Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC
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Autore: __Di    20/11/2010    8 recensioni
Fu come se per un momento tutto ciò che stava succedendo fosse stato cancellato, come se sotto di lui non ci fosse più il pavimento, come se le pareti girassero lì. I suoi pensieri cominciarono a rimbombargli in testa e all’improvviso si fermarono di colpo, per poi ricominciare a girare, un’altra volta, senza avere un senso compiuto o una logica. E si ritrovò a sfiorare appena quelle labbra con le sue, senza nemmeno rendersene conto.
Si staccò da Kurogane con una lievissima tachicardia e con il volto in fiamme, coprendosi la bocca con le dita e quasi non si accorse che quegli occhi vermigli lo stavano scrutando.
«Cos'era quello?» biascicò una voce assonnata e stupefatta.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Fay D. Flourite, Kurogane
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve gente!
Come potete vedere sono vivo e vegeto, l'operazione è andata discretamente bene e non sono previste all'orizzonte ricadute. Non volevo certo farvi preoccupare, era solo un modo per farvi presente che la storia si poteva interrompere, ma fortunatamente non è successo.
Prevenendo le eventuali richieste di una certa persona, sì, perché ormai ho una certa conoscenza di qualcuno di voi recensori (mi spiace ma i lettori cattivi che non commentano non li conosco v.v) vi posto qui di seguito, giusto per indugiare oltre, la playlist di questo capitolo. I commenti alle recensioni invece sono a pedice della storia, quindi non preoccupatevi mi ricordo benissimo di voi!
Comunque, non so se conoscete gli Alter Bridge, se non li conoscete filate su youtube e andate a sentirvi il loro ultimo album (AB III), dalla quale ho estratto Wonderful Life , sicuramente l'apprezzerete molto leggendo questo capitolo.
Poi? Beh io direi di fermarmi qui, ah no! La parte più o meno centrale del capitolo è ben esplicata da Intoxicated di Mika, lui è un grandissimo artista, se v'è capitato di vedere un suo concerto, l'avrete sicuramente notato. Un grande show-man, insomma e i suoi testi sono spesso (forse un po' troppo) carichi di una certa malinconia che in questo capitolo non guasta mai.
Mh, poi? Direi che ci andrebbe molto bene in fondo il sound (mooolto allegro! Nah...) di Belief di Gavin De Graw dall'album Chariot. In effetti il testo non è così calzante, ma... Ragionateci un po' e vedete che poi un pochino ci sta.
Ah, non vi ho detto per la parte iniziale, sicuramente Dietro L'Incanto di Ludovico Einaudi e subito dopo, bah, potete prendere un pezzo allegrissimissimo (lo so che non si dice, ma fidatevi di me, non sono mai stato tanto sarcastico!) quale Yashal di Elisa, se non erro viene dall'album Lotus, ma probabilmente sbaglio, oppire un altro pezzo abbastanza lento, io adoro Einaudi, quindi direi che anche Svanire potrebbe andare bene se volete risparmiarvi lacrime col pezzo Elisa xD.
Bene, su vi abbandono, godetevi il capitolo stavolta ho deciso che sarò davvero molto buono e vi dirò anche la traduzione del titolo... Anzi no, ve lo dico alla fine. V.v non sbirciate.
Buona lettura.

 
















Overleven
















Capitolo Quattro-Verschrikkelijke Nieuws
















«Kuro-Kurogane ?» Fay chiamò il ninja balbettando.
Inutile dire che vedere Kurogane privo di sensi, non fece altro che sconvolgere il mago, che ora si lasciava assalire dalle paturnie, per la serie: se non gli avessi dato retta? Se non gli avessi permesso di andare da solo?
Cosa che anche solo la stazza del giapponese avrebbe convinto chiunque a lasciargli affrontare un esercito da diecimila uomini. Non prese neppure lontanamente in considerazione la possibilità che con qualche strano sortilegio l'avessero indebolito, oppure che fosse rimasto vittima di una trappola. Cause peraltro vere oltre che plausibilissime.
«Kurogane?» ripeté passando una mano davanti al suo naso, sentendo che almeno respirava.
Forse, in effetti, era molto meglio che non fosse sveglio, sicuramente si sarebbe opposto al farsi aiutare da lui, per non parlare del dolore o del suo orgoglio che ne sarebbe rimasto ferito più in profondità del suo corpo.
Così decise che era meglio andare.
Con tutta la forza possibile, che non si sa da dove prese, riuscì a sollevare la mole del ninja badando bene a non peggiorare le condizioni della ferita alla spalla che essenzialmente era decisamente grave e buttava una quantità enorme di sangue.
La volto di Kurogane era rincantucciato sotto il collo di Fay, che poteva percepire in quel modo il suo respiro tiepido e spezzato.
Certo, in una situazione differente, Fay avrebbe detto al moro che doveva mettersi a dieta, pesava, e ovviamente Kurogane gli avrebbe risposto ringhiando e ricorrendolo con la spada sguainata.
Era difficile camminare senza vedere nemmeno dove andare, dove mettere i piedi, e poi lui pesava davvero, tra il peso effettivo e gli abiti che indossava probabilmente superava le duecento libbre. Quindi Fay si trascinava arrancando, col mal di schiena che partiva dai reni e arrivava fino all’osso del collo, per non parlare poi delle braccia. Dio, le braccia! Sembrava che qualcuno avesse deciso di strappargli i muscoli filamento per filamento. Ma non poteva lamentarsi, doveva raggiungere gli altri e ripartire, portarlo in posto sicuro e poi, eventualmente avrebbe pensato alle sue braccia.
Il ninja gemette piano, sprofondando di più la faccia nel collo del biondo.
«Non svegliarti, continua a...» cercò di dire, ma doveva risparmiare il fiato anche perché doveva sbrigarsi.
Allungò il passo, doveva fare in fretta, la tempistica era fondamentale, non potendo bloccare in qualche modo la fuoriuscita del sangue, date anche le scarse competenze mediche, bisognava raggiungere gli altri e andare in un luogo più sicuro di quello.
Arrancava, i suoi piedi agili scivolavano nella neve, e più allargava le falcate più il suo baricentro ne risentiva, ma non poteva permettersi soste, né, soprattutto, di cadere. Ci mancavano solo un altro paio di danni e gli avrebbe dovuto dire addio.
Aumentò il ritmo della gambata, ma più i suoi passi diventavano veloci, più si lasciava assalire da dubbi e timori.
Se non si faceva in fretta qualcosa Kurogane sarebbe...
Oh, diavolo! E se fosse morto?
No, non era proprio il momento di rimuginare a quel modo! Kurogane era forte, ce l’avrebbe fatta sicuramente. Anzi, si sarebbe rimesso così tanto in fretta da balzare in piedi e rincorrerlo con Ginryu sguainata per l’ennesima panzana che gli avrebbe sussurrato con un bel sorrisetto divertito dei suoi.
Sì, si sarebbe salvato sicuramente. Era come una montagna lui, forte e possente, anche se adesso non lo sembrava poi tanto.
I piedi di Fay affondavano nel pantano a base di neve e terriccio umido e non facevano altro che peggiorare e rallentare la sua camminata, ora era costretto a strascinare le gambe, strusciando i piedi nel fango che a poco a poco si rimestava sui suoi stivali.
I minuti sembravano trascorrere sempre più lentamente, ma non si concesse pause, doveva solo fare in fretta.
Quando arrivò alla radura dove aveva lasciato Mokona e Shaoran.
Fay traballò un momento. Le gambe cominciavano ad abbandonarlo. Siamo arrivati. Siamo arrivati. Ripeteva a se stesso, anche perché Kurogane non poteva mica rispondere.

Appena Mokona e Shaoran videro, alla luce dei fuochi che tinteggiavano il cielo, il mago mingherlino portare più o meno in braccio l'enorme figura accartocciata del giapponese, corsero ad aiutarlo. In effetti l'aiuto della piccoletta fu pressoché inutile, ma almeno s'era impegnata anche lei.
Ora però si profilava un problema ben più serio: se fosse meglio tentare una sorta di operazione di emergenza oppure puntare sul facile e andarsene in una dimensione sicura almeno un po’ più di quella.
Non ci furono ulteriori tentennamenti -in fondo mica avevano queste grandi competenze mediche quei tre! - e così puntarono sulla seconda e ben più allettante opzione.
Mokona con l'aiuto del biondo diede inizio al trasferimento e in batter d'occhio si ritrovarono al caldo, al buio. Una specie di sala vuota.

Ovviamente il trambusto provocato essenzialmente dal trasferimento, accompagnato da un leggero e abbastanza concitato clamore dato da un certo moccioso che si preoccupava troppo, non fece altro che attirare l'attenzione di chi albergava in quel luogo.
Ma poverino, non era mica solo colpa di Shaoran, in effetti la tachicardia che brontolava nel petto del mago, vuoi per lo stato nel quale riversava pericolosamente Kurogane, vuoi per la situazione dalla quale erano partiti, sarebbe bastato questo tamburellare ad evocare gli sguardi attenti delle guardie. Sì, insomma, Fay s'era concentrato il più possibile per indirizzare lo spostamento in un luogo tranquillo, magari Nihon, e ora si trovavano in un posto che, almeno sotto l'aspetto buio e vuoto, non sembrava poi poco minaccioso e questo di certo non poteva chetarlo. Però la sua priorità maggiore, cosa che gli avrebbe anche fatto vendere l’anima se fosse passato Satana in persona nelle vicinanze, era la sanità del suo compagno. Che ora sorreggeva, tenendolo stretto a sé col suo braccio metallico attorno al collo. Appena aveva raggiunto gli altri, aveva cominciato a premere sulla ferita, e lo faceva ancora, quella ferita alla spalla da cui continuava a uscire copiosamente il sangue.
Quando si cominciarono a sentire i passi di chi popolava il palazzo, Fay strinse di più a sé il ninja, pronto a far scattare un qualunque incanto di difesa dal suo ampio arsenale di incantesimi-inutilizzati.
«Chi c'è?» tuonò qualcuno prima di accendere una specie di lume ad olio.
Aveva gli abiti chiari con dei ghirigori -simili a quelli di Clow, ma nessuno se ne accorse-, doveva essere una guardia o qualcosa di simile. Era alto, intorno ai sei piedi, con le spalle larghe e brandiva una specie di lancia.
Prima di ottenere una risposta si voltò verso un mingherlino che l'aveva seguito. «Va' a chiamare il principe!».
Certo questo avrebbe fatto scattare in piedi chiunque, costringendolo a brandire un'arma quantomeno minacciosa, e così in effetti fece Shaoran, che però non è che sembrasse tanto minaccioso.
«Tsk! Che vuoi fare tu, poppante?» brontolò l'uomo.
«Fermo tu, sennò attirerai l'ira di mia sorella!» ruggì qualcuno alle spalle di quell'uomo.
Propriamente quella voce non lasciava spazio ad ulteriori elucubrazioni mentali, era Touya, soprattutto dal tono vagamente arrogante si poteva capire. Poi magari qualcuno più allenato, tipo sua sorella -ma non ve lo darei per certo-, si sarebbe anche accorto che si trattava del futuro sovrano del regno di Clow semplicemente dal modo in cui camminava.
«Moccioso, sembri abbastanza sano!» bofonchiò Touya in un modo che potrebbe essere definito anche troppo amichevole per uno come lui, gelosissimo di sua sorella.
«Touya!» fece Mokona con una voce pressoché squittente, prendendo l'iniziativa, anche perché se avessero aspettato una reazione da pate di Fay, Kurogane sarebbe morto dissanguato sul pavimento e il sangue si sarebbe pure allegramente rappreso macchiando tutto. «Dovete aiutarci!» zompettò sul palmo del principe che intanto era entrato nella sala facendo spostare quell'energumeno. «Kurogane è...».
Si era interrotta solamente perché una delle centotto abilità che aveva era sentire quanto qualcuno è triste. Ed effettivamente lì qualcuno non solo era triste, più che altro sguazzava in un vero e proprio lago del pianto.
«Tu, chiama Yukito.» ringhiò Touya alla guardia che brandiva la lancia. «Voialtri state bene?».
Fu di nuovo Mokona a rispondere. «Sì, bene».
Sì, cioè più o meno, se bene si intende essere tutti bellamente interi, mettendo da parte gli acciacchi dell'esplosione, e il fatto che Fay era decisamente più catatonico di quanto si sarebbe aspettato chiunque.
Fay? Catatonico? No, un attimo qui ci vuole una mezza spiegazione, mentre aspettiamo Yukito.
In effetti il biondo s'era trascinato Kurogane per quelle che erano più o meno cinque o sei miglia, però non era certo stanchezza la sua.
Sarà mica che il sangue del moro, che gli aveva imbrattato tutti i vestiti, per non parlare delle mani, gli stava dando un certo senso di nausea? O forse anche perché il solo fatto di vedere Kurogane in quello stato vagamente orribile lo rendeva inquieto e probabilmente gli ricordava un po' troppo lo stato in cui riversava dopo la toccata e fuga a Celes? O più semplicemente era perché quello era il sangue di Kurogane?
Mh, si potrebbe supporre che la catatonia in cui si trovava lui fosse una specie di mescolanza di tutti questi fattori. Quindi era anche abbastanza normale che l'unica cosa che era in grado di fare era stringere Kurogane a sé e cercare di pensare al miglior futuro possibile. Ho detto cercare perché mica ci riusciva.
Intanto l'energumeno era già tornato, seguito da una versione del sacerdote del regno di Clow tra l'assonnato e l'allarmato a sua volta accompagnato dalla principessa e altri due loschi figuri un po' troppo in controluce per essere riconosciuti.
Yukito si precipitò quasi subito sul ferito, mentre Sakura si accertava che la sanità di Shaoran e Mokona non fosse poi così compromessa.
Fay sciolse Kurogane da quella specie di abbraccio affidandolo completamente alle cure del sacerdote. E per un momento davanti ai suoi occhi non ci fu più nulla.
Touya fece sollevare il ninja da due uomini del corpo di guardia, mentre Yukito dava indicazioni precise su come non aggravare le sue condizioni.
Fu Sakura poi ad avvicinarsi al biondo. «Fay-san!» sussurrò ridestandolo da una specie di stato di catalessi. «Fay-san, tu stai bene?».
«Vado con Kurogane.» replicò con la voce gelida.
«Fay-san, tranquillo, vedrai che andrà tutto bene.» annuì lei carezzandogli il volto. «Ora ti accompagno in un bagno così ti togli quegli abiti sporchi e ti sistemi un po', non vorrai mica...» s'interruppe.
«Sto bene, Sakura, non ti preoccupare, voglio solo che Kuro... Kuro-sama, stia bene. Soprattutto perché si merita un pugno.» borbottò accennando un sorriso più finto del previsto.
«Fay-san...» ripeté.
Pedante com'era quella ragazzina, bisognava assecondarla il prima possibile. «Se ti fa stare più tranquilla, okay, accompagnami pure in bagno.»  bofonchiò alzandosi in piedi come uno spettro.
Sakura lo prese per mano e lo guidò verso il corridoio.
Lì c'erano i due loschi figuri che avevamo accantonato poco prima. E l'unica davvero contenta di vederli fu la polpettina che corse, o meglio rimbalzò, a salutarli.
«Subaru, Kamui! Ci siete anche voi!» cinguettò felice.
Gli occhi di Fay guizzarono per un momento sui due gemelli, magari potevano aiutare Kurogane!
«Quando siete arrivati?» domandò poi Shaoran raggiungendoli.
«Qualche giorno fa.» rispose cordialmente Subaru.
Sakura però non fece indugiare oltre il mago. «Ci fermiamo dopo a parlare con loro, meglio che ti cambi ora questi abiti sporchi.» sussurrò la ragazza.
Fay, di contro, non disse nulla. Probabilmente non voleva nemmeno fermarsi lì a parlare coi due vampiri, anzi, più precisamente, a lui non interessava altro che andare da Kurogane, e comunque il suo cervello od ogni suo pensiero non sarebbe mai riuscito a divagare, quindi già in partenza il tentativo di Sakura sarebbe apparso più che vano, inutile.
Anche perché il solo pensare a Kurogane ferito gli faceva venire un nodo alla gola, mescolato a una specie di senso di vomito e a una leggerissima tachicardia, quindi su, bisognava essere positivi, non dico proprio ottimisti, ma almeno un po' di positivismo non guasta.
Però se fosse morto? Che avrebbe fatto? Anche perché voleva dirgli tante cose, chiacchierarci, dargli altri mille nomignoli magari... Dio! Se fosse morto avrebbe perso tutto questo! E poi la complicità? Come avrebbe fatto senza di lui? Inoltre...
«Fay-san? Mi ascolti?» domandò la ragazzina facendolo trasalire da quel flusso di coscienza in puro stile Woolf con metà pensiero iniziato e tutto il resto del discorso ridotto a un mozzicone smangiucchiato.
Rivolse un sorrisetto finto e sornione alla ragazza.
«Devi riposare anche tu, intesi?» sussurrò.
Fay sospirò. «Certo, lo farò».
A quel punto Sakura lo spinse in bagno. «Lavati, tra poco ti porto qualcosa da mettere.» sorrise.
Il biondo annuì e si chiuse in bagno.
Non guardò lo specchio mentre lavava convulsamente le mani sotto l'acqua gelida, vedersi addosso tutto quel sangue non suo, non che vedere tutto quel sangue annacquato fosse meglio, però tra le due cose...
Una volta pulite le mani, anche se qualche residuo restava sempre, passò a togliersi quel mucchio di abiti malconci e cercò di darsi una parvenza quantomeno accettabile.
I capelli, malgrado un po' di neve, erano ancora puliti, forse il cappuccio era stato più utile del previsto.
Quindi cercò di ripulire il necessario: magari un paio di lavate di faccia, non guastavano!
A quel punto si stiracchiò quel corpicino mingherlino e stanco, con tutti quei muscoli indolenziti.
Poi Sakura gli passò da una specie di porticina di servizio degli abiti puliti, e lui si sbrigò a vestirsi.
Non diede poi alcuna importanza al fatto che quella casacca e quei pantaloni erano di una stoffa pregiata, color perla, cucita finemente.
Quando uscì Fay sfoggiò l'espressione più falsa in assoluto, ma almeno Sakura smise di rivolgergli quegli sguardi così fastidiosamente preoccupati.
Badò davvero poco agli altri, continuò piuttosto a camminare al fianco della principessa che lo stava guidando nel luogo del palazzo atto agli strampalati esperimenti di Yukito, una specie di ufficio o antro degli orrori.
Si sedettero lì tutti in fila, chi a terra chi su una specie di divano di vimini, ed attesero.

I secondi cominciarono a passare lentamente, divennero minuti e a poco a poco le ore si schiarirono nel tiepido torpore dell’alba.
Fay guardava diritto davanti a sé, sentiva la gente parlare ma era come se i poteri di Mokona fossero completamente disattivati, non capiva quello che diavolo stessero dicendo o meglio non gli interessava, continuava più semplicemente a guardare verso quella porta che sapeva si sarebbe aperta presto molto presto.
Forse per qualunque persona un po' poco attenta (tipo Sakura) oppure per la spiegazione psico-fisiologica quasi del tutto assente o presente in una forma piuttosto confusa, lo stato di pseudocatatonia di Fay poteva semplicemente esplicarsi con la spiegazione banalotta e terra-terra proposta qualche riga più su. Ma non basta, dopo quella bella lavata di faccia la testa di Fay, i neuroni -tutti, dal più infinitesimale dendride all’assone di più grande portata- erano decisamente impazziti nel profilare tutte le peggiori eventualità della faccenda. La catatonia si spiegava facilmente con tutta la confusione di sentimenti che brontolavano dentro di lui, che tamburellavano nel cuore e gorgogliavano alla bocca dello stomaco: una specie di mistura esplosiva di rabbia, affetto e paura.
Ed ecco perché la testolina bionda sembrava, ora come ora, staccata dal corpicino mingherlino del mago. Di per sé sembrava davvero che la mente di Fay si fosse completamente annichilita o, anche meglio, fosse rimasta a godersi lo spettacolo pirotecnico in quel mondo lontano.
Nella sua mente si era formata una di quelle bollicine in cui la memoria racchiude i traumi più seri, e li confina in un angolo remoto e sperduto della memoria. Ma era esplosa. E quella bollicina, tipo un atomo in un acceleratore di particelle subatomico, aveva innescato poi un processo di reazione che l'aveva decisamente annichilito. Così era successo.
E ora si sentiva come se qualcuno avesse deciso arbitrariamente di svuotarlo di tutto quello che aveva dentro e avesse poi sferrato un calcio al suo petto della portata tale da destabilizzarlo e da distruggergli le ossa, ma senza alcuna prova somatica di questo.
Psicologicamente era stato quasi ai livelli di quando l'avevano preso ed imprigionato e aveva visto la morte di suo fratello. In una parola? Devastante.

Quando Yukito uscì dalla stanza in cui s'era rinchiuso con Kurogane, sembrò molto abbattuto.
Teneva lo sguardo basso sulle babbucce di stoffa pregiata che indossava, si trascinò fino al resto della folla.
Quando raggiunse Shaoran e gli altri, Fay scattò in piedi come una molla, ma non fu lui a parlare.
«Come sta?» domandò Mokona traducendo quello che non riusciva a dire il mago.
Yukito scosse il capo. La sua espressione era più che esplicativa di quanto non potessero esserlo delle parole ben congeniate. «È stato avvelenato. La ferita in sé non è poi tanto grave... È solo che qui non c'è alcun tipo di antidoto per quel veleno».
Fu come se non avesse detto nulla. Fay socchiuse gli occhi.
«Che genere di veleno è?» fece Shaoran, in effetti sfruttando un po' delle pseudomemorie immagazzinate dall'altro Shaoran magari poteva conoscere un modo per rintracciare un siero.
Il sacerdote mostrò una sorta di litografia di una pianta e aveva tutta l'aria di essere antichissima.
Fay ignorò completamente qualunque informazione, guardò quella pianta e cominciò ad avvicinarsi alla porta.
«Quanto... Quanto gli resterebbe?» domandò a quel punto Mokona.
Il mago restò impalato lì, davanti alla porta con la mano sulla grossa maniglia d'ottone.
«Io so di persone che hanno sopportato il dolore di questo veleno per qualche mese...» cominciò a dire Yukito. «È un veleno particolare, è praticamente un distillato della linfa vitale di questa pianta... Al contatto col sangue si gonfia e genera spore che divorano il sangue della vittima...».
«Ma non ha in corpo ancora una piccola quantità del tuo sangue, Kamui?» fece la polpettina bianca.
Il vampiro annuì. «Avendo mescolato il mio sangue quella volta, ovviamente una minima quantità dovrebbe essere rimasta... Però...» si fermò.
«Però abbiamo visto anche noi persone divorate da questo veleno... Anche un'esca come lui...» sospirò Subaru concludendo la frase del fratello. «Vivrà di più ma soffrirà anche di più e per più tempo».
«Ma si salverà?» domandò Shaoran.
I due gemelli scuoterono il capo, ma fu Kamui a parlare. «La sua vita si allungherà di qualche mese, sicuramente c'è da qualche parte qualcuno che può salvarlo, ma comunque noi viaggiamo alla cieca, e l'unica che poteva aiutarci era la strega...».
«Sei mesi, forse qualcosa in più... Ma comunque io spererei che finisca presto, soprattutto perché abbiamo visto come si riduce una persona in questo stato e...» scosse la testa Subaru.
Fay dopo aver sentito questo aprì la porta e la chiuse alle sue spalle, senza dire assolutamente niente.
Restò un po' ad occhi chiusi, con le spalle contro l'uscio.
Stava per avere un attacco di panico, la frequenza cardiaca era sconclusionata, impazzita, il fiato gli si spezzava in gola, e sentiva gli occhi in fiamme. Cercò di regolare il suo respiro, di ascoltarlo e calmarsi, soprattutto perché non era proprio il momento di lasciarsi prendere dal panico, o meglio da una crisi di pianto.
Si avvicinò lentamente al giaciglio dove il moro era coricato.
Si soffermò a guardare gli intarsi di marmo e pietra granitica che formavano il pavimento, i ghirigori fantasiosi delle venature grigiastre.
Teneva lo sguardo fisso a terra tanto che si accorse solo quando vide il lenzuolo bianco che penzolava di essere arrivato al letto.
Si sedette lì e attese in silenzio.
Sei mesi? Forse qualche cosa in più, ma avrebbe vissuto atroci sofferenze, e...
Prima ancora che un flusso scoordinato di pensieri cominciasse a invadere la sua mente, un gemito leggero lo fece trasalire.
«Dove siamo?» domandò Kurogane mentre si copriva il volto con la mano di metallo, i lumi ad olio irroravano i muri di troppa luce e abbacinavano i suoi occhi vermigli. La sua voce era debole, flebile, ma non quanto ci si potesse aspettare.
«Ti sei svegliato, eh?» sussurrò Fay più apatico che mai. «Siamo a Clow».
«Il ragazzo e la piccoletta stanno bene?» domandò.
«Stanno bene.» replicò. «Tu come ti senti?».
«Sto bene.» sospirò.
Fay si voltò a incrociare gli occhi vermigli del moro. «Sei sempre il solito, Kurogane.» stavolta toccò a lui sospirare profondamente e poi alzò il viso, distogliendo lo sguardo.
«Mi fa un po' male, okay...» ammise a denti stretti. «Se non mi avessi raggiunto sarei morto di freddo lì...» biascicò il moro fiaccamente spostando la ferraglia dalla sua faccia, i suoi occhi s'erano finalmente abituati alla luce.
Il mago non rispose, prese solo la grossa mano di latta, completamente insensibile, tra le sue, ancora un po' sporche di sangue.
«Dovresti fare qualche battuta idiota, come al tuo solito, no? Oppure rinfacciarmi di essere un debole. In fondo me lo merito.» continuò a dire.
Per un momento, uno solo, lungo appena dieci secondi, Fay pensò che tenendogli stretta quella mano, o magari l'altra, lui non sarebbe mai potuto andare via. Mai.
«Ce l'hai con me?» fece il ninja che aveva decisamente sciolto la lingua. «Perché non ti ho permesso di vedere i fuochi d'artificio? Tanto ci sarà occasione per vederne altri, non mettere il muso, non fare il poppante!».
«No.» sussurrò Fay.
Il moro sbuffò e fece per tirarsi su a sedere, ma le membra erano come quel pezzo di metallo che rimpiazzava il suo braccio, come dei blocchi di ferro, non riusciva a muoversi. «Mpf!».
Una delle mani del mago si poggiò sul petto largo e duro del giapponese.
Fay, non si sa bene in che modo ci riuscì, bisognerebbe chiederlo a lui, puntò i suoi occhi in quelli di Kurogane per qualche secondo che a lui parve più o meno un secolo. «Tu...» cominciò a dire spostando lo sguardo ma puntandolo poi, di nuovo, sul volto del compagno. «Ti hanno avvelenato e...» s'interruppe ancora. Stavolta stava pregando il suo cuore di non smettere di battere alle prossime parole. «E sfortunatamente qui non c'è antidoto congruo alla cura più corretta per te».
«Mh.» sorrise il ninja. «Un bel giro di parole per dire che sto morendo, insomma».
«Sappi che io non ti lascerò morire» replicò il biondo. I suoi occhi erano vuoti, completamente.
Kurogane deglutì per un momento. «Beh... Ti dirò, l'avevo intuito...».
«Certo, perché tu sei geniale, Kuro... Kurogane...» per un momento si poté scorgere oltre a quell'espressione devastata, anche un minimo di seria, serissima, fierezza. E anche la voce ne aveva un po' risentito sull'apertura della frase, ma poi ovviamente la cosa era degenerata.
Le falangi di metallo, che a quanto pare erano l'unica cosa che riusciva a controllare, si serrarono alla mano del mago. «Quanto mi resta?».
Fay socchiuse gli occhi. «Qualche mese... secondo Subaru e Kamui un po' di più...» sospirò stringendo i denti. «Per quello che hai fatto a Tokyo».
«Quindi vivrò un po' di più...» farfugliò il moro con una certa espressione soddisfatta.
«Soffrirai ancora di più.» lo corresse.
La mano di Kurogane si strinse ancora di più a quella magra del biondo, se avesse continuato gliel'avrebbe ridotta in poltiglia. «Vedila così: avrò più tempo per abituarmi all'idea.» lo disse con una tale convinzione, malgrado la voce flebile, che parve quasi che stesse dicendo "avrai più tempo per abituarti all'idea".
«Tu sei sempre ottimista?» bofonchiò Fay. «E comunque non ti lascerò morire, te l'ho detto, e sono molto determinato.» i suoi occhi guizzarono per un momento sfavillando.
Un angolo della bocca di Kurogane si curvò appena, in uno strano sorriso che nessuno gli aveva mai visto fare, o per lo meno non negli ultimi nove-dieci anni. «Portami a Nihon, fatti aiutare dalla polpettina se non riesci a trasportare entrambi, ma portamici.» mormorò.
«Ti porterò a Nihon.» annuì Fay.
«Anche quando sarò già morto, voglio solo essere seppellito nella terra di Suwa, accanto a mia madre...» si fermò e strinse le palpebre.
«Con Ginryu in pugno.» Fay finì la frase.
Il moro annuì. «Con Ginryu, sì».
«Ora riposati, sarai sicuramente stanco. E poi hai parlato anche troppo, no?» sfoderò un mezzo sorriso.
Kurogane sospirò un gemito appena percettibile e cercò di girarsi su un fianco, il sinistro, per dormire.
«Aspetta, ti aiuto, che così va a finire che smuovi tutto il lavoro che ha fatto Yukito!» borbottò l'altro alzandosi dal letto per sollevare il compagno.
Kurogane si aggrappò letteralmente alla maglia leggera di cotone che indossava il biondo. «Devi promettermelo».
«Cosa?» l'espressione interrogativa non era affatto falsa mentre ora sistemava le lenzuola candide e il guanciale morbido.
«Che mi porti a Nihon e che chiederai aiuto alla polpettina...» sorrise. «Però non subito, non posso lasciare i due mocciosi soli con te...».
«Perché io sono un idiota, è vero.» annuì Fay più serio di prima. «Comunque voglio che anche tu mantenga una promessa, anzi due:» replicò.
Il moro annuì.
«Primo: che cercherai di non morire, ti ricordo che devi essere tu a mettere fine alla mia vita...» suonò strana quella richiesta, tanto che Kurogane dalla sua scomoda posizione su un fianco, storse il naso.
«Pensavo avessi smesso di cercare la morte. E poi tu sei sempre stato molto più longevo di me!» biascicò rincantucciandosi sul cuscino.
«Di questa cosa ne riparliamo quando stai bene.» replicò il biondo. «E poi devo farti mantenere la promessa che hai fatto alla tua principessa Tomoyo: quindi tornerai a vivere a Nihon. A vivere, hai capito?».
«D'accordo.» annuì. «Cercherò di vivere».
«Io, dal canto mio invece di prometto due cose: primo, non ti dirò mai che sei un debole, perché è una cosa alla quale non credo affatto, quindi se soffri ti prego di parlarne con me...» mormorò. «Secondo, io ti salverò la vita.» sorrise.
«Ah.» sospirò il giapponese senza dire altro. Suonava come un "questo è un modo per ripagarti per tutte le volte che mi hai aiutato".
«Dovresti dire un qualcosa tipo "Bene! La mia vita è in mano a quel dannato idiota!".» sorrise di nuovo, un sorriso simile al precedente, sicuro e vero.  «Sei d'accordo?».
«No.» ringhiò il moro.
«No?» ripeté Fay.
«Io con gli idioti come te non ci parlo.» brontolò.
Fay con una leggera smorfia tornò a sedersi sul letto. «Non preoccuparti, dormi, l'idiota resta qui con te».
Kurogane mosse la mano e la poggiò vicino a quella di Fay. «Non devi ripagarmi per quello che ho fatto. Ho semplicemente fatto la cosa più normale del mondo. Non ti avrei mai lasciato morire in un modo così barbaro.» sospirò.
«Certo perché io invece voglio farti morire male!» ringhiò. «Guarda che, che tu lo voglia o meno, io troverò un antidoto!».
Era tanto fiammeggiante d'ira da non accorgersi neppure che Kurogane si era appisolato.


















Rieccomi qui gente,
spero vivamente non stiate brandendo un pugnale per colpirmi xD mi manca giusto un altro paio di cicatrici e poi entro nel libro dei Guinness!
Cooomunque, ho tergiversato semplicemente perché vorrei un momento spiegarvi: Kamui e Subaru, mi scuso sono davvero poco presenti in questo capitolo, però... mi servono, mi servono, mi servonooooh! Insomma per giri della trama che vedrete dal prossimo capitolo in poi!
Parlando di cose serie, su non mi vorrete mica morto? xD *della serie scampa a un malaccio e viene ucciso dai lettori, che fine triste!*
Devo commentare le vostre recensioni xD scusate se mi sono fatto attendere xD!

yua, Tu sei folle, cioè la sigla introduttiva di Mimìelanazionaledipallavolo?! cioè tu vuoi far impazzire arcisuperextravelocissimamente la persona con la quale divido il letto? Sì perché questa persona è davvero folle d'amore per questi anime vetusti e coperti di ragnatele (-_-") cooomunque, come puoi vedere mi sono impegnato a rendere la cosa il più verosimile possibile (in realtà in alternativa si sarebbe presentato il caro Sei-kun *corre verso Sei-kun con sguardo adorante e poi fugge spaventato*) insomma Kurogane è un gran ninja il più grande del suo Giappone, sarebbe stato quantomeno idiota farlo quasiammazzare da un mucchio di trucchetti xD! Poi che dire? Il rapporto tra i due si è un po' evoluto rispetto a quanto successo quella volta lì (leggi come Tokyo) xD in realtà io la vedo come una forma di ossequio, non c'è motivo di scherzare e poi evidentemente Fay è in tensione, mica può permettersi st****ate che sennò è la volta buona che Kurogane crepa xD
dei miei bellissimi titoli? beh sono belli, mi piace da impazzire confondere i lettori xD
Beh, ti ringrazio e spero che questo capitolo ti sia piaciuto xD

mago666, fortunatamente mi sono rimesso in fretta! I prossimi capitoli saranno davvero perfidi, mi spiace davvero che abbiate ancora il luccichio negli occhi di chi spera in una felicità continua e duratura, ma in fondo se leggete le Clamp la felicità-coccolosità-ecosettinesimili finisce sistematicamente quando progressivamente si entra nel vivo della trama xD e noi ci stiamo entrando!
Grazie della recensione e spero che il capitolo ti sia piaciuto xD!


harinezumi, Grazie mille (tanto per sicurezza xD) sì sono americano, mi sa che qui ho fatto qualche errorino in più, ci sarà anche qualche "vizio di forma" cioè problemini di formattazione e non solo xD forse passo troppo da una scena all'altra.
Sono contentissimo che la scena di battaglia ti sia piaciuta, e sì la scena finale è volutamente così proprio perché c'è complicità signori e signore, anche se non avranno tutto questo futuro candiderrimo xD Comunque ti ringrazio tantissimo per questa recensione! E spero che anche questo capitolo sia accettabile xD o almeno entro gli standard minimi xD


Avrei altro da dire, gradirei sapere una cosa serissima: visto che (una certa persona che è molto paziente e mi lancia occhiate cattive sicuramente davanti allo schermo del pc lo sa bene) sono una persona molto incostante, lunatica e particolarmente volubile, insomma cambio idea in continuazione quindi volevo farvi presente SIN DA ORA che sì, porterò a termine la storia, ma avrà DUE e dico DUE epiloghi,vorrei sapere da voi se preferite un epilogo contento e coccoloso prima o dopo un epilogo decisamente DEVASTANTE.

Spero non ci siano troppi errori e magari che vi sia anche piaciuto il capitolo, credo di riuscire a postare presto, ma non vi posso dire quando xD
Vi lascio, arrivederci xD

D.


   
 
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