Salve
a tutti!!! Si, lo so, sono un’altra volta in ritardo, ma tanto ormai questa
storia è diventata solo un problema.
Fortuna
che mancano solo due capitoli ed è finita.
Non
vedo l’ora. Per quanto mi sforzi i commenti inesistenti mi hanno portata quasi
ad odiarla.
Ripeto,
per fortuna manca poco.
In
ogni caso, visto che sono abituata a portare a termine ogni cosa che faccio
questa storia vedrà la parola fine.
Entro
Natale sarà terminata (spero prima).
Credo
di aver detto tutto. Buona lettura!
~Diari~
2005 ~ Mi affascini
Ero molto nervoso quando arrivai a casa.
Non salutai nessuno e mi rifugiai dentro la mia camera. Se c’era qualcuno che
poteva credere alle storie sul nostro conto quello era sicuramente Billy Black.
Sperai che non accadesse nulla durante il suo incontro con Bella, ma sapevo di
potermi fidare di lei ed io, la mia famiglia e la mia natura, non avremmo corso
alcun rischio.
Non riuscivo però a stare con le mani in
mano e perciò decisi che una bella battuta di caccia sarebbe servita a
rilassarmi un po’. Dopo la caccia mi
ripulii per bene e senza pensarci un minuto in più corsi con il vento verso
casa Swan.
Mi fermai non lontano dall’abitazione, ma
abbastanza vicino da poter sentire la conversazione tra Bella e suo padre.
“Bella, com’è
andata a scuola?”
chiese il capo Swan.
“Abbastanza bene.
Oggi la mia squadra di Badminton ha vinto diverse partite.” Rispose la mia
piccola umana.
“Ah si? E chi è il
tuo compagno di squadra?” continuò curioso il padre.
“Mike Newton,
papà.”
“La sua è una
famiglia di brava gente. Potresti invitare lui al ballo.” Azzardò Charlie.
Ero curioso della risposta di Bella.
“Papà, Mike esce
con Jessica e poi lo sai che io e il ballo non andiamo d’accordo.” Rispose. Soffocai
una risata. La piccola Bella non sapeva ballare. Buono a sapersi. Magari con me
come suo cavaliere avrebbe cambiato idea anche sulla danza. Sorrisi dei miei
pensieri, peccato che però sabato, per noi, non ci sarebbe stato nessun ballo.
Magari avrei potuto fare qualcosa per quello di fine anno.
“Si, lo so
benissimo.”
e i suoi pensieri mi rivelarono quanto anche lui fosse riluttante al ballo.
Bella e suo padre avevano molte cose in comune. “Ho organizzato una battuta di pesca con gli amici, ma se vuoi rimango
con te a farti compagnia. So bene che ti lascio troppo spesso da sola.”
Continuò Charlie, dispiaciuto per le poche attenzioni che dedicava alla figlia.
“Oh papà, non
preoccuparti. Sai che a me piace stare da sola e poi tu sei un papà perfetto.” L’affetto che Bella
provava per suo padre si sentiva in ogni sua parola. Detto questo lasciò la
cucina e andò a letto. Attesi giusto il tempo che si addormentasse e finalmente
potei di nuovo bearmi della sua vista.
Bella era stesa nel suo letto, le lenzuola
attorcigliate tra le sue gambe e i suoi capelli a proteggere il suo viso. Mi
avvicinai al letto spostando delicatamente i capelli dal suo volto. Volevo
vedere di più. Le palpebre chiuse, le sue ciglia di un nero che si intonava
perfettamente al suo viso di porcellana. Le piccole labbra socchiuse e il suo
respiro che mi cullava nella notte buia.
Quella notte il sonno di Bella fu molto
tranquillo. Alle prime luci dell’alba dovetti però dire addio allo spettacolo
che per tutta la notte mi ero goduto.
L’avrei rivista molto presto e questo mi
diede la forza per uscire dalla sua camera.
Non appena l’auto di Charlie uscì dal
vialetto parcheggiai la mia auto ed attesi che Bella fosse pronta. Non aspettati
molto. La vidi uscire dalla porta di casa di tutta fretta e sedersi senza
esitazione sul sedile del passeggero della mia Volvo. Sembrava che avesse
fretta di vedermi o forse era solo io a non aspettare altro. Non era mai
abbastanza il tempo che riuscivo a passare con lei.
“Riposato bene?” chiesi.
“Abbastanza, tu invece come hai passato la
notte?” chiese di rimando.
“In modo delizioso.” Risposi, ripensando
allo spettacolo del suo volto che inconsciamente mi aveva regalato durante la
notte.
“Cosa hai fatto di interessante?” domandò
incuriosita dalla mia risposta.
“È ancora il mio turno delle domande.”
Dissi soffocando un sorriso che spuntò quando guardai la sua espressione.
Le chiesi tutto ciò che riguardava i suoi
affetti.
Ebbe un attimo di imbarazzo quando
l’argomento toccato fu quello dei ragazzi. Non riuscivo a credere che una
ragazza carina come lei non fosse mai uscita qualcuno.
“Vuoi davvero farmi credere che non sei mai
uscita con nessun ragazzo?” dissi e lei non fu stupita della mia riluttanza a
crederle, come se si aspettasse già una reazione del genere.
“È la verità, o per lo meno lo è fino a
quando vivevo a Phoenix.” Disse.
Per un attimo rimasi in silenzio. Sapevo
che da quando era a Forks non era mai uscita con nessuno e quindi mi stava
dicendo che qui stava uscendo con qualcuno che le piaceva e non era difficile
capire chi fosse. Sorrisi compiaciuto del fatto che ero io il primo ragazzo che
le piaceva con cui uscisse.
“Oggi era meglio che venissi con la tua
auto.” Le dissi, mentre addentava un boccone del suo pranzo.
“Come mai?” chiese.
“Alice ed io dopo pranzo abbiamo un
impegno.” Le spiegai.
“Non importa, farò due passi.” Certo, come
se davvero glielo avessi permesso.
“Non tornerai a piedi. Il tuo pick up sarà
fuori da scuola quando uscirai.” Le dissi.
“Non preoccuparti, non è un problema e poi
non ho le chiavi con me.” Continuò a dire.
Nel frattempo Alice, che da lontano
ascoltava la nostra conversazione mi indicò con i suoi pensieri il luogo in cui
si trovava la chiave della sua auto.
“La tua auto sarà fuori di qui con le
chiavi nel quadro. Non preoccuparti, non la ruberà nessuno.” Dissi sorridendo.
La vidi corrugare la fronte. Anche senza leggerle la mente sapevo perfettamente
a cosa stesse pensando ora. Era ovvio che non riusciva a credere che potessi
trovare le chiavi ed in più l’irritazione per la mia battuta sulla sua auto era
davvero chiara sul suo volto.
“Ok.” Rispose sfidandomi.
“Cosa farete di bello?” chiese dopo qualche
minuto di silenzio.
“A caccia. Ho bisogno di prendere alcune
precauzioni se voglio passare la mia giornata con te.” Dissi dispiaciuto. Ero
costretto a fare i conti con la mia natura in ogni istante che passavamo
insieme ed era un bene che lo facesse anche lei. “Puoi annullare la nostra
uscita in qualsiasi momento Bella.” Continuai, lottando tra la mia parte
razionale e la parte innamorata.
Per lei sarebbe stato più giusto lasciar
perdere, ma per il mio cuore morto non sarebbe stata una buona idea. Bramavo la
sua compagnia, ma avrei accettato un suo rifiuto senza farmi coinvolgere dal
mio egoismo.
“No.” Rispose. E per un attimo la guardai
arrabbiato per la sua ostinata cocciutaggine.
Fino a che punto voleva spingersi? Ammiravo
il suo coraggio, ma a volte il coraggio può ritorcersi contro di te e sapere
che io potevo causargli la morte con una sola carezza mi spingeva ad avercela
con lei. Speravo che tra i due lei riuscisse ad avere più lucidità, ma a quanto
pare eravamo due scriteriati.
“A che ora ci vediamo domani?” chiese Bella
risvegliandomi dai mie pensieri.
“Non so. Domani magari hai voglia di
dormire un po’ di più.” Dissi.
“No.” Disse in fretta.
“Allora, alla solita ora. Tuo padre sarà in
casa?”
“No, Charlie va a pesca domani.” Disse,
illuminandosi tutt’ad un tratto.
“Se non dovessi tornare a casa cosa
penserà?” chiesi. Stavo cercando di spaventarla, ma lei sembrava obiettare
facilmente ad ogni mia osservazione.
“Penserà che la lavatrice mi abbia
risucchiato visto che di solito il sabato faccio il bucato.” La guardai torvo
per la battuta che aveva appena fatto. E lei ricambiò con altrettanta
intensità.
“Cosa caccerete stanotte?” chiese cercando
di cambiare discorso.
“Non so, quello che troviamo nel bosco.”
Non andremo molto lontano. Mi compiacqui della sua disinvoltura con la quale
discutevamo delle mie abitudini alimentari.
“Come mai è Alice ad accompagnarti?”
“Alice è l’unica dalla mia parte.” Dissi
sincero, notando nel suo sguardo una lieve nota di delusione.
“Gli altri invece cosa pensano?” continuò
cercando di assumere un tono tranquillo.
“In realtà sono un po’ scettici.” Dissi.
“Non gli piaccio?”
“No, solo non riescono a capire come mai io
sia tanto ostinato con te.”
“Beh, anch’io ancora non l’ho capito.”
Disse facendo una piccola smorfia.
“Mia
piccola Bella, sapessi quante sono le cose che amo di te.” Pensai.
“Non ti rendi davvero conto di come tu sia
realmente. Sei diversa, mi affascini.” Dissi.
Il suo sguardo si allargò dalla sorpresa e
le sorrisi.
“Grazie alle mie particolarità so sempre
cosa la gente vuole o fa. Sono prevedibili. Tu invece, non fai mai quello che
mi aspetto, sai sempre come sorprendermi. Sei diversa.” Spiegai.
La guardai attento per qualche secondo.
“Il resto è difficile da spiegare
servendosi solo delle parole.” Continuai.
Mentre le parlavo vidi i suoi occhi posarsi
furtivamente sui miei fratelli.
Nello stesso istante Rosalie la guardò
truce. Con un ringhio intimai a mia sorella di smetterla.
“Stupido di un
vampiro.”
Fu la risposta mentale che mia sorella mi riservò.
“Scusala. È solamente preoccupata per tutti
noi. Il problema è che non sono solo io a mettermi in pericolo passando il mio
tempo con te, soprattutto se ad un certo punto…” mi fermai non sapendo come
dirle ciò che pensavo senza ferirla o spaventarla.
“Se ad un certo punto cosa?” chiese Bella
invitandomi a continuare.
“Se ad un certo punto dovesse finire in
malo modo.” Le risposi riluttante, stringendo la mia testa tra le mani sapendo
di averla spaventata non poco.
Lei invece sembrava tranquilla, come se le
mie parole non l’avessero toccata più di tanto.
“Devi andare?” chiese timida.
“Si.” Risposi, “non penso di riuscire a
sopportare ancora quel filmato.” Dissi alludendo alla strana elettricità che si
creava tra noi due.
Alice a passo di danza ci raggiunse .
“Alice.” La salutai senza guardarla.
“Edward.” Rispose al saluto.
“Bella, questa è Alice…Alice, lei è Bella.”
Dissi presentandole.
“Ciao, Bella.” Disse Alice un po’ troppo
entusiasta. “Finalmente ci conosciamo.” Non appena udii le sue parole la
fulminai con lo sguardo.
“Ciao.” Bella rispose timida.
“Possiamo andare?” mi chiese il folletto.
“Solo un attimo. Aspettami alla macchina.” Risposi
ed Alice si allontanò in silenzio.
“Buon divertimento va bene oppure no come
augurio?” disse Bella facendomi sorridere.
“Buon divertimento va più che bene.” Risposi.
“Beh allora buon divertimento.” Disse senza
entusiasmo. Pensai che anche lei provasse la stessa riluttanza ad allontanarsi
da me.
“Lo farò, a patto che tu cerchi di non
farti male.” Dissi.
“Beh direi che qui a Forks è un’impresa
davvero ardua.”
“Non immagini quanto questo posto per te
sia pericoloso. Promettimelo.”
“Te lo prometto.” Mi ripose accennando un
sorriso che sciolse le mie membra priva di vita.
“E sta attenta alla lavatrice.”
“Non preoccuparti non ci cadrò dentro.”
“A domani.” La salutai.
“A domani.” Rispose in un sospiro.
“Per te è tanto tempo, vero?”
Annuì con un cenno del capo.
“Ci vediamo domani.” Ripetei accarezzandole
la guancia.
Mi allontanai senza dire altro e raggiunsi
Alice che mi aspettava in auto con un sorriso talmente luminoso da farmi quasi
paura.
“Vedrai, domani arriverà in fretta.” Disse Alice
entusiasta.
“Lo so.” Risposi.
“Ti aspetto qui.” Disse. Sapevo che aveva
avuto una visione su cosa stavo per fare di lì a breve. Dopo aver preso le
chiavi dai pantaloni di Bella ed essermi assicurato che tutto fosse come lei
aveva lasciato prima di uscire di casa, avevo appuntato su un bigliettino una
piccola raccomandazione per la mia piccola umana.
Scesi dalla mia Volvo e adagiai il
biglietto sul sedile del guidatore assicurandomi che anche la chiave fosse
inserita nel quadro. Ritornai da mia sorella e partimmo per la nostra battuta
di caccia.
Gettai il corpo ormai senza vita dell’alce
che mi aveva appena nutrito.
Mi sentivo pieno, provavo una sensazione di
pienezza davvero insolita. Probabilmente era dovuto al fatto che non avevo mai bevuto
così tanto prima di allora. Mi sentivo quasi scoppiare.
Le prime luci dell’alba iniziarono ad
illuminare il bosco intorno a me tanto da renderlo quasi incantato. Tra qualche
ora avrei rivisto Bella e non stavo più nella pelle.
Alice mi aspettava in auto già da un po’.
Per lei era stata una semplice battuta di caccia,
per me invece era stato di vitale importanza bere fino a rendermi riluttante ad
un’altra goccia di sangue.
Nonostante l’odore di Bella non mi tentasse
più come all’inizio le precauzioni non si sprecavano mai. Mi incupii al
pensiero che una semplice distrazione potesse farmi cedere.
“Non succederà
Edward. Stai tranquillo. La ami talmente tanto che non riusciresti nemmeno se
lo desideri con tutto te stesso a farle del male.” I pensieri di alice
mi rincuorarono, o perlomeno lo fecero in quel momento.
“Ne sei davvero sicura?” chiesi non appena
la raggiunsi.
“Più che sicura, Bella è la cosa più
preziosa che hai in questo momento e non le torcerai un capello perché sarebbe
come fare del male a te stesso. Edward non capisci che la ami già così tanto?”
chiese.
“Alice, lei è un umana ed io un mostro. Cosa
ti fa pensare che voglia avermi accanto come qualcosa di più che un amico?”
“Anche lei ti ama e credimi lei non ha
paura di te, tutt’altro. Anche Jasper l’ha capito. Quando le sei vicino le sue
emozioni sono davvero intense tanto che Jasper a volte fatica a trattenerle. Il
suo amore e la sua attrazione sono qualcosa di magico e tu devi prometterti che
ti lascerai andare e che ti farai guidare solo dai tuoi sentimenti.”
“Ci proverò sorellina.” Dissi infilando una
mano tra i suoi capelli. Un gesto che Alice non apprezzò molto.
“Sarà più facile di quanto tu creda.” Disse
con un sorriso.
Tornato a casa feci una doccia ed indossai
degli abiti comodi. Una volta pronto corsi più veloce che potei per raggiungere
la persona che mi aveva letteralmente sconvolto la vita.
Edward