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Autore: reb    18/11/2010    4 recensioni
Prima non ci aveva fatto caso per via del buio, ma era carina. Con quella pelle chiara e le lentiggini sul naso. Poi occhi così non ne aveva mai visti.
-Perché non togli il cappello?- chiese curioso il bambino – Hai le orecchie a punta? O magari come un gatto?-
-Hai i capelli rossi!-
[... ...]
Perché quella bambina conosciuta tanti anni prima, che per i primi mesi si era aggirata curiosa per il castello con la sola compagnia di Mocciosus, adesso era diventata non solo bellissima, ma anche popolare. E tutti, tutti dannazione, non facevano che girarle intorno.
Eppure avrebbero dovuto saperlo che Lily Evans era territorio proibito!
-Eeevaans?- esclamò ancora vicino alla carrozza.
-Esci con me, Evans?-
Era talmente presa dai suoi pensieri che nemmeno l’aveva visto avvicinarsi. -Quante volte devo dirti di no, Potter, prima di farti capire la mia risposta?-
-Tante quante io ne impiegherò per convincerti a darmi una possibilità.- rispose serio lui.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, I Malandrini, Severus Piton | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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-Smettila di ridere.- sbuffò irritato Remus.
Inutile dire che Sirius non lo ascoltò, anzi non si sprecò nemmeno a considerarlo, tanto era preso nel suo fantastico mondo delle risate.
Quella mattina era iniziata in modo grottesco. Prima Peter non si sapeva per quale motivo aveva deciso di andare nel Bagno dei Prefetti, entrando per sbaglio in quello femminile e rimanendo in mutande davanti a mezza dozzina di ragazze oltraggiate e vagamente schifate, non che si potesse dare loro torto, poi quello.
Ma Sirius non doveva vederla in quel modo. Probabilmente per lui quella mattina non era iniziata in modo grottesco,era sicuramente un sogno che diventava realtà.
-Ho detto smettila, Sir.- sbottò di nuovo Lunastorta.
Come risposta si dovette accontentare di una risata ancora più rumorosa.
James scosse la testa, lanciando uno sguardo divertito e rassegnato insieme a Sirius, che poco ci mancava si rotolasse per terra.
Capiva perché il suo migliore amico trovasse così esilarante la situazione. Se non fosse che Lui ne era il protagonista, avrebbe fatto altrettanto.
Ma invece lui era il protagonista. E la mano, maledizione, gli faceva vedere le stelle. Quando stupidamente, perché si dannazione lo ammetteva era stato stupido, la sera prima aveva voluto fare l’eroe e sopportare stoicamente il dolore rinunciando a un impacco freddo alla mano certo non immaginava una cosa del genere.
Aveva immaginato le nocche viola, leggermente graffiate per la botta che aveva dato al muro. Aveva immaginato che pulsasse, come quando si era slogato il polso l’anno prima durante la prima partita di campionato.
Dio, si era immaginato lei. Evans si sarebbe preoccupata. Gli avrebbe chiesto cosa fosse successo, con quei suoi fantastici occhi verdi attenti e dolci. E dopo, capendo finalmente quanto lei fosse importante per lui, quanto ci stesse male da anni solo per lei, si sarebbe improvvisata infermiera per rimetterlo in sesto e poter così realizzare ogni suo sogno.
E invece…c’era Remus che gli lanciava occhiate rassegnate mentre lui si era improvvisato medimago, c’era Peter traumatizzato perché un branco di sedicenni gli avevano tirato saponette, scarpe e quant’altro era stato loro a portata di mano durante la sua disavventura in bagno, e c’era Sirius…
…Sirius che non solo guardava incredulo ed estasiato la sua mano, ringraziando mentalmente ma neanche tanto i filmini che James si faceva ogni tre per due, e rideva senza sosta da almeno venti minuti.
E poi c’era quella cosa.
Perché ormai chiamarla mano non solo non sarebbe stato veritiero o verosimile, ma addirittura un insulto per l’altra ancora integra.
Nella notte, durante la quale il sonno aveva bastardamente anestetizzato il dolore, era diventata almeno il doppio. Il viola sexy intorno alle nocche che si era immaginato si era espanso su tutto il dorso diventando in alcuni punti di un brutto giallognolo, e il sangue rappreso non faceva che peggiorare il tutto.
O renderlo un sogno per una persona particolarmente sadica quale era Sirius.
Dopotutto i geni Black, per quanto in lui fossero confluiti i migliori, erano pur sempre geni Black.
E poi anche lui trovava la cosa vagamente divertente. Anche se sentiva un dolore cane e vedeva le stelle.
-Ti prego dimmi di nuovo come è successo.- lo pregò con le lacrime agli occhi Sir.
Decisamente quella mattina era iniziata in modo grottesco, anche se il ricordo della sera prima riusciva ad addolcire perfino…quello.
Ancora non aveva detto niente ai ragazzi. Ancora non aveva detto niente a Sirius. E avrebbe tenuto la bocca ben chiusa fino a che non ne avesse parlato a quattr’occhi con lui.
Per quanto volesse bene ai ragazzi, James sapeva che il primo con cui avrebbe dovuto parlare era il suo migliore amico, e che Remus e Peter lo perdonassero.
Era una promessa che si erano fatti anni prima dopo essersi presi a pugni.
Nessuna donna, nemmeno Evans, avrebbe rovinato la loro amicizia.
Con quei pensieri in testa James abbandonò l’espressione divertita guardando Sirius seriamente. Tra loro non c’erano bisogno di parole, a ben pensarci non ce n’era mai stato bisogno. Nemmeno il primo giorno di scuola quando sulla barchetta che li portava a Hogwarts per la prima volta avevano silenziosamente e contemporaneamente deciso di voler vedere la Piovra Gigante, ospite del Lago Nero.
Come sempre quello sguardo bastò. Le risate del giovane Black si spensero di botto, l’espressione ilare prontamente sostituita da una speculare a quella di James.
Il cambio di atmosfera fu destabilizzante perfino per James che ne conosceva il motivo. Non si stupì affatto, quindi, quando Remus smise di occuparsi della sua mano per guardare perplesso e preoccupato l’amico, o quando Peter assunse la tipica espressione da Su-Che-Pianeta-Sono, che solitamente riservava per occasioni importanti quali le lezioni di Trasfigurazione o Incantesimi Avanzati. O Pozioni. O Astonomia. O…beh in realtà durante ogni ora di lezione.
-Sir finalmente il tuo cervello ha scoperto la sua esatta ubicazione?- chiese incerto il licantropo.
-In te invece è qualcos’altro che deve trovare la giusta strada. Per inciso una strada molto piacevole e che si trova tra le gamb…- ribatté caustico l’altro senza riuscire a finire l’irriverente battuta.
-Sirius!- gli urlò in faccia Remus ora irritato e dimentico completamente dell’attimo di serietà di Black.
James sorrise vedendo lo sguardo che Lupin gli lanciò. James aveva sempre saputo leggere le persone. Era stato costretto a farlo, in un certo senso.
Circondato fin da piccolo da tate e costretto in noiose feste di società, dove la parola d’ordine era Mentiamo-Allegramente o al massimo Sorrido-Anche-Se-Ti-Vorrei-Morto-Ma-Poi-Ti-Sputerò-Nel-Piatto, come Sirius, saper riconoscere chi realmente pensava quello che diceva o no era di vitale importanza. Perché capirlo aiutava a non illudersi e soffrire. Quindi, si, James poteva vantarsi di saper leggere le persone. E in quel momento poteva leggere in Remus perplessità e anche una piccola dose di dispiacere. Era abbastanza intelligente da saper riconoscere i loro momenti di serietà, quelli cui nessuno poteva prendere parte, non inizialmente almeno, e James non cercava di ignorare il fatto che lo stavano escludendo, seppure per poco.
Ma Remus era troppo intelligente anche per non capire. E per non perdonarli.
Così con un piccolo sorriso di scuse James salutò silenziosamente l’amico, intento a trascinarsi dietro uno stranito Peter, ringraziandolo come mai prima per l’amicizia che quel gesto dimostrava.
Quell’accettazione valeva tantissimo e James non l’avrebbe scambiata per nulla al mondo. Remus spesso, ancora, li ringraziava per essersi impegnati così tanto nel diventare Animagus e per rimanergli vicino a ogni luna piena. Ma quello non era niente in confronto a quello che Remus stava facendo in quel momento.
Remus con i suoi silenzi faceva tantissimo e nemmeno se ne rendeva conto. Prima o poi avrebbe dovuto cercare di fargli capire quanto fossero preziose le sue azioni. Quanto gli fosse grato.
-Quella del pugno al muro era tutta una balla e in realtà è Evans che ti ha conciato così?- Sirius cercò di smorzare l’atmosfera seria, troppo per loro, che aleggiava nella stanza.
Che avesse subito capito il motivo di quella improvvisa chiacchierata non stupì James. E non perché loro si capissero sempre al primo sguardo, ma perché era solo quello l’argomento affrontato nei loro attimi seri.
Potter si ritrovò ironicamente a pensare che non era nemmeno colpa del suo egocentrismo.
Era per Sirius.
Per l’affetto che li legava.
Perché nessuna donna, nemmeno Evans, avrebbe potuto rovinare la loro amicizia.
James ricordava la prima volta che Lily Evans, i suoi sentimenti per lei, erano diventati un ostacolo tra loro.
Erano ancora al quarto anno, la fine dell’anno si avvicinava sempre più e di pari passo con essa cresceva la distrazione di James verso tutto e tutti. Per una volta perfino, addirittura, Sirius era stato messo da parte. Involontariamente certo, ma comunque messo da parte.
James ricordava ancora come si perdesse a osservare i riflessi del sole sui capelli rossi della ragazza. Come la cercasse tra la folla. Come osservando il morbido movimento dei suoi fianchi, lento o veloce a seconda dell’umore, tutto il resto del mondo svanisse.
Per settimane, forse addirittura mesi, Sirius si era limitato a osservare i cambiamenti del suo amico. Non aveva chiesto niente, aspettando solo che lui tornasse quello di sempre. Quello che chiedeva a Evans di uscire davanti a tutti, ma che intanto aveva preso appuntamenti con altre nel caso di un rifiuto. Quello che la prendeva in giro con lui, quello che la considerava una sfida da vincere, quello che voleva solo superare Mocciosus anche in quello.
Quello per cui Evans era una bella ragazza, ma pur sempre una delle tante. E che, certamente, non l’amava.
Sirius aveva aspettato, convinto che quel ragazzo così simile a lui, il suo compagno di conquiste di sempre, arrogante e superficiale, tornasse. Dannatamente stupido, ecco come era stato in quegli anni.
Stupido perché non aveva visto quanto lei fosse speciale. Stupido perché aveva rischiato di perdere il suo migliore amico senza nemmeno rendersene conto.
E sarebbe stato da ridere il fatto che, per una volta, a farlo ragionare non fosse stato Remus, ma Sirius se non fosse stato per come si era sentito dopo.
Quella era stata l’occasione della loro seconda litigata e nessuno ne sapeva il motivo, forse Remus lo immaginava, ma nessuno dei due aveva mai parlato e lui non aveva mai chiesto niente.
Il primo pugno di Sirius era arrivato sul naso senza che James nemmeno si rendesse conto che l’amico aveva caricato il colpo, così preso dai suoi pensieri innamorati.
Il secondo pugno era arrivato ancora più inaspettato del precedente. Perché era Sirius a colpirlo. Perché era serio come mai prima. Perché per un attimo lo aveva guardato come spesso guardava Regulus.
Il terzo pugno era stato parato a sento.
Il quarto pugno era stato schivato. E per la prima volta James aveva risposto senza ancora capire il motivo.
Il quinto pugno era stato accompagnato dal rumore di vetri infranti perché James, sbilanciato, si era portato dietro Sirius cadendo insieme sullo specchio.
Il sesto pugno li aveva visti ancora stesi a terra. Sirius con gli occhi brillanti di rabbia e dispiacere.
James ricordava lo sgomento. Per la prima volta non capiva il suo migliore amico.
Sapeva, lo sapevano entrambi adesso come allora, che Sirius rialzandosi gli aveva lasciato il tempo per riprendere fiato e rispondere a sua volta.
Tempo che invece Potter aveva usato per rompere quel pesante silenzio che Sirius sentiva da settimane, a causa delle sue continue fantasie su Evans, ma che James avvertiva solo in quel momento, con un labbro e il sopracciglio destro spaccato.
-Che ti prende, dannazione!-
-Idiota.-
Non c’era stato verso di fargli dire niente. Solo una serie di insulti alternati ad altrettanti pugni.
-Ho sempre sospettato che tu fossi tonto, hai impiegato un infinità di tempo prima di capire.- borbottò il Sirius diciassettenne, quello che non voleva spaccargli la faccia.
-Hai una capacità comunicativa che fa schifo. E’ ovvio che ci abbia messo così tanto per capire, chiunque altro mi avrebbe parlato invece di prendermi a pugni.- ribattè con un sorriso mesto il ragazzo.
-Chiunque altro ti avrebbe preso a pugni fin dall’inizio.- commentò l’altro buttandosi a peso morto sul letto.
Sir aveva ragione. Erano serviti altri quattro pugni e una battuta infelice prima di capire cosa pensasse il moro. Così preso in quel sentimento, allora senza nome, per Evans, scoperto per caso non aveva fatto caso ad altro. E James si vergognava profondamente di aver messo da parte il suo migliore amico, anche a distanza di tre anni, passati a cercare di riparare all’errore.
-Sei impazzito, per caso?- gli aveva urlato con il sapore del sangue in bocca, segno che il taglio al labbro era profondo.
-Non sono certo io quello che sembra un altro.- gli aveva urlato furioso l’altro.
Non aveva torto. Così, da un giorno all’altro si era reso conto che la guardava con occhi diversi. Vedendola bella come mai prima.
Tra capire e immobilizzarsi, quel giorno, non era passato nemmeno un attimo. Aveva incassato due pugni senza far niente per evitarli o rispondere, convinto di meritarseli come non mai.
Forse Sirius aveva letto quella presa di coscienza nei suoi occhi perché non aveva infierito oltre. Erano rimasti immobili nella stanza, ormai distrutta, per minuti. Forse ore. Solamente a guardarsi negli occhi con il fiato corto e mille parole non dette che venivano comunque comprese dall’altro.
James non aveva dato voce a quelle scuse che gli bloccavano la gola. Sirius non aveva spiegato niente nonostante gli occhi mandassero lampi.
Pian piano si erano calmati, entrambi. E la calma era tornata.
Di nuovo non c’erano state scuse né per quel comportamento incurante e bastardo né per i pugni che gli stavano facendo pulsare tutta la faccia.
Era stato Sirius il primo a muoversi, perché James sapeva che era giusto così. Era lui ad aver sbagliato e Black si meritava tutto il tempo che avesse voluto. A lui stava aspettare come il suo amico aveva fatto per settimane.
-Andiamo a cena? Potremmo dire che sono state le Serpi a ridurti così e organizzare una retata.- aveva commentato poi tranquillo Sirius.
Il peggio era passato così, in un modo talmente inaspettato quanto…da Sirius.
E tutto era tornato alla normalità, o quasi. Il giorno dopo avevano organizzato quella retata. Quello dopo avevano dato fuoco, involontariamente ovvio, ai capelli di Mocciosus. Quello dopo ancora erano riusciti a confondere Lucius Malfoy, allora al settimo anno, così tanto da farlo andare in giro in mutande a fantasia di boccini per tutto il giorno prima che i professori riuscissero a fermarlo e portarlo in infermeria.
Quella catena di scherzi era continuata per quasi un mese. Le punizioni per il doppio del tempo. Evans non gli aveva parlato per ancora di più, visto che la loro vittima preferita era l’allora suo migliore amico. Ma Sirius c’era. E non importava altro.
Quei loro momenti seri erano iniziati, ancora una volta, grazie al moro. James si era trattenuto dal parlare di Evans quanto più possibile, iniziando nuovamente a uscire con tutte quelle ragazze che accendessero almeno un po’ il suo interesse, invitandola sistematicamente per ogni weekend a Hogsmade, cercando di considerarla di nuovo una sfida.
Perché nessuna donna, nemmeno Evans, avrebbe potuto rovinare la loro amicizia.
Ma Sir aveva deciso, perché tra i due era lui quello più forte.
-Quanto hai intenzione di smetterla di mentire?- gli aveva chiesto di punto in bianco, all’uscita di una noiosissima lezione di Storia della Magia.
-Mentire?-
-Intendo hai ancora intenzione di far finta che con Evans non sia cambiato niente?-
Avevano saltato la lezione successiva. E quella dopo ancora, tanto a Trasfigurazione erano entrambi fortissimi (non che nelle altre materie andassero male, ma Trasfigurazione era la loro materia, con grande stizza di Remus) e avevano parlato.
E come sempre Sirius gli aveva fornito la soluzione, tra una risata incredula e un insulto divertito. Quel giorno, durante il loro primo momento serio, gli aveva detto che solo un imbecille del suo stampo si sarebbe andato a impelagare con una come Evans. Che Potter avesse impiegato addirittura un’ora per venire a patti della cosa, perché stavamo pur sempre parlando di quella ragazza che gli urlava dietro continuamente e che preferiva Mocciosus a lui, lo aveva divertito ancora di più.
Così James finalmente aveva capito cosa fosse cambiato con Evans, e Sirius che il suo migliore amico non sarebbe sparito per rincorrere quella ragazza. Anche perché ci sarebbero stati altri pugni a ricordarglielo in caso di necessità.
-Hai finito di elucubrare? Prima o poi ti rinchiuderanno per studiare questi tuoi momenti di totale estraniamento.- fece Sir, ancora elegantemente, perché un Black non riesce nemmeno volendo a essere scomposto, svaccato sul letto.
-Se Rem ti sentisse parlare così gli prenderebbe un colpo.- ridacchiò James, di fronte allo sfoggio di un vocabolario forbito.
-Gli prenderà comunque quando usciranno i risultati dei MAGO, visto che i miei saranno migliori dei suoi sudati Oltre Ogni Previsione da secchione.- commentò l’altro.
James scosse la testa, cosciente che sarebbe davvero andata così. Sia lui che Sirius ai GUFO avevano avuto una media migliore di Lupin, anche se di poco, e che l’avessero ottenuta con un decimo del suo studio certosino lo faceva infuriare anche dopo due anni.
-Mi vuoi dire cosa è successo, a meno che davvero Evans non ti abbia gonfiato dopo che hai cercato di guardarle sotto la gonna.-
Maledetto, al quinto anno la ragazza gli aveva rifilato uno schiaffo così forte che ancora sentiva dolore proprio per quel motivo. Mai che evitasse di ricordarglielo…
-Mi ha detto una cosa…-
Come accadeva ogni volta quella mattina saltarono le lezioni. Perché interagire per un James ora estatico e incurante del dolore e un Sirius incredulo non era una cosa veloce.
-Forse inizio a piacerle.- commentò alla fine James.
-Forse le hanno dato una botta in testa al villaggio che le ha scombinato la personalità.- commentò invece sarcastico Sirius. Era il suo modo per riportarlo con i piedi per terra.
E quella frase detta con apparente noncuranza, mentre entrambi si preparavano a scendere per il pranzo affamati come poche altre volte nella vita, non solo ebbe il potere di riportare James sul giusto pianeta, ma anche di ricordargli che, effettivamente, alla fine lei non gli aveva detto cosa fosse successo in quel dannato villaggio, né di cosa avesse avuto così urgentemente bisogno di discutere con il preside, lei che si rivolgeva sistematicamente a Minnie o al Lumacone…
-Smettila di pensare catastrofi. Lei sta bene e solo questo importa, no?- lo riscosse dall’ennesimo estraniamento Sirius.
Ed Evans nemmeno gli piaceva troppo, ma per lui aveva iniziato a sua volta a guardarla con occhi diversi. Non più solo come la ragazzina irritante che mandava a monte i loro scherzi.
-Quel giorno ho capito una cosa, sai?...- non occorreva dire che stava parlando del giorno della rissa, l’altro aveva capito e il sopracciglio inarcato stava a indicare che aveva, di nuovo, la sua completa attenzione.
-…Che non eravamo più solo amici, ma fratelli. Mentre mi prendevi a pugni mi guardavi come guardi Regulus. Lì ho capito che per me era lo stesso.-
E se sembrava tanto una dichiarazione d’amore andava bene lo stesso. Perché Sirius non avrebbe frainteso…
-Sapevo che ti stavi innamorando di me, pasticcino.-
…o che lo avrebbe fatto volontariamente.
James non si sprecò nemmeno a prenderlo a pugni. Privilegi dell’essere fratelli.
 
 
 

 
 
 

***

 

 
 
 
 
 
 
 
 
Quella mattina, a colazione come alle lezioni, mancarono addirittura sette ragazzi e per questo un depresso Peter si era ritrovato a dover preparare da solo la Pozione Rimpolpasangue (quando di solito copiava i movimenti di uno degli altri due amici visto che Rem non veniva mosso a compassione nemmeno di fronte a un ragazzino in lacrime per certe cose) e Piton, per la prima volta, aveva sbagliato la sua senza nessun ingerenza da parte dei sopra nominati assenti. Perché oltre a Potter mancava anche Evans e il ragazzo sperava con tutto il cuore che non fossero insieme…
 
 
 
 
 
 
 
 




 
ANGOLO AUTORI.
Ciao a tutte, ragazze (non me ne vogliano ragazzi nel caso leggano questa storia). Come va?
Inizio con lo scusarmi per il ritardo, contavo di postare ieri, ma la scuola mi ha risucchiato nel vortice infernale quindi sono riuscita a postare solo oggi.
Cosa dire di questo capitolo? Questo mi piace tanto quando il prossimo mi deprime (non sono affatto soddisfatta, insomma) e non escludo di riscriverlo se mi prende l’ispirazione. Vabbè magari non vi frega niente di questi discorsi campati in aria quindi passo ad altro.
Come avevo detto il capitolo è tutto al maschile, meglio ancora è quasi totalmente James-Sirius. Quei due mi fanno una tenerezza incredibile. E anche un po’ di invidia, non è facile trovare un amico del genere.
La scena iniziale penso sia comica, ce lo vedo James, almeno il mio James, a farsi filmini mentali e un broncio triste nel riscontrare che in realtà è tutto diverso. Povero, anche la mano mezza marcia gli ho rifilato! Un commento inutile, ma che ci tengo a fare: Peter non mi piace, non solo per il tradimento, ma perché è inutile e fosse per me lo eliminerei direttamente dalla storia, ma non si può quindi non voletemene se lo tratto come un imbecille che non capisce niente e che le ragazze snobbano anche se fa parte del famoso gruppo dei Malandrini (non ha caso si è beccato un sacco di roba più o meno pesante in faccia).
Non so se vi ricordate, ma avevo vagamente accennato a una litigata tra i due, al quarto anno in uno dei primi capitoli (sono andata a controllare per essere sicura di non scrivere cavolate) e beh…eccola qua.
Non so perché ma ho sempre immaginato che Sirius, accorgendosi dell’interesse così profondo di James per Lily, si sentisse un po’ tradito. E la pseudo-scenata di gelosia ci stava. Almeno per me. Anche se scriverla è stata dura, spero si capiscano i momenti al presente e quelli al passato perché non ne sono totalmente sicura. Cioè io li capisco, ma gli altri? È in questi casi che rimpiango di non far leggere a nessuno i miei capitoli in anticipo. Anche la mia migliore amica li legge solo dopo la pubblicazione, pensate un po’? Che dite sono paranoica?
Visto che sono in vena di domande, eccone un’altra. È credibile la loro chiacchierata? Non è troppo smielata, troppo empatica, troppo parolosa (non so da dove mi è uscita, ma credo renda bene l’idea). Perché sono stata un po’ bloccata dai commenti che sento a volte dai miei amici, sullo stile del tra uomini ci si da pacche sulla spalla, ma non si parla (citazione più o meno letterale all’Era glaciale 3, sono ferratissima sul genere con una sorellina che mi costringe a vederli tutti).
Non ho altro da dire (meno male direte), in verità, credo il capitolo parli da solo o ci vada vicino, comunque. Quindi passo ai ringraziamenti.
Grazie a chi continua a seguirmi e che continuerà a farlo, nonostante i ritardi.
Grazie a chi legge e grazie ancora di più a chi commenta, vi adoroooo!!
Margot90, ciao tesora! Ti avevo detto ieri aggiornamento e non ce l’ho fatta, e ancora non ti ho risposto. Sono veramente pessima. Comunque spero di essermi fatta perdonare con questo capitolo. Grazie per il commento in sé, ma anche per quello che c’è scritto. Sei veramente adorabile! E dopo il punto di vista di Lily quello di James era d’obbligo, soprattutto perché povero si era sentito dire per la prima volta da anni qualcosa di carino. Anche se ho cercato di non fermarmi troppo sulla cosa, preferendo parlare della sua amicizia con Sirius. E anche con Remus perché no. Sono contenta che le ragazze ti piacciano, sono una bella sfida per me, come tutti i personaggi nuovi. Alla prossima, allora (prometto di rispondere in tempi relativamente brevi, eh?). Ciao ciaooo!
Shine_ciao cara, grazie per il gentilissimo commento . come hai notato si, Lily teneva a James. Ho pensato fosse credibile. Dopotutto ha undici anni e non conosce nessuno, Severus escluso. Non conosce la scuola o quello che le riserva il futuro, e nemmeno il mondo nuovo in cui è stata catapultata. E James si è infischiato del muro di recinzione che Piton le ha costruito intorno per esserle amico. Si è sentita tradita e lui non è riuscito a scusarsi decentemente. Solo scene eclatanti per il piccolo Potter, insomma. Che la ragazzina non condivide particolarmente, però. E, ancora, si. Stiamo facendo qualche piccolo e lento passo avanti. Ma cambiamenti radicali e improvvisi, almeno per esperienza personale, sono sempre sinonimo di basi fragili. E non è questo il caso, almeno non secondo la storia originale. E io mi adeguo, ed è anche una scusa con sui posso seguire i miei tempi. Comunque grazie ancora, spero di sentirti presto!
Mousse, ciao finalmente! No scherzo, sono contenta di sentirti, però. E capisco benissimo, vedi che anche io sono in ritardo quindi siamo pari. Il Genio della Lampada, poi, ha accettato la richiesta (meno male che non hai chiesto cose astruse e grottesche tra l’altro, i più deboli di stomaco non avrebbero gradito magari). Domani vedrò di scrivere il tuo capitolo, allora. Così ho anche una scusa per andare avanti, visto che sono rimasta un po’ indietro sui tempi previsti. Alice, beh Alice conosce i suoi polli e riesce a leggere la sua amica come pochi altri, quindi il radar di mamma chioccia orgogliosa si è appena attivato! No, non è vero, è attivo da sempre, come quello di ogni buon amica. E la cara Lily…è un po’ sotto sopra, troppi pensieri strani tutti insieme, speriamo che non scappi a gambe levate, eh? A già…l’ha già fatto nello scorso capitolo. Vedremo nel prossimo cosa deciderà, no? Grazie grazie per la recensione, sei carina come sempre. E non sparire, eh? Che tra poco arriva il tuo capitolo…
Nashira91 ciao carissima! Macchè ritardo. Sei perfettamente in tempo o come dico io non sono mai in ritardo, arrivo sempre quando voglio arrivare (non so da che film l’ho ripresa, ma mi rappresenta bene). Grazie, ovviamente, per il commento. Mi brillano sempre gli occhi leggendo recensioni così attente e piene di pensieri come la tua…Emmaline mi piace tantissimo  anche se non penso sia molto credibile come Corvonero, sempre così tra le nuvole. Ma non volevo stringere tutto intorno ai Grifondoro. E poi, dai assomigli davvero a Virginia? Io l’adoro, è stata la prima delle ragazze di cui ho scritto. E fa tanta tenerezza. Ma la mia preferita è…Julie. Che assomiglia un pochetto a Draco Malfoy delle altre storie Lily/Scorpius, in realtà. Forse è per questo che mi piace tanto, ma anche lei non sembra tanto Grifondoro. Ma viva i non stereotipi, insomma!! E Alice…hai presente quando al San Mungo regala caramelle a Neville (non ricordo in che libro)? Ecco, la mia Alice è una specie di risarcimento per come ziaRow l’ha ridotta. Quindi è stata delineata apposta come l’opposto di quello che è scritto in quelle pagine. Attenta, affettuosa, leale, sincera. Ma soprattutto una buona amica, quando invece non le è stato possibile essere una buona madre. Oddio che riflessioni che mi sono messa a fare, penserai che sono pazza! Grazie mille, fammi sapere di questo capitolo, eh?
Ora vi lascio in pace perché come al solito ho rubato anche troppo tempo. grazie grazie ancora, mi lasciate un commentino?
Baci baci bacioni…Rebe.

   
 
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