Anime & Manga > BeyBlade
Segui la storia  |       
Autore: Kiruna    22/11/2010    1 recensioni
L’aveva sempre guardato da lontano, ammirandolo e desiderandolo, ma se in una strana giornata fosse riuscito ad avere di più?
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Kei Hiwatari, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Quando quel tardo pomeriggio mi rintanai di nuovo nella mia cameretta al ventunesimo piano del grattacielo la mia mente non era mai stata così confusa. Persa ancora una volta dietro all’incostanza dei suoi desideri, non aveva fatto che rianalizzare da tutti i possibili e immaginabili punti di vista quella mattinata trascorsa con lui anzi, quei pochi minuti trascorsi con lui. Purtroppo per lei e per me però l’unica cosa che ne aveva ottenuto era soltanto ulteriore sconforto, non riuscendo a raccapezzarsi e a tirarsi su pensando ad altro.
Mi buttai sul letto dandomi a mala pena la briga di spingere un pulsante per ascoltare gli eventuali messaggi in segreteria, non che al solito avessi molte persone che mi cercassero. Ecco il solito bip e poi:
“Ciao Yuriy, sono Boris. Hej, sta fermo un secondo te!”
Ma con chi diavolo parlava?
“Cioè, scusa, non parlavo con te. Ad ogni modo sono desolato ma... ti da fastidio se rimandiamo l’uscita di stasera a un’altra volta?”
Ah sì, stasera io, lui e Sergej avevano progettato un’uscita tra amici per passare un po’ il tempo. Saremmo andati al cinema e in un fast food probabilmente, o magari da qualche parte a fare un po’ i matti coi bey.
“Vedi ehm io avrei un... impegno già, all’ultimo minuto e ehm... non posso venire...”
Sentii una leggera risata in sottofondo. Complimenti per la convinzione e serietà Boris... Cominciavo già a farmi in un’idea di quale potesse essere il suo “impegno”.
“Ho già chiamato Sergej e ha detto che è ok, beh...volevo solo farti sapere...”
Un’interruzione, sembrava che qualcuno si stesse impossessando a forza della cornetta dai vari “hej, molla!” di Boris.
“Yuriy,”
Questa non era decisamente la voce di Boris! Era, era...
“sono Garland”
...Garland!!!!!!!
“Perdona l’imprecisione di Boris, in questo momento se lo potessi vedere noteresti che è bordeaux.”
Ci avrei giurato...
“Come penso avrai capito io e il mio neo-ragazzo...”
Bingo!
“Garland! Chiudi quella boccaccia!” Ecco di nuovo Boris.
“...vorremmo qualche attimo di intimità, speriamo di non averti rovinato la serata, ci vediamo. Dai tesoro, di’ ciao a Yu-chan!” “Garland! Io ti...” Così si chiudeva il messaggio, con un altro bip e la voce della segreteria che mi informava che non ce ne erano altri.
Rimasi qualche secondo con un gigantesco sorriso stampato sulle labbra, prima di scoppiare in una fragorosa risata. Mi ero rizzato un po’ dal letto quando avevo sentito quello strano messaggio e mi ci ributtai ancora una volta pensando “Io sono un genio!”. Onestamente ero contento per quei due e in particolare per Boris, era ora che si trovasse qualcuno, era stato fortunato. Dopotutto ne ero un po’ invidioso.
Sempre da sdraiato ripensai al rapporto tra quei due, a come in quei mesi li avessi visti avvicinarsi sempre di più. Cosa avevo combinato io invece? Complimenti Yuriy Ivanoff, soltanto quella mattina dopo mesi e mesi avevi alzato bandiera bianca e ammesso che eri cotto di quell’insopportabile russo-nipponico dagli occhi di fuoco. Facevamo progressi, davvero, complimenti.
D’altronde non si poteva negare che il russo però avesse un carattere completamente diverso da quello disciplinato e razionale dello svedese.
Uffa! Ma che stavo dicendo? Tutto per dirmi che non avrei potuto fare altro da ciò che già facevo (niente!!!)! Non potevo continuare così, avrei dovuto fare qualcosa! Dov’era finito l’orgoglioso Yuriy Ivanoff che non si era mai fatto intimidire da nulla? Mettersi tanti problemi come una ragazzina alle prese con i primi amori! E per di più a causa di Kei Hiwatari, che non avrebbe esitato a compatirlo se l’avesse visto così.
Basta. Tutto questo doveva finire, non potevo più accettare così passivamente le mie sconfitte. Boris aveva un fidanzato ora e così io avrei avuto Kei.
Mi rialzai lentamente dal letto, lento ma deciso, con una nuova luce negli occhi. Come distratto mi diressi prima verso il bagno e successivamente verso il guardaroba.
Il ragazzo che uscì un quarto d’ora dopo assomigliava a Yuriy Ivanoff. Forse gli occhi azzurri e l’acceso colore dei suoi capelli. Magari lo sguardo determinato che mi aveva completamente pervaso, come prima di un cruciale incontro di Bey. Fine.
Per prima cosa, avevo per una volta tanto mandato quel paese le mie adorate tute da ginnastica, scegliendo qualcosa di più sobrio ma che mettesse in risalto il mio fisico asciutto. Un paio di jeans a vita bassa che non avevo la più pallida idea di come fossero finiti nel mio armadio e una camicia chiara che, con un lampo di orgoglio, avevo lasciato leggermene sbottonata. Di scarpe purtroppo avevo trovato solo quelle da tennis in camera mia T_T... Mi era capitato a volte di prendere o dare in prestito vestiti o altro con Boris, ma non mi pareva proprio il caso di disturbarlo adesso...
Infine, avevo rinunciato e avevo mollato la presa con quel cavolo di gel. Lavandomi i capelli, avevo lasciato che i ciuffi davanti mi ricadessero contornandomi il viso, sistemando gli altri in una piccola coda dietro.
Ok, avevo atteso anche troppo. Mi fiondai fuori dal palazzo senza perdere un minuto di più, puntando dritto verso il mio obiettivo: la casa di Takao. Quella casa... onestamente più che ad una casa l’avrei potuto paragonare a un caloroso albergo, dove chiunque poteva fermarsi e passare la notte lì come una sorta di quartier generale. Sapevo che era lì che alla fine era andato a vivere Kei. L’insistenza di Takao alla fine aveva avuto la meglio sulla necessità del mio semiconnazionale senza dimora.
Non avevo neppure pensato a dove avrei mangiato, chi se ne importava, ora avevo un conto da regolare con il mio orgoglio e col mio cuore.
Andai a piedi, non era lontano, ma me ne pentii presto. Un primo rombo di tuono annunciò la tempesta che stava per cogliere la città al crepuscolo. Una goccia sulla mia mano, una sulla mia testa e ben presto quelle due goccioline si trasformarono in un diluvio, mentre io continuavo imperterrito a proseguire verso la mia meta.
Un viaggio interminabile, non so quanto ci misi ad arrivare a destinazione, ricordo però che quando arrivai a casa Kinomiya ero zuppo, bagnato fradicio fin sotto i vestiti. Chissà perchè diavolo non mi era saltato in mente di prendere un ombrello...
Osservai la casa, leggermente illuminata come gli altri edifici della città. Aveva un aspetto caloroso, davvero, per un momento pensai che probabilmente entrando lì dentro sarei stato completamente fuori posto. Probabilmente loro si stavano divertendo...
In quell’ultimo mio ennesimo tentennamento notai però una figura scura fuori dal porticato. Ferma, completamente immobile, i suoi vestiti sventolavano leggermente.
Avvicinandomi la riconobbi.
-Kei- dissi soltanto più per sorpresa che per un reale tentativo di rivolgergli la parola. E in un secondo sentii una ventina di domande venirmi improvvisamente in mente.
Lui guardava fisso avanti a sè, non so cosa stesse facendo, però spostò lo sguardo su di me e disse le parole più improbabili che pensavo avrebbe mai potuto dire.
-Sapevo che saresti venuto-
La mia faccia da determinata e ardente doveva essersi di nuovo trasformata a quella di un fesso sbalordito. Odiavo l’effetto che Kei aveva su di me... “Ok, calma, sangue freddo, facciamo un respiro profondo e non facciamoci riconoscere subito dicendo qualche cazzata”.
Ripresi anch’io il mio solito tono sicuro di sè ricomponendo velocemente un ghigno sul mio viso.
-Non mi vorrai far credere che stavi aspettando me...- risposi beffardo. Sì! Ora sì che riconoscevo Yuriy Ivanof!
Sorrise anche lui in risposta, come divertito, ma non disse nulla.
-Che c’è, come mai sei qua fuori? Hai litigato con la tua nuova famigliola?- Sì! Forza, implacabile, fagli svelare le sue carte!
-Ti hanno buttato fuori?- Ora era tempo di aspettare una sua qualche risposta.
-No, te l’ho già detto, mi annoiavo. E poi, sapevo saresti venuto, anche se magari in versione un po’ più asciutta.-
Con quella frase poi scese con gli occhi lungo tutto il corpo mentre io, avendo notato il modo in cui i vestiti mi si erano appiccicati addosso creando un effetto di trasparenza, ero vistosamente arrossito. Il suo modo di scrutarmi aveva il potere di farmi sentire completamente nudo.
-Dovresti essere felice- continuò poi -ti ho risparmiato di venirmi a cercare e venire ingabbiato in casa con una simpatica quanto stupida conversazione sul mal tempo...-
Ma che era, un indovino? Ditemi un indizio per cui avrebbe potuto capirlo! Ero così prevedibile? O mi stava prendendo in giro?
-Cosa ti fa pensare che cercassi te?- Ed ecco Yuriy che si arrampicava sugli specchi... che tristezza...
-Ah già, dimenticavo l’amore indissolubile che ti lega a Takao... o magari a Daichi... sai, sono convinto che dopotutto il giapponesino straveda per te dai mondiali.-
Stronzo, sapeva bene che sebbene lo rispettassi come blader, per me Daichi non rimaneva che un moccioso sotto altri punti di vista.
-Già dopotutto noi russi abbiamo questo effetto qui in Giappone, no?- le parole mi uscirono di bocca prima che potessi soppesarle a dovere.
-Sì, dannazione, sì...- Mi rispose -Però non mi dispiace del tutto, sai?-
Prima ancora che io riuscissi a ribattere cercando di saperne di più però, con un alquanto strano sorriso riprese:
-Allora, vuoi passare tutta la serata a sfidarmi verbalmente qui, con il rischio che qualcuno ci becchi mentre tu ti prendi una polmonite, o ti va di andare da qualche parte?-
Non feci tempo a rispondere niente con un deciso “vieni!” mi prese una mano e mi trascinò correndo di nuovo per le affollate strade di Tokyo. Almeno il temporale era cessato, pensai.
 
Lo ammetto, quando nemmeno mezz’ora prima ero uscito di casa con l’aria impavida di chi va ad affrontare una questione di vita o di morte, mai mi sarei aspettato che di lì a poco mi sarei trovato a passeggiare per la città a braccetto con Kei mentre questo sembrava pensare alla scelta di un posto caldo in cui portarmi per farmi asciugare un po’ e allo stesso tempo cenare. Il fatto che avesse escluso a priori la decisione più semplice: casa Kinomiya, non poteva che farmi piacere, dandomi l’illusione decisamente reale che volesse stare da solo con me.
Camminando velocemente non ci eravamo più sfidati e, lasciando cadere accuratamente qualsiasi argomento che potesse causare conflitto, avevamo cominciato a chiacchierare del nostro passato alla BORG e del nostro odio comune per Vorkoff o chi per lui, mentre io cercavo disperatamente di capire senza darlo a vedere che diavolo di rapporto avesse ora coi suoi compagni e in particolare con Takao. Non avrei mai creduto che Kei potesse essere così affabile a volte. Mi sorrideva pure, come a dire che non c’era nulla da preoccuparsi, a dispetto delle conversazioni poco amichevoli che in genere noi due tenevamo.
Alla fine entrammo insieme in un locale, un posto piuttosto rustico dotato però di uno splendido caminetto all’interno. Kei l’aveva scelto proprio per quello, mi aveva detto infatti che era la prima volta che usciva a mangiare fuori con qualcuno e io gli avevo creduto, non mi pareva un tipo amante di localini ricercati.
Ci sedemmo l’uno di fronte all’altro, ordinando qualcosa. Avendo entrambi da poco compiuto diciotto anni ci permettemmo di ordinare una vodka, memore delle mie e parzialmente sue origini.
-E davvero ora ricordi anche di quella volta che io, te e Boris distruggemmo metà del monastero con quel Beyblade sperimentale?- ok, era circa metà della serata e finalmente io mi sentivo completamente a mio agio o meglio, la vodka cominciava a farmi sentire leggermente più allegro del solito, mentre lui si manteneva imperturbabile e impassibile come al solito.
-Sì, e mi ricordo anche che fu soltanto per colpa tua che ci beccarono, stupido lupo...- rispose ironico.
-Dai, tirarlo sul grugno di Vorkoff ammettilo, è stata una bella soddisfazione. Ah, che faccia che ha fatto...- era tutta la sera, da quando eravamo entrati in quel locale che mi fissava costantemente ma, sebbene all’inizio mi avesse messo un po’ a disagio, con l’allegria di adesso me ne sentivo completamente lusingato e mi feci più coraggioso.
-E ora che abbiamo esaminato il nostro comune passato in tutte le possibili e immaginabili direzioni, che mi diresti del presente, Kei Hiwatari? O del futuro?-
-E che cosa vorresti sapere del mio presente o del mio passato, Yuriy Ivanof?- sogghignò, accentuando i due articoli possessivi come a sfidarmi a chiedere oltre.
-Mmhh, fammi pensare...- Sì, cominciavo ad essere decisamente allegro. -Che mi diresti della tua vita privata? Il cuore del grande Kei Hiwatari è sempre occupato solo da se stesso?- Mi cominciavo a divertire a chiamarlo sempre con nome e cognome, lo faceva suonare ridicolamente importante.
-Ah... qui si va sul personale...- sorrise divertito, probabilmente aveva deciso di stare allo scherzo. -Beh, potrei dire principalmente di sì... La venerazione del mio ego prende sempre la maggior parte delle mie attenzioni, ma... - Ma??? Non dissi niente ma dentro di me fremevo. -... diciamo che adesso potrei essermi trovato anche altri... passatempi, ecco-
La pugnalata arrivò come previsto.
-Takao, vero?- riuscii solo a dire mestamente. Nonostante l’effetto della vodka non riuscivo comunque a non far trasparire la mia delusione.
-È così evidente?- sembrava che l’argomento non lo toccasse nemmeno più di tanto.
-Soltanto dal modo venerante in cui ti guarda- cercai di sorridere in un alquanto maldestro tentativo e di gonfiare un po’ la voce. -Veneriamo il dio Kei, ave santo Kei...-
-Pfui- ironico, ancora. Sembrava non sapesse fare altro. Prendersi gioco di tutto e tutti in quel suo costante ostentamento di superiorità.
-Adesso non cercare di farmi credere che ti da fastidio, perchè sarebbe fiato sprecato- ribattei io. Forse ero stanco di non capire mai dove volesse arrivare, stanco di vedere in lui un costante punto di interrogativo che cambiava prospettiva ogni volta a seconda delle parole che decideva di rivolgermi.
-Non voglio un anello al dito, Yuriy-
Ora cominciavo a capire, ora forse cominciavo davvero a capire.
La fenice non voleva essere presa, non avrebbe mai voluto. Un dragone della terra ferma l’aveva catturata però, aveva raggiunto l’altezza delle sue ali e l’aveva portata con sè. E per quanto avesse cercato di darle la pace, essa anelava ancora alla sua selvaggia libertà.
Rimaneva solo una cosa da capire: cosa voleva la fenice da me? Che avesse finito per cercare in me le chiavi per la sua libertà?
-Yuriy, tutto ok?- Mi ero incantato a pensare senza volerlo. Improvvisamente mi ero ritrovato di nuovo lucido. Sin troppo lucido. Meglio risolvere il problema.
Dopo aver risposto con un “sì” distratto a Kei, ordinai un’altro bicchiere della mia cara alcolica bevanda, tra lo sguardo incuriosito del mio compagno per quella sera.
Solo dopo ripresi il discorso, ma sentivo il disperato bisogno di andarmene. Kei probabilmente amava Takao, solo che a volte faceva semplicemente fatica a fronteggiare la sua invadenza.
Il mio rifornimento alcolico arrivò e lo bevvi quasi tutto d’un fiato.
-E così stasera mi hai portato fuori? Cosa vuoi da me, Kei? È per questo che mi hai portato fuori stasera? Dovevi evadere?-
Avevo sperato di conquistarlo con il mio charme, avevo sperato che potesse per una volta rivolgere il suo imprendibile sguardo a me, ma mi ero sbagliato.
-Scusa, devo andare-
Me ne andai così, senza nemmeno preoccuparmi di chi avrebbe pagato il conto, sotto il suo sguardo attonito.
Basta, ne avevo avuto abbastanza.
Corsi via ancora una volta per quelle strade, e cercai senza pensare il percorso più breve per tornare a casa mia, provvisoriamente alla BBA.
Fu il mio istinto a guidarmi e non mi fermai fiche non ebbi chiuso dietro di me la porta della mia camera.
Respirando forte, ripensando al comportamento di Kei, alla mia stupidità.
Come quel pomeriggio finii per ributtarmi sul letto, non avrei mai immaginato che, molto prima di ciò che avrei potuto aspettarmi, ci avrei buttato qualcun altro su quel letto...

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > BeyBlade / Vai alla pagina dell'autore: Kiruna