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Autore: Exentia_dream    21/11/2010    5 recensioni
Ed eccomi con una nuova ff.
Una Draco/Hermione. Non vorrei dire altro. Anzi, lo dico.
Hermione, dopo il diploma, si trasferisce in Francia, dove sposa indovinate chi?... Torna a Londra per la morte di suo padre e, qui, incontra indovinate chi?
Spero di avervi incuriosito. Nel caso, buona lettura.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Capitolo 14: Un giorno qualunque...


Image and
video hosting by TinyPic Hermione POV
Quando mi svegliai, trovai un biglietto di mamma sul comodino.
Mi aveva scritto che era uscita per svagarsi un po’. In effetti, il lavoro le toglieva parecchio tempo e non era mai in casa proprio per questo, quindi uscire per distrarsi mi sembrava un ottimo modo per trascorrere la giornata, soprattutto per lei che non riusciva ancora a sopportare l’assenza di papà.
Andai in bagno a lavare il viso e le mani, andai in cucina e avviai la macchinetta del caffé e mi sedetti, mentre aspettavo.
Il cielo di Londra era ancora illuminato dal tenue sole invernale e sorrisi.
Mi sembrava un segno di buon auspicio, un buongiorno gridato dalla città.
Riempii la tazza col caffé e tornai a sedermi con il cellulare tra le mani, quindi, digitai il numero di Ginny e attesi una risposta.
Probabilmente, era già a lavoro e aveva lasciato il cellulare nell’armadietto, quindi decisi di andare in ospedale.
Salii in camera per vestirmi e mi ricordai di aver svuotato l’armadio e di aver lanciato la valigia ad Henri, quindi infilai gli abiti del giorno precedente ed uscii di casa, prendendo al volo la borsa.
Mamma mi aveva lasciato l’auto, quindi non avrei impiegato molto tempo per fare un giro ai grandi magazzini e andare poi in ospedale.
Una volta partita, accesi la radio e cominciai a cantare.
Non volevo ascoltarmi, né tanto meno dare voce ai miei pensieri, quindi, qualsiasi attività tenesse impegnata la mia mente era un toccasana.
Parcheggiai l’auto e la chiusi, poi mi avviai al centro commerciale.
Sapevo già di cosa avevo bisogno, quindi, andai direttamente nei negozi che mi interessavano.
Provai qualche jeans e qualche felpa. E portai nel camerino anche qualche vestitino.
Decisi di acquistarli, quindi pagai e uscii dal negozio.
Mi fermai di fronte alla vetrina del negozio di calzature e osservai i tipi di scarpe che andavano di moda quest’anno, quindi entrai e diedi alla commessa la misura delle scarpe e le spiegai i modelli che m’interessavano.
Mi sedetti sullo sgabello e provai le scarpe, alzandomi per camminarci un po’ su.
Anche qui, pagai ed uscii.
La prossima tappa, sarebbe stata il negozio di articoli sportivi, quindi camminai ancora per i corridoi di quell’immenso ammasso di cemento e, quando vidi la vetrina del negozio che m’interessava, avanzai il passo.
Entrai ed anche qui provai qualche felpa, qualche paio di scarpe, pagai ed andai via.
Mi fermai al bar per bere qualcosa e, quando il cameriere mi servì la premuta d’arancia che avevo ordinato, mi girai.
Di fronte a me c’era un uomo seduto al tavolino e mi dava le spalle: era biondo ed aveva la stessa statura di Draco, le stesse spalle larghe… ma non era lui.
Me lo diceva il mio cuore che, pur vedendo dei lineamenti familiari, non aveva accennato a battere più forte.
Ebbi la mia conferma quando l’uomo si girò. Mi guardò ed alzò il suo bicchiere come a voler fare un brindisi.
Mi girai velocemente per dargli le spalle e pagai il cameriere, dopo di che andai via.
Mi diressi al bagno per cambiarmi ed indossare gli abiti nuovi che avevo acquistato.
Avevo bisogno di vedermi diversa, anche se solo negli abiti che indossavo… era un  pensiero stupido, me ne resi conto subito dopo averlo formulato, ma quei vestiti mi ricordavano Henri e il mio modo di cacciarlo via.
Mi ricordavano Draco e le sue carezze tentatrici e mi ricordavano Natan e le verità che inconsapevolmente mi aveva rivelato.
Mi spogliai lentamente, quasi indecisa a voler mandar via quei ricordi che portavo addosso.
Quando rimasi in intimo, mi guardai i piedi e risalii a guardare le gambe.
Chiusi gli occhi, immaginando le carezze che tanto mi erano mancate, poi mi ridestai e mi vestii velocemente.
Non potevo permettermi di sognare lui, né tantomeno desiderarlo al punto di sentire addosso le sue carezze, il calore delle sue mani, la morbidezza delle sue labbra sottili.
-Smettila!- mi rimproverai ad alta voce.
Quando uscii dalla toilette, mi trovai di fronte una bambina che mi guardava con tanto di occhi aperti.
Mi limitai a sorridere, immaginando i suoi pensieri, poi mi diressi nei corridoi dei grandi magazzini.
Tornai al parcheggio ed entrai in auto.
Mi guardai le mani e mi accorsi che portavo ancora la fede.
Ci voleva coraggio a metterla via: avrei dovuto ammettere il mio fallimento, il secondo della mia vita, ma non di certo il più grande.
Il mio più grande fallimento era la storia con Draco.
Avrei dovuto riprendere in mano le redini della mia vita e avrei dovuto cominciare dalle cose più impegnative.
Per prima cosa, avrei dovuto trovare un lavoro e fittare casa per non privare mamma della quotidianità a cui si era abituata.
Inoltre, avevo bisogno dei miei spazi, della mia privacy e per quanto mamma provasse a rispettarla, non ci riusciva mai completamente.
Misi in moto ed uscii dal parcheggio.
Durante il tragitto, cercai di svuotare la mente da ogni pensiero, da ogni preoccupazione, da ogni desiderio che ero costretta a reprimere.
Arrivai di fronte all’entrata dell’ospedale e presi il cellulare dalla borsa per chiamare Ginny, ma mi trovai a rispondere. –Ginny!- ed ero sempre più convinta che quella ragazza fosse capace di leggermi nel pensiero. – Stavo per chiamarti.
-Ho visto la tua chiamata e…
-Sono fuori all’entrata dell’ospedale.
-Dammi dieci minuti e sono da te.
-Bene, ciao.
Staccai la telefonata e posai il cellulare in borsa.
Parcheggiai meglio ed appoggiai i gomiti al volante, appoggiando il mento nel palmo della mano destra.
I miei occhi si posarono sull’enorme edificio. Incuteva quasi terrore,a  guardarlo così.
Era alto diversi piani ed era grigio scuro, in perfetto pendant con il cielo nuvoloso di Londra ed anche con la mia anima.
Sobbalzai quando Ginny aprì la portiera e si sedette sul sedile del passeggero. –Ciao.- mi disse, baciandomi su una guancia.
-Mi hai fatto prendere un colpo.
-L’ho notato.- sorrise. –Ho invitato Blaise, ti dispiace?
Scossi il capo. –Affatto.
Adoravo essere in sua compagnia, in più avevo bisogno di parlare con lui.
Pochi minuti dopo, Blaise si sistemò sui sedili posteriori. –Siamo sicuri con te alla guida?
-Hai qualche dubbio?- gli chiesi, girandomi per guardarlo.
-Abbastanza.- mi sorrise e misi in moto.
Restammo in silenzio, fino a chè Ginny non lo spezzò. –Ho fame.
-Andiamo a mangiare qualcosa?
-Dove?
-A casa mia.
Su questo non eravamo cambiati: parlavamo sempre contemporaneamente, coprendo le altre voci con le nostre.
Alla fine, assecondammo l’idea di Ginny e presi la strada che portava a casa sua.
Per il resto del viaggio, ci azzuffammo sul piatto da cucinare.
-Mangeremo a seconda di quello che ho in frigo.- decretò Ginny. –Ora smettetela di fare le oche.
-Io sono un uomo, Ginny.
-Allora sei un papero.
Risi. Ginny era meravigliosa: trovava sempre la soluzione migliore e se ne usciva con questi paragoni da cabaret.
L’adoravo. Non per niente era la mia migliore amica.
Arrivammo fuori casa di Ginny ed aspettai che lei e Blaise scendessero dall’auto, poi parcheggiai e scesi anche io.
Entrai direttamente in casa, visto che Ginny aveva lasciato la porta aperta.
Mentre stavo per richiudere la porta, qualcuno la bloccò e la riaprii.
Sbarrai gli occhi dallo spavento.
In quel breve susseguirsi di secondi, sentii il cuore riempirsi di terrore e pulsare più forte. Un solo nome mi riempii la mente e stavo per pronunciarlo, quando l’immagine di Harry riempì la mia visuale.
Tirai un sospiro di sollievo. –Harry?!
-Certo chi credevi che fosse?
-Ne-nessuno.
Chiuse la porta e mi cinse le spalle con le sue braccia, poi mi baciò una guancia. –Come stai?
-Meglio.
Andammo in cucina e Ginny si era già messa all’opera ai fornelli, mentre Blaise stava apparecchiando il tavolo.
Harry si avvicinò a Ginny e la baciò. Io guardai Blaise e gli rivolsi un sorriso triste.
Mi sedetti al tavolo e gli altri mi imitarono.
Mi guardavano, come se si aspettassero qualcosa da me e sapevo di dover dar loro delle spiegazioni. –Ho rivisto Draco.
-Lo so.- rispose Harry. –E’ venuto nel mio ufficio e mi ha chiesto di quei segni che hai sulle braccia… e io gli ho detto la verità.
-Ieri sono stata a casa sua, perché sua moglie mi aveva chiesto un piacere.
-E com’è stato?- mi chiese Ginny.
Non era mai stato facile esprimere i miei sentimenti a voce, ma dovevo farlo. –Strano. Natan mi ha raccontato che Draco e Cloe litigano spesso, perché lei non è una buona moglie.
-In che senso?
-Non si occupa di lui.
-Io lo conosco bene, Herm.- intervenne Blaise. –E so che se anche Cloe fosse una buona moglie, a lui non basterebbe perché non è la donna che ama e che avrebbe voluto al suo fianco… lasciando stare il fatto che Cloe davvero non lo cura.
-E’ la vita che ha voluto scegliere lui, Blaise.
-Si è sentito obbligato a farlo.
-Io ero pronta a tutto e voi lo sapete. Non m’importava di niente: gli sarei stata accanto e avrei affrontato ogni cosa con lui.
-Ha avuto paura, era un bambino anche lui, Herm.
Abbassai lo sguardo quasi colpevole.
Nessuno di loro aveva torto, ma allo stesso modo nessuno di loro avrebbe potuto capire il mio dolore.
-Ti ama ancora, lo sai no?
-I-io…
-E lo ami anche tu!
-E’ passato tanto tempo, le cose cambiano.- dissi, cercando di ingoiare il nodo che mi si era formato in gola.
-Possono cambiare le cose: una montagna può consumarsi per via del vento, un fiume può seccarsi per via del troppo sole o può superare le sue rive per la troppa pioggia… le persone modificano il loro carattere: possono peggiorare o migliorare. Ma i sentimenti non cambiano, quando sono reali.
-Non è tutta poesia, Ginny. Lo sapete bene tutti quanti.
-E com’è allora? Per quanto tempo ancora negherai che provi ancora qualcosa per lui?
-Non è facile come credete.
-E allora com’è?
-Non lo so.
Per tutto il tempo del pranzo non facemmo altro che parlare di Draco, poi Blaise ed Harry andarono in salone a guardare un po’ di televisione.
-Hermione…- disse Ginny prendendomi le mani. -…dimmi la verità.
-Non c’è niente da dire.
-Ah no?
-No.
Mi guardò la mano sinistra e mi tolse la fede. –Questa mettila via. E’ inutile continuare a portarla, non credi?
-E’ un’abitudine.
-… che dovrai cancellare. Ascoltami: farà male fare chiarezza nel cuore dopo tanti anni, ma ne varrà la pena.
-Non so se voglio farlo, Ginny.- guardai l’orologio ed era già pomeriggio inoltrato. –Devo tornare a casa.
-Ti prego, pensaci…
-Vedremo Ginny.
Andai in salone e salutai Harry e Blaise con un gesto della mano. –Dove vai?- mi chiese Blaise.
-Torno a casa.
-Ti spiace darmi un passaggio?
-Certo che no!
Prima di raggiungermi sull’uscio della porta, vidi che si trattenne a scambiare qualche parola con Ginny ed entrambi non mi tolsero gli occhi di dosso.
Quando Blaise chiuse la portiera dell’auto, aveva un sorriso da ebete stampato sul viso.
Mi guardò ancora una volta e il suo sorriso si spense per un attimo, poi tornò ad attraversargli il viso da un orecchio all’altro.
-Emh… se non metti in moto non arriveremo mai a casa.
Assottigliai lo sguardo, come a voler indagare la sua espressione e il suo tono di voce. –Cosa state tramando?
-Chi?
-Tu e la rossa.
-Niente, Hermione… ma come ti vengono in mente certi pensieri?
-Vi conosco bene.
Lasciai cadere lì il discorso e misi in moto.
Blaise abitava qualche isolato più avanti, quindi qualche minuto dopo già non ero più in sua compagnia.
Mi aveva salutata con un bacio sulla guancia, ricordandomi le parole di Ginny.
Tornai a casa ed ero stanca psicologicamente, quindi salutai mamma con un bacio e la strinsi forte.
Mi era mancata tanto. La guardai negli occhi e li vidi finalmente più sereni, liberi da quasi tutte le nubi che li oscuravano e che impedivano loro di brillare.
 –Sei stanca, vero?- mi chiese.
-Molto.
-Andiamo.
Insieme ci dirigemmo al piano superiore ed entrammo nelle rispettive camere.
Quando chiusi la porta, mi guardai la mano sinistra e mi sentii leggera, libera da ogni obbligo.
La fede, negli ultimi tempi, era diventata un peso ulteriore ai miei giorni e non averla mi permetteva di respirare più facilmente.
Feci una doccia veloce, poi mi sistemai a letto, stendendomi su un lato e guardando fuori dalla finestra.
Ripensai ancora una volta alle parole di Ginny, di Blaise ed Harry e mi sembrò di perdere qualche battito al cuore. Chiusi gli occhi con la speranza di allontanare i dubbi, anche se inutilmente: ogni mio dubbio era legato a Draco e non avrei mai potuto allontanare lui dal mio cuore.


Spoiler Capitolo 15:
Entrò lasciando la porta aperta e si piazzò di fronte. Aveva gli occhi ridotti a due fessure, poi si avvicinò ancora di più. -Esci immediatamente fuori di qui!
Lo guardai...


***
Angolo Autrice:
Salve a tutte!
Avete visto? Il nuovo capitolo è QUI!! Festeggiamo!
Cretinate a parte, come avrete visto, il capitolo è solo di passaggio, anche se i discorsi fatti dai 3 amici di Hermione la faranno riflettere davvero tanto!
Il titolo è mezzo rubato dal singolo di Marco Mengoni, "In un giorno qualunque" che personalmente amo!
-Ginny: non è romanticissima? Io la ADORO! E' un'ottima amica e conosce perfettamente Hermione, quindi...
-Harry: dà man forte alla sua fidanzata, ovviamente. Ma non è adorabile?
-Blaise: per chi è già pazza di lui, beh, non c'è molto da dire! E' un amico fantastico e chissà cosa stanno tramando lui e la rossa, eh?
Hermione: povera! E' in profonda crisi con sè stessa. L'avevate capito, no?
Lo spoiler: piccolo piccolo xD Non linciatemi, vi prego. Ma il capitolo sarà mooolto importante!

Risposte alle recensioni:

Sailor Saturn: Ecco a te il continuo! Immagino che Blaise ti piaccia ancora di più! Sono davvero felice che la storia ti piaccia e spero di doverti ringraziare anche nel prossimo capitolo! Un bacio;

sa chan: Ahahah! Immagino come tu odi Cloe in questo momento xD, ma aspetta ancora un pò prima di giudicare :P Natan è dolcissimo, non c'è niente da dire *.*  E chissà che non racconti qualcosa al papà. Un bacio;

dramy96123: Mi dispiace tantissimo per i tuoi piani omicidi xD Perdonami! Cloe non si è per niente comportata bene, ma come ho già detto, aspettate a giudicare! Henri mi fa pena nel senso brutto della parola, non nel senso di tenerezza, capito? :D Beh, per quanto riguarda lo spoiler precedente, hai avuto la tua risposta! Inizialmente, c'era l'idea di farle incontrare Draco, ma poi la mia mente malata ha immaginato tutt'altro luogo per il loro incontro! Un bacio;

Axel_Twilight_93: ecco a te il capitolo! Avevi immaginato qualcosa? xD Natan è dolcissimo, non c'è alcun dubbio! Un bacio;

Rosa di cenere: e io ADORO le tue recensioni. In primo luogo, mi fanno morire dal ridere xD poi, mi riempi sempre di complimenti e mi fa davvero piacere che hai questa grande reputazione di me *.*
Mi dispiace che il fato ti si sia ritorto contro XD, spero che da questo capitolo in poi ti aiuti a commentare prima! Natan è dolcissimo ed effettivamente fai bene a chiamarlo piccolo Draco, perchè somiglia molto al padre! Hermione tratta così Natan sia perchè adora i bambini, lui in particolare, sia perchè trova in lui un modo per stare più vicina a Draco almeno con il pensiero e, soprattutto, perchè desidera che lui fosse stato suo figlio. Cloe è una stronza in questo capitolo e di certo non sarà una santa nei prossimi, ma prima o poi vi farò cambiare idea su di lei! Grazie mille per i tuoi complimenti, grazie davvero *.*, spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto. Un bacio.

Ringrazio le 44 che mi hanno inserito nelle seguite, le 16 che mi hanno inserito nelle preferite e le 3 che mi hanno inserito nelle seguite!
Avrei voluto scrivere anche questa volta i vostri nomi, ma NVU mi sta dando un pò di problemi.
Grazie davvero tanto, continuate ad aumentare e mi rendete felice!
A presto, la vostra Exentia_dream



























   
 
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