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Autore: giogy    18/11/2010    3 recensioni
Una Hermione diversa alle prese con il suo ultimo anno di scuola. I fantasmi del suo passato le impediscono di continuare a vivere e sarà l'ultima persona che si sarebbe immaginata ad aprire uno spiraglio di salvezza nella sua vita che inesorabilmente sta andando a pezzi.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Passeggia per i corridoi a testa alta, ma senza guardare nessuno in realtà. Cammina e basta. Cammina sola.

La sera ci sarebbe stata l'ennesima festa, la tensione tra gli studenti è palpabile. Ascolta scorci di conversazione -io mi metterò il vestitino viola- oppure -questa sera mi devo proprio fare quella figa della Chang-. Scuote la testa infastidita, possibile che il quoziente intellettivo di tutta la sua generazione si sia abbassato al livello di quello di una larva di moscerino?

Persa nelle sue considerazioni va a sbattere contro qualcuno. Non si gira nemmeno, prosegue dritta, ma viene bloccata per il polso. Mossa davvero idiota per quel qualcuno. Nessuno la tocca. Nessuno ne ha il diritto. Nessuno ne ha l'onore ormai.

-Granger impara a guardare dove vai e soprattutto a non infettarmi- l'odio nelle sue parole è palpabile ed Hermione legge disgusto nei suoi occhi quando fa per spolverarsi la spalla con cui si è scontrata.

-Malfoy come al solito di quel che dici non me ne frega un cazzo. Sparisci.- la voce è bassa, quasi un sussurro, un avvertimento forse. Non le importa di quel ragazzino tanto insignificante, della vita quello non ha ancora capito niente. L'ombra del padre è ancora il suo rifugio.

Come se non ci fosse gli passa di fronte, pronta a perdersi nuovamente nel suo mondo. Il guaio è che lo sente.

-Sporca Mezzosangue.- l'odio è ancora quello, ma quelle parole... le sembra tutto così simile a quel giorno. Lo stesso odio di quegli assassini...le stesse parole...

Ed è un attimo. Si gira lentamente e gli sorride vacua: -Questo non dovevi dirlo- con un rapido gesto alza la bacchetta -Stupeficium-.

Il biondino viene gettato contro il muro da un lampo di luce rossa, gli scagnozzi che si porta dietro lo accorrono subito. Prima di andarsene lo guarda un ultima volta.

Nessuno può chiamarla a quel modo.



Le lezioni sono iniziate già da un pò ma lei non ha nessuna intenzione di seguirle. L'incontro con Malfoy l'ha alquanto indispettita e l'unico posto che le può dare un pò di tranquillità è la Foresta Nera.

Nevica.

E' strano come dell'acqua ghiacciata possa far sembrare anche un posto pericoloso come quello, quasi sereno. Tutto sembra più calmo, ammantato, puro... e lei che non lo è più si sente a disagio. Potrebbe contaminarlo.

Allungata sulla neve non sente il gelo che le entra nelle ossa, fissa il cielo ,che mano a mano si fa più scuro, immobile.

Si trova di nuovo nel suo mondo. Niente la può scalfire, niente la può ferire. Non pensa niente, non sente niente. E' una bolla che l'avvolge. Le giornate le passa lì.

Quando si decide a tornare al castello si è ormai fatto buio. Il freddo comincia a raggiungerla: le calze di lana che aveva indossato sotto la gonna sono bagnate fradicie, come del resto tutti i suoi vestiti, compreso il grande felpone che aveva rubato a Ron. Trema silenziosamente e quasi le manca il fiato quando, oltrepassato il portone, viene invasa dal calore della scuola.

Si dirige verso la sala comune, incurante degli sguardi che la seguono alla ricerca di un nuovo scoop.

Loro non sanno, nessuno sa. Solo i professori e gli amici più cari. Non sarebbe riuscita a sopportare che il suo dolore diventasse il pettegolezzo del giorno.

Davanti al fuoco ci sono Harry e Ron. Subito le corrono incontro per poi fermarsi ad un passo di distanza, sanno quanto sia restia al contatto fisico.

-Mione dove sei stata? Ci siamo preoccupati da morire!-

Guarda il rosso abbozzando un sorriso: -scusa, avevo voglia di stare un pò da sola-

Stanno per rispondere ma evita altre domande rifugiandosi in dormitorio.

Si butta sotto l'acqua bollente della doccia e comincia a sfregarsi a sangue la pelle. Ma sa già che lo sporco che si sente addosso non se ne andrà mai. Avvolta nell'accappatoio passa davanti allo specchio voltando la testa per non guardarsi perchè non ancora riesce a reggere il suo sguardo. Lo sguardo che le fa più paura.

Mette solo una maglia larga, i capelli li lascia bagnati, per poi sedersi sul davanzale e guardare la notte. Il silenzio è opprimente, interrotto solo dal leggero rumore della sigaretta che brucia.


All'una esce e si dirige verso la Stanza delle Necessità. La festa è già nel pieno, tutti si voltano a guardarla. Vestita solo con una maglia che le copre a malapena il sedere e dei leggins di pelle tutti strappati, il trucco è pesante ed i tacchi altissimi.

E' una dea, una dea dannata.

Distogliere lo sguardo dalla sua figura è impossibile.

Ma lei non sa che un paio di occhi la guardano diversamente, non la stanno divorando con lussuria, sono solo curiosi ed interessati.

Ma lei questo non lo sa.

La serata va come al solito. Entro la prima ora è già ubriaca seduta in un tavolino isolato, alla seconda ha già mandato in bianco metà della fauna maschile, alla terza si è ripresa e balla disperata, alla quarta ricomincia a bere e poi la solita conclusione: Harry e Ron che la fanno levitare fino in dormitorio. L'unica volta in cui avevano provato a portarla in braccio si era svegliata ed aveva avuto una crisi isteria.

Ogni volta è così. Sempre così. E anche nel sonno mormora quelle parole.


[Sono un mostro.

Sono un mostro.

Sono un mostro

Sono un mostro

Sono un mostro]


Se lo ripete sempre...e tanto basta...





Angolo di UN IDIOTA A CASO

Ci tengo a precisare che questo capitolo non è il massimo, ma è stato indispensabile. Spero che dal prossimo la storia possa prendere la piega che mi ero riproposta all'inizio :)

  
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