame! Ti porto con me e tu mi ringrazi così?”

“Tu non mi porti, mi trascini!”

“Non è certo colpa mia se la mamma non sa dove lasciarti il pomeriggio!”

“Potrei stare a casa da solo”

“Sì, come l'ultima volta che per poco non siamo saltati tutti in aria perché tu dovevi fare il budino!”

“Time out!!” gridò Frances per farsi ascoltare dai due “il tempo dei fratelli incompresi è finito!”

“Fran ha ragione!Siete in ritardo!” disse una voce alle loro spalle. Le ragazze si voltarono, riconoscendo il timbro vocale profondo ma ancora venato di qualche nota adolescenziale di colui che aveva parlato.

“Ma prima di iniziare il riscaldamento, ho bisogno di parlarvi!” disse con tono solenne.

“Hai di nuovo tamponato un vecchietto mentre venivi in palestra?” chiese Sammy, scatenando i risolini delle altre.

Il ragazzo la guardò con aria di sfida “se fosse successa una cosa del genere ora sarei qui a parlare con te Samantha?”

“Volevo solo fare dell' ironia” ribatté la ragazza.

“Un' ironia non richiesta per altro. Il fatto che tu sia il capitano della squadra non ti autorizza ad avere questa confidenza con l'allenatore, che in questo caso sono io!”

“Scusa”

Richard annuì e riprese a parlare “Abbiamo un problema serio, ragazze. Ho appena ricevuto la conferma dal presidente della società: Emma e Ali hanno ufficialmente lasciato la squadra.”

Un coro di voci si alzò improvvisamente e la sorpresa che gli si era, immediatamente, dipinta sul volto lasciò spazio alla delusione e alla rassegnazione: non avrebbero mai vinto nulla senza Emma “l'ala protettrice*” ed Ali “la macchina da guerra*”.

“Cosa faremo adesso?” la domanda di Kat risuonò alle orecchie del ragazzo quasi come un rimprovero. Erano risaputi, infatti, i frequenti litigi tra le due giocatrici con e per l'allenatore. Che le due se ne sarebbero andata, prima o poi, era prevedibile ma ciò, comunque, lasciava sconvolte le compagne che si chiedevano cosa avrebbero dovuto inventarsi per affrontare l'imminente campionato.

“Non è la fine del mondo, troveremo qualche altra giocatrice, il campionato inizia tra un paio di mesi... mi inventerò qualcosa”

D'improvviso la porta dello spogliatoio si aprì, producendo un rumore sordo che rimbombò per tutta la palestra. Una ragazza magra con una folta chioma di ricci corvini, raccolti in una coda, entrò timidamente.

“Rachel!! Che fine hai fatto?” chiesero in coro.

“Ho dovuto sistemare alcune faccende burocratiche con il custode. Spero di non essere in ritardo” rispose, guardando d'istinto il ragazzo seduto, che identificò come l'allenatore, ovvero il famoso Richard di cui le era stato parlato negli spogliatoi.

“Tranquilla” la rassicurò lui “tu devi essere nuova”

“Mi chiamo Rachel”

“Ciao, io sono Richard” disse porgendole la mano.

La ragazza rispose al saluto, stringendogliela e cercando di sembrare il più disinvolta possibile.

“Hai già giocato in altre squadre?” le chiese dopo che si fu seduta tra le compagne.

“In realtà non ho la più pallida idea di cosa sia la pallavolo!”

Il ragazzo parve sorpreso e al tempo stesso divertito da quella risposta.

“Quindi per te la rete è solo uno strumento per la pesca?”

“Più o meno!”

“Perché lo hai scelto allora?”

Dopo quelle affermazioni, una domanda del genere era a dir poco prevedibile ma a Rachel, un' eventuale risposta, non era minimamente passata per l'anticamera del cervello.

“Per curiosità!” mentì spudoratamente.

Richard scoppiò a ridere, seguito a ruota dalle ragazze, frantumando quel briciolo di disinvoltura che lei aveva con fatica recimolato dentro di se.

“Sei davvero un bel tipo Rachel!” esclamò tra uno sghignazzo e l'altro “Però non prendertela!” disse, improvvisamente, notando l'espressione corrucciata della ragazza.

“Non mi sono offesa”

“Non poco, forse. Basta guardarti. Questa è la prima regola di una squadra: mai prendersi troppo sul serio. Voglio dire, è giusto restare concentrate su ciò che si fa ma bisogna anche saper ridere, o perlomeno sorridere se proprio non si vuole ridere, dei propri difetti. Crea complicità e la complicità è una parte fondamentale della pallavolo. Va bene, Rachel?”

“Sicuramente hai ragione tu”

“Toglici pure il sicuramente” disse infine “Bene ragazze, dopo questa perla potete iniziate a correre, Joan, oggi gestisci tu il riscaldamento, vedi di fare meno la sbruffona che non sei Miss Pallavolante della società!”

“Si dice pallavolista!” lo rimbeccarono tutte in coro.

“A lei pallavolante sta meglio!” si difese il ragazzo ghignando.

“Mi stai dando dell'obesa?” chiese Joan, fintamente arrabbiata.

“Lo sai che non potrei mai!” disse lui mettendosi una mano sul petto.

“Te l'avevo detto che era simpatico!” sussurrò Frances a Rachel tra un giro e l'altro della palestra.

“Fa così con tutte?” le chiese l'altra per tutta risposta.

Frances rimase spiazzata “Beh, se intendi dire se...”

“VI sfotte sempre tutte?” completò la frase Rachel.

“Non ci sfotte propriamente, più che altro si diverte a prenderci in giro”

“E a voi sta bene?”

“Insomma Rachel perché tutte queste domande? Ci sta bene perché sono prese in giro bonarie, non hanno altri fini se non quello di farci ridere, non lo fa certo per cattiveria!”

Rachel sembrò più tranquilla.

“Probabilmente hai ragione tu!”

“Toglici pure il probabilmente” disse l'altra facendole l'occhiolino.

 

 

 

 

* l'ala protettrice e la macchina da guerra sono due soprannomi, inventati dalla sottoscritta, per definire due ruoli della pallavolo: l'ala e il centrale. 

  
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